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Autore: tsukuyomi_    10/01/2018    2 recensioni
| ♡ NaruHina ♡ || Questa storia partecipa al Contest " Christmas Fluff! - #NaruHinaLove " indetto da Nede. |
• Dalla Storia :
« Hai preso tutto? » chiese lei, incrociando le braccia sotto al seno, mentre si erano finalmente decisi ad incamminarsi per il villaggio, verso la magione della famiglia Hyuga. « I fiori? I dolci? E la scatola invece? », domandò apprensiva.
Sollevata nel notare che ogni singola sua domanda veniva accolta con un segno di totale assenso da parte dell'eroe della Foglia.
Per quanto lo shinobi tentasse di distogliere lo sguardo dalle sua figura, per quanto si impegnasse con tutte le sue forze a cambiare quell'espressione ebete stampata in pieno viso da una manciata di secondi, non riusciva a smettere di contemplarla in tutta la sua bellezza. •
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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→ Nick EFP / Forum : 6Misaki_chan6 – 6Misaki
→ Titolo : Marry Me! 
→ Immagine scelta : La numero 9. 
→ Raiting : Verde
→ Genere: Sentimentale, Romantico
→ Note : Questa storia partecipa al Contest " Christmas Fluff! – #NaruHinaLove " indetto da Nede.

 







♦ M a r r y  M e ♦



 
« Dove diavolo sei finita? Dattebayo! »
L'Uzumaki assottigliò lo sguardo, avvicinando il capo maggiormente ai svariati ripiani del proprio armadio con un rapidità disarmante, come a volersi introdurre all'interno del mobile per scovare quell'oggetto sparito nel nulla. Senza pensarci due volte, preso da uno stimolo più grande di lui e della poca consapevolezza che possedeva in tutto il corpo, iniziò a tirar fuori con furia ogni suo abito diligentemente riposto con cura dalla sua compagna di team poco meno che due giorni prima. 
Sakura-chan mi ucciderà, oh, se mi ucciderà!, pensò lo shinobi, accorgendosi con una strana e piuttosto consapevole amarezza di aver quasi svuotato del tutto il suo guardaroba senza usare quella minima materia grigia che possedeva; ritrovando tutti i suoi indumenti sparsi per terra, per tutto il perimetro della stanza in modo caotico e disordinato. 
Senza pensare minimamente alle proprie azioni. Agendo d'impulso come aveva sempre fatto in gioventù quando era appena un ragazzino uscito dall'Accademia, oppure un bambino intento a ricevere delle minime attenzioni da parte dei numerosi abitanti riempiendo muri, finestre, abitazioni con graffiti e le teste intagliate nella roccia dei precedenti Hokage con infantili disegnini stilizzati. 
Eppure lui sapeva di averla sempre tenuta sott'occhio, sempre a portata di mano; non se ne era separato mai e, nonostante non si abinasse minimamente all'elegante completo scuro che in quel momento stava indossando, sapeva di volerla utilizzare ad ogni costo. 
Però il tempo stringeva.
Stringeva e lui doveva muoversi in fretta, più scattante di quanto non fosse mai stato prima della sua nascita il suo stesso padre (quando era ancora vivo e vegeto) per non arrivare in ritardo all'uscita che aveva programmato con così tanta cura, sino ai minimi dettagli. 
Voglio che mi veda con lei, dannazione!
« Oh, andiamo! Dove sei? Dove? Dove ti ha messa Sakura-chan? », borbottò lo shinobi, spostando gli ultimi capi d'abbigliamento ancora posti ordinatamente in qualche ripiano che non aveva provato in prima persona l'ansia che le mani dell'eroe della Foglia emanavano con ben poca difficoltà. Poi, come colto da un improvviso barlume di speranza constatò che la sua mano aveva sfiorato un tessuto morbido, posto dietro ad una delle sue maglie natalizie predilette, che non esito a scostare con durezza per prelevare quel tessuto che era entrato in un effimero contatto prima con un singolo dito e poi, successivamente, con tutta la sua mano. « Bingo! » esclamò l'Uzumaki, allungando poco dopo la mano verso l'alto, fin sopra al capo, superandolo. 
Compiendo quel gesto, il rosso tessuto che stringeva tra la dita della mano si andò a srotolare in un tacito fruscio come un grazioso rotolo di lana dinanzi ai suoi occhi lucenti, oscillando leggermente da sinistra verso destra. Un sorriso spuntò soddisfatto sulle sue sottili labbra, mentre gli angoli della bocca si inalzavano sempre più verso l'alto; quel suo sorriso, però, venne puntualmente spento dal suono ingombrante del campanello, che lo fece trasalire. 

« Sei ancora qui, idiota? », esclamò incredula la rosata compiendo qualche passo all'interno dell'abitazione, posando i suoi grandi occhi chiari sul viso del suo migliore amico - anche chiamato da lei 'testa quadra' senza alcun problema - che era velocemente scattato ad aprire la porta. 

« S-Sakura-chan? » balbettò in risposta lo shinobi, sgranando le palpebre dalla sorpresa. 
Cosa ci faceva lei a casa sua? « Perché non aspetti fuori, eh? Devo ultimare ancora delle cosette, nulla di importante! Arriverò in un attimo, 'ttbayo! », disse frettolosamente, spingendo nel modo più delicato possibile la ragazza per le spalle dritta dritta verso l'uscita, evitando che lei riuscisse in qualche modo a notare il disastro che aveva procurato nella sua stanza, mosso dal desiderio di cercare la sua sciarpa. 
Quella sciarpa rossa che gli era stata data in dono da lei, dalla sua Hinata. 

« Naruto! » esclamò la ragazza, fulminando l'amico con un solo sguardo che, però, lui non fu in grado di notare per ovvie ragioni. « Ma che modi sono questi! Eh? », continuò alzando il pugno dinanzi al viso come avvertimento, vedendo in risposta solo la porta sigillarsi di fronte al suo viso senza tanti complimenti. Accigliata, si ripromise di suonargliele in seguito. 

Naruto, con la schiena ancora solennemente appoggiata alla porta d'ingresso, sentendo che il pericolo era stato momentaneamente scampato socchiuse le palpebre, sospirando, visibilmente sollevato. Quando fu sicuro che la sua manesca rosata amica non si sarebbe messa in testa di distruggere la porta con un portentoso pugno — che, tra l'alto, aveva tenuto bene in mostra precedentemente —, riuscì a convincersi a tornare nella camera da letto e raccogliere la sciarpa dal materasso, dirigersi rapidamente verso il salotto prendendo la scatoletta ambrata dal basso tavolino in legno e, infine, terminare in cucina da dove avrebbe prelevato celermente il mazzo di fiori ed i deliziosi pasticcini comprati poche ore innanzi.
Quando fu indubitato di aver preso tutto il necessario dalla propria abitazione — tra cui anche le chiavi di casa, ovviamente —, si convinse ad uscire proprio nel momento in cui le nocche di Sakura si erano unite al legno massiccio per bussare. 

« Finalmente! » sbottò lei, guardandolo in cagnesco. « Se non stessi andando ad un appuntamento, mio caro Naruto, stai certo che ti saresti ritorvato con qualche costola rotta! ». 

« Ne sono convinto Sakura–chan... » brontolò lui, arricciando le labbra al solo pensiero di ricevere uno dei colpi potenzialmente mortali della Haruno. Era consapevole che uno solo dei suoi pugni, se dosato a perfezione con influssi di Chakra, lo avrebbe facilmente mandato al mondo degli spiriti; come del resto era quasi capitato anni prima al suo Sensei, l'Eremita dei rospi, e la vecchia "nonna" anche conosciuta come quinto Hokage della Foglia. 

« Hai preso tutto? » chiese lei, incrociando le braccia sotto al piccolo seno, mentre i due si erano finalmente decisi ad incamminarsi per il villaggio, verso la magione della famiglia Hyuga. « I fiori? I dolci? E la scatola invece? », domandò apprensiva. Sentendosi sollevata nel notare che ogni singola sua domanda veniva accolta con un segno di totale assenso da parte dell'eroe della Foglia. 

« Alla fine tutti gli altri non sono venuti? ». 

La ragazza scosse il capo, trattenendosi dal non ridacchiare per l'immensa stupidaggine appena uscita dalle labbra dell'amico di una vita, che era rimasta la solita testa quadra di quando aveva solo dodici anni. « Certo che no. Ino è con Sai, Choji con Karui e Shikamaru... be', con grande sforzo per il suo essere ha deciso di portare a cena fuori Temari, ahah. È la notte di Natale, no? » disse la kunoichi, rivolgendo all'ultimo un sorriso all'amico, muovendo l'indice rapidamente di fronte al viso. 
Naruto mosse appena il capo in segno di assenso, sereno nel constatare che ognuno dei suoi amici avevano preso realmente in considerazione di festeggiare quella data, nonostante la titubanza iniziale, mostrata con palese sincerità. « E tu? »
« Io? », chiese Sakura, puntando il proprio indice al petto mentre la sua fronte si corrugava appena. « Ti accompagno ancora per qualche metro e poi mi dirigo a casa. Da un'era che non passo del tempo con la mia famiglia... quindi, per un motivo e per un altro, questo Natale ho deciso di passarlo con loro come quando ero bambina » rivelò, scrollando appena le spalle. 
Nonostante ciò, anche se la kunoichi non ammetteva a piena voce quel strano sentimento che la stava tormentando l'anima da un periodo che Naruto non riuscì neanche pienamente a ricordare, era certo di aver notato una nota di afflizione e delusione nei suoi occhi sempre così vividi. 




 
§  §  §

Luci.
Rosse, blu, gialle, verdi.
I colori primari, caldi e freddi, riempivano ed illuminavano a giorno le strade del Villaggio.
Ogni negozio, ristorante e case erano adorabilmente decorate per le feste natalizie che avevano 
rapidamente donato nuova gioia ad ogni singolo abitante. 
Tutti si stavano preparando ad abbracciare con grande gioia la festività, come se non attendessero nient'altro che ciò.
« Voi avete già idea di cosa fare tra due giorni? » chiese di punto in bianco l'Inuzuka, sfiorando appena con i polpastrelli
il morbido pelo del suo fedele compagno Akamaru.
Tutti gli occhi, volenti o nolenti, si andarono a posare su di lui;
i visi dei vari shinobi sfociarono in buffe espressioni assorte.
Semplicemente, nessuno di loro, non ci aveva ancora minimamente pensato. Non avevano di certo mosso a considerazione l'idea di svolgere una qualsiasi azione quella notte di Natale, ancora così distante.
« Probabilmente dormire. Comodamente sdraiato a letto, libero da qualsiasi seccatura... », borbottò il Nara, sorridendo compiaciuto per la brillante idea che era sorsa spontanea per la sua mente dal mostruoso quoziente intellettivo. 
« Non mi aspettavo risposta più diversa da questa, Shikamaru » ribattè Choji, guardando il miglior amico con la coda dell'occhio, mentre portava due dorate patatine alla bocca. 
Naruto ridacchiò, agganciando il braccio intorno al collo dell'amico, sorridendo come uno che la sa lunga, prima di dire: « Ma come? Non inviti a cena fuori Temari–san? ».
« E tu, invece? » domandò pacatamente Sai. 
« Io cosa? », domandò Naruto, sbattendo le palpebre rapidamente, senza comprendere dove il suo ex compagno di squadra andasse a parare. 
« Non inviti da qualche parte Hinata? ». 
Una frase. Sei parole. Un nome.
Le gote dell'Uzumaki si erano presto impercettibilemente arrossate. 
Oh, figuratevi se ve lo dico, 'ttebayo!, pensò il biondo, prima di separare la propria strada da quella dei restanti shinobi con una scusa ben poco credibile. 

*


« Ino–chan! » esclamò ansimante, spalancando con ben poca grazia la porta del negozio, entrando con una impetuosità fuori dal normale all'interno dell'ampia stanza colma di variegati, brillanti colori e profumi a dir poco inebrianti.
Puntò i suoi grandi occhi cerulei — inspiegabilmente ansiosi — sulla ragazza dalla lunga coda di cavallo dorata situata dall'altra parte del bancone a compilare una manciata di fogli.

« Naruto? » domandò la kunoichi alzando di poco lo sguardo, incredula. 
La Yamanaka sbattè le lunghe ciglia per un tempo indefinibile, assorta ad osservare quella figura, con le palpebre sgranate per la grande sorpresa.
Non capitava tutti i giorni di poter vedere l'Uzumaki così ansioso, tanto da spingerlo ad entrare con così poco tatto in un qualsiasi negozio — ovviamente nel caso dell'Ichiraku Ramen la situazioni cambiava drasticamente, considerando il gran appetito del biondo —.
« Ti... be', ti serve qualcosa? ».

« In effetti sì! » rispose lui convinto, annuendo con totale vigore.
« Ho bisogno di un tuo consiglio, Ino–chan » continuò lo shinobi, increspando le labbra in un sorriso incerto.
I suoi occhi, mentre si rivolgeva alla ragazza vorticavano vaganti da fiore a fiore, sentendo centinaia di domande nascere imperterrite nella sua mente.

Qual'è il fiore migliore per Hinata?
Quale preferisce?


Nonostante conoscesse la kunoichi appartenente al Clan Hyuga da quando entrambi erano piccoli quanto un soldo di cacio, non si poteva certamente ritenere del tutto informato sui gusti della sua dolce metà. 
E questo, in quel preciso istante, si era rivelato un punto a suo sfavore.
Per quanto il suo desiderio di rendere quella serata speciale — o quantomeno tale — per la sua fidanzata, ad ogni singolo passo del suo meticoloso piano studiato a tavolino tramite mille nottate passate insonni, si ritrovava inevitabilmente sempre ad un odiabile punto fermo.

« Sul fiore più adatto o su altro? » chiese allora la Yamanaka, incuriosita.
Il suo encefalo aveva lavorato in quei pochi minuti di silenzio a ritmo spedito, riuscendo in qualche modo sempre particolarmente insolito a qualsiasi anima viva a comprendere il motivo della comparsa di Naruto Uzumaki nel suo negozio. 
« Un mazzo di fiori per Hinata? Se è così, hai fatto molto bene a venire qui, Naruto! », continuò estasiata, oltrepassando il bancone, movendosi fluida e leggiadra fra le varie piante sino ad arrivare il più vicina possibile allo shinobi. 

« In effetti è proprio così » disse lui, ridacchiando appena. « Vorrei un tuo consiglio in materia: essendo una ragazza, amante delle piante e del loro significato più profondo e nascosto trovo che tu sia la persona più adatta e qualificata nel campo! » affermò sicuro, ricordando ciò che gli avevano riferito in coro qualche giorno prima Choji, Shikamaru e Sakura.
La Yamanaka sembrò gradire quella breve ed incisiva descrizione, tanto da aprirsi in un raggiante sorriso.

« Non potevi capitare in mani migliori, Naruto! ». 


¤

Il tempo da quella sua ultima frase era trascorso rapidamente. 
La Yamanaka cercò di investigare sui gusti della Hyuga attraverso Naruto, che non sembrava particolarmente informato sui gusti e sulle preferenze della propria compagna, cosa che la lasciò particolarmente sorpresa.
Sapeva bene di trovarsi davanti Naruto, Uzumaki Naruto, pollo della peggior specie con l'intuito definibile simile a quello di un tonno, ma mai avrebbe mai creduto sino a tali livelli. 
« Ti fidi di me? » chiese alla fine la kunoichi, posando il palmo della mano sinistra sulla spalla destra del ninja.
« Mi lasci preparare il bouquet più meraviglioso e colmo di significato mai creato prima d'ora dalle mie abili mani? » continuò, puntando la sua unica iride chiara scoperta dal ciuffo negli occhi di un limpido azzurro dell'Uzumaki, attendendo un qualsiasi segno di assenso.
Esso arrivò in un relativo breve lasso di tempo, seguito da un sorriso riconoscente a trentade denti. 

« Grazie, Ino–chan! ».

« Vieni a prenderlo fra tre ore esatte, così sarà fresco per questa sera, chiaro? » chiese lei, prima di veder' uscire il ninja drasticamente più sereno dal suo negozio ad una velocità sorprendente, degna del figlio del Lampo Giallo della Foglia.



Il primo step per l'Uzumaki era finito nel migliore dei modi, tanto da farlo 
sentire molto più sereno nel sapere di aver lasciato in buone mani i preparativi per il mazzo di fiori
da consegnare alla sua Hinata. 
Però, la lunga tabella di marcia non era certamente terminata; ancora troppi punti mancavano di essere
sistemati ed il tempo era agli sgoccioli. 
« Vediamo... », sussurrò, estraendo dalla tasca dei pantaloni un foglietto stroppicciato; su di esso, con una calligrafia un poco
infantile ed imperfetta, vi erano segnate tutte le azioni che si era ripromesso di svolgere per rendere quella 
serata degna di essere ricordata per Hinata. 
« I fiori... scelti... » borbottò puntando l'indice sul primo punto, seguito da un disegnino stilizzato e poco curato 
che raffigurava una ragazza sorridente con un bouquet colorato e vivido stretto tra le esili mani.
« L'anello... », segnato dal secondo punto, era quello a cui doveva pensare in quel preciso istante, senza perdere tempo. 

Ma quale prendere? 

Centinaia di idee passarono fugaci per la mente del ninja, ma ognuna di essa era più sciocca ed insensata di quella precedente.
Con passo incerto si muoveva lentamente per le strade di Konohagakure; che, grazie ai variegati
addobbi posti su tutti i punti strategici e non, donvano un'impressione magica al Villaggio. 
I bambini, colti dall'entusiasmo delle feste natalizie correvano allegri per ogni singola parte delle varie straducciole,
ammirando i numerosi negozi che esponevano oggetti pregiati o delizie per accontentare ogni gusto e capriccio,
prima di ritornare dalle proprie case a festeggiare in famiglia il Natale. 
Naruto si perse varie volte ad osservare i bambini, ritornando senza poter porre un freno inibitore alla propria di infanzia, che non poteva per quanto si sforzasse considerarla uno dei momenti della sua vita più felici e spensierati.
Ma non poteva nemmeno considerarla un completo fallimento; a partire da quei tempi passati, un poco alla volta,
aveva conosciuto persone che andassero oltre la credenza popolare, affezionandosi e credendo in qualche modo in lui, 
passando oltre le sue solite marachelle fatte per attirare l'attenzione.
Il maestro Iruka, il terzo kage, il tema sette...

« Ehi, capo! » esclamò una voce che ridestò Naruto dai suoi pensieri, riportandolo nuovamente al presente.

« Konohamaru? »


§  §  §



 
Per quanto lo shinobi tentasse di distogliere lo sguardo dalle sua figura, per quanto si impegnasse con tutte le sue forze a cambiare quell'espressione ebete stampata in pieno viso da una manciata di secondi, non riusciva a smettere di contemplarla in tutta la sua bellezza. 
I lunghi e morbidi capelli corvini le incorniciavano delicatamente la pelle ambrata di viso, spalle e collo, esaltando quella tipica purezza incastonata in ogni singolo e particolare dettaglio; le lunghe ciglia scure e le rosee labbra carnose erano state ricoperte da un filo di trucco, che rese il suo dolce sguardo ancora più espressivo, donando — quasi — l'impressione di vederle più lunghe, mentre le labbra risplendevano sotto il chiarore della luna e le luci brillanti delle decorazioni poste alla magione del Clan Hyuga. 
Il suo slanciato corpo sinuoso esaltato al meglio dai lunghi allenamenti svolti sin dalla più candida età, con le curve donate amorevolmente dalla natura poste al punto giusto, era stato ricoperto elegantemente da un lungo abito — di un miscuglio perfetto tra violetto ed indaco — a spalline con una scollatura a cuore che risaltava i suoi prosperosi seni. 

« N-Naruto–kun » sussurrò la kunoichi, con le gote un poco arrossate per quello sguardo così intenso che le rivolgeva l'eroe della Foglia.

Lui, sentendosi richiamare per nome, senza poter porre alcun freno al suo corpo sussultò, ridestandosi dai suoi pensieri.
Grattandosi la guancia con un dito della mano destra, imbarazzato, porse il mazzo di fiori alla ragazza che, quasi senza rendersene conto, sgranò le palpebre per la sorpresa. « Per te, Hina–chan », esclamò sorridendo. 

« G-grazie... », balbettò, prendendo il bouquet stringendolo inconsciamente a sé, inalando a pieni polmoni quel dolce profumo. 
Le sue gote si erano tinte maggiormente di variegate sfumature rossastre.

« Non è tutto, ma... sì, be', spero ti piacciano! » continuò il ninja, ridacchiando appena per smorzare la tension che si era creata rapidamente tra loro. « Hanno tutti un significato importante, per me », cercò di spiegarle con tono cortese, senza lasciarsi trasportare da altre emozioni che l'avrebbero sicuramente reso un bambino alle prime esperienze con il mondo. « E spero anche per te » concluse lo shinobi, sincero. 

La ragazza, nascosta dal mazzo di fiori appena ricevuto, non riuscì a non sorridere intenerita dal gesto del suo Naruto. 
Anche se non conosceva il linguaggio dei fiori bene quanto la Yamanaka, aveva ben compreso il significato di tutti quei singoli fiori. 
Dei meravigliosi tulipani, delle stelle di Natale di un incantevole rosso, delle sublimi peonie che variavano dal bianco, al porpora al rosa, delle orchidee, numerose 'non ti scordar di me' che ricordavano lo stesso colore dei suoi occhi, delle coloratissime e vivaci lillà, delle Delphinium compatte a forma di spiga dai colori intensi e brillanti e per finire — non di certo per importanza —, dei fiori virmigli grandi e maestosi, da un profumo che ammagliò particolarmente la kunoichi che socchiuse le palpebre inconsciamente captando il loro intenso profumo. 
Quando però aprì nuovamente le palpebre, abbassando un poco il bouquet, la sorpresa la lasciò a bocca aperta: il suo Naruto, in quel preciso istante era in ginocchio dinanzi a lei, con un piccola scatoletta tra le mani percorse da un tremolio ben visibile. 

« Prima di festeggiare bene questa serata... be', ecco... » balbettò, imbarazzato. « Sì, insomma... mi vuoi... sposare? » . 

Il sorriso sul viso di Naruto si espanse sino a livelli storici quando notò il bouquet cadere a terra, Hinata annuire e poi richiamarlo a lei per stringerlo in un abbraccio. 
Un abbraccio che emanava tutta la felicità, la sorpresa e l'emozione che provava in quel momento la ragazza dagli occhi perlacei. 
Quando i due si staccarono si misero l'uno di fianco all'altro, decidendo saggiamente di allontanarsi dalla magione e dirigersi da quell'importante ristorsante a cui Naruto aveva programmato una romantica serata; il sorriso però non era mai scomparso dalle labbra dell'Uzumaki, anzi. Era aumentatò ancor' di più e, quando sentì la mano sinistra della ragazza andare a sfiorargli la guancia destra, presa da un moto di dolce tenerezza nei confronti del suo futuro marito, i due arrossirono come dei peperoni eccessivamente maturi. 

« E–eri macchiato... », sussurrò la ragazza, il braccio destro del ninja si andò ad adagiare con delicatezza intorno alle sue spalle, mentre i polpastrelli passavano lentamente per i suoi lunghi capelli corvini. 








Note autrice: E' stato un parto questa one-shot, senza ombra di dubbio. xD
Spero sia di vostro gradimento, un bacio! Ovviamente, tutto ciò che vi è scritto centrato sono dei flashback di Naruto che, camminando con Sakura ricorda alcuni frangenti che sono accaduti il giorno prima o quello stesso giorno. 




 
   
 
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