Capitolo 6 – Corso Italia
Morgan entrò nel suo ufficio scuro in volto: aveva avuto l'ennesimo scontro con Tortonesi su come gestire le indagini. Si sedette sbattendo il cassetto dove aveva riposto la pistola. Zanna non era ancora arrivato e non c'erano nuovi elementi per il caso Ziegler. Eppure, nonostante lo scetticismo del commissario e dei suoi colleghi, era convinto che la pista del libro fosse quella giusta.
“Buongiorno!” esclamò Zanna entrando e scrollandosi l'acqua di dosso interrompendo i pensieri di Ferraris. Nonostante l'arrabbiatura che aveva addosso gli sorrise, era impossibile resistere alla faccia da schiaffi di Fortunato.
“Non è un buongiorno, vero?” chiese sedendosi a cavalcioni sulla sedia davanti alla scrivania di Morgan “Che è successo?”
“Solita routine: Tortonesi mi ha detto di focalizzare le indagini su Muller e il suo coinvolgimento sull'omicidio della Ziegler o seguire la pista di eventuali amanti.”
“Puoi dargli torto, ti sei fissato sul libro; il fatto di aver trovato il frontespizio macchiato di sangue può non significare nulla.”
“Lo so, non ho trascurato le altre piste Fortunato, la gendarmeria francese mi ha mandato il rapporto delle indagini, Muller non può essere stato. Nel pomeriggio ha partecipato a un'asta. Poi non si sa cosa abbia fatto per un paio d'ore, anche se forse riesco a immaginarmelo; comunque alle 8 si è presentato a cena con la ragazza al Salsedo, un ristorante del centro di Nizza.”
“Quindi non può aver preso un aereo o una macchina, aver ucciso la donna e poi essere rientrato.”
“No, a meno che non abbia usato il teletrasporto. Ma, che io sappia, non l'hanno ancora inventato.” concluse Morgan sbuffando.
La figura corpulenta del medico legale comparve sulla soglia e bussò con le nocche sullo stipite.
“Posso entrare?” chiese.
Ferraris sorrise e gli fece un cenno con la mano “Ernesto, che sorpresa, cosa ci fai da queste parti?”
“Ti ho portato i risultati dell’esame autoptico e quelli della scientifica, visto che devo fare un po’ di attività fisica. Così non potrai più dire che devi venire sempre tu.” disse sedendosi accanto a Zanna con uno scricchiolio di protesta della sedia.
Morgan cercò di afferrare i fogli ma il medico si ritrasse “Ti risparmio pure il tempo di lettura, la ferita della Ziegler è compatibile con lo spigolo del caminetto del salotto, hanno spostato il corpo in un secondo tempo.”
“Hanno? Pensi che ci sia coinvolta più di una persona?” domandò sorpreso l’ispettore.
“Sì, posso anche dire che almeno uno è un uomo molto alto e robusto con il quarantasei di piede.”
“Polpetta anche tu hai poteri divinatori? Ci basta già Morgan il sensitivo.”
L’uomo scrollò la testa “Nessun potere da preveggente semplicemente la scientifica è riuscita a rilevare un’impronta parziale sul tappeto del bagno e sono sicuri al novanta per cento che si tratti di una scarpa da ginnastica numero 46.”
“Dobbiamo cercare Cenerentola allora?” scherzò Zanna.
“Spero che comunque questo vi aiuti con le indagini.” disse il medico legale alzandosi lentamente “Il resto potete leggerlo con comodo.” e con un cenno di saluto uscì.
Fortunato guardò fisso negli occhi scuri di Morgan per qualche istante “Potrebbe essere Muller?”
“No, non ha sicuramente quel numero di scarpa.”
“Un complice allora?”
“Non credo che Muller c’entri con tutta la vicenda, perché avrebbe dovuto spostare il corpo? Dalla dinamica direi che la Ziegler sia stata spinta o abbia inciampato, ha perso l’equilibrio ed è rovinata sullo spigolo rimanendo uccisa. Se non l’avessero spostata sarebbe potuto sembrare un semplice incidente domestico. Probabilmente si sono lasciati prendere dal panico.”
Il telefono accanto a lui interruppe i suoi pensieri, alzò la cornetta e rimase ad ascoltare per qualche minuto con il volto scuro. Buttò giù senza salutare e si alzò di scatto prendendo la pistola e rivolgendosi al collega “Hanno trovato Kozlov.”
“Sarai contento così potrai interrogarlo.”
“Sarà un po' difficile, è morto.”