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Autore: Shiroryu no Jun    11/01/2018    0 recensioni
"Dovrai scegliere da che parte stare, prima o poi. Scegliere cosa ritieni giusto."
"Mi dispiace, Zer, ma non sempre è tutto bianco o nero."
Cari miei venticinque lettori, questa è la prima fanfiction che pubblico e narra di un giovane fan di Death Note che viene catapultato ad opera di uno shinigami combinaguai nel mondo del manga, e si troverà ad affrontare la scelta in cui ci siamo trovati un po'tutti: schierarsi con Elle o con Kira? Riuscirà a cavarsela con solo il suo ingegno e la conoscenza del manga ad aiutarlo? Lo scoprirete solo leggendo! Buon divertimento!
P.S. accetto qualunque critica vogliate farmi, ma se sarete distruttivi ricordate che ho un Quaderno, una pala e un alibi.
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Ansia

"Stai forse dicendo che non potrò mai più tornare a casa?! Ti prego, dimmi che non è così!" urlai terrorizzato.

"Calmati umano, calmati. Non è grave come pensi: esiste una regola secondo la quale se un quaderno è abbandonato per quattrocentonovanta giorni, viene considerato smarrito per sempre, e lo shinigami che ne era proprietario viene richiamato nel nostro regno per averne uno nuovo. A quel punto credo di poter tornare nel tuo mondo, raccogliere il quaderno a casa tua e venire a prenderti." mi confortò lui.

"Il tuo 'credo' non mi basta, ma non penso di aver altra scelta..."

Con la morte nel cuore decisi che alla prima occasione avrei chiesto una conferma a Rem, sicuramente più esperta.

"Beh, senti" conclusi "io sono distrutto, vado a dormire, sono appena tornato da una cena fuori, e tutte queste emozioni mi hanno sfiancato. Buonanotte, Zer!" E crollai come un sasso davanti all'attonito shinigami.


La mattina dopo aprii gli occhi, svegliato dalla luce del mattino. Senza nessuna voglia di alzarmi, ma ancora eccitato dai recenti eventi, guardai il mio orologio da polso e vidi che erano le dieci. Muovendomi con calma mi trascinai fino alla finestra per guardare fuori. Sotto un cielo bianco d'inverno vidi una città nuova, che mi fece davvero rendere conto della portata di ciò che stava accadendo. A quanto pareva ero in un quartiere di periferia, proprio come gli Yagami. Decisi di esplorare un po'la casa, aprii la porta e sobbalzai quando mi trovai di fronte un'ombra nera dall'altra parte.

"Buongiorno, umano" disse lo shinigami con un ghigno.

"Devi proprio farmi spaventare così, Zer?"

"E tu devi proprio dormire? Mi stavo decisamente annoiando..."

"Touché." Replicai io ridacchiando.

Zerhogie mi mostrò la casa, che era piuttosto grande, a due piani. Aveva persino un garage con una stupenda Jaguar XK.

"E' davvero mia?" Dissi con gli occhi a forma di cuore.

"Spero ti piaccia, non sai quanti nomi ho dovuto scrivere sul quaderno per fartela avere."

L'idea mi agghiacciò, ma decisi di non pensarci e godermi il momento. Avevo passato molto tempo a fantasticare di entrare nel mondo che tanto amavo, della cautela che avrei avuto nel realzionarmi con L, Light e tutti gli altri, e ora era tutto a portata di mano. Ma ogni cautela, ogni certezza era scomparsa. Tutto ciò che volevo era vedere finalmente i miei idoli. Mi misi subito all'opera: mi resi dapprima conto che era il due Gennaio, giorno della morte di Naomi Misora. Pensai tristemente che, benché ella fosse una brava persona, sarebbe dovuta morire ai fini della storia. Così attesi circa fino a mezzogiorno e mezzo, ricordavo vagamente che il suo nome sarebbe stato scritto intorno all'una e mezza, poi salii in macchina, impostai il navigatore (che stranamente, benché in giapponese, riuscivo a capire. Zerhogie doveva aver fatto qualcosa nella mia testa durante la notte) e mi diressi verso il quartier generale della polizia di Tokyo. Mi abiyuai in fretta alla guida a destra, la recente vacanza-studio a Londra dava i suoi frutti. Purtroppo però il mio amico shinigami non era mai stato in un'automobile, ed era piuttosto terrorizzato, continuava a urlare e a coprirsi gli occhi e la bocca. Non pensavo che gli dei potessero soffrire il mal d'auto. Dopo qualche minuto finalmente si calmò.

"Hey Martino, so che devo seguirti ovunque tu vada, ma posso almeno chiederti dove stiamo andando?" Chiese.

"Hai ragione, scusa se ti ho trascurato. Voglio incontrare l'umano di Ryuk." Risposi sorridendo.

"Ma...non sarà rischioso?" Replicò lui.

"Non gli dirò chi sono, mi inventerò qualcosa, e confido che Ryuk non dirà di averti visto." Lo confortai, e lui non disse più nulla.

Parcheggiai all'inizio della strada e mi misi a camminare, pensando ad una frase ad effetto da dire a Light, centinaia di scene di film mi balenavano nella mente e la mia agitazione cresceva, finché un paio di occhi neri non incrociarono il mio sguardo, interrompendo il mio flusso di pensieri. Ebbi l'istinto di fermarla, non riuscii a trattenermi.

"Mi perdoni, lei è Naomi Misora?"

"Mi scusi" mi rispose distrattamente "ho una cosa da fare".

Ebbi un tuffo al cuore, ma capii che dovevo lasciarla andare, mentre la mia coscienza era sul punto di picchiarmi. Zerhogie si grattò le piume confuso. Proseguii la camminata, finché lo shinigami non ebbe un sussulto. Probabilmente aveva visto Ryuk, ma non ebbi bisogno di questo segno rivelatore per riconoscere la persona a pochi metri da me. Lo sguardo sprezzante, il portamento superbo: era proprio Light Yagami. Avevo il cuore a mille, ed appena lui si avvicinò cominciai: 

"Ehm...mi scusi..."

Lui si volto, ed io inevitabilmente mi bloccai. cercai nella mia memoria cinefila una maniera per uscire dignitosamente da quella situazione, ma tutto ciò che mi venne in mente fu una scena del Favoloso Mondo di Amélie che mi aveva sempre fatto morire dal ridere:

"Le andrebbe di firmare una petizione?"

"Una petizione?" rispose lui "E per cosa?" La sua mano destra giocherellava con l'orologio da polso, cosa che mi fece rabbrividire.

"Una petizione...per...canonizzare Lady D!" Esclamai con un sorriso per mascherare i miei sudori freddi.

"No, mi dispiace, non mi interessa." rispose lui andando via.

Io rimasi lì impalato come un ebete, e ad un certo punto Zerhogie mi chiamò:

"Martino, tutto bene?"

Ma ormai ero perso nell'estasi più completa.


Note dell'autore: 
Salve, miei cari lettori! Non ho idea di come questo capitolo sia venuto alla luce, scritto durante una lezione di greco e pubblicato mentre studiavo, né ho idea di come fare per il prossimo, spero di riuscire a pubblicarlo in tempo. Vi ringrazio tutti tantissimo per il supporto, un bacione e a settimana prossima.
Jun
   
 
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