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Autore: MarDC    10/01/2018    1 recensioni
Faith Hamilton ha 18 anni e si trova innamorata del vice di suo padre, William. Per cercare di attrarre la sua attenzione si finge fidanzata di JJ, un ragazzo libertino abito a vivere alla giornata. Questo finto rapporto funziona finchè lui non inizia a provare qualcosa oltre l'amicizia verso Faith, così, quest'ultima si troverà a faccia a faccia con sentimenti sempre più complessi e discordi tra loro.
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Tratto dal capitolo 5
- È incredibile come le mie sbarre di difesa calino davanti a lui. L'amore che provo per lui, mi rende cieca ma ciò non impedisce ad alleviare l'intreccio di piaceri e dispiaceri dentro di me.
Solo in questi giorni ho capito cosa intendeva Romeo quando disse che l'amore di aspetto è gentile, ma poi, quando lo si mette alla prova, è aspro e tiranno. -
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Tornare a casa dopo essermi sforzata ad essere gentile con quei due mostriciattoli e allo stesso tempo cercare di essere indifferente davanti a JJ è stato terribilmente stressante.

Rabbia, stanchezza, tristezza e...cazzo non lo so, percorrevano il mio corpo, l'unica cosa che volevo fare era restituire i gemelli alla vecchia e insopportabile signora Fletcher. E, nonostante le abbia fatto il favore di distrarre e lasciarla libera da quelle formiche, lei ha avuto da brontolare. Tra scambi di parole con la sua nipotina, ho scoperto che l'argomento preferito di quella vecchia e della sua cerchia di beffane sono i problemi della mia decadente famiglia.

E per finire in bellezza, entrata dentro casa, ero pronta a parlare con JJ, dovevamo chiarire almeno cercare di parlare civilmente, dico per me perché avevo i nervi saldi e mi sarei messa ad urlare subito, ma una bella sorpresa mi aspettava nel immacolato salone. Non era più in disordine come JJ ed io l'avevamo lasciato, ma, potrei dire che luccicava.

Ad ogni passo che facevo mi chiedevo com'era diventato così e quando ho visto i visi di Clarissa e William ho avuto il quadro dei miei sospetti ben chiari.

Come un'idiota sono rimasta a guardarli con la bocca aperta, sì, letteralmente. Guardavo negli occhi uno e poi l'altro e di nuovo la stessa cosa. Dire che ero sorpresa di vederli era ovvio, William, solo lui, doveva tornare domani e Clarissa doveva continuare il suo strambo viaggio insieme a mio padre.

Ora mentre cammino lentamente, strisciando i piedi sul pavimento, dopo una rapida e veloce doccia, sto tornando di sotto a sentire quello che ha da dire Clarissa.

"Ti avevo solo chiesto di tenerli d'occhio e vengo a sapere che loro due si frequentano."

"Sono grandi, sono liberi di fare quello che vogliono."

"No, non possono rovinare quello che ho in servo per loro, per il futuro della nostra famiglia."

Le voci dei due, nuovi e vecchi, abitanti di questa casa sono chiare, sapere di più è ciò che voglio, ma JJ si fa vivo in questo preciso momento. Così come me è sorpreso di vedere i due, specialmente sua madre. Lei sembra soddisfatta dell'effetto che fa su suo figlio.

"Vieni siediti qua, devo parlare con te e Faith. Dopo, però, dovrai spiegarmi il motivo della telefonata di chi sai sicuramente tu."

Mi accomodo vicino a JJ, guardo solo la donna che lo ha messo al mondo e attendo le sue parole così importanti per lei. Credo che il mio letto dovrà aspettare molto tempo prima che possa scaldarmi e farmi rilassare.

"Da domani, verrò a vivere qui, cercheremo di formare una famiglia e di prepararla per l'arrivo di Stefan. Ragazzi, so che per voi sarà difficile abituarvi, ma se ce la mettete tutta potremmo farcela."

Ci guarda con occhi da cerbiatto e da leone, la sua recita mi avrebbe incantata se non avessi sentito le cose che ha detto a William, ora invece tutto mi sembra assurdo.

"Questa tortura non dovrò subirmela per sempre." commenta JJ pronto ad alzarsi, le mani appoggiate ai fianchi sul divano.

"L'appartamento a tua disposizione non lo userai più e se continui a rifiutare tutto questo, lo metterò in vendita."

"Tu non puoi-"

"Oh si che posso, sono tua madre e dovrai ubbidirmi."

Guardo la scena consapevole che JJ non rimarrà così senza dire niente, senza rispondere a sua madre ferendola. Lo fa sempre, lo fa con tutti, è il suo unico modo di difesa, è l'unico modo che ha appreso durante gli anni della sua vita.

In effetti neanche io rimarrei zitta se al posto di Clarissa ci fosse stato Stefan, si aspettano che accettiamo la loro improvvisa voglia di fare i genitori dopo averci praticamente abbondanti a crescere da soli senza contare su di loro. Forse Clarissa in confronto a Stefan è stata più presente come genitore con JJ. Un po' da mamma lo ha fatto, ma quel poco non è bastato e non basterà.

Sorrido, non di felicità o per serenità, ma per il fatto che loro hanno appena aperto gli occhi. Lo stanno facendo proprio quando dobbiamo decidere del nostro futuro, college, lavoro e altro ci allontaneranno definitivamente da loro, solo ora vedono e si rendono conto di poterci perdere. Anche se, in fondo, sia Clarissa che Stefan ci hanno già persi.

"Insomma ragazzi, in poche parole, d'ora in poi le vostre vite saranno più calme e poco frenetiche."

La conclusione di Clarissa non è accettabile. Lanciare uno sguardo assassino alla donna è poco, mi alzo senza dire niente e me ne torno nella mia stanza.

°°° °°°° °°°

Il leggero venticello accarezza e soffia delicatamente tra i miei capelli, le stelle luccicano e la leggera illuminazione mi permette di osservare centimetro per centimetro il viso chiaro di JJ, il piccolo anellino sul suo naso luccica.

L'erba fresca sotto di noi punzecchia un po', non è fastidioso, ma ci ricorda che è lì a completare il quadro del nostro momento di silenzio, di pensieri.

Le lunghe dita di JJ strappano quell'erba, i suoi occhi sono fissi in un punto indefinito, ogni tanto passa la lingua umida della sua saliva a bagnare le sue labbra. I suoi capelli in disordine cadono sulle sue guance e altri sulla fronte.

Dopo essere tornata in camera mia, mi sentivo in gabbia, quelle quattro mura che a volte sono state confortevole e altre volte per niente si stringevano sempre di più. Sapevo che dopo la conversazione tra JJ e sua madre, lui sarebbe andato ovunque pur di evitare di impazzire.

Mi ha trovata seduta sul cofano della sua bella auto, si era fermato dalla sua camminata infuriata e veloce a squadrarmi. Non sono servite parole per dirgli di andare via, lontano da tutto e da tutti. Con lui è facile farlo, ha guidato e guidato fino ad arrivare davanti alla villa in cui ero già venuta una volta insieme a lui.

"Ho baciato Monica."

Tre parole sue sembrano mandare via la quiete creatasi intorno a noi, era prevedibile come cosa, ma non capisco perché me lo dice.

"Penso sia un buon punto di partenza nella nostra strana relazione."

Un punto di partenza, già è qualcosa, per questa strana relazione. Cosa siamo me lo sto domandando da troppo tempo.
Fratelli.
Fratellastri.

Non ancora, ma lo saremo, forse lo siamo già da adesso alle persone che non vivono con noi, che non sanno niente di noi.

"Non penso di farlo più."

"Un non penso non è abbastanza, devi essere deciso e convincente. Non con me, ma con te stesso. Puoi cercare di dimostrarmi tutto di te, tutti i tuoi sforzi, ma se tu sei il primo a dubitarne, anche io lo farò. E con Clarissa in giro come un soldato sarà difficile lavorare su un noi."

"Stai buttando la spugna?"

"No! Voglio provarci, voglio fidarmi di te." La chimica e il fuoco nel nostro sguardo è intenso, come la sera precedente, solo che questa volta le mie mani si posano sul suo viso, le mie dita sentono la sua morbida pelle.

Nessuno mi assicura un futuro certo, nessuno sarà lì ad aspettarmi se questo mio e nostro tentativo va a puttane, nessuno è in grado di capire me e di capire lui. Neanche noi lo siamo, ma ci sono momenti, come questo nei quali riesco a fare sbiadire un po' della oscurità che ci circonda.

Sto facendo una scelta in questo momento? Non lo so, non so cosa sto facendo della mia vita, so soltanto che il mio cuore inizia a battere all'impazzata quando sto con JJ, so che quando litighiamo quel bruciore fastidioso che tanto odio si presenta sul mio petto e per rimuoverlo ho bisogno di lui.

Due giorni, William è andato via per due giorni e ho capito di stare sbagliando tutto con lui, con me e con noi. C'è mai stato un noi tra me e lui?

Sarebbe troppo facile dire di no, ma non ne sono capace, perché lui è ancora e forse continuerà ad essere la mia ancora, continuerà ad essere colui che mi sollevarà dal abisso più profondo.

Lui è sano, lui non è nocivo come me, come JJ. Lui merita di più, lui merita una vita felice, una moglie che sappia veramente come rendere le sue giornata indimenticabili e non contorte e piene di ombre che nascondo il suo bel sorriso.

Con ciò, però, non sto dicendo che Sandy la finta bionda sia la persona giusta per lui, non lo è per niente.

I miei pensieri fulminei si fermano, davanti a me ho lui, il mio JJ. Tasto delicatamente il contorno del suo viso, piano, piano avvicino le mie labbra alle sue, è un bacio casto, innocente pieno di tenerezza, di delicatezza, di, potrei definirlo, amore.

Il leggero fuoco dentro di me sta mandando in fiamme tutto, ogni singola cellula, ogni singola fibra del mio corpo sembra stia subendo una mutazione. Sensazioni mai provate si fanno spazio strappando ed eliminando i rami fissi del mio cuore, non c'è via di ritorno, dolore o felicità sono impossibili da evitare.

"Come inizio non è niente male." ammicca e poi torna a baciarmi, spero di essere in grado di riuscire a riempire il vuoto presente in lui.

Mi perdo tra le sue carezze, tra il contatto delle sue labbra sulle mie che fanno accelerare i battiti del mio cuore, i nostri respiri che si combinano. Le sue mani che, seppur esperte, ora sembrano un po' impacciate si muovono su e giù lungo la mia schiena, il suo profumo e le mie mani tra i suoi lunghi e disordinata capelli completano l'estasi che sto provando in questo momento. 

Lo abbraccio forte a me per provare che questo non è uno dei miei incubi, non può esserlo, un sogno per quanto sia brutto o bello non può essere in grado di farmi provare tutte queste emozioni così forti e solide, vero?

"Dimmi, per favore, che questo non è un incubo..." glielo sussurro con la paura di svegliarmi distesa sul mio letto e pensare a tutto ciò che è successo nelle ultime ore, non credo di riuscire a reggere altri tradimenti dalla mia testa, da me stessa. 

"L'unico incubo oggi sono stati Clarissa, William e l'aver ricevuto la tua totale indifferenza stamani." il suo modo di assicurarmi mi fa sorridere, è il mio solito JJ. "Cosa intendi fare con William?" bella domanda, pretendo sincerità da parte sua e anche dovrei dargliela, non so cosa fare con William, sento di stare entrando in un momento della mia vita per niente bilanciato, in realtà neanche prima lo era più di tanto, ma a tenerlo a stento in equilibrio era Will. 

"Parlerò con lui." 

POV'S JJ

Mi stavo ormai abituando alla totale ignoranza da parte dei miei genitori, quella di mio padre c'è sempre stata, ma ora per chissà quale motivo si interessa alla mia vita. Penso che mai riuscirò a liberarmi dalle loro urla, a volte li sogno pure, non sono incubi, sono solo sogni fastidiosi facili da spazzare via. 

"Hai voluto l'affidamento e ora devi controllarlo come deve fare una vera madre. Dove sei quando è nei guai? Ti rendi conto della vergogna che ho dovuto passare andando a prenderlo alle tre del mattino?"

Accuse, mio padre ha sempre accusato mia madre per il mio comportamento, lui non è colpevole di questo, nella sua cazzo di testa non gli è passata la possibilità che possa essere anche a causa sua. Anzi la maggior colpa è la sua, tutto, forse sarebbe andata bene se lui non avesse rovinato la famiglia con i suoi inganni, se magari non si fosse portato al letto la tata e c'è anche Adam, mio fratello...

"Jamie mi stai ascoltando?" la voce di mia madre mi scuote dai miei pensieri, in stanza ci siamo solo noi due, i suoi tratti sono duri, è perfetta come sempre, come un cubetto di ghiaccio, freddo, gelido ma dettagliato.

"Non ti sono bastate le cose che ti ho detto ieri sera a quanto vedo, hai osato sfidarmi e so che lo farai ancora. Lascia in pace Faith, lei non è fatta per stare e con te e tu tanto meno. Sto cercando di non creare più problemi alle nostre vite, quella ragazza ha bisogno di stabilità, di sicurezze, di qualcosa che tu non sei capace a darle."

"Stronzate, smettila con queste giustificazioni del cazzo. Ammetti che vuoi una famiglia e basta! Ammetti che non vuoi una nostra possibile relazione solo perché vuoi continuare a scoparti suo padre. Puoi cercare di ingannare tutti, ma non me, ho appreso da te quest'arte."

Ferirla è l'unica mia arma per difendermi, so bene che Faith non ha bisogno di me, so bene di non essere la persona giusta per lei, so bene che potrei danneggiarla più di quanto lo è già, ma questo gracile amore che provo mi spinge ad essere egoista e privarla della felicità che il mondo, che gli altri possono darle.

"So bene che lo fai solo per infastidrimi, non sei mai stato in grado di avere qualcuno al tuo fianco per molto tempo, perciò smettila di giocare con lei. Lo hai fatto con molte altre, ci hai provato con April, l'hai allontana da noi. Lei era l'unica persona che poteva riportare indietro Adam e ora non ti permetterò di allontanare anche Faith." 

"Cos'hai fatto a April?" 

Una semplice domanda può cambiare radicalmente tutto? Spero di no. Gli occhi di Faith guardano me e mia madre, cercano una spiegazione, una risposta. Forse la risposta che potrebbe fare collassare tutto ciò che ci siamo detti la sera precedente. 

  
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