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Autore: goccia_chan    11/01/2018    1 recensioni
Il suo corpo si irrigidì e iniziò a tremare, aveva una paura folle, sentì le guance inumidirsi, stava piangendo, si sentiva incapace di reagire dal terrore. Voleva urlare, dibattersi, ma il suo corpo era immobile, dalla gola non fuoriusciva un filo di voce. Quando l’uomo fece per gettarsi sopra di lei chiuse gli occhi e si raggomitolò spaventata.
Ma non successe nulla.
Sentì solo il rumore di un tonfo e una persona che rotolava. Riaprì gli occhi e con lo sguardo appannato dalla lacrime riuscì a vedere un ragazzo alto e muscoloso con i capelli azzurri che le si era parato di fronte
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Continuò a seguirlo, in silenzio, come se fosse la sua ombra.
Erano tante le domande che le frullavano per la testa: come aveva fatto a notare i due che la seguivano, perché aveva deciso di battersi anche se lei era una totale sconosciuta, come era riuscito a battere due uomini lui da solo, in che classe era, come era il liceo, se si sarebbero rivisti…

«siamo arrivati»

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e si ritrovò a osservare l’imponente edificio scolastico. Un’enorme cancellata in ferro battuto si apriva su un selciato che portava all’ingresso principale dello stabile circondato da un grande prato verdeggiante. Sulla destra della scuola si potevano intravedere gli impianti sportivi, probabilmente un campo da calcio e una piscina.

Si voltò per chiedere al ragazzo dove fosse l’ufficio della preside ma lui era già sparito.

Lei non se ne era nemmeno accorta.
Adesso come avrebbe fatto a ritrovarlo?
Quando lo avrebbe rivisto?
Era sparito senza nemmeno salutarla, senza dirle nulla.
Si era dileguato silenzioso, quasi non volesse avere più nulla che fare con lei.
Si sentì triste.
Voleva veramente poter parlare con lui un'altra volta, poterlo veramente ringraziare per ciò che aveva fatto per lei.
 
Il fazzoletto!
Doveva assolutamente ridarglielo anche a costo di cerarlo per tutta la scuola!
 
Una volta entrata dal preside, dopo essersi persa altre tre/quattro volte all’interno della scuola, Namiko completò tutte la scartoffie: pagine  e pagine di fogli da firmare tra il trasferimento, il programma scolastico, le regole della scuola ecc… con quelli entrava ufficialmente a far parte dell’istituto “Karakura High”.
Il preside l’accompagnò dall’insegnante della sua classe, Misato Ochi; una donna piuttosto alta, dall’aspetto un po’ maschile, con gli occhiali e i lunghi capelli castani raccolti in una semplice coda di cavallo.
La accolse con gentilezza, sembrava molto premurosa.
Fece fare a Namiko un rapido giro della scuola e dei luoghi più importanti fino ad accompagnarla all’entrata della classe.

Come se potesse realmente sperare di ritrovare tutti qui luoghi dopo che le erano stati mostrati una sola volta…

A lato della porta della classe sporgeva un cartellino su cui era incisa la sua sezione : 5C.

Chissà come erano i suoi compagni.
Ormai era l’ultimo anno, i gruppi di amicizie erano già ben consolidati, sarebbe riuscita a integrarsi?
Sentì chiamare il suo nome, era ora di entrare.
Strinse nella mano il fazzoletto portogli qualche ora prima dal quel ragazzo dagli occhi azzurri e felini per darsi coraggio. La stoffa era ancora umida.
 
Quanto aveva pianto…
Tutta la tensione e la paura si erano allentate subito dopo aver saputo il nome del suo protettore facendola esplodere in un mare di lacrime.
Lui era rimasto lì, fermo, a guardarla in silenzio, lasciandola sfogare senza proferire una parola, aspettando semplicemente che si sfogasse e si calmasse.
Quanto doveva essere sembrata patetica in quel momento? Una patetica lagnona piagnona.
 
Entrò in classe con passo deciso e tutte le sue paure si sciolsero, per la seconda volta quella mattina, quando vide in fondo alla classe due occhi azzurri che la guardavano stupiti.
 
Era lei.
Era lei, di nuovo.
Gli stava sorridendo.
Nel momento in cui i loro sguardi si erano incrociati lei aveva sorriso.
Un sorriso felice, un sorriso dolce, un sorriso sincero.
Perché era contenta di vederlo?
Non aveva avuto paura di lui?
Non aveva visto come era stato in grado di pestare selvaggiamente due uomini a mani nude?
Perché al posto di fuggire terrorizzata come tutti gli altri sorrideva?
Era forse diversa dagli altri? Da tutti quelli che fino ad ora lo avevano evitato come la peste? O da chi lo aveva provocato come si fa con una bestia feroce in gabbia?
Impossibile.
Inutile farsi illusioni.
Eppure dal suo sguardo, da quegli occhi verdi vivaci e profondi traspariva solo felicità, pura e semplice…come lei. Come lei quella stessa mattina quando si era messa a piangere come una bambina dopo l’accaduto. Gli era sembrata così fragile, talmente tanto che se l’avesse toccata o anche solo sfiorata si sarebbe spezzata.
 
Nuova alunna.
Ecco svelato il mistero del perché non l’avesse mai vista. Tanto importava poco, dopo qualche giorno in quella classe, in quella scuola, avrebbe iniziato anche lei ad evitarlo  come tutti quanti.
 
 
Namiko si incamminò lungo il corridoio formato dalle file dei bachi avanzando lentamente. Si sentiva scrutata da quegli sguardi indagatori che la osservavano e si scambiavano occhiate di reciproco rammarico. Un bisbiglio sordo e continuo la accompagnava lungo il tragitto che le sembrava infinito tanto si sentiva a disagio in quel momento.  Ok che era nuova nella classe ma non si aspettava una accoglienza del genere. Era pronta a essere osservata, a qualche sguardo stupito e qualche bisbiglio, ma quello era veramente troppo.
 «poverina»
«vicino a lui»
Riuscì a captare da qualche sussurro.
Ma che stava succedendo?
Arrivata finalmente in prossimità del banco tirò un sospiro di sollievo, finalmente stava per finire quell’inferno.
La ragazza a cui stava passando a fianco e che sarebbe stata quella di fronte a lei nei posti a sedere la bloccò trattenendola per la manica della giacca grigia.
«stai attenta»
Namiko si sedette al suo posto frastornata. Che avrà voluto dire quella ragazza? A cosa avrebbe dovuto stare attenta?  Forse lei era solo l’oggetto indiretto di quegli sguardi e bisbigli di prima…
Si voltò verso il ragazzo cercando di rivolgergli la parola ma lui distolse immediatamente lo sguardo come infastidito.
Non voleva proprio avere più niente a che fare con lei…sospirò.
Eppure lei era così felice di averlo appena rivisto….
Tirò fuori il libro dalla cartella e iniziò la lezione che Namiko tentò di seguire con tutte le sue forze inutilmente: ogni 5 minuti il suo pensiero tornava fisso sul ragazzo che le sedeva accanto e che sbirciava di tanto in tanto di sottecchi.

Toc.

Un bigliettino cadde e rimbalzò un paio di volte sul suo banco.
Stavolta la sua ennesima distrazione era più che giustificabile…
Prese tra le mani il pezzetto di carta e lo aprì.

Alla fine della lezione esci subito dalla classe. Così ti spiego
 
Namiko si voltò subito a destra e a sinistra per capre chi le avesse mandato quel messaggio, ma non si musse una mosca.
Grimmjow era intento a guardare fuori dalla finestra evidentemente perso nei suoi pensieri.

«ehi!»

Di fronte a sé la ragazza di prima le fece segno di essere stata lei a lanciarlo. Finalmente si intravedeva il capo della matassa.
Non appena suonò la campanella si lanciò fuori dalla classe, stava morendo dalla curiosità, voleva sapere.

«ciao, sono Kaori Shimizu» si presentò
«Io Namiko Sakurai, puoi spiegarmi cosa è successo in classe? A cosa dovrei stare attenta?»
«A Grimmjow»

Ma come?

«È pericoloso. Nessuno parla mai con lui. Tutti quelli che lo hanno fatto sono finiti in infermeria o peggio all’ospedale… al primo anno alcuni studenti del quinto hanno provato a fare i gradassi, erano quattro contro uno….a uno ha rotto la mandibola, due di loro non riuscivano nemmeno a rialzarsi tanto li aveva picchiati, il quarto lo ha trascinato in cortile di fronte a tutti e lo ha preso a calci come avvertimento per gli altri. Una volta diffusa la notizia sono stati parecchi che hanno voluto sfidarlo, anche dalle altre scuole, e pure alcuni teppisti di strada e lui li ha sempre massacrati. Prima reagiva solo alle sfide dirette, adesso scatta a ogni minima provocazione, a volte anche senza motivo. Una volta un ragazzo lo ha urtato e lui lo ha scaraventato fuori dalla finestra, fortunatamente era il piano terra. Il banco vicino al suo è sempre stato vuoto, troppo pericoloso, troppo vicino a lui per non fare qualcosa che gli dia fastidio. Dammi retta non parlargli nemmeno e appena puoi cambia posto. Anche stamattina è arrivato in classe con le maniche sporche di sangue»
«veramente quello è successo stamattina perché mi ha difeso »
La ragazza la scrutò stupita con i suoi grandi occhi nocciola che si intonavano perfettamente con i capelli lisci castani tagliati a caschetto.
«stamattina mentre venivo a scuola sono stata aggredita da due uomini»  le tremò la voce al solo ricordo «e Grimmjow mi ha aiutata, è stato lui salvarmi»
«fidati, era solo una scusa per massacrare qualcuno»

Lo studente dai capelli azzurri fece capolino dalla porta della classe e osservò per un attimo le due ragazze che stavano dialogando.
Ecco…che iniziava la solita storia. Gente su gente che si parlano tra di loro, inventando fandonie, schivandolo come un reietto. Perché non lo lasciavano in pace?
Strinse i pugni fino a far impallidire le nocche, era maledettamente nervoso.
Eppure cosa si aspettava, una medaglia?
Anche se lo aveva fatto per difendere quella ragazza la sostanza non cambiava, aveva pur sempre massacrato due uomini di fronte a lei. Si sarebbe aggiunta un'altra nuova bella storia, pronta da raccontare.
Si voltò per andarsene al più presto da quel posto, non voleva vedere altro. Fece giusto qualche passo e un ragazzo lo urtò cadendo a terra.
Grimmjow lo guardò dall’alto al basso con lo sguardo truce, pure lui doveva finirgli tra i piedi?

«Scusami! P..perdonami …ti prego!»

Quella mezza mammoletta si era pure messa strillare in corridoio.

«Fuori dai piedi!»

«Si! Si….subito! »il ragazzo si rialzò e si mise a correre a gambe levate con le lacrime agli occhi, terrorizzato.

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo.
«Hai visto?»
 
 
  
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