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Autore: MooseLostHisShoe    09/01/2018    0 recensioni
"Sento solo la pioggia che cade, che finisce sui tetti, la terra, le finestre, le pareti.
Non mi piace questo rumore.
Mi ricorda quel giorno di pioggia. Il giorno in cui credevo di averti perso per sempre."
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia.
Succede ogni dannatissima volta.
Ti penso, Alfred. 
Ti penso in continuazione, ti cerco con lo sguardo, sperando di trovare la tua figura intenta a fare una delle tue cavolate.
Questa casa è praticamente vuota senza di te, lo sai? 
È molto silenziosa. 
Solo ora noto quanto mi manca quel chiasso che facevi quando vivevi ancora qui, con me.
Solo ora noto quanto io detesti il silenzio. 
Non sento niente.
Nessun rumore.
Non sento la tua voce. 
Sento solo la pioggia che cade, che finisce sui tetti, la terra, le finestre, le pareti. 
Non mi piace questo rumore. 
Mi ricorda quel giorno di pioggia. Il giorno in cui credevo di averti perso per sempre. 
Il giorno in cui decidesti di puntarmi il fucile contro, in cui decidesti di voler essere indipendente da me. 
Mi manchi, Alfred. 
Mi manchi da morire.
Ormai è da un po' che non ci parliamo.
Come stai? 
Ora che sei indipendente, stai meglio?
Che domanda stupida... Certo che stai meglio, senza di me.
Probabilmente stavo diventando soffocante, vero?
Quando tornerai a rivolgermi la parola? 
Quando potrò rivederti? 
Quando potrò rivedere il tuo brillante e stupido sorriso? 
Quel sorriso ha sempre illuminato le mie giornate più buie. L'ho sempre trovato bellissimo, sai?
Torna a casa, Alfred. 
Ti scongiuro. 
Sei il mio tutto, la mia famiglia, la persona di cui mi sono innamorato, l'unico che non ho intenzione di perdere davvero, com'è successo con molte altre persone. 
Ti amo, Alfred. 
Non sai quanto.
Mi piacerebbe dirtelo di persona. 
Ma so già che queste lettere che sto scrivendo non usciranno da questa stanza, come i miei sentimenti per te rimarranno sigillati. Li soffocherò, non dovranno uscire. Non davanti a te. 
Non voglio che tu sappia che cosa provo per te, probabilmente ti metteresti a ridere. 
Li porterò con me nella tomba. 
Torna da me, ti prego.

Arthur

-

Una lacrima.
Due lacrime.
Tre.
Quattro.
Il foglio si stropiccia leggermente, nelle mani dell'americano. Lo stringe. Sta per strapparlo. Vuole gridare. Vuole piangere. 
Alfred prende un bel respiro, mentre vede la carta tra le sue mani bagnarsi leggermente per via delle sue stesse lacrime, che ora scorrevano sulle sue guance e bagnavano i suoi occhiali. 
Posa la vecchia lettera sulla scrivania, prendendo la sedia e sedendosi, avendone urgente bisogno. 
Si prende la testa tra le mani, affondando le dita nelle ciocche bionde, mentre guarda un punto indefinito del pavimento.
Arthur lo ama.
Lui ama Arthur. 
Arthur è stato male per colpa sua. 
Ha sempre sentito una specie di peso al cuore nei confronti di Arthur, ma Dio, sembra essere aumentato a dismisura. 
È diventato così insopportabile che vorrebbe farla finita. 
"Quei sentimenti rimarranno sigillati... Ma sta' zitto..."
Si china e posa entrambi i gomiti sulle ginocchia, ora leggermente più calmo e lucido. 
Lancia un'occhiata alla lettera, squadrandola.
Gli unici pensieri che ora gli invadono la mente sono "Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace..." 
Gli dispiace davvero. 
Tra i due, aveva sempre creduto di essere quello che aveva sofferto di più.
Ma si sbagliava di grosso. Oh, eccome se si sbagliava. 
Ora sarebbe andato da lui e gli avrebbe sbattuto in faccia la realtà. Ovvero che i suoi sentimenti sono sempre stati ricambiati, dannazione! 
Odia quando fa così, quando si tiene tutto dentro e non dice niente a nessuno, rimanendo a soffrire in silenzio. 
Deve imparare a sfogarsi. 
A volte lo fa, gli urla contro, ma non è mai uno sfogo vero e proprio. 
E lui non batte ciglio. 
Alfred è abituato alle urla di Arthur, ai suoi rimproveri e ai suoi schiaffi. 
Pensa di meritarseli.
È la causa della sofferenza dell'uomo che ama.
Se li merita. 
Ora però basta. Andrà da Arthur e gli confesserà tutto. 
Vuole togliersi questo peso.
Per una volta vuole essere sincero. 
Si alza, prendendo ancora una volta la vecchia lettera e guardandola un'ultima volta. 
Può farcela. 
Si avvia verso la porta, afferrandola per la maniglia e chiudendosela alle spalle.

   
 
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