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Autore: Dark Lady 88    10/01/2018    2 recensioni
"Alla fine ce l’aveva fatta.
Grimhilde si guardò allo specchio con soddisfazione. Quella sciocca ragazza finalmente era morta, e con lei ogni dubbio; lo specchio magico si era illuminato graziosamente non appena il riflesso della strega lo aveva interrogato. Era lei adesso la più bella del reame. La più bella per tanto, tanto tempo ancora.
Il corpo di Biancaneve giaceva inerme a terra. La pelle resa diafana dalla morte, emanava una lucentezza abbagliante. Anche così, la ragazza era estremamente bella".
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “L'immortalità sembra una buona idea,
 finché non si comprende che si dovrà trascorrerla da soli”
 Anne Rice
     
Alla fine ce l’aveva fatta.
Grimhilde si guardò allo specchio con soddisfazione. Quella sciocca ragazza finalmente era morta, e con lei ogni dubbio; lo specchio magico si era illuminato graziosamente non appena il riflesso della strega lo aveva interrogato. Era lei adesso la più bella del reame. La più bella per tanto, tanto tempo ancora.
Il corpo di Biancaneve giaceva inerme a terra. La pelle resa diafana dalla morte, emanava una lucentezza abbagliante. Anche così, la ragazza era estremamente bella.
Grimhilde ridacchiò tra sé e sé. Una bellezza inutile, quella della principessa, futura erede al suo trono.
“Non ti servirà più adesso che sei stata uccisa, tesoro”.
In fondo, ben le stava. Come si era permessa quella ragazzina di minacciare il suo primato? Grimhilde pur sempre la regina. E niente accadeva all’interno del suo regno, senza che ne avesse dato il benestare. Da decenni ormai, era risaputo che la più bella non poteva essere altra che lei.
Ma ormai cominciava ad invecchiare.
Invecchiava come una regina, ma invecchiava. E lo specchio incantato le rimandava un riflesso non più perfetto come una volta. Così la regina-strega aveva intuito quanto effimera potesse essere la bellezza.
Non era solo una pelle color pesca, quello che desiderava. Non erano solo gli occhi neri e scintillanti, i capelli setosi, le labbra a forma di cuore. Quello che Grimhilde bramava adesso, erano sì, tutte queste cose. Ma che durassero per sempre.
La bellezza e la giovinezza. Per l’eternità. Di modo che il passare delle generazioni non la sfiorasse, che il tempo trascorso non consistesse altro che nel passaggio delle mode. Poteva buttarne dieci, cento o mille di vestiti. Poteva adornarsi le braccia ed il collo con i gioielli dalle nuove forme, strane e moderne. Non le importava. Sapeva adattarsi ai tempi.
Ma la giovinezza, non avrebbe potuto abbandonarla.
In fondo ti sono grata, pensò, lanciando un’occhiata distratta al corpo della ragazza.
Tu mi hai finalmente scosso dalle mie convinzioni. Credevo che anche invecchiando, nulla sarebbe cambiato. Invece il tempo è passato e mi ha portato piccole rughe in regalo. Tu sei sbocciata, invece. E mi hai costretta a guardare la realtà.
Se non fosse stato per Biancaneve, Grimhilde non avrebbe mai capito fino in fondo quanto in più poteva ottenere.
Ma forse, continuò a riflettere, forse se non fosse stata lei, ne sarebbe nata un’altra. Non si può essere la più bella per sempre.
Prima o poi, una donna qualsiasi avrebbe potuto prendere il suo posto.
Si portò una mano al petto, stringendo con forza. Serrò le labbra, impedendosi di urlare. Ne uscì solo un gemito sofferente, poi il dolore passò.
Quel maledetto cuore.. così giovane, così innocente. Era davvero compatibile col suo sangue nero? C’erano tanti sogni racchiusi in esso. Sogni senza ambizioni, ma semplici desideri di una ragazza qualunque. Nella mente della strega si susseguivano le immagini di baci romantici, fughe d’amore, una piccola casa calda ed accogliente. Sette nani dai vestiti poveri e sporchi.
Uccellini che cinguettavano.
Tanta angoscia, paura quando il cacciatore aveva rincorso Biancaneve nella foresta. Ma era la gran quantità d’amore che quel cuore riusciva a contenere a spaventare Grimhilde. Lei non ne era mai stata in grado.
Tutto quello che aveva desiderato era la giovinezza di Biancaneve. Bella, lo era già di suo. Non aveva bisogno d’altro. Adesso si trattava solo di far sparire il corpo.. un’altra fitta al cuore.
La strega indietreggiò, scossa da un singhiozzo. Si appoggiò al muro, respirando con fatica.
“Non l’avrai vinta”, ansimò.
Si sarebbe abituata, ne era certa. Col passare dei giorni, non avrebbe sentito più dolore.. chiuse gli occhi, la schiena incurvata dalla sofferenza.
Un’altra fitta che le esplodeva nel petto e che scemava lentamente.
No, non avrebbe permesso a quella ragazzina insolente di vincere ancora una volta. Non aveva cambiato il corso degli eventi per arrendersi così. Ad un cuore giovane che sognava troppo. L’avrebbe piegato al suo volere, così come l’incantesimo aveva costretto il cacciatore ad uccidere Biancaneve.
Questa volta non aveva neanche avuto bisogno della mela avvelenata.
Tutti i tasselli erano andati al loro posto.
Si sedette sul trono.
La sala silenziosa era rotta solo dal suo respiro affannato.
Quel corpo, gettato a terra senza pietà. Il petto squarciato senza più un cuore. Alla vista della fanciulla morta, i battiti nel petto della regina acceleravano. Che cos’era a sconvolgerla tanto? Sensi di colpa? Paura delle conseguenze? Sentiva qualcosa che non aveva mai provato prima. Un vuoto enorme, come se al posto del cuore non ci fosse più niente.
Grimhilde strinse le mani sui braccioli.
Bellissima, circondata d’oro. Finalmente vittoriosa. Aveva ottenuto quello che desiderava. Aveva ucciso la sua tanto odiata rivale. Lo specchio magico aveva ripreso a rassicurarla.
“Specchio specchio delle mie brame, chi è adesso la più bella del reame?”
“Sei tu, mia regina. Nessun’altra eguaglia la tua grazia”
Meravigliosa, era ciò che Grimhilde aveva pensato osservando il suo riflesso.
Eppure, lo sguardo era spento; le labbra contratte in una smorfia di disappunto. Il cipiglio sulla fronte le oscurava il volto.
Si sentiva così male che cominciò a pensare di aver sbagliato qualcosa. Non era così che doveva finire quella fiaba.
“Io l’ho cambiata. Ho vinto, ho vinto sul destino..”
Non sentì i passi che si facevano sempre più vicini.
“M-madre”, balbettò il principe.
Sussultarono entrambi.
Il viso del ragazzo si fece improvvisamente pallido. Come se anche lui, non fosse altro che un fantasma.
“Figlio, mio..”, sussurro Grimhilde.
Allungò una mano verso di lui, ma non riuscì a toccarlo. Si teneva distante, mentre assumeva un’espressione disperata.
“Che cosa hai fatto..”
La regina lasciò ricadere stancamente la mano sul grembo.
“Non avresti dovuto vederla.. mi dispiace”
Il principe si inginocchiò. Prese il viso di Biancaneve tra le mani e cominciò ad accarezzarle le guance.
“..no..”, ripeteva tra i singhiozzi, “che cosa le hai fatto..”
La baciò con forza, e Grimhilde si sorprese a provare una grande tristezza.
No, figlio mio.. non riuscirai a svegliarla, questa volta.
Si alzò e senza alcuna fretta aggirò il principe che stringeva la principessa morta tra le braccia.
Il cuore le faceva ancora male. Ma non era un dolore disperato, come quello del figlio. Continue fitte le scuotevano il petto, lancinanti ed acute.
Una flebile speranza, che si accendeva e si spegneva.
Era amore, quello che provava?, si chiese stupefatta la regina.
Era dunque questo, l’amore? Per questo si struggeva nel vedere ridotto così il figlio?
Come madre, non era mai stata in grado di volergli davvero bene. Solo adesso se ne accorgeva. Non aveva amato altro che la sua bellezza.. una bellezza vana, senza alcuno scopo.
Non c’era niente, al di là di quel viso perfetto, di quel corpo modellato.
Non c’era più neanche la rabbia, la voglia di rivalsa, la vendetta contro una ragazzina, che, ancora una volta, aveva vinto.
I passi strascicati della regina non facevano rumore.
Si inginocchiò accanto al figlio e per la prima volta in vita sua, pianse.
Iniziò piano, con qualche lacrima che le rigava il viso. Continuò, sfogando l’angoscia racchiusa in quel cuore. Giovane, bello, delicato.
Pianse, perché era finalmente in grado d’amare.
  
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