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Autore: alaal    09/01/2018    1 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) è bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Lo schiaffo rimediato dalla compagna di viaggi di Alex pulsava ancora da morire. Più che dal dolore, il ragazzo con gli occhiali rimase stupito dalla reazione di Laura: cosa aveva fatto per meritare un ceffone da Guinness dei Primati? Non osò chiederglielo direttamente, la ragazza dagli occhi verdi pareva avesse un diavolo per capello ed a stento riusciva a calmarsi, e le sembrava bellissima e così lontana nonostante avesse un decoroso vestito da sera e nonostante la sua giovane età.

L’attenzione del ragazzo fu comunque ben presto catturata dalla squillante voce del Professor Elm, il quale si complimentò per l’intervento tempestivo del Dratini di Laura e per avere compromesso il malefico piano del Team Richardson, spiegando brevemente agli allenatori di Pokémon le motivazioni del blackout e del malessere temporaneo dei loro amichetti.

Elm: -Ed è per questo – indicando il piccolo trasmettitore che ghermiva saldamente nella sua mano sinistra – che i nostri Pokémon soffrivano, speciali onde magnetiche influivano direttamente sul PokéTraduttore causando un fortissimo sibilo, non udibile dall’orecchio umano, e li faceva impazzire!- Il luminare dei Pokémon sorrise compiaciuto, continuando a rimirare lo strano aggeggio che teneva sollevato in bella mostra. Brock rimase molto perplesso dalle parole dello studioso, ma preferì non proferire parola, essendo ancora rimasto molto scosso dal brutale intervento del Team Richardson di poco tempo prima.

Perché il Team Richardson avrebbe preferito ritirarsi senza combattere? Era pur vero che i loro Pokémon si trovavano in netta minoranza rispetto a quelli a disposizione degli allenatori, però i guerrieri dei gangsters erano sicuramente più forti. L’ex capopalestra di Plumbeopoli non riuscì a trovare un valido motivo della loro dipartita, ma dopo un po’ di ripensamenti preferì lasciar perdere l’argomento. Avevano vinto dopotutto, senza combattere, e quell’aspetto lo rincuorò parecchio.

Elm: -Voi come state?- La voce del Professor Elm tornò a riempire la hall principale della Torre Radio di Lavandonia. Poiché nessuno dei presenti riuscì a ritrovare la parola, Ash superò quel momento di imbarazzo ridacchiando sommessamente. Osservò di sfuggita il suo fido compagno Pikachu, il quale pareva essere tornato in gran forma.

Ash: -A parte lo shock iniziale direi abbastanza bene! Siamo fortunatamente riusciti ad avere la meglio ancora una volta sul Team Richardson, grazie soprattutto al tempestivo intervento di Laura e… ehi, Laura! – e si voltò verso di lei, con somma sorpresa la vide indirizzarsi a testa bassa verso le scale di destra, strusciando i piedi sul parquet di legno della hall. Il maestro di Pokémon si staccò dal gruppetto che si trovava in quel momento al centro della stanza e andò di corsa verso la sua allieva, che per uno strano motivo, sconosciuto all’allenatore col capello, scansò con agilità felina il tocco di mano sulla sua spalla e scattò in avanti.

Ash: -Laura, dove vai? Stavo parlando di te…- Il ragazzo non poté neanche terminare la frase che la figlia dei Ferguson, con voce bassa e quasi rotta dal pianto che stava per irrompere, rispose al suo maestro.

Laura: -Se non sbaglio c’è una competizione in corso, siamo in netto ritardo. Professor Elm – catturò l’attenzione del luminare dei Pokémon, il quale era ancora assorto a contemplare i dettagli dell’ormai inutilizzabile PokéTraduttore – per favore, mi segua.- e senza attendere una replica da parte dei presenti, s’incamminò verso le scale che portavano ai piani superiori dello stabile più importante di Lavandonia. La piccola Dratini di Laura, rimasta raggomitolata sulle spalle della sua allenatrice, non osò proferire parola e lasciò che la ragazza facesse liberamente quello che le passava per la testa. I ragazzi rimasero leggermente meravigliati dall’atteggiamento un po’ oscuro della loro compagna di viaggio, tutti tranne Alex, il quale scosse la testa a più riprese, deglutendo un rospo amaro.

Quello schiaffo non se lo meritava, dopotutto poco fa aveva fermato appena in tempo la furia dirompente di Elio, uno dei componenti del famigerato Team Richardson, salvando la pelle del suo maestro. Alex era riuscito a guadagnare quel tanto di tempo per permettere alla figlia dei Ferguson di intervenire con i suoi Pokémon e ristabilire l’ordine, costringendo i loschi figuri alla fuga. E invece no, non solo non aveva ricevuto ringraziamenti per il suo tentativo (alquanto disperato) di fermare Elio, ma ha rimediato uno schiaffo e, non contento, una sonora sgridata. Si maledisse mentalmente, forse il suo intervento non era stato certamente uno dei migliori da eseguire in un momento così critico come quello appena trascorso, ma il ragazzo con gli occhiali non aveva visto alternative in quel momento. Ash, il suo maestro, si era ritrovato quasi a prenderle di santa ragione dall’uomo col mantello rosso… e sicuramente Elio non gli avrebbe dato un paio di carezze, tutt’altro. Alex s’immaginò mentalmente tutta la scena, riflettendo su tutti i particolari, ma la sua attenzione fu ben presto catturata dal dolore ancora acuto causato dal ceffone. Si massaggiò dolcemente la guancia, arrossata a causa del colpo ricevuto, e tirò un sospiro, alzando lo sguardo al soffitto.

Alex: -Le donne… non le capirò mai!- Scosse la testa più volte e, senza pronunciare più una sola parola, seguì lentamente gli altri ragazzi che, nel frattempo, avevano raggiunto Laura e il Professor Elm per le scale. Il piccolo Dratini, ormai ripresosi completamente dallo stordimento avuto per via delle distorsioni radiomagnetiche, sbadigliò a bocca spalancata. Il cucciolo di drago ebbe ragione a sbadigliare abbastanza vistosamente, il suo allenatore diede una rapida occhiata all’orologio che teneva allacciato sul polso sinistro e si accorse che erano già passate diverse ore dall’inizio della manifestazione canora…


 

-Signore e signori, grazie per essere stati in nostra compagnia in questa travolgente serata canora!- Il presentatore pelato dal sorriso smagliante concluse con queste parole la prova canterina dell’ultimo dei 25 concorrenti di quel concorso, ed i Chingling accompagnarono con un motivetto orecchiabile le frasi di congedo dello showman e lo scroscio di applausi degli spettatori, ignari di quanto accaduto in quei minuti di apprensione.

Il presentatore, con un piccolo cenno di una mano, catturò l’attenzione dei giudici ancora appostati ai loro posti – Jim Sheridan e l’infermiera Joy di Lavandonia – e domandò a tutti i cantanti che si esibirono quella sera di ritornare sul palco per la chiusura del programma.

-Bene, bene… i nostri concorrenti si sono sfidati in una grande gara canora e non si sono risparmiati neanche una nota! I nostri Chingling – e si voltò ad osservarli – hanno svolto un ottimo lavoro stasera, che ne dite di far loro un grande applauso?- Gli spettatori non persero tempo e, con rinnovato entusiasmo, applaudirono la bravura di quei tre Pokémon campanello, i quali erano visibilmente stanchi ma soddisfatti di avere terminato la sessione senza nessun errore. Jim Sheridan si alzò in piedi dal suo posto di giudice e, stringendo i pugni davanti a sé, con un atteggiamento di colui che cercava l’ispirazione, prese la parola una volta che il pubblico smise di battere le mani.

Sheridan: -La ferve canora di questi aspiranti cantanti… la loro passione, il loro ardore, la loro abnegazione… signori – voltò lo sguardo verso i partecipanti della serata, i quali si erano riuniti al centro del palco e si batté il petto con uno dei due pugni, aggrottando leggermente le sue sottili sopracciglia arcuate – questa serata è stata la migliore rappresentazione musicale degli ultimi tempi a cui io abbia partecipato. Dovete essere fieri delle vostre prove, il vostro talento è percepibile anche a metri di distanza!- Mentre la guest star elogiava i cantanti, i quali risposero con un sonoro applauso, da dietro le quinte riapparve il professor Elm, tutto trafelato e ansimante. Il presentatore non si scompose e anzi salutò la riapparizione dell’esperto di Pokémon come un colpo di scena.

-Ah, riecco il nostro professor Elm! Giusto in tempo per vedersi la premiazione dei nostri concorrenti!- Lo studioso salutò il pubblico con un cenno della mano e riprese il suo posto di giudice accanto all’infermiera Joy, come se la sua assenza fosse stata una cosa breve. Anche sugli spalti Ash, Brock e Alex con i loro Pokémon recuperarono i loro posti a sedere, come se non fosse accaduto nulla di particolare. Laura, nel frattempo, era riuscita a recuperare le scarpe ritornando agli studi televisivi e stava acquattata dietro le quinte, proprio nel punto in cui era uscito il professor Elm. Lo stesso studioso, in un momento di distrazione del presentatore e degli altri giudici, voltò lo sguardo verso le quinte, intercettando il volto della ragazza che faceva capolino dai grossi tendoni e la invitò ad avvicinarsi al palco. L’allenatrice, con il cuore in gola per l’emozione di essere premiata dal suo idolo di sempre – Jim Sheridan – e ancora rossa in volto per l’arrabbiatura di poco prima, abbandonò le quinte e si avvicinò a passo felpato verso gli altri concorrenti. L’entrata in scena della figlia dei Ferguson non fu vista di buon occhio sia dal presentatore che dai giudici, questi ultimi si limitarono ad osservare la ragazza con uno sguardo quasi glaciale. Il conduttore invece, ancora in preda alla ferve del brusio del pubblico, si rivolse a Laura con un atteggiamento quasi ostico e quasi le puntò un dito contro.

-Ah bene, la signorina Ferguson è tornata sul palco! Ci dica, le è piaciuto il giretto per il palazzo mentre tutti si davano da fare nello svolgimento della gara?- Quella domanda palesemente ironica quasi inorridì la ragazza dagli occhi verdi. Già la sua mente era in subbuglio ancora per quanto accaduto poco prima, ora si trovò addirittura con un dito puntato contro da un irritato presentatore, tutti gli occhi del pubblico, dei concorrenti e dei giudici su di lei… giudici? Giudice? Jim? Quasi automaticamente Laura girò gli occhi alla sua destra, verso le postazioni degli arbitri ufficiali. Lo sguardo del suo idolo, Jim Sheridan, non prometteva nulla di buono. Forse per la tensione e per lo stress accumulato, Laura iniziò a percepire un certo intorpidimento nelle sue gambe. Il suo petto iniziò a diventare sempre più pesante ad ogni respiro e gli occhi sempre più lucidi.

Laura: -Io… io… non…- Non osò scollare lo sguardo dal suo cantante preferito. Prima di cedere e abbassare la testa davanti a sé con atteggiamento vergognoso, vide solo il professor Elm parlocchiare ad un orecchio di Jim, dicendogli chissà cosa.


 

Ash: -Caspita Laura, non mi sarei mai immaginato un epilogo simile…- Gli allenatori si ritrovarono nel camerino, dove quel pomeriggio Brock aveva aiutato Laura a pettinare i capelli. I ragazzi avevano assistito fino alla fine della serata le premiazioni della gara di canto, dove – ovviamente – Laura non fu tra i presenti. Dopo il duro attacco del presentatore – giudicato dal Maestro dei Pokémon eccessivo – la figlia dei Ferguson pensò bene di ritirarsi dal palcoscenico e tornare anzitempo nei camerini a cambiarsi.

La ragazza si era cambiata d’abito in quattro e quattr’otto, senza preoccuparsi se i suoi vestiti fossero stropicciati o meno: li aveva riposti alla bell’e meglio nello zainetto da viaggio, un paio di jeans blu scuro, delle scarpe da ginnastica bianche, un maglione rosso fuoco e un cerchietto pari colore che sovrastata la sua chioma castano chiaro. Aveva un fortissimo nodo in gola e non voleva pensare a nulla... le parole del Maestro di Pokémon risuonarono lontane e sinistre. La figlia dei Ferguson, con sguardo vacuo e quasi assente, puntava lo sguardo davanti a sè, verso lo specchio. Ma la sua mente era annebbiata, e in realtà non stava osservando nulla. Il suo unico pensiero fisso era solo lui, il suo idolo, Jim Sheridan. Aveva avuto l'occasione d'oro per essere ammirata da lui... da lui in persona, per una sera, e lo aveva deluso in pieno. Brock, tirando un grosso sospiro, si inchinò leggermente accanto alla ragazza seduta sul divanetto dal posto singolo e le appoggiò dolcemente una mano sulla spalla dell'allenatrice (nell'altra teneva agguantato il cucciolo di Bulbasaur, che se la dormiva della grossa).

Brock: -Laura... non devi abbatterti... abbiamo passato dei momenti difficili questa sera... non è colpa tua se ti hanno esclusa...- La ragazza scosse lentamente la testa, tenendo sempre lo sguardo incollato allo specchio. La sua Dratini stava quasi cascando dal sonno, raggomitolata attorno le spalle della sua giovane allenatrice. Così come il Dratini di Alex, rimasto quest'ultimo leggermente in disparte rispetto agli altri due ragazzi. Era strano non poter più conversare a tu per tu con i Pokémon per mezzo del Pokémon Traduttore... Alex si era abituato così bene. Eppure quel marchingegno era risultato addirittura letale per i suoi Pokémon e per quelli dei suoi amici... fortunatamente quella questione si risolse nello stretto giro di una sera. Anche l'assistente del Professor Oak voleva consolare la sua amica, ma dopo quello che era successo poco prima, non se la sentì di schiodarsi dal muro poco distante, schiena appoggiata e mani dietro la schiena.

Laura: -Che pessima figura...vero?- Ash rimase sorpreso vedendo la sua allieva iniziare a piangere. La voce della figlia dei Ferguson si ruppe all'improvviso e con un gesto fulmineo Laura nascose il suo bel visino tra le mani, inchinandosi leggermente in avanti e appoggiando i gomiti sulle cosce.

Laura: -Era... era un'occasione d'oro... e io l'ho buttata al vento...- Ash, Pikachu e Brock si impegnarono per consolare la sfortunata ragazza, ma invano. Troppo grande era la sua tristezza per avere fallito così clamorosamente una gara di canto, anche se semplice esibizione. Uno dei giudici era Jim Sheridan... il suo idolo di sempre. Per colpa del Team Richardson, Laura aveva fatto una gran brutta figura davanti ai suoi occhi, scomparendo e ricomparendo a spettacolo ormai terminato.

Ash: -Brock ha ragione. Non devi abbatterti, non è colpa tua. La colpa è solo del Team Richardson! Ah, se dovessero ripresentarsi... - Il Master dei Pokémon ringhiò di rabbia, stringendo i denti e sollevando un avambraccio, stringendo con forza il pugno. Pikachu annuì, incrociando le zampe anteriori. Il topo elettrico si era comodamente seduto sul tavolino che sorreggeva lo specchio ovale dove Laura, in quel tardo pomeriggio, si era pettinata con l'ausilio del primogenito dei Peters. Laura volle controbattere con foga alla sentenza del suo maestro, però dei colpi secchi dati alla porta alle sue spalle interruppero la sua crescente ira. Tutti i ragazzi si voltarono all’unisono verso la porta, quasi spaventati, e non riuscirono neppure a chiedersi chi potesse bussare che la porta si aprì di scatto, ed una figura snella, alta, dai lunghi capelli curati entrò nello stanzino. Pikachu, per lo spavento, saltò addirittura sulla spalla sinistra del suo allenatore e rimase aggrappato a lui, nascondendosi un poco alla vista del nuovo entrato. Tutti i presenti identificarono il nuovo personaggio immediatamente, rimanendo anche meravigliati. Tutti, tranne Laura, la quale era così presa dallo sconforto e dalla rabbia che non si era neppure accorta dei colpi alla porta.

-Scusate… è qui Laura?- Jim Sheridan, uno dei tre giudici della gara di canto della Torre Radio di Lavandonia, apparve quasi inaspettatamente. Senza neanche aspettarsi una risposta da parte dei ragazzi, avanzò di qualche passo e richiuse la porta dietro di sé. Alex non staccò le mani da dietro la schiena e rimase dietro lo svolgimento della scena, trovandosi alle spalle dell’artista. Notò che nella tasca posteriore dei suoi pantaloni neri aveva una sorta di lettera chiusa in una busta, e non riuscì a decifrarne il contenuto.

Jim: -Ah, eccoti… ragazzi – e lanciò uno sguardo sommario agli allenatori di Pokémon, ma era come se non li vedesse affatto, tanto era concentrato sullo stato di malessere della ragazzina – potreste uscire due secondi? Vorrei parlare in privato con la vostra compagna.- La Dratini di Laura, con un sussulto, si risvegliò completamente alle parole quasi sussurrate dall’idolo di sempre della sua allenatrice. Il tremito fu percepito chiaramente da Laura, la quale alzò di scatto la testa e incrociò lo sguardo con quello del cantante. La figlia dei Ferguson cessò quasi istantaneamente di piangere, e sbarrò gli occhi.

Davanti a lui… davanti a lui c’era nientemeno che il suo idolo… Jim Sheridan! Quasi istantaneamente terminò di singhiozzare e rimase con lo sguardo inebetito incollato ai suoi occhi, i suoi occhi color turchese, così profondi, affascinanti e così penetranti… non si accorse neppure di avere ancora le braccia davanti a sé, con le mani unite a mò di conchetta, umide ai palmi per le lacrime versate poco prima. L’artista rock si accorse di questo dettaglio e, con un dolcissimo sorriso, si approssimò di più alla ragazzina seduta sulla poltroncina. Sia Laura che Dratini seguirono con lo sguardo l’avvicinarsi di quel personaggio così particolare e accattivante. I ragazzi, nel frattempo, uscirono silenziosamente dallo stanzino, richiudendosi alle spalle la porta.

Alex aveva impiegato un po’ prima di uscire dal camerino, perché, forse un po’ curioso, voleva ascoltare quello che si stavano dicendo quel Sheridan e la sua amica, ma i suoi compagni di avventura lo afferrarono per una mano e lo trascinarono fuori.

Jim: -Devi avere corso un bel rischio ad affrontare il Team Richardson poco prima…- La figlia dei Ferguson strabuzzò gli occhi, quasi stordita. Come poteva sapere quel ragazzo così avvenente, così dolce, così delicato, così…. – riprenditi, Laura, riprenditi! – sapere che lei, poco tempo fa, stava lottando contro il losco Team Richardson? Come poteva saperlo, dal momento che rimase seduto al suo posto di giudice per tutta la serata fino alle premiazioni? La rockstar più popolare di Kanto si accorse del netto stupore della sua interlocutrice e, con un sorriso che apparve soave agli occhi della ragazzina, trasse da una tasca anteriore dei suoi pantaloni un fazzoletto di stoffa. Con leggiadri movimenti, terse il volto di Laura dalle lacrime che ebbero creato il solco acquoso sul suo triste volto.

Jim: -L’esimio Professor Elm mi ha spiegato tutto durante la cerimonia delle premiazioni. La tua assenza per tutta la gara era dovuta al fatto che tu ed i tuoi amici stavate combattendo contro quegli strani personaggi e per proteggere la Torre Radio… mi ha inoltre spiegato l’esistenza di un piano per comandare tramite le onde radio i Pokémon della regione di Kanto…- Laura non stava affatto ascoltando le parole del suo artista preferito. Come incantata, osservava a bocca aperta quel volto radioso che le si era parato davanti così, all’improvviso. Fissava quelle labbra carnose muoversi con disinvoltura e con un ritmo che quasi la stavano facendo addormentare, complici anche le spore soporifere respirate qualche tempo prima e la stanchezza accumulata in quei giorni frenetici. Dratini non fu da meno, anche lei era rimasta affascinata da quell’essere umano, che sembrava così carismatico e sicuro di sé.

Jim: -Mi dispiace come ti abbia trattato il presentatore del Pocket Monster Talent Show, mi rincresce moltissimo. Spero che tu voglia accettare le scuse a suo nome.- E, con un lento ma efficace inchino, propose le sue scuse ad una sempre più stordita Laura. Non riusciva a capacitarsi di tutto quello che le stava accadendo: prima di tutto Jim Sheridan (no, proprio lui!!) era giunto fino al suo camerino, da solo, per parlarle a quattr’occhi, dopodiché le aveva pure porto le sue scuse a nome del programma canoro! Se non fosse per l’euforia che stava provando in quel momento nel suo cuore, quasi Laura non cadeva svenuta per l’emozione.

Jim: -Ah, c’è un’altra cosa…- Il tono di voce del cantante divenne improvvisamente molto più squillante e vibrante rispetto a quello ossequioso di poco prima. Laura osservò quasi distrattamente che Jim Sheridan stava afferrando qualcosa dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni, una busta bianca contenente qualcosa di abbastanza contenuto. Con un sorriso, Jim aprì la busta e ne estrasse un biglietto… no, era una fotografia ritraente il giovane cantautore immortalato durante uno dei suoi innumerevoli tour.

Jim: -Tieni, questa è per te.- Prima di consegnare la fotografia, l’artista dai capelli ricci estrasse una penna dalla tasca dei suoi pantaloni, levò il tappo con i denti e scrisse qualcosa sul fondo dell’immagine. Quest’operazione durò non più di dieci secondi, dopodiché consegnò la fotografia a Laura, con un largo sorriso. Ritirò la penna e appoggiò le mani sui fianchi, osservandola divertito mentre la ragazza strabuzzava gli occhi. Le mani di Laura tremarono come delle foglie mosse dal vento quando lesse quella scritta.

Quella scritta, quello scarabocchio… era nientemeno che la firma autentica di Jim Sheridan!

La figlia dei Ferguson alzò gli occhi di scatto e volle controbattere a quel regalo così prezioso ed inaspettandolo, gridando di gioia e sotterrando di lodi e ringraziamenti quel ragazzo così bello e garbato. Ma nessun suono uscì dalla gola di Laura, solo una rauca vibrazione delle sue corde vocali. Jim sorrise e scosse lentamente la testa, e si inchinò leggermente su di lei, ponendole dolcemente il dito indice sulle sue labbra. Le pupille degli occhi della ragazzina si dilatarono dalla crescente emozione, e Dratini rimase come inebetita dallo splendore che emanava soltanto la presenza di quel personaggio.

Jim: -Non dire nulla… ti sei meritata questo regalo da parte mia. Non avrai di certo vinto il trofeo per la migliore interpretazione canora… però non è male come premio di consolazione, giusto?- Si allontanò lentamente, lasciando letteralmente sconvolta l’allenatrice di Pokémon, la cui fronte era imperlata di gocce di sudore. Con grazia e con passo felpato, il cantante rock uscì dallo stanzino, aprendo e chiudendo la porta con dolcezza.

   
 
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