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Autore: hazelnocciola    11/01/2018    2 recensioni
[FANFICTION INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Chi ha detto che senza un Signore Oscuro da combattere i giovani maghi e le giovani streghe di Hogwarts possono vivere tranquillamente? Qui, i ragazzi della Scuola di Magia e Stregoneria si trovano ad affrontare un nemico ancora più temibile: l'adolescenza. Fra amori, amicizie, compiti in classe, gite ad Hogsmeade, burrobirre e il decidere che cosa fare del proprio futuro, i ragazzi di Hogwarts dovranno affrontare sfide molto più grandi.
In questa storia i vostri OC non affronteranno cani a tre teste o maghi senza naso, ma qualcosa di più spaventoso: la vita.
Spero di vedervi partecipare in tanti, ogni informazione si trova all'interno del capitolo.
Con questo vi saluto,
HN
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Tredici personaggi in cerca d’autore

Capitolo 4 - The Luck You Got

 

 

 

 

 

 

 

 

Now I know that I’m not

All that you got

I guess that I, I just thought

Maybe we could find new ways to fall apart

But our friends are back

So let’s raise a toast

‘Cause I found someone to carry me home

Tonight

We are young

So let’s set the world on fire

We can burn brighter than the sun

 

 

 

 

 

 

 

 

31 Ottobre 2017

 

16:10

 

Josh non era mai stato così nervoso da che ne potesse ricordare. Be’, eccetto al primo appuntamento con Cecilia, quando durante l’estate l’aveva portata per la sua prima volta ad un cinema babbano.

 

Ripensare alla sua ragazza lo tranquillizzò, ma l’ansia rimaneva ugualmente.

 

Girandosi vide Laertes Charrington-Abbey, che non sembrava affatto contento della situazione che si era presentata. Il Grifondoro teneva il peso su una gamba sola, un braccio incrociato e appoggiato a questo l’altro. Stava esaminando le unghie della mano con qualche sbuffo di tanto in tanto.

 

Josh, al contrario, non era annoiato dall’attesa, solo terrorizzato.

 

Non si aspettava che Reece Waldegrave fosse un ritardatario, ma l’aveva imparato in fretta con i suoi continui ritardi agli incontri del Club di Teatro.

 

Nessun problema, certo, se non il fatto che quello stesso giorno avrebbe deciso che sarebbe stato protagonista fra Laertes e Josh nella sua opera, della quale fino a quel momento aveva raccontato solamente la trama.

 

Josh non era mai stato un esperto di teatro, ma gli piaceva la storia: era ambientato negli anni ’50 negli Stati Uniti, parlava di un ragazzo che vendeva i giornali per le strade di New York e che improvvisamente si innamorava di una donna sposata vista per strada.

 

Reece non aveva voluto dire come sarebbe finita la storia e Josh dubitava che lo sapesse anche lui.

 

Josh non immaginava che sarebbe finito col fare le audizioni per il ruolo principale, quando si era iscritto al Club, pensava di fare il tecnico o robe così, e invece, per puro caso un giorno in bagno si era ritrovato a recitare a memoria un pezzo di un vecchio film, Casablanca, pensando di essere tutto solo. Ma Reece Waldegrave era lì e lo aveva sentito.

 

Lo aveva praticamente costretto a fare le audizioni, dicendo che gli sarebbe piaciuto moltissimo averlo nello spettacolo e Josh, non volendo deluderlo, aveva accettato.

 

Ma non era l’unico a voler il ruolo di protagonista. Lui e Laertes si erano ritrovati a fare audizioni su audizioni, ma Reece continuava ad essere incerto su a chi darlo, almeno fino a quel giorno.

 

Finalmente la porta si aprì e un Reece Waldegrave affannato corse verso di loro con un foglio in mano.

 

«Meglio tardi che mai» fece un ragazza di Grifondoro che aspettava di fare l’audizione per il ruolo femminile.

 

«Scusatemi» disse il Serpeverde mortificato. «Ho avuto delle… niente di importante» decise infine.

 

«Waldegrave? Devo andare agli allenamenti» gli ricordò Laertes.

 

Reece si scosse. «Sì, certo. Allora, Josh, ‘Ras… Ci ho pensato a lungo e ho capito che per il ruolo in questione, il personaggio e come voglio che venga rappresentato mi serve un attore con un minimo di esperienza e molto carisma… Insomma… Il ruolo di protagonista andrà a Laertes.»

 

Josh abbassò lo sguardo e sospirò. In qualche modo, aveva iniziato a sperarci con il passare dei giorni.

 

Con la coda dell’occhio vide Laertes sorridere vittorioso, ma riuscì a vedere un’aria di sollievo sotto il suo solito ghigno.

 

Il Tassorosso andò da lui. «Congratulazioni, amico» gli disse, stringendogli la mano.

 

Laertes sembrò preso contro piede. «Bailey» rispose con una stretta forte e decisa.

 

Josh scese dal palco, sperando di poter uscire subito da quella stanza, ma fu praticamente subito fermato da Reece. «Ehi, Josh, mi dispiace, ma ho pensato che a Laertes sarebbe stato più utile, sai dopo Hogwarts e…»

 

Il Tassorosso sorrise sincero. «Non ti preoccupare, Waldegrave. Non sono un tipo da riflettori, io.» Detto questo il ragazzo voltò le spalle.

 

·•·•·•·

 

17:21

 

Effy non aveva una grandissima voglia di andare a quella festa. Era contenta di passare una serata in compagnia di Reece, senza che il ragazzo passasse ancora troppo tempo a tormentarsi per suo padre.

 

Sperava di riuscire a far fare amicizia a lui e Freyja. Negli ultimi giorni le due ragazze avevano scoperto di avere molte cose in comune, tra le quali un migliore amico da tenere a bada.

 

Effy sospirò, sedendosi sul prato e appoggiando la schiena al tronco di un albero. Davanti a lei, il Lago Nero si estendeva in tutta la sua bellezza.

 

Iniziava a fare freddo e Effy si era vestita un po’ troppo leggera, ma sentire quell’aria pura che le andava tra i capelli e sul volto la convinse a rimanere.

 

Tirò fuori il suo libro di disegni. Non era molto brava, principalmente disegnava piante per poi metterle nel suo quaderno e scriverci accanto le proprietà.

 

Effy aveva iniziato ad appassionarsi ad Erbologia poco tempo prima. Inizialmente la considerava una materia piuttosto insignificante, anche se le piaceva molto l’insegnante, poi però aveva passato un’estate a casa Waldegrave principalmente a parlare con il nonno di Reece.

 

Quell’anziano signore le aveva fatto scoprire che le piante erano gli unici esseri viventi che non avrebbero mai giudicato una persona, proprio perché era contro la loro natura.

 

Effy si era innamorata di quell’idea di bontà, che sembrava così lontana dal mondo in cui viveva.

 

La ragazza sospirò di nuovo e iniziò a guardarsi intorno. Non c’era molta gente sul Lago, da lì fino alla primavera Effy sapeva che sarebbe rimasto quasi deserto.

 

C’erano un paio di ragazzi che correvano, un altro paio che stava giocando con un pallone.

 

L’unico che Effy riconobbe fu un ragazzo rosso di Serpeverde. Il fratellino di Malorie Waverly, forse. Effy non era mai stata molto amica di quella ragazza, né lei né Cecilia Nott di Grifondoro. Entrambe false a suo parere.

 

Ma il fratellino (Edmund forse?) le piaceva già di più.

 

Lo aveva sempre visto solo, per i fatti suoi, un po’ come lei quando non era con Reece.

 

Edmund Waverly stava lanciando dei sassolini sul lago, facendoli rimbalzare, finché non lo raggiunsero altri due ragazzi di Case diverse.

 

I tre iniziarono a schizzarsi con quell’acqua gelida fra le grida e le risate.

 

Effy sorrise contenta.

 

Le piacevano gli atti di pura amicizia.

 

Quei ragazzi lo erano.

 

·•·•·•·

 

19:14

 

«Questo o questo?» Cecilia si mise di nuovo davanti allo specchio, passando davanti prima un vestito nero con una profonda scollatura e poi uno rosso senza le maniche.

 

Non sentendo alcuna risposta dal suo ragazzo, si voltò sbuffando, per poi sospirare e sedersi di nuovo accanto a lui. «Amore» gli sussurrò, mettendogli una piccola ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Te li devi proprio tagliare» rise e Josh, in risposta la prese di peso gettandola sul letto e mettendosi sopra di lui, tra le risate della Grifondoro.

 

Improvvisamente la porta si aprì e una compagna di stanza di Cecilia entrò. «Oh, andiamo! Mettete un calzino sulla maniglia, cazzo!» gridò, uscendo subito.

 

I due ragazzi risero, per poi ricomporsi.

 

«Mi dispiace per l’audizione» disse.

 

Josh sorrise. «Non c’è problema. Laertes è decisamente più bravo e avrò comunque una parte nello spettacolo, anche se non quella del protagonista.»

 

Cecilia scosse la testa. «Assolutamente no, Charrington la pagherà per aver fatto soffrire il mio amore» - e qui la ragazza gli prese le guance con una mano e gliele strizzò - «Vedrai gli darò del filo da torcere agli allentamenti e anche in redazione!»

 

Il Tassorosso scosse la testa sorridendo. «Sei incorreggibile.»

 

«Per questo mi ami.» Cecilia scattò in piedi. «Bene, ora aiutami a trovare un vestito per stasera!»

 

«Perché non ti provi quello verde e rosso che ti aveva preso Clara?» propose Josh.

 

Il viso di Cecilia si rabbuiò nel sentire il nome della sua matrigna.

 

Josh si alzò, avvicinandosi alla sua ragazza e mettendole le mani intorno alla vita. «Anche se la odi… quel vestito ti sta incredibilmente bene» sussurrò, baciandole il collo.

 

«E va bene!» rise, togliendosi di dosso il ragazzo e andando a prendere il vestito.

 

Il Tassorosso si sedette di nuovo. «A proposito della redazione… Il tuo numero speciale? Sembravi molto entusiasta a riguardo.

 

Cecilia annuì. «Lo sono, sto solo mettendo le cose in ordine, ci sta volendo più tempo del previsto, ma ci sto lavorando.»

 

«È per questo che passi così tanto tempo con quella pettegola di Cara Spencer?» domandò Josh, con tono arrabbiato. Normalmente Josh non avrebbe parlato male di una persona che non conosceva, ma quella Tassorosso era l’unico tipo di persona che Josh non poteva sopportare: chi parlava alle spalle.

 

La Grifondoro fece un verso esasperato. «Josh! Si tratta solamente di un articolo.»

 

Il Tassorosso puntò lo sguardo su di lei. «Che potrebbe danneggiarti più di quanto credi.»

 

·•·•·•·

 

21:12

 

«Non penserete mica di vestirvi così, vero?»

 

Andy e Ben si scambiarono un’occhiata confusa, per poi girarsi ancora verso Holly. «Cos’hanno di sbagliato i nostri vestiti?» fece Ben, sinceramente offeso dal fatto che la migliore amica non approvasse i suoi jeans e la sua maglietta dei Sum 41. Andy indossava gli stessi pantaloni, ma aveva optato per una felpa blu.

 

«No, no, no, no. Tornate subito a cambiarvi!» ordinò la ragazza. Malorie aveva esplicitamente detto che voleva tutti vestiti come si doveva e Holly aveva ubbidito, scegliendo un vestito nero con il collo alto, le spalle scoperte e le maniche a sbuffo. Doveva dire che era piuttosto soddisfatta di come era venuto fuori il suo look.

 

«Ma non ho niente di elegante, io!» protestò Andy.

 

«Non provare ad ingannarmi Grier» ribatté Holly con sguardo infuocato, sotto al quale Andy fece un impercettibile passo indietro. «Conosco tua madre abbastanza bene da sapere che ti ha fatto mettere una giacca in quel dannatissimo baule.»

 

Il Tassorosso deglutì. «Ci vediamo in fondo alle scale» disse, prima di scappare nella sua stanza per cambiarsi.

 

Holly sorrise vittoriosa, mentre tornava accompagnata da Ben nel Dormitorio dei Corvonero.

 

«Saremo in ritardo per questa buffonata» fece Ben.

 

«Primo, bisogna sempre arrivare in ritardo per fare un bell’effetto e secondo, se tutti ci devono guardare, tanto vale essere vestiti bene» spiegò la bionda con calma.

 

Ben aggrottò le sopracciglia. «Su chi dovresti fare colpo, tu?»

 

Holly alzò gli occhi al cielo. «Ma su nessuno io, scemo! Lo faccio per Andy: farò in modo che qualcosa accada fra lui e il nostro piccolo Serpeverde, stasera. Fosse l’ultima cosa che faccio.»

 

I due ragazzi fecero il resto del percorso in silenzio.

 

Una volta arrivati nella stanza di Ben, questi disse ad Holly di aspettarlo fuori, lei fece un commento sul fatto che si vergognasse di farsi vedere mentre si cambiava e a quel punto il ragazzo le chiuse la porta in faccia.

 

Qualche minuto dopo, Ben indossava una camicia bianca con una riga nera, il cui taglio la faceva sembrare una cravatta, e una giacca scura.

 

Holly non disse niente e per una volta fu davvero senza parole.

 

«Be’, nessun commento?» domandò Ben inarcando le sopracciglia e muovendosi, evidentemente scomodo a causa del vestito.

 

«Tu… Non stai male» disse infine la ragazza.

 

Ben assunse un’aria confusa. «È un complimento?»

 

Un attimo dopo, Holly sembrò rinsavita e si scosse. «Muoviti, Andy ci starà aspettando» fece girando i tacchi e avviandosi giù per le scale.

 

«Un momento, aspettami! Non riesco a correre in questo coso!»

 

·•·•·•·

 

21:22

 

Freyja si guardò allo specchio per l’ennesima volta.

 

Non aveva per niente voglia di andare a quella festa, tutta colpa di Laertes che decideva sempre di parlare per lei. Glielo aveva detto dopo, anche piuttosto incazzata, ma in qualche modo il Grifondoro riusciva a cavarsela sempre.

 

Freyja sospirò, tenendo in dentro la pancia e mettendosi di profilo. C’era da dire che il vestito era davvero bello: blu notte, lunga fino a metà coscia, con inserti argento e bianchi. Guardò giù in basso verso i suoi tacchi.

 

«Al diavolo» disse a bassa voce, levandoseli e mettendo le sue comode Dr Martens nere: se doveva proprio andare a questa stupida festa, tanto valeva andarci comoda.

 

Guardò l’orologio e vedendo che mancavano ancora otto minuti all’appuntamento con Laertes si gettò sul suo letto, in mezzo ai suoi schizzi. Ne prese uno a caso e iniziò ad esaminarlo. Erano solo abbozzi: uno di Hermes, il suo Barbagianni, un piccolo volto di Laertes addormentato. Girandolo trovò un ritratto di Effy, che le aveva fatto qualche giorno prima, quando la ragazza le chiese di fargliene uno, scoprendo il suo talento.

 

Freyja sorrise. Probabilmente Effy non si rendeva nemmeno conto di Freyja avesse iniziato a tenere alla loro amicizia.

 

Improvvisamente la porta della sua stanza si aprì e Rebecca Danes, una delle sue compagne di stanza entrò. Anche lei era stata invitata alla festa di Malorie e Freyja l’aveva sentita parlarne con delle sue amiche, dicendo che la Serpeverde doveva essere caduta in basso per aver invitato anche Freyja.

 

Freyja le aveva sempre detestate le ragazze come lei.

 

«Ciao» la salutò, fingendosi amichevole.

 

Freyja le fece un cenno con la testa. Forse fu in quel momento che scattò la voglia di andare alla festa: si era stancata di essere trattata come una pazza da tutti gli altri Corvonero, non era affatto così lei.

 

E va bene! Ci sarebbe andata e avrebbe fatto vedere chi era davvero!

 

·•·•·•·

 

21:31

 

«Stai benissimo, Lìa.»

 

Ofélia arrossì, sorrise e chinò la testa, come se cercasse in qualche modo di nascondersi. Carter ricambiò il suo sorriso e insieme si avviarono verso la Sala Comune dei Serpeverde, dove si erano dati appuntamento con Berenice e Elliot.

 

Ofélia aveva passato fin troppo tempo a pensare a cosa si sarebbe messa, prima di scegliere per un vestito rosso aperto sulla schiena, con le mezze maniche e lo scollo aderente. Aveva tirato su i capelli scuri e si era applicata un sottile strato di trucco sugli occhi, come le aveva insegnato una delle sue sorelle.

 

Carter indossava una semplice camicia bianca e i capelli erano come al solito tirati indietro.

 

«Allora…» iniziò Carter, guardando Lìa con un sorrisetto.

 

La Tassorosso lo guardò confusa. «Mh? Cosa?»

 

«C’è un motivo particolare per cui sei così in tiro?»

 

Ofélia arrossì fino alla punta delle orecchie e diede un pugno scherzoso alla spalla di Carter. «È una festa Carter, è naturale che io mi sia vestita bene.»

 

Il Grifondoro annuì, facendo finta di prenderla a bere. «Quindi il fatto che ci sarà anche Elliot Waverly… non ha influito per niente.»

 

«Che cosa?» quasi gridò, con la voce leggermente più acuta del solito.

 

Carter scoppiò a ridere e mise un braccio attorno alla spalla dell’amica. «Andiamo ti prendo in giro, però ammettilo gli facevi gli occhi dolci, prima, quando eravamo sul Lago Nero!»

 

«Io non facevo gli occhi dolci, proprio a nessuno!» protestò.

 

«Vediamo cosa ne pensa lui allora» disse infine Carter, facendo arrossire Ofélia fino alla punta delle orecchie. Erano ormai arrivati davanti alla Sala Comune e Carter disse la parola d’ordine, che per quella serata era, naturalmente, “Scherzetto”.

 

Le porte si aprirono e i due ragazzi entrarono. Ormai la festa era praticamente iniziata. Una cinquantina di studenti tutti ben vestiti stava ballando al centro o era seduta alle poltrone che erano state spostate ai lati dell’enorme stanza o in piedi a parlare.

 

«Guarda, è lì» fece Carter, indicando Elliot e un paio di suoi compagni della squadra di Quidditch, fra i quali Caterina Marsh, capitano dei Serpeverde.

 

Il Grifondoro e la Tassorosso li raggiunsero.

 

Elliot, al contrario, sembrava essere l’unico non vestito elegante, dato che aveva addosso un paio di jeans e una maglietta dei Guns N’ Roses. Non fosse stato il fratellino di Malorie Waverly, Ofélia dubitava che l’avrebbe fatto entrare.

 

«Ciao, ragazzi» salutò tutti Carter. Gli altri due Serpeverde, un ragazzo e una ragazza inarcarono le sopracciglia senza dire niente. «Andiamo a prendere da bere, Waverly?» fece allontanandosi con Elliot e Ofélia accanto.

 

Ofélia si guardò dietro qualche secondo. «Simpatici, eh?»

 

Elliot sorrise leggermente. «Il capitano voleva solo informarmi che giocherò. Non sono molto antipatici.»

 

«Ah, fortuna che ora hai noi, piccolo Waverly!» esclamò Carter, mettendo un braccio attorno alle spalle di Elliot e uno attorno ad Ofélia. «Allora, Lìa, hai intenzione di rimanere sobria come al solito?» le chiese con un sorrisetto.

 

La Tassorosso ricambiò. «Qualcuno dovrà pur badare a voi, non credi?»

 

«Andiamo, mamma, sciogliti per una volta!»

 

«Non avverrà. Non oggi.»

 

·•·•·•·

 

21:43

 

«Oh, Dio aiutami. È un angelo.»

 

Holly sorrise. «Non ti preoccupare, Grier» fece, mettendo un braccio attorno alle spalle dell’amico. Fortunatamente aveva i tacchi, altrimenti lo avrebbe dovuto far abbassare di un bel po’ di centimetri. «Ho un piano» gli disse sorridendo.

 

Andy spalancò gli occhi. «No, ti prego, non fare niente.»

 

«Certo che faremo qualcosa» rispose.

 

«Idea sua, non mia» si difese subito Ben, che aveva raggiunto i suoi amici portandogli una birra a testa.

 

Holly gli scoccò un’occhiataccia. «La metteremo in atto entrambi. Per aiutarti.»

 

Andy accettò la birra di Ben e ne bevve un lungo sorso. «Farò una figuraccia, lo so.»

 

«No, non la farai!» lo incoraggiò l’amica. «Guarda, c’è Malorie, andiamo a salutarla.»

 

Detto questo Holly si avviò, lasciando indietro gli amici. «Non ti sembra un po’ strana oggi?» domandò Ben, prendendo un sorso dalla sua bottiglia.

 

«Non saprei. Perché?» chiese Andy, ancora un po’ assente e spaventato dalle parole della Corvonero.

 

Ben fece spallucce.

 

«Ehi, Grier, Carrow! Come va?» li salutò Malorie Waverly, quando li vide arrivare. Indossava un semplice vestito nero stretto in vita. I capelli rossi erano stati lasciati cadere dolcemente lungo le spalle e indossava dei tacchi che la facevano sembrare ancora più alta.

 

«Tutto bene, grazie» fece Ben, iniziando a guardarsi intorno. «Direi che le cose cominciano piuttosto bene.»

 

Malorie sbuffò. «Non sono ancora riuscita a rendere l’incantesimo insonorizzante permanente, ma ci riuscirò. In ogni caso ho rifilato un bel po’ di sonnifero nei bicchieri di tutti gli insegnanti prima di cena.»

 

Holly la guardò ammirata. «Ottima mossa, Waverly» le disse, al che Malorie sorrise compiaciuta.

 

«Allora» fece. «Piani per la serata?»

 

Ben ridacchiò. «Oh, sai, ubriacarmi fino a star male così da saltarmi un paio di giorni di lezioni.»

 

Malorie guardò Holly. «Tu, invece?»

 

La Corvonero sorrise, mettendo un braccio attorno alle spalle di Andy, che continuava a fissare da lontano un certo signor Serpeverde. «Riuscire a far combinare qualcosa al piccolo Andy» rispose, mentre il migliore amico arrossiva fino alla punta delle orecchie.

 

Lo sguardo della Serpeverde si illuminò. «Finalmente qualcosa di eccitante! Chi è il fortunato?» domandò. Holly, con un cenno del viso le indicò un punto preciso della Sala Comune, dove si trovava l’innamorato di Andy. «Cazzo, Grier, hai buon gusto» commentò. «Perché non me lo hai detto prima, avrei potuto buttare una buona parola su di te!»

 

Il Tassorosso spalancò gli occhi. «Tu— Tu lo conosci?»

 

Malorie sorrise. «Certo che lo conosco, Grier. Io conosco tutti.»

 

Andy inghiottì la sua stessa saliva, terrorizzato.

 

·•·•·•·

 

22:57

 

Carter si portò la sua birra Babbana alla bocca con una mano, con l’altra ne offrì una a Cecilia. La sua sorellastra beveva solo quella e sdegnava qualunque altro tipo di alcolico, che fosse Magico o Babbano.

 

Aveva preferito lasciare da soli a chiacchierare Ofélia e Elliot e andare a salutare sua sorella, magari anche per fare un favore all’amica.

 

«Ecco, C» disse a Cecilia mentre la ragazza la prendeva in mano senza nemmeno guardare Carter. La Grifondoro infatti stava guardando in direzione di una Serpeverde dai capelli rossi con un sopracciglio inarcato.

 

Josh, accanto a loro alzò gli occhi al cielo. «Amore…»

 

«Non farò scenate, Josh. A meno che non sia lei a chiedermelo.» In quel momento, Malorie Waverly guardò nella loro direzione e fece un’espressione fin troppo simile a quella della Grifondoro.

 

«Ehi,» fece Carter prendendo il braccio di Cecilia, prima che qualcuno potesse dire altro. «Fammi questo favore. Io e Elliot abbiamo stretto amicizia, non voglio che finiamo con lo schierarci dalle parti delle nostre sorelle.» Il Grifondoro alzò le sopracciglia, aspettando che la ragazza si calmasse.

 

Cecilia sospirò. «Va bene, ma lo faccio per te. Non per quei Waverly.»

 

Carter sorrise. «È quello che volevo sentirti dire.»

 

I due fratelli fecero battere le loro birre, in segno di accordo. Era una cosa che vedevano sempre fare ai loro genitori.

 

A quel punto un’altra persona si aggiunse al loro trio. Laertes Charrington-Abbey e Freyja Wellington vennero da loro, entrambi con un bicchiere pieno di Whisky Incendiario.

 

Laertes sembrava già ubriaco. «Bailey!» gridò mettendo un braccio attorno alle spalle di Josh e tirandolo giù. Il Tassorosso era un vero gigante. Freyja sorrise con gli occhi che si illuminarono leggermente. Carter intuì che anche lei non fosse completamente lucida. «Proprio l’uomo che cercavo!» continuò Laertes.

 

«Certo, amico» lo assecondò Josh, divertito dal comportamento del ragazzo.

 

«Tu… Sei stato bravo, ma…!» Laertes prese un bel respiro. «Ma io lo sono stato più di te!»

 

Carter aggrottò la fronte, confuso dal dove volesse arrivare il Grifondoro.

 

«Charrington dove vuoi arrivare?» fece Cecilia con fare leggermente minaccioso.

 

Laertes lanciò le braccia per aria. «Da nessuna parte, tranquilla mia cara Nott. Sei sempre tu il centro dei miei pensieri.»

 

Cecilia sorrise. «Così va meglio.»

 

«Be’! Volevo solo dirti che sono felice di aver trovato un concorrente» disse Laertes, appoggiandosi a Josh. «Congratulazioni.» Detto questo il Grifondoro girò i tacchi, dirigendosi da un’altra parte.

 

Freyja rimase lì.

 

«Non lo segui?» domandò Cecilia.

 

«Ho intenzione di divertirmi, stasera, non di seguire ‘Ras» rispose secca la Corvonero con un mezzo sorriso. «Cin cin» disse infine, scontrando il suo bicchiere con la bottiglia di Cecilia.

 

La Grifondoro ricambiò il sorriso. «Non sei male, Wellington.»

 

·•·•·•·

 

23:48

 

«Scusami» disse improvvisamente Elliot. Si girò e si avviò fuori dalla stanza, lasciando lì Ofélia.

 

Sapeva di essersi comportato come un grandissimo stronzo con la Tassorosso, ma ancora un minuto in quel casino a parlare del più e del meno lo avrebbe ucciso.

 

Conosceva benissimo un posto dove sapeva che non ci sarebbe stato casino, forse solo un paio di coppiette negli angoli, ma a lui andava anche bene. Aveva solo bisogno di silenzio.

 

Fuori dalla Sala Comune c’era il corridoio che portava alle camere da letto e, seminascosto fra due statue, una piccola porta in pietra.

 

Entrò e davanti a lui si aprì un salottino protetto da muri in vetro infrangibile, oltre al vetro, le profondità del Lago Nero. Era il posto preferito di Elliot, conosciuto ancora da pochi ragazzi di Serpeverde che chissà come non ci avevano mai fatto caso. A Elliot l’aveva fatto naturalmente scoprire Malorie, lui non era così osservatore.

 

Si sedette su uno dei divani in pelle, felice di notare che c’erano solamente tre ragazzi piuttosto lontani da lui che si facevano una canna.

 

Tirò fuori dalle tasche un pacchetto e si accese una sigaretta.

 

Guardò il fumo uscire piano piano dalla bocca e sorrise della pace… che naturalmente fu presto interrotta.

 

«Sei il fratellino di Malorie Waverly. Elliot.» Non era stata una domanda e a parlare era Laertes Charrington-Abbey, il portiere di Grifondoro. Elliot non era mai riuscito a segnare contro di lui, era dannatamente bravo e per questo non lo sopportava.

 

Elliot lo guardò, osservò i capelli scompigliati e le guance rosse a causa dell’alcool. Annuì.

 

Vedendo che il Grifondoro non sembrava avere intenzione di andarsene, Elliot gli allungò il pacchetto di sigarette.

 

«Oh, grazie.» Questo si sporse e ne prese una, fu come se l’avesse presa come l’invito a sedersi accanto a lui. Si fece accendere la sigaretta direttamente da Elliot, per poi gettarsi come un sacco allo schienale del divanetto.

 

Elliot appoggiò i gomiti sulle gambe, sperando che Laertes avesse intenzione di starsene un po’ zitto.

 

«Bella maglietta» commentò però Laertes, osservando la schiena di Elliot, sulla quale maglietta erano scritte le vecchie date di un concerto dei Guns N’ Roses. Era di suo padre, a quel concerto i suoi genitori si erano conosciuti. «È incredibile quante poche persone ascoltino musica Babbana, qui» continuò il Grifondoro. «Non sanno davvero cosa si perdono…»

 

Laertes non parlò per qualche istante, come se si aspettasse che Elliot iniziasse a prendere parte alla conversazione, cosa che non accadde.

 

«Sei un tipo particolare, Waverly» lo sentì dire.

 

«È un complimento?» domandò il rosso, inalando l’ultimo tiro della sigaretta, che fu schiacciata a terra dal suo piede.

 

Laertes ridacchiò. «Dipende da te.»

 

Elliot si voltò e improvvisamente si ritrovò il viso di Laertes a pochi centimetri dal suo: si era sporto senza che potesse neanche accorgersene.

 

Il Grifondoro fece un piccolo sorriso e Elliot fu costretto a trattenere il fiato.

 

Elliot si alzò. «Devo andare… devo trovare mia sorella» disse, uscendo dalla stanza e lasciando ancora una volta una persona dietro di sé.

 

·•·•·•·

 

1 Novembre 2017

 

00:19

 

Andy non era ubriaco, purtroppo. L’unica cosa che riusciva a fare era guardare da lontano Reece che parlava con la sua amica Effy. Sembrava un pazzo a fissarli così.

 

Era seduto su uno dei divani, con due coppie ai lati che era lì per lì per…. be’, non c’era bisogno di dirlo. Ben, Holly e degli altri ragazzi ballavano e parlavano lì davanti.

 

Andy si portò il suo drink alla bocca, proprio mentre Ben veniva verso di lui.

 

«Andiamo, amico» gli fece il Corvonero, con l’alito che puzzava di alcool in maniera assurda. «Anche lui deve provare qualcosa, no? Quella… cosa… quella che era successa… una settimana fa? No, forse non eri tu… Ehi, Holly, sei tu che te la fai con Reece Walde… Walde…» Ben rise. «Come si chiama quel Serpeverde?»

 

Andy lasciò che il Corvonero barcollasse ubriaco da un’altra parte e iniziò a pensare. Pensò a qualche giorno prima, quando al Club di Musica lui era rimasto l’ultimo nella stanza per esercitarsi ancora e stava mettendo a posto il violino…

 

 

25 Ottobre 2017

16:31

 

Il Tassorosso, prendendo in mano gli ultimi spartiti, li fece cadere a terra e si chinò a raccoglierli. Quando si tirò su, si rese conto di non essere più l’ultima persona nella stanza.

 

Reece Waldegrave era lì che lo guardava. «Ciao, Andy» lo salutò.

 

Andy, naturalmente, si sentì avvampare, ma sorrise. «Ehi, come va?»

 

Il Serpeverde, affascinante come sempre ricambiò il sorriso. «Stavo cercando Effy» spiegò. «Ma credo sia già andata.»

 

Il Tassorosso annuì, aspettandosi che quello si girasse e uscisse dalla stanza. Ma non lo fece. Rimase lì a guardarlo.

 

«Suoni il violino» osservò Reece, indicando lo strumento che Andy teneva in mano. «Anche io lo suonavo, quando ero molto piccolo, ma non era un granché» ridacchiò.

 

«Potrei insegnarti.» Andy si rese conto che quelle parole erano uscite dalla sua bocca troppo tardi. Fece per rimangiarsi tutto, ma Reece rispose prima che potesse farlo: «Certo».

 

Andy trattenne il fiato, mentre Reece si avvicinava a lui. Gli pose il violino e l’archetto, Reece li prese e fece per poggiare la testa sul violino e mettersi in posa, quando Andy ridendo lo fermò. «Non lo devi tenere così» ridacchiò riferendosi all’archetto.

 

Reece inarcò le sopracciglia e pose l’archetto a Andy, questi gli prese la mano per mettergli le dita in posizione. Una volta che ebbe finito si accorse di cosa stava succedendo.

 

Stava tenendo la cazzo di mano di Reece fottuto Waldegrave.

 

Alzò il viso di scatto, sentendoselo bruciare. «Ehm, ecco» disse, senza però lasciare la mano del Serpeverde. Reece non era rosso, ma non toglieva neanche la mano. Che avesse anche lui quello strano desiderio di toccare Andy?

 

«Sono di troppo?» una voce li fece sobbalzare entrambi. I ragazzi si girarono velocemente verso la professoressa Ogden con dei vecchi spartiti in mano, che li guardava con aria di sufficienza. «Non hai niente di meglio da fare, Waldegrave? Come studiare Trasfigurazione per il tuo M.A.G.O.? E tu, Grier? Non dovresti esercitarti invece di fare gli occhi dolci?»

 

Andy si sarebbe voluto sotterrare proprio in quel momento. Deglutì, aspettando che la Ogden se ne andasse prima di girarsi verso Reece, più rosso di prima se possibile.

 

«Temo abbia ragione» fece Reece, restituendo il violino e l’archetto al proprietario. «Ci si vede in giro, Andy.»

 

Detto questo si girò e uscì dall’aula, lasciando Andy lì dov’era, da solo.

 

 

In effetti… Reece gli aveva tenuto la mano e durante le ripetizioni lo aveva visto parecchie volte che lo guardava, giusto?

 

Andy bevve l’ultimo sorso e si alzò, diretto verso i due Serpeverde, mentre dietro di lui Ben lo incitava: «Sì, forza Grier fagli vedere chi sei!».

 

·•·•·•·

 

00:20

 

Holly si portò uno shottino alla bocca, poi un altro, e un altro ancora.

 

Il Whisky Incendiario era da sempre il suo alcolico preferito, le piaceva il bruciore nella gola. Attorno a lei le immagini diventavano sempre più confuse, c’era Malorie Waverly che stava ballando con un ragazzo che non conosceva, Andy che si stava avviando da qualche parte e poi… Ben.

 

Il ragazzo barcollava avanti e indietro, gridando e saltando. Holly scoppiò a ridere vedendolo e il Corvonero, sentendola si avvicinò a lei.

 

«Ah, Holly Sidney Warren» fece, mettendole una mano sulla spalla. «Tu non reggi l’alcool» rise e Holly si unì a lui.

 

Si fermò presto, però. Ben continuava a ridere. Aveva perso la giacca da un po’ e la camicia era quasi completamente aperta. I capelli erano spettinati, gli occhi spalancati e le labbra che sembravano così morbide.

 

«Tu non lo reggi, Sidney Warren Holly» rise ancora. Improvvisamente si piegò in due e l’unica cosa che riuscì a capire Holly era che stava vomitando su tutto il pavimento.

 

«Che schifo, Carrow!» gridò Holly, spingendolo via e allontanandosi. Aveva fatto pochi passi prima di vederlo.

 

Seth era lì, non sembrava cambiato per niente. Aveva ancora gli stessi capelli biondo sporco, il grande sorriso caratterizzato dal suo diastema.

 

Holly si stropicciò gli occhi, dimenticandosi completamente del trucco. «Seth? SETH?!»

 

Il ragazzino corse via e Holly iniziò ad inseguirlo per tutta la Sala Comune, per poi finire in un corridoio strano. Qualcuno le venne addosso, ma Holly lo spinse via. Con gli occhi pieni di lacrime l’unica cosa che riusciva a vedere erano i capelli biondi di Seth.

 

Poi scomparve.

 

Holly si accasciò a terra, con la testa appoggiata ad un qualche muro. Il pavimento sotto di lei era freddo.

 

Faceva fatica a respirare. Era come se un macigno pesante quanto tutto il castello fosse sul suo petto. Provò a gridare aiuto ma le parole non le usciva dalla bocca. Holly si sentì strangolata e le lacrime continuavano a rigarle il volto.

 

Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth.

 

Lo ripeteva nella sua mente come se fosse stato un mantra.

 

Dov’era Seth? Perché era scappato, perché non era venuto da lei?

 

Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth, Seth.

 

Seth era morto. Seth non c’era più. Holly se lo era solo immaginato.

 

«Aiuto» sussurrò.

 

Due figure balenarono davanti a lei. Ben era accompagnato da un ragazzo, un Tassorosso che non era Andy.

 

«Ehi, guarda c’è la mia amica!» gridò Ben indicandola. «Holly… è Holly!»

 

«Va bene, va bene, amico. Ti lascio qui» gli fece il Tassorosso, facendo sedere anche lui e andandosene per tornare alla festa.

 

Ben si girò sorridendo verso Holly, ma smise quando vide il volto sconvolto della ragazza. «Che è successo?» domandò piano.

 

Holly continuò a piangere, stringendosi al petto di Ben. «L’ho visto, Ben. Giuro che l’ho visto…»

 

Ben la strinse a sé. «Va tutto bene, Holly. Ci sono io.»

 

«È scappato, ma l’ho visto… Giuro che era lì… Lo giuro…»

 

·•·•·•·

 

00:22

 

«Almeno questo è quello che mi ha detto!»

 

Reece scoppiò a ridere sentendo la storia di Effy e vide la ragazza davanti a lui guardarlo con un gran sorriso. Improvvisamente, poi, si fermò.

 

Reece seguì il suo sguardo e vide Andy Grier che veniva verso di loro.

 

«Ehi» li salutò il Tassorosso. Reece sorrise e insieme a Effy avvicinarono i bicchieri facendoli battere uno contro l’altro. «Io sono Andy» si presentò il ragazzo, stringendo la mano di Effy.

 

La Serpeverde gliela strinse sorridendo sorpresa. «Oh, ciao! Sono Effy, Reece mi ha parlato di te…»

 

«Spero solo cose buone» le fece l’occhiolino il Tassorosso.

 

Reece sorrise sorpreso. Era forse la prima volta che parlava con un Andy Grier così sicuro di sé. Effy rise e lui si unì a lei.

 

Il Serpeverde rimase qualche secondo a guardare l’altro ragazzo. Sembrava così diverso dal ragazzo di ripetizioni, o da quello dell’aula di Musica.

 

 

25 Ottobre 2017

16:22

 

Reece stava cercando Effy da almeno venti minuti. La ragazza gli aveva dato appuntamento davanti alla Sala Comune, ma ovviamente non era lì. L’aveva cercata ovunque: in biblioteca, in giardino, nella Sala Grande…

 

Però, anche quando arrivò nell’aula di Musica, la ragazza non era lì.

 

Ancora prima di entrare sentì il violino. Quando infilò la testa dentro, Andy Grier stava suonando con calma.

 

Reece si perse qualche secondo ad ascoltarlo.

 

Era bravo, molto bravo. L’archetto danzava sulla corde come se Andy non lo stesse neanche tenendo, anzi, come se fosse proprio lui a trascinare il ragazzo.

 

Reece non era mai stato un grande esperto di musica classica, ma gli piaceva il pezzo che stava suonando.

 

Il ragazzo non sapeva neanche che l’altro suonasse il violino nonostante ogni settimana si vedessero per fare Trasfigurazione insieme.

 

Andy teneva gli occhi chiusi, anche se aveva degli spartiti aperti davanti a lui. I capelli castani erano un po’ cresciuti e un paio di ciocche gli cadevano sulla fronte.

 

Aveva tolto il mantello e il maglione della divisa, rimanendo solo con la camicia fuori dai pantaloni e la cravatta stretta attorno al collo.

 

Andy smise di suonare dopo qualche minuto. Senza accorgersi della presenza di Reece, iniziò a mettere via il violino. Fece poi cadere degli sparititi e Reece fece per aiutarlo a raccoglierli, quando si accorse di lui.

 

«Ciao, Andy» lo salutò sorridendo. Il Tassorosso arrossì. Effy gli aveva detto che lo faceva sempre in sua presenza, ma Reece non ci aveva mai davvero fatto caso.

 

«Come va?» rispose Andy, come se trattenesse il respiro.

 

Reece sorrise. «Cercavo Effy, ma credo sia già andata.» Il Serpeverde aspettò, sperando che fosse Andy il prossimo a dire qualcosa. «Suoni il violino» disse infine. «Anche io quand’ero piccolo, ma non ero un granché.» Tu sei molto bravo, invece, pensò.

 

«Potrei insegnarti» sputò fuori Andy all’improvviso.

 

Reece inarcò le sopracciglia sorpreso. «Certo.» Si avvicinò a Andy, aspettando che questi lo aiutasse un po’ con le mani. Si sentiva un completo idiota con quei gesti così goffi, rispetto a quelli eleganti di Andy.

 

«Così…» stava dicendo Andy, mettendolo in posa. Ma Reece non stava affatto guardando le loro mani intrecciate.

 

 

Reece trattenne il respiro qualche secondo. «Ti prendo da bere, Andy?» domandò.

 

Il Tassorosso sbatté le ciglia sorpreso. «S-sì, grazie.»

 

Reece gli sorrise.

 

·•·•·•·

 

01:02

 

Il ragazzo attirò Malorie più vicino a lui. La ragazza rise, in preda all’alcool.

 

Il ragazzo, di cui non si ricordava neanche il nome, le aveva portato da bere prima e lei aveva volentieri accettato, aspettando che questo facesse un altro passo avanti. Era stato timido però, ed era stata lei a doverlo trascinare nella pista da ballo.

 

«Sei diventato più audace?» sussurrò Malorie vicino alla bocca del ragazzo.

 

Quello sorrise. «Dimmelo tu.»

 

In quel momento la Serpeverde scorse con la coda degli occhi una chioma che non avrebbe mai potuto confondere. Si allontanò subito dal ragazzo, guardando Elliot che attraversava la Sala Comune, pronto ad uscirci.

 

Fece per andarsene, quando il ragazzo l’afferrò per il braccio. «Ehi, dove credi di andare…» continuò, provando ad avvicinarsi di nuovo.

 

Malorie si scansò. «Togliti, devo raggiungere mio fratello.»

 

«Oh, andiamo, lascia quello sfigato da solo…» fece lui, mettendole una mano dietro al collo.

 

Gli occhi della Serpeverde si infuocarono. Con un rapido gesto si sciolse dalla presa di quel tipo, gli prese il braccio che la teneva dietro il collo e lo fece girare, tenendogli lo stesso braccio premuto dietro la schiena. Un po’ più di sforzo e l’avrebbe rotto.

 

Si avvicinò al suo orecchio. «Prova a parlare male un’altra volta di mio fratello, e ti giuro che ti uccido.»

 

Gli tirò un’ultima ginocchiata dietro la schiena, prima di uscire di corsa dalla Sala Comune.

 

Nonostante ormai fosse autunno pieno, sapeva che Elliot sarebbe andato fuori dal Castello. Una volta uscita, iniziò a correre giù per la collinetta, incurante dell’aria gelida che le colpiva le gambe.

 

«Elliot, fermati porca puttana!» gridò, una volta individuata la macchiolina rossa che era la sua testa.

 

Lui ubbidì e si bloccò. Malorie lo raggiunse piano, pronta a dirgliene quattro, ma una volta che lo poté vedere in viso, con uno sguardo così perso non poté che stringerlo a sé.

 

«L’ho sentito, quel tipo» le confessò, stringendola a sua volta. «Sai che non devi difendermi ogni volta. Lo so fare benissimo da solo.»

 

Malorie sorrise. «Allora ho brutte notizie per te, perché io ci sarò sempre. Pronta a fare fuori chiunque abbia qualcosa da dire.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

 

Ben tornati a tutti! Sono contenta di essere riuscita a portarvi il quarto capitolo senza ritardare troppo con i tempi.

 

Devo dire di essere piuttosto soddisfatta di come è venuto fuori il capitolo, si conoscono di più le passioni e i retro scena dei personaggi.

 

Mi scuso se un paio di personaggi sono comparsi più di altri, ma come sempre prometto che

 

Nel prossimo capitolo avremo la continuazione delle lezioni (rivedremo infatti gli insegnanti), la partita di Quidditch e… qualche sorpresina!

 

Come avrete notato, il personaggio di Berenice non è comparso, questo perché l’autrice si è spostata da EFP a Wattpad e mi ha comunicato che preferiva abbandonare la storia.

 

Passiamo però a cose più leggere, le richieste!

 

Richieste:

 

1. Per chi tiferà il vostro OC all’imminente partita di Quidditch? Corvonero o Serpeverde?

2. Cosa ne ha pensato della festa? Riesce a ricordarsi tutto?

3. Volete che gli succeda qualcosa di particolare nel prossimo capitolo? *

 

*domanda facoltativa

 

 

In più, avrei una richiesta che non è una vera e propria richiesta: ormai stiamo per entrare nel pieno della storia e anche io inizio a prendere la mano con la caratterizzazione dei personaggi che non sono miei, però, credo anche perché questa è la mia prima Interattiva, ho ancora dei dubbi.

Quindi, per messaggio privato, se avete dei consigli, vorrei che mi diceste come rendere i personaggi al meglio. Naturalmente se vi vanno bene così, tanto meglio, ma, nel caso abbia completamente frainteso il carattere di un personaggio rendendolo OOC, ditemelo. Non potrò cambiare i capitoli precedenti, ma nei prossimi sarà assolutamente come volete che sia!

 

(Come sempre vi chiedo di inviarmi le risposte via MP, con come oggetto NOME OC - RISPOSTE CAPITOLO 4)

 

 

Riferimenti:

 

Il titolo del capitolo è preso dalla canzone The Luck You Got, dei The High Strung. Colonna sonora della serie tv Shameless US, con cui ultimamente sto troppo in fissa.

 

La citazione è invece un verso e parte del ritornello della canzone We Are Young, del gruppo statunitense Fun.

 

Vestiti indossati:

 

Andy

 

 

Holly

 

 

Ben

 

 

Reece

 

 

Effy

Cecilia

 

 

Malorie

 

 

Carter

 

 

Josh

 


 

Ofélia
 


Freyja
 


 

Laertes
 

 

 

 

 

Questo è tutto per il quarto capitolo, ci vediamo al quinto!

 

HN

  
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