Ingoiavo pezzi di cellophane perché volevo impachettare il mio cuore.
Distruggevo le ossa della mia stanza perché volevo dimenticare il mio nome.
Mi infilzavo esili aghi di piuma sulle braccia perché volevo chiedere scusa.
Non volevo scappare dal mondo, volevo che il mondo scappasse da me.
Camminavo sotto la pioggia perché volevo veder tutto buio.
Mi riempivo di gelato in vaschetta perché volevo stare senza rumore.
Rimanevo ore a fissare, perché volevo che imparassi a guidare.
Destino beffardo, che martelli il mio nome.
Preferirei essere muta, perché con le parole non ci so fare.
Mi armavo di coraggio ed esitazione, perché volevo scrivere quello che stava dentro il mio cuore. Dentro il mio cuore incellofanato che pulsava più lento così impachettato.
Forse
era l'adolescenza ad essere beffarda, più del destino.
ANGOLO AUTRICE
Preferirei essere muta, perché con le parole non ci so fare, Forse
era l'adolescenza ad essere beffarda, più del destino. sono parole di un mio amico. Ci tenevo a specificarlo :) Passo, e chiudo.