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Autore: AllisonHermioneEverdeen    11/01/2018    1 recensioni
Fin da piccola, Liv Winchester ha sempre saputo che il buio è qualcosa di cui avere paura.
Non è mai stata davvero bambina, inghiottita dall'oscurità del mondo quando era ancora troppo piccola per capire quello che succedeva intorno a lei.
Non ha mai avuto molte sicurezze nella sua vita, seguendo il padre nella sua folle caccia.
Ma ha sempre avuto un motivo per andare avanti, per rialzarsi dopo la morte del padre, per trovare la forza di ridere e scherzare di nuovo...
Quel motivo ha due nomi: Sam e Dean Winchester. La sua famiglia.
Quando Dean è morto, reclamato dagli inferi, ha creduto di morire.
Ma adesso è tornato, e Liv dovrà tirare fuori tutta la forza e il coraggio che possiede per affrontare l'ennesimo colpo che la vita non si stanca di sferrare contro la sua famiglia...
Perché non puoi chiamarti Winchester e aspettarti di avere una vita tranquilla!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Third Winchester'
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Capitolo tredici



- Castiel? - esclamò Dean.
- Come? - disse Liv. - Allora lui sarebbe Castiel? -. Guardandolo, non vide altro che una figura umanoide illuminata da una luce bianco-perlacea che splendeva all'interno del suo corpo. Se si concentrava, però, riusciva a intravedere un uomo moro, dagli occhi blu, in impermebaile beige.
- Sì, sono io, - affermò intanto l'angelo guardando Liv dritto negli occhi. - Mi era stato ordinato di portare Dean qui, ma la tua presenza qui è un errore, non dovevi scoprire l'origine dei tuoi poteri -
- Perchè? - replicò la ragazza. - Sono i miei poteri! Ho il diritto di sapere da dove vengono! -
- Io eseguo solo gli ordini, - si limitò ad affermare Castiel.
- Se davvero non volevate che ne scoprissi l'origine, perchè non mi hai fermata? - la ragazza incrociò le braccia al petto.
- Perchè trasportare qui anche te mi ha indebolito, quando mi sono ripreso era troppo tardi, - disse Castiel.
- Ormai lo sa, - affermò Dean.
- Alea iacta est - gli fece eco Liv con un sorrisetto.
- E' vero, - disse Castiel, impertubabile. - Ma posso rimediare a possibili danni futuri riportandoti nel tuo tempo -
- No! - esclamò Liv, indietreggiando. - Dean è qui per un motivo, e finchè resta lui, resto anche io! -
- E poi, - le diede man forte Dean. - Cosa pensi che potrei dire ai Campbell per spiegare l'assenza di Liv? Non crederanno a nessuna scusa -. Castiel parve ponderare bene la questione.
- Molto bene, - disse infine. - Impeditelo allora, ma dovrò tenere sotto controllo Olive - affermò. - Ci vediamo al motel-.
Un attimo dopo era sparito.
- Oh, andiamo! - esclamò la ragazza, che stava riordinando le idee per fargli qualche domanda.
- Fa sempre così, - sospirò Dean. Liv sbuffò.
- Allora, qual è l'origine dei tuoi poteri? - le chiese Dean.
- Te lo spiego in viaggio, - rispose lei.

- Un pezzetto di grazia? - ripetè Dean per l'ennesima volta.
- Sì, - annuì Liv.
- Ma quale angelo ti avrebbe messo un pezzetto di grazia dentro? - chiese lui.
- Non ne ho la minima idea, - sospirò Liv. - Ma l'angelo che me l'ha rivelato, suito dopo si è volatilizzato, terrorizzato -. La ragazza cominciò a stropicciarsi la maglietta verde, sovrappensiero: non poteva negare di essere preoccupata. Se un angelo era fuggito da lei, allora la grazia che aveva dentro era... cattiva? Pericolosa, di certo. Poteva solo consolarsi con l'idea che almeno i suoi poteri non erano di una qualche origine demoniaca... ma questo voleva anche dire che non avevano idea di dove portassero...
- Non ti azzardare a deprimerti, - la minacciò Dean, notando il silenzio troppo lungo. - Ti conosco: ti fai troppi filmini mentali, - continuò. - Ne sappiamo ancora troppo poco per preoccuparci, - concluse.
- Agli ordini, - rise Liv, sentendosi un po' più leggera. Era così fin da piccoli: Dean aveva il potere di farla ridere anche nei momenti più cupi. - Allora, - riprese più allegramente. - Cosa intendeva Castiel con "impeditelo"? -
- Se riesci a fargli sputare il rospo, avvertimi, - ironizzò lui.
- Ma che hanno gli angeli? - sbuffò Liv. - Sono allergici alle risposte dirette? -
- Comincio a sospettarlo, - affermò Dean, accostando al motel. - Forza, andiamo a dormire qualche ora -.

La stanza era piccola, composta da due letti, le pareti rosso sbiadito, il soffitto bianco spordo di muffa e il bagno completamente bianco.
- I motel facevano schifo anche prima, allora! - esclamò Liv buttandosi sul letto. Le molle si lamentarono con un cigolio.
- A quanto pare... - disse Dean posando a terra il borsone con le armi.
- Ma dov'è Castiel? - chiese Liv guardandosi intorno. - Aveva detto di dovermi tenere d'occhio... Non che mi lamenti! - si affrettò a dire.
- Magari ha sbagliato motel, - scrollò le spalle Dean.
- Speriamo ricompaia, - sbuffò Liv. - Ho un mucchio di domande da fargli! -
- Buona fortuna, - borbottò Dean. Un attimo dopo dietro di lui comparve l'angelo. Liv si drizzò in piedi, allarmata, e Dean si scostò in fretta.
- Smettila di comparire in questo modo! - esclamò.
- E'... è normale? - fece Liv, incredula.
- Ho usato le mie ali per raggiungervi, - disse Castiel come se stesse spiegando una cosa ovvia.
- Quali ali? - chiese Liv, scrutandolo. - Non mi sembra che tu abbia ali -
- Ce l'ho, ma voi umani siete avete i sensi troppo ottusi per poterle vedere, - spiegò Castiel. - Persino tu, figlia degli angeli, puoi vedere solo la mia grazia -.
- A proposito, - Dean colse la palla al balzo. - Perchè non volevate che Liv scoprisse l'origine dei suoi poteri? -
- Eseguivamo gli ordini, - risponde Castiel.
- Quindi mi avreste lasciata nel dubbio di avere qualcosa di orribile dentro di me piuttosto che rivelarmi la verità? - esclamò Liv balzando in piedi.
- Erano gli ordini, - afferma Castiel, guardandola dubbioso.
- Non avete il diritto di decidere ciò che devo sapere e ciò che non devo! - affermò la ragazza, alzando sempre di più la voce. Castiel la guardava come se fosse qualcosa di inaspettatamente nuovo, in un misto di confusione e rigidità.
- Liv,- intervenne Dean. - Calmati -. Lei lo guardò malissimo: si vedeva che fremeva per gridare ancora addosso a quell'angelo, scaricandogli tutti gli anni in cui si era sentita sbagliata.
- Ehi, Livvy, - si avvicinò Dean. - So che fa schifo il suo comportamento, ma adesso hai bisogno di calmarti -. Con uno sforzo immane, Liv riuscì a fare un respiro profondo e sedersi nuovamente sul letto.
- Adesso dormiamo un po', poi andremo ad aiutare i Campbell alla fattoria Witchshare, - disse Dean. Liv si limitò ad annuire.

La mattina dopo, quando Liv aprì gli occhi Dean era già lavato e sistemato e stava aprendo una confezione con dentro una torta (ovviamente!). Lei, invece, ci mise qualche secondo a ricordarsi dov'era, perchè non c'era Sam... e perchè un angelo stava in piedi davanti al letto a fissarla.
- Castiel! - biascicò balzando a sedere. - Cosa stai facendo?! -
- Ti tengo d'occhio, - rispose lui con naturalezza.
- Tenermi d'occhio non significa stare a fissarmi per tutto il tempo! - esclamò lei, esasperata. Castiel la guardò senza capire, lei sbuffò e decise di lasciar perdere.
- Sei stato lì a fissarla tutta la notte? - chiese Dean, come se avesse realizzato questo pensiero solo in quel momento.
- Sì, - rispose Castiel.
- E' un po'... - - Inquietante, - finì per lui Liv.
- Ma come, - la prese in giro Dean. - Non ti sei sentita come Bella ed il suo vampiro? -
- Odio Twilight! - sbuffò lei. - E ti conviene non farmi arrabbiare di primo mattino, o potrei vendicarmi rubandoti la torta... -
- Non oseresti! - esclamò Dean.
- Speralo... - sorrise furbetta Liv. Da quello scambio di battute, Dean non si azzardò a prendere di nuovo in giro la sorellina finchè non ebbe finito la torta. A quel punto lei si era lavata (- No, Castiel, non puoi seguirmi anche in bagno! - ) e vestita con gli abiti del giorno prima: jeans, maglietta verde e giacchetta di jeans. Non che avesse vasta scelta: tutti i suoi vestiti erano rimasti nel 2016.
- Non mi hai lasciato neanche un pezzetto di torta! - protestò Liv guardando storto il fratello.
- Fcufa- biasciò Dean con la bocca piena. Liv gli diede uno scappellottolo sulla nuca.
- Andiamo alla fattoria, - disse solo.
- fi, buofa idea! - annuì Dean, seguendola. Castiel non potè fare a meno di uscire insieme a loro, pensando a quanto fossero strani gli essere umani.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco qua il tredicesimo capitolo!
Sono riuscita ad aggiornare puntuale nonostante lo studio, merito una statua di cioccolato!
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto, ho cercato di rendere Castiel meglio possibile, ma vi prego, avvertitemi subito se sono finita OOC! (E' il mio terrore! )
In questo capitolo non succede granchè, è più di passaggio, ma nel prossimo ci sarà più azione.
Detto questo: grazie a tutti i lettori silenziosi, a chi segue, preferisce e ricorda, nonostante rimanga nell'ombra. Grazie di cuore a Biota per la sua recensione, sono contenta che la storia continui a piacerti, e lo so che mi so fare odiare per la fine dei miei capitoli... ma spero che mi sia fatta perdonare per la velocità di aggiornamento... non ci tengo ad una visitina di Lucifero! Sì, non è esattamente semplice vedere i tuoi genitori felici e spensierati sapendo cosa succederà...

Allora a presto!
AllisonHermioneEverdeen
   
 
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