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Autore: _Bri_    10/01/2018    1 recensioni
Tratto dal prologo:
...Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te, si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
[Storia sospesa]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Matt/Mello
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
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CAPITOLO V
Kiss me, kiss me, kiss me
 
Baciami, baciami, baciami!
La tua lingua è come veleno,
così gonfia che riempie la mia bocca
Amami, amami, amami
Tu mi inchiodi al pavimento
E schiacci le mie viscere tutte rivoltate.
 
The kiss – The Cure
 
 
 
21 Gennaio 2005
 
I lavori di gruppo erano la cosa che più odiava Ái ed il motivo era semplice: non tollerava lo stretto contatto con nessuno, tranne i suoi più cari amici Matt e Mello, che puntualmente venivano divisi da lei, in quanto i professori ritenevano che per prepararsi ad un dignitoso futuro lavorativo non ci si poteva affidare alle conoscenze intime, diversamente gli alunni dovevano abituarsi a collaborare con persone estranee. Ma perché quella volta le era toccato proprio di lavorare con Near, questo rimaneva un dubbio che la logorava; l’unica fortuna, se di fortuna si poteva parlare, fu che il terzo componente fosse Linda che quantomeno assunse la dignitosa funzione di filtro comunicativo fra la ragazza e quello stralunato sociopatico di Near.
Inutile dire che Mello non aveva digerito affatto bene la questione, come se fosse stata Ái a scegliere di lavorare sul progetto con il suo più acerrimo nemico della Wammy’s House, ragion per cui quando la professoressa di criminologia Green dichiarò che l’amica avrebbe dovuto studiare con Near e Linda, Mello spintonò Ái seduta da sempre nel banco davanti al suo; la ragazza si girò furiosa e puntò le iridi grigie in quelle di ghiaccio del biondo
-Ehi ma sei idiota?!- sibilò irata lei, che subito dopo allungò un braccio per spintonargli la spalla.
-Io sarei idiota?! Qui se c’è qualcuno a cui non funziona il cervello sei te!-
La scena passò inosservata agli occhi della professoressa e degli altri studenti, troppo presi a gioire o lamentarsi per i compagni con cui erano stati associati.
-Ma che cazzo ti spingi, mi hai fatto male!-
Mello strinse gli occhi tanto quanto Ái e si alzò in piedi, puntando le mani sul banco ed incurvandosi verso la ragazza –Poverina! La scema della classe si è fatta male! Vatti a far consolare dal tuo nuovo amichetto, no?- la provocò poi, a quel punto anche Ái si alzò e lo spintonò nuovamente dall’altro lato del banco, generando i sospiri di Matt che guardava annoiato l’ennesimo litigio manesco dei due, ma non intervenne consapevole del fatto che presto sarebbe stata la professoressa a mettere fine a quel bisticcio. Infatti proprio quando Mello stava per contrattaccare un urlo di richiamo arrivò da dietro la cattedra, insieme alla minaccia di una terribile punizione se non avessero smesso subito di litigare. Prima di tornare a sedersi Ái si premurò di sillabare un fottiti al ragazzo, il quale ricambiò con un elegantissimo dito medio, tutto nella norma insomma.
 
Un lieve bussare alla porta della loro camera ruppe la discussione fra Linda ed Ái, la quale non la smetteva di sbuffare per l’ansia che la compagna di stanza stava investendo nel riordinare e pulire alla perfezione ogni angolo della camera; Ái stava infatti per bestemmiare le più antiche divinità unne mentre Linda tocchicciava con impazienza tutte le sue cose e se non fosse stato per l’arrivo di Near probabilmente si sarebbe scagliata contro l’amica che stava per gettare via una confezione semi vuota di gelatine alla frutta che le aveva regalato Matt.
-Ciao Near, vieni entra pure!- disse Linda mentre si toccava nervosamente la coda bionda davanti al ragazzino che, silenziosissimo, si trascinò nella stanza senza mostrare particolari emozioni. Ái si gettò sul proprio letto con fare scomposto ed alzò appena la mano in segno di saluto, pronta a ridurre il dialogo con Near allo stretto necessario, come se gli occhi sospettosi ed iracondi di Mello potessero tenerla costantemente sotto osservazione. L’ospite si guardò fugacemente intorno prima di scegliere di avvicinarsi al letto di Linda e di accasciarsi a terra proprio accanto ad esso, nell’attesa che fossero le ragazze a dire o fare qualcosa, così mentre Ái si muoveva agitata sul proprio letto, Linda prese in mano la situazione e subito recuperò il caso che era stato assegnato loro , ponendosi poi al centro fra i due letti
-Bene, forse è meglio iniziare, che ne dite? Allora vediamo…- Aprì nervosamente il fascicolo e con voce squillante iniziò a leggere i dati della prima pagina – “Il caso Lidge ha suscitato interesse perché si riferisce alla vicenda processuale di una donna che è stata condannata a 13 anni di reclusione per l’omicidio del datore di lavoro…”- né Near né Ái sembravano prestare particolare attenzione a quello che stava leggendo Linda, ma se per Near l’apparente disattenzione faceva parte della norma e non era fattore indicativo di un reale distacco, diverso era per la ragazza dai capelli di fuoco, che aveva già iniziato a concentrarsi su una bollicina particolarmente fastidiosa sul braccio sinistro.
Bene o male, comunque, la prima ora passò vedendo protagonisti nella discussione solamente Linda e Near; la bionda tentava ogni tanto di dire la propria opinione, ma questa veniva smontata con puntualità glaciale da Near, cosa che stava mandando fuori di testa Ái, per cui quando quest’ultima iniziò ad intervenire, la compagna di stanza sembrò rilassarsi un po’, anche se al contempo provava invidia per quella sua spigliata amica che non sembrava provare soggezione nei confronti del più brillante degli studenti della Wammy’s House.
 
 
Dublino - 21 Gennaio 2007
 
Oggi il covo è più popolato del solito. Mr Kee ha preteso che seguisse Evan con attenzione nonostante, secondo l’anagrafe quantomeno, dovrebbe essere lui l’adulto, ma Mr Kee le ribadisce che quello scavezzacollo di suo nipote sia sempre pronto a cacciarsi in guai molto più grossi di lui e che se non fosse per il buon nome di sua sorella l’avrebbe già spedito a ripulire le fogne di Dublino. Per cui Ái se ne sta lì a tentare di portare avanti i suoi incarichi e bada al ragazzo come fosse un bambino della Wammy’s House. Al pensiero di casa una fitta arriva a colpirle lo stomaco, ma cerca di scacciarne il pensiero così come è arrivato; afferra il pacchetto di sigarette di Evan che intanto è occupato a giocare una partita di FIFA 07 con quel grasso nullafacente di Finn, così la accende svogliata ed osserva lo schermo con scarso interesse. Come se leggesse i suoi pensieri, Evan alza gli occhi celesti verso la ragazza ed accenna un ghigno
-La smetti di fregarmi le sigarette? Compratele cazzo, i soldi non dovrebbero mancarti.-
Ái sputa il fumo e sorride a sua volta –Io non fumo, lo sai.-
Evan ride di gusto e torna a concentrarsi sulla partita
-Come no, è da quando ti conosco che dici che non fumi, come è da quando ti conosco che mi rubi le sigarette, menti a te stessa Ái.-
La ragazza non risponde, ma con la sigaretta fra le labbra si trascina verso la scrivania dove è seduto Mr Kee, che legge attentamente un mucchio di scartoffie da dietro gli occhiali unti.
-Capo, hai saputo qualcosa riguardo a quello che ti ho chiesto?- Chiede evasiva lei, che infine spegne ciò che rimane della sigaretta nel posacenere rigonfio di mozziconi sulla scrivania. Mr Kee continua a sfogliare i documenti e sbuffa
-Che gran casino, non riuscirò mai a mettere tutto in ordine. Comunque ancora niente ragazzina, pare che il tuo amico sia ben nascosto.-
Ái poggia le mani sul legno della scrivania e si incurva verso Mr Kee, la corta frangia ondeggia appena sulla fronte
-Ma non è possibile, non può essere realmente scomparso! Che razza di organizzazione siete se non riuscite nemmeno a trovare un ragazzo?! Abbiamo fatto un patto, te lo ricordi?!-
Mr Kee accenna un sorriso bonario, a quel punto si gratta con distrazione il mento su cui sta ricrescendo la barba striata di grigio ed alza gli occhi scuri che si scontrano con quelli della ragazza, minacciosi e cupi
-Sei proprio come tuo nonno, impaziente e sfrontata ragazzina! Non fosse per la tua testolina che funziona così bene…-
-…mi avresti mandata a ripulire le fogne di Dublino- completa Ái di cui bocca si è ora inclinata in un sorriso –Dovresti variare un po’ il tuo repertorio vecchio-
-Vecchio! Non so come ti permetto ancora di chiamarmi così, ho solo 57 anni e tu mi dai del vecchio; sfido io che qua dentro non mi porta rispetto nessuno dato che ti concedo tante libertà!- Mr Kee prova a risultare duro, con scarso risultato, poi torna a spostare la sua attenzione sui fogli
-Ascoltami bene Ái, sai che ti sono molto affezionato e mi sto impegnando per soddisfare la tua richiesta, ma non è semplice, non lo è proprio per niente. Tu continua a lavorare come stai facendo e vedrai che quando meno te lo aspetti riusciremo ad avere informazioni sul tuo amichetto. Ora per piacere vai a staccare quell’aggeggio e porta Evan fuori di qui prima che io dia in escandescenza!-
Ái sbuffa risentita e senza chiedere il permesso a Mr Kee si accende una sua sigaretta, così si avvicina alla tv e stacca il cavo della console senza esitazione.
-Che cazzo fai?! Stavo per vincere!- Evan si alza di botto e sfrega i capelli scuri con la mano in un gesto di fastidio.
-Ti sto salvando la vita idiota, o hai deciso che oggi vuoi andare a ripulire le fogne di Dublino?-
La ragazza sorride sfrontata e lo guarda dal basso senza esitare, poi gli sputa il fumo in faccia
-Forza sbrigati, abbiamo un lavoro da fare, porta il pc ed il resto dell’apparecchiatura, quel maledetto sistema di sicurezza sembra impossibile da eludere.-
Ái esce dalla stanza salutando Finn con un gesto della mano e Mr Kee con un’occhiataccia indispettita. Evan sbuffa sonoramente, ma poco dopo la segue sputando bestemmie dalla bocca.
 
 
21 Gennaio 2005
 
Finalmente quella prima giornata di collaborazione era finita; erano già ad un ottimo punto con il lavoro e sarebbe bastato un altro incontro per portare a termine il compito assegnato. Ái provò una gran pena per Linda, la quale aveva passato buona parte del tempo a cercare di attirare in tutti i modi l’attenzione dell’asettico Near; cosa ci vedesse poi in quel ragazzino di cui certamente Ái riconosceva la genialità, ma che non sembrava mai provare neanche la più piccola emozione, la ragazza proprio non riusciva a capirlo. Eppure Linda sembrava totalmente assuefatta dal piccolo e pallido Near, carico di stereotipie e dagli occhi lacunosi. Quando questo si avviò verso la porta dopo aver ringraziato le due ragazze per l’ospitalità, Ái riconobbe nell’espressione affranta di Linda la voglia di non lasciarlo andare, per cui stando bene attenta a non farsi notare dal ragazzino, Ái prese a lanciare segnali muti alla compagna di stanza incitandola a seguirlo; la biondina prese un grande respiro e poi, con forze troppa veemenza, si offrì di accompagnarlo.
Rimasta infine sola la ragazza percepì una grande desolazione avvolgerla; i pensieri quel pomeriggio spesso avevano indugiato sul sentimento e le emozioni, di cui lei si sentiva straripare: l’apatia non era di certo una sua caratteristica, al contrario non faceva altro che domare con scarso successo l’emotività che la faceva da padrona, facendola spesso sussultare di rabbia, di gioia, di tristezza, di ardore; insomma Ái era un vulcano sempre pronto ad esplodere e le eruzioni trovavano spesso sfogo nei suoi amici, in qualche modo sempre pronti a gestirla. Matt sapeva calmarla e rassicurarla, la stimolava e la faceva anche sussultare di desiderio, quando voleva. Mello invece era in grado di farla scoppiare, evitando così che lei si reprimesse. Matt, quel bastardo di Matt che si nascondeva dietro un faccino distaccato ed innocente, si prendeva tutto il meglio di Ái con il suo fare dannatamente abile nell’incastrarla all’angolo che la faceva sempre sciogliere. Mello raccoglieva il suo lato peggiore, violento e facinoroso. Chi dei due preferisse? Era ovvio che nessuno dei due padroneggiasse sull’altro, semplicemente Ái aveva trovato la sua famiglia, dove ogni membro assume il proprio ruolo. Però dopo una giornata passata a contatto con un essere umano che non sembrava toccato da nessun tipo di movimento emotivo, mentre riordinava la frangetta con un pettine capì che era di Matt che aveva disperato bisogno in quel momento, per cui infilò nello zainetto una bottiglia di gin mezza piena che teneva nascosta fra le sue cose e decise di cercarlo, sperando di non trovare prima Mello che, ne era più che sicura, l’avrebbe assillata di domande su Near alle quali non aveva assolutamente voglia di rispondere.
Trasse un grande sospiro di sollievo quando entrò nella stanza dei ragazzi e notò la sola presenza di Matt, sdraiato scomposto sul letto preso dal suo game boy, vestito di una delle sue tante maglie a righe dalle maniche corte e di un paio di pantaloni della tuta rigorosamente neri. Quando il ragazzo la vide entrare le fece cenno di sedersi accanto a lui, ma subito tornò a completare la partita; Ái si abbandonò al suo fianco e lanciò uno sguardo al piccolo schermo, ma rispettò i tempi del ragazzo e parlò solo quando quello concluse con successo.
-Sei solo? Dov’è Mello?-
Matt si tirò su e poggiò la schiena al muro
-Sta ancora studiando, ovviamente. Quelle due poveracce che se lo sono ritrovato in gruppo non hanno idea che passeranno la notte in bianco.- Ghignò divertito il ragazzo, che subito puntò gli occhi blu sulla bottiglia di gin che Ái aveva intanto estratto dallo zainetto. Si attaccarono ad essa un sorso per uno e per un po’ parlarono di come era andata la loro giornata e nello specifico il loro studio; nell’affrontare l’argomento Near, Ái scivolò desolata sul letto e portò la mano alla fronte con gesto enfatico
-Non puoi capire quanto sia difficile avere a che fare con una persona così; mi è salita una rabbia…quello è una macchina Matt, te lo dico io! Di umano non ha che l’aspetto.-
Il ragazzo si espresse con una risata, interrotta poi dalla bottiglia di gin che con regolarità portava alla bocca, mentre la mano libera andò ad accaparrarsi i ciuffi fulvi dell’amica
-Non è una macchina, credo abbia solo qualche patologia, probabilmente è affetto dalla sindrome di asperger-
Ái roteò i grandi occhi grigi verso l’alto e fissò il volto dell’amico
-Grazie tante Matt, lo so benissimo. Tutto questo era per dire che questo pomeriggio mi ha molto provata; è come se mi fossi fatta carico di tutte quelle emozioni che Near sembra non provare, che Linda riversa in lui e che io devo incastrare nel mio maledetto vaso di Pandora stando anche attenta a non farne uscire nemmeno la metà! Sono irrequieta, non ci posso fare niente.- concluse con un sospiro teatrale, poi afferrò la bottiglia e ne ingollò una grande sorsata. Matt scosse la testa sorridendo
-Il problema è solo nella tua testa, ti fai sopraffare da tutto Ái, devi imparare a gestirti ad un certo punto oppure rischi di fare come Mello e di esplodere ad ogni piccola cosa. Ora che ci penso tu fai esattamente come Mello…dannazione forse è troppo tardi per salvarti.- Concluse ironico Matt, mentre si riappropriava della bottiglia di gin, di cui sorso gli andò di traverso quando Ái se ne uscì con una delle sue solite domande sfrontate che gli rivolgeva sempre, senza un minimo di tatto
-Hai mai baciato qualcuno?-
Matt tossì per riprendersi –Che cazzo Ái, ma come te ne esci?-
La ragazza si tirò su e punto gli occhi resi lucidi da tutto quel gin in quelli blu dell’amico, era tanto vicina che Matt riconobbe con distinzione il profumo della sua bocca mischiato a quello del gin
-Che c’è di male? Ti ho fatto una domanda! Vuoi rispondermi?-
-Ma certo che ho baciato qualcuno, più di una persona se è per questo! Abbiamo quasi quindici anni, pensi sia uno sfigato?- la rimbeccò lui. Ái si fece improvvisamente rossa in viso ed aggrottò le sopracciglia
-Beh, che ci sarebbe di male a non aver mai baciato fino ad ora?-
Matt sgranò gli occhi che figuravano la sua consapevolezza -Vuoi dirmi che non hai ancora dato il tuo primo bacio?-
Per quanto possibile Ái divenne ancora più rossa –Come cazzo sarebbe stato possibile secondo te?! Sto sempre con voi due!-
Matt rise di gusto –Che c’entra? Anche io sto sempre con voi due, ma il tempo per quello l’ho sempre trovato!-
Ái non rispose, si limitò a bere ancora; quando Matt si rese conto di essere stato forse un tantino indelicato, gli tirò via con tatto la bottiglia che poggiò sul pavimento, poi le carezzò la spalla e tentò di attirare il suo sguardo nel proprio
-Stare vicino a Near non ti fa affatto bene, hai anche smesso di parlare ora- tentò di sdrammatizzare lui. Quando le iridi grigie risalirono ad allacciarsi alle sue, Matt fu costretto a deglutire data l’intensità di quello sguardo tagliente
-Perché non mi baci tu?- Chiese spontanea lei.
-Sei ubriaca Ái- sorrise Matt, che piano tirò indietro la testa e se non fosse stato per le mani di Ái che erano corse a stringersi intorno alle guance scavate, ci sarebbe anche riuscito
-Dico sul serio Matt, non voglio arrivare a quindici anni senza nemmeno aver dato un solo bacio! E poi lo sai che difficoltà ho ad approcciarmi agli altri, che ti costa?-
Gli occhi di Matt saettarono da quelli dell’amica, alla bocca naturalmente rossa
-Senti questa è una cosa importante, ne sei davvero sicura?-
la dita di Ái si strinsero più forte intorno al volto di Matt ed avvicinò il viso a quello di lui, fino a sfiorarne la punta del naso
-Se di una cosa sono sicura, è che non vorrei dare il mio primo bacio a nessun altro al mondo.-
Come poteva resistere a quella richiesta? Non avrebbe potuto, appunto, così senza pensarci tirò via le mani di Ái ed allungò il viso quanto bastasse per far scontrare le labbra, che poco dopo si schiusero per fare in modo che la lingua si insinuasse nella sua bocca con naturale semplicità. Un brivido corse dalla bocca all’intero corpo di Ái: mai si sarebbe immaginata che baciare qualcuno potesse essere così piacevole, mai avrebbe pensato che la lingua di Matt si sarebbe incastrata così bene con la sua che, dopo pochissimo, apprese in fretta come doveva muoversi per far si che quel bacio non restasse un tentativo fallimentare. Senza interrompere il contatto Matt passò le braccia lunghe intorno alla vita esile dell’amica, così da attirarla a sé per approfondire meglio quel primo bacio estatico, così Ái cinse il collo di Matt e proseguì nell’ispezionare quella bocca morbida ed accogliente, arricchendosi della saliva che sapeva di gin.
Si staccarono, di tanto in tanto, solo per colmarsi d’ossigeno.
 
 
Londra – 21 Gennaio 2007
 
Matt porta alla bocca l’ennesima sigaretta della giornata; gli occhi stanchi scorrono sulle immagini trasmesse dallo schermo del computer, ma la sua testa è altrove, lontanissima da quell’uomo che è costretto a spiare giorno e notte. Come un avvento divino un messaggio fa vibrare il cellulare abbandonato accanto al computer.
Ho delle novità. N
Rapido spegne la sigaretta appena accesa e corre fuori dalla stanza.
 
-Allora?- chiede impaziente al ragazzo che contempla uno dei suoi tanti puzzle.
-Non abbiamo capito ancora dove si trovi, però ho ottenuto degli indizi che ritengo essere fondamentali al fine della nostra ricerca.-
Matt osserva il ragazzino alzarsi e trascinarsi verso un portatile acceso sulla scrivania, così lo segue e si posiziona accanto a lui: Near fa scorrere dei grafici sullo schermo che gli occhi blu di Matt osservano con estremo interesse
-Esistono molte organizzazioni di stampo mafioso in Gran Bretagna, ma solo tre di queste sembrano essere cresciute molto nell’ultimo anno. Sospetto, invero, che Mello sia entrato a far parte di una di queste organizzazioni e che questa stia utilizzando le sue indubbie capacità per i propri scopi; non c’è altra spiegazione ad una crescita di tale spessore, se non l’arrivo di una testa pensante del calibro di Mello.-
Nonostante il tono distaccato di Near, Matt percepisce il battito cardiaco accelerare di molto. Il ragazzo non può che aver fatto centro, sicuramente Mello è vivo e sta collaborando con la mafia. Ora non resta che scovare il nucleo di cui fa parte.
Per la prima volta dopo molto tempo, il viso di Matt si colora di un sorriso compiaciuto.
Ti troverò maledetto bastardo, non ti lascerò affogare.
 
 
21 Gennaio 2005
 
Quelle due imbecilli di Suzy e Liza gli avevano fatto perdere un sacco di tempo, dimostrando di essere totalmente inadatte a far parte di un istituto tanto esclusivo quale la Wammy’s House. In più di un’occasione, quel pomeriggio che presto si era tramutato in una lunga e tediosa serata, Mello represse l’istinto di sgozzare le due ragazzine e banchettare con i loro resti. Non avevano cenato per il tanto lavoro, eppure il biondo aveva addosso la sgradevole sensazione di non aver concluso proprio nulla, per cui allo scoccare delle dieci sputò delle orribili offese verso le due povere ragazze e uscì dalla stanza terribilmente agitato.
Per fortuna che le sue orecchie riconobbero le risate dei suoi amici provenire dall’interno della sua camera, ma subito ricordò di essere arrabbiato con Ái perché quella aveva passato tutta la giornata a studiare con quel nano di Near, per cui prima di entrare mise su la sua espressione più risentita. Nell’entrare nella stanza gli occhi chiari si soffermarono sui due ragazzi seduti uno di fronte l’altra sul letto di Matt, che si passavano una bottiglia di gin e ridevano convulsamente; i due nel sentire la porta schiudersi si voltarono di scatto verso Mello e se da un lato Matt sembrò entusiasta della presenza del ragazzo, dall’altro Ái sgranò gli occhi e si ritrasse accanto a Matt, allacciandosi al suo braccio.
-Che ci fai qui? Che ci fa lei qui?- si rivolse prima ad Ái e poi a Matt, che sbuffò ed incitò l’amico ad avvicinarsi.
-Dai Mel, prendi- disse Matt allungandogli la bottiglia di gin semi vuota. Sfiancato da se stesso, Mello decise di sotterrare momentaneamente l’ascia di guerra e sedette accanto ai due, guadagnandosi un’espressione incredula da parte di Ái che, al contrario, non era affatto pronta ad abbassare la guardia. Mello si dissetò con il gin che gli bruciò la gola con gusto, quindi tornò ad osservare i due ragazzi seduti accanto a lui e giurò di cogliere lo scambiarsi di uno strano sguardo di intesa, eppure si sentì troppo stanco per indagare. Bevve ancora mentre Matt tenne banco con le sue stronzate, bevve ancora mentre osservava Ái ridere di gusto alle parole di Matt. Bevve soffermandosi a pensare che, tutto sommato, doveva ritenersi fortunato ad avere accanto quei due che non smettevano di provocare in lui accese sensazioni di salvifica quiete quando ne aveva l’assoluto bisogno, sopendo il maremoto emotivo che lo padroneggiava fin dalla nascita. Certo questo avveniva solo quando i tre erano insieme, perché presi in coppia le loro relazioni erano un totale disastro vista la capacità di Matt di farlo arrossire quando meno se l’aspettava –cosa che reprimeva con forza- e quella di Ái di mandarlo totalmente fuori di testa facendo uscire la sua parte più aggressiva e politicamente scorretta. La serenità confidenziale con cui Matt lo approcciava lo spiazzava sempre tantissimo, destabilizzandolo e facendo crollare tutte quelle certezze che si costruiva con estrema fatica e talvolta pensava fugacemente che non sarebbe stato poi male abbandonarsi al ragazzo che riusciva con un niente ad interrompere lo scorrere molesto dei pensieri. Invece con Ái era tutto molto complicato, perché quella maledetta ragazza dai capelli rossi non gli concedeva mai la tregua, al contrario gli provocava reazioni impossibili da gestire e che spesso sfogavano in un bollore ustionante, talmente tanto che talvolta non avrebbe voluto altro che zittirla con ogni mezzo a sua disposizione.
Matt era la sicurezza ed il vento caldo d’estate.
Ái la passione e la furiosa tempesta che increspa il mare.
Ma entrambi erano carichi dell’ossigeno di cui aveva bisogno per sopravvivere.
E carico di quelle elucubrazioni che ancora una volta gli annebbiavano la mente, scolò l’ultimo sorso di gin e fece crollare la testa sulle gambe di Ái, mentre una mano andò a ricercare un lembo della maglia di Matt, che subito a quel gesto ricercò gli occhi di Ái. Si guardarono spaesati ed impreparati, ma poi sorrisero, per cui Ái prese a carezzare i capelli biondi di Mello che, solo dopo averle lanciato un ultimo sguardo, socchiuse gli occhi e si abbandonò al tocco gentile della ragazza.
   
 
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