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Autore: Abby_da_Edoras    13/01/2018    6 recensioni
A Natale si diventa tutti più buoni... io invece sono la solita bastian contrario e divento ancora più cattiva! Così eccomi a immaginare una delle mie parodie sul Trono di Spade e in particolare su Ramsay e Theon (dev'esserci qualcosa di profondamente malato in me, visto che questi personaggi mi ispirano tante storie di umorismo nero! Comunque, essendo una parodia, i personaggi sono OOC, i fatti sono allegramente travisati da me (ma del resto, anche nella serie TV fanno ciò che gli pare! XD), pertanto: Ramsay non sposa Sansa, né Jeyne Poole né chi per loro... instaurerà piuttosto un rapporto particolare col suo prigioniero (che, misericordiosamente, ho deciso di non evirare...); nelle mie storie, che sono appunto prese in giro ironiche e senza troppa cattiveria, non morirà (quasi) nessuno e... diciamo che finirà tutto più o meno bene, a tarallucci e vino.
Dai, in fondo è Natale! XD XD XD
Grazie a chiunque sarà tanto pazzo da leggere le mie follie.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, produttori e sceneggiatori della serie TV Il Trono di Spade.
Genere: Angst, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Roose Bolton, Theon Greyjoy, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo quinto

Ramsay non ricordava di aver mai trascorso una giornata divertente e soddisfacente come quella appena passata, in cui si era preso gioco del padre, liberato del futuro fratello e conquistato l’appoggio delle casate Umber, Karstark e Manderley tutto in una volta e senza colpo ferire… ed era proprio il caso di dirlo visto che, una volta tanto, non aveva dovuto scuoiare nessuno per ottenere ciò che voleva. C’è sempre una prima volta per tutto e il giovane Bolton si sentiva particolarmente esaltato per il fatto di essere riuscito a fare qualcosa di diverso. Davvero, doveva ammettere che nessuna caccia o tortura, nemmeno la più tremenda e sanguinosa, era mai stata così completamente appagante.

A tutto questo stava pensando Ramsay Bolton, inseguendo i folli voli del suo neurone solitario e le rotelle impazzite del suo cervello che andavano a pieno regime, mentre saliva le scale che lo avrebbero portato nella sua stanza da letto. Theon lo seguiva come un’ombra, ma lui era talmente impegnato a rievocare gli highlights della memorabile giornata del suo trionfo da non ricordarsi nemmeno più della sua esistenza, tanto meno del fatto che lo aveva dietro di sé, a nemmeno tre passi di distanza. Così, quando entrò nella sua camera e fece per chiudergli la porta in faccia, si stupì non poco di trovarselo lì!

“Ah, e tu che cosa ci fai qui?” gli domandò, cadendo dalle nuvole.

Fino a quel momento Theon si era sentito piuttosto tranquillo, perché le cose erano andate proprio come il suo Lord voleva e lo aveva visto soddisfatto e contento. Non si aspettava una domanda del genere e la cosa lo mise in allarme, soprattutto perché non aveva idea di come rispondere.

“Mio signore, io… controllavo che non avessi bisogno di niente” improvvisò lì per lì, pregando il dio abissale di avergli concesso la risposta giusta.

Ramsay lo fissò e ciò mandò comprensibilmente Theon nel panico. In realtà, però, il giovane Bolton stava semplicemente riflettendo su un piccolo particolare che lo metteva in difficoltà… e bisogna ricordare che, per lui, riflettere non era proprio un’occupazione abituale.

Rammentava di aver dichiarato di fronte agli uomini del Nord che, da quel giorno, Theon Greyjoy sarebbe stato un ostaggio e il suo scudiero, dunque non più un prigioniero e nemmeno uno schiavo.

La domanda che si faceva era: adesso che cosa avrebbe dovuto farne di lui? Cosa deve fare, in concreto, uno scudiero?

Nel frattempo continuava a guardare Theon in silenzio e il ragazzo stava per cadere in convulsioni per la paura. Il bello era che Ramsay non se ne era nemmeno accorto, tanto era immerso nei suoi pensieri… e affascinato da tale esperienza, per lui del tutto insolita!

“Entra e chiudi la porta” disse a Theon, con un tono per nulla rassicurante.

Il povero ragazzo fece ciò che gli era stato ordinato, aspettandosi di perdere qualche altro dito o un pezzo di pelle o chissà che cosa… e non sapendo nemmeno perché!

“Si è venuto a creare un piccolo e increscioso problema” iniziò Ramsay, mentre Theon era sull’orlo di un collasso nervoso. “Adesso tu sei di nuovo Theon Greyjoy e sei il mio ostaggio e il mio scudiero. Quindi… dove ti metto a dormire?”

Ah, dunque è questo che ti preoccupa tanto. Mettimi dove ti pare, rimandami nel canile, fammi dormire sui camminamenti delle guardie, ma per carità non farne un problema!

Ramsay, comunque, non si aspettava una risposta perché, come al solito, gli piaceva rispondersi da solo.

“Come ostaggio di lusso e scudiero dovresti avere una stanza tutta per te, magari la stessa che occupavi quando eri ostaggio degli Stark” continuò il giovane Bolton, parlando a se stesso, a Theon, ai fantasmi degli antenati o a chissà chi… “Però io non posso lasciarti da solo in una stanza, potresti approfittarne per scappare. Sì, lo so che ora mi dirai di no, ma comincia a scocciarmi il sentirmi dire quello che tu pensi che io voglia sentirmi dire. No, non mi posso fidare, a meno che non ti tagli un piede o magari tutti e due… però che figura ci farei dopo tutte le chiacchiere sul perdono e la redenzione che ho fatto davanti agli uomini del Nord? No, questa non è un’opzione praticabile.”

Lo spero bene…, pensò Theon, sconfortato.

“Forse gli scudieri dormono nelle stanze dei loro Lord” riprese Ramsay, come illuminato da un’ispirazione divina, “però qui non c’è posto… a meno che tu non ti metta di nuovo su quel pagliericcio che hai usato nei giorni in cui ero malato. Ecco, questa potrebbe essere una soluzione, che ne dici?”

“Il pagliericcio andrà benissimo, mio Lord” mormorò Theon, che avrebbe dormito anche per terra o fuori dalla finestra pur di non farsi tagliare i piedi o qualunque altra cosa.

“Bene, allora siamo d’accordo!” concluse il giovane Bolton tutto contento. Per lui il problema non esisteva già più e cominciò a prepararsi per la notte, esattamente come se Theon non ci fosse.

E Theon? Dopo essersi sentito morire per l’ultimo quarto d’ora, si avvicinò al pagliericcio e si distese, avvolgendosi nel mantello. Quella sistemazione non era certo l’ideale per i begli abiti che gli erano stati concessi quel giorno, ma l’importante era che tenessero caldo… il pavimento di Grande Inverno non era il luogo più comodo e confortevole del mondo.

Trascorse un altro quarto d’ora circa, tutte le candele erano spente e, di nuovo, la voce di Ramsay si levò nel buio della stanza, turbata da un nuovo interrogativo.

“Ma è normale che gli scudieri dormano sul pavimento?”

Niente di tutto ciò che succede attorno a te è normale, ci hai mai fatto caso?, disse Theon dentro di sé, spaventato ma anche piuttosto esasperato.

“Forse dovresti dormire qui” propose Ramsay, indicando il proprio letto. “Mi sembra che ci sia spazio sufficiente per entrambi.”

Theon non capiva se quella fosse una sorta di prova o che altro. Magari, se lui si fosse avvicinato davvero, Ramsay gli avrebbe scuoiato qualcosa per punirlo del suo ardire… oppure, forse, quello era semplicemente il modo ingenuo e assurdo che il suo signore aveva trovato per portarselo a letto.

Incoraggiandosi con il pensiero che Ramsay aveva più volte dimostrato di provare una certa attrazione per lui, Theon si avvicinò lentamente al letto.

“Insomma, vuoi metterci tutta la notte? Muoviti, prima che cambi idea!” esclamò il giovane Lord, che non era più così tanto convinto.

A quelle parole, Theon si affrettò ad obbedire e a sistemarsi nel letto del suo signore, domandandosi se fosse o meno il caso di tentare una sorta di avvicinamento. Poteva essere un modo per sperimentare quell’unico ambito in cui sentiva di essere più forte di Ramsay… certo, sempre sperando che il Bolton non reagisse tagliandogli qualche altro dito. Il letto era grande, ma non così grande e Theon tentò, con un ammirevole coraggio, bisogna riconoscerglielo, ad avvicinarsi un po’ di più al suo Lord.

“Accidenti, sei gelido come un cadavere!” protestò Ramsay, ma era più una messinscena che altro. Si era sentito veramente e stranamente turbato nell’avere Theon così vicino e… beh, qualcosa doveva pur dire per non fare la figura dell’imbranato che in effetti era. Mutilare, stuprare e picchiare a sangue era tanto più semplice, perché le cose dovevano essere così complicate?

“Mi dispiace, mio signore” replicò subito il ragazzo, “non volevo farti prendere freddo. Vuoi che me ne vada? Posso dormire in terra, se è questo che vuoi, basta che me lo ordini.”

Furbo, Theon! Aveva passato la palla a Ramsay e ora doveva essere lui a mandarlo via oppure a tenerselo nel letto… a seconda di ciò che desiderava. La sua risposta sarebbe stata illuminante in entrambi i casi ed era proprio questo che il giovane Greyjoy voleva.

“No, non posso far dormire per terra il mio scudiero, a questo punto non si può tornare indietro. Se sei il mio protetto, così come lo eri di Ned Stark, bisogna che ti tratti in maniera più… accettabile” rispose Ramsay, che cominciava a entrare in confusione.

Theon approfittò dell’evidente disagio del suo Lord per avvicinarsi ancora un pochino… insomma, gli era quasi appiccicato e ora anche lui iniziava a chiedersi come mai si divertisse tanto a provocarlo così. Non sarò mica diventato come lui, che se la spassava tanto nel mettermi in imbarazzo, toccarmi e accarezzarmi quando ero solo un Reek qualsiasi?

“Sei stato davvero ammirevole nel tuo discorso agli uomini del Nord, mio signore. Sono stato molto colpito da come hai saputo attirare l’attenzione di tutti” gli disse. “Credo proprio che diventerai un Lord carismatico e ancora più potente di tuo padre.”

“Davvero?” fece Ramsay, allibito.

Ecco. Adesso sì che Theon aveva stabilito un nuovo equilibrio di potere. Stava sfruttando l’attrazione del suo Lord per lui e, oltretutto, lo aveva elogiato… cosa che, come si può ben immaginare, a Ramsay non capitava di frequente. Insomma, è difficile fare i complimenti a qualcuno per come ti ha scuoiato bene o per averti tagliato tre dita al prezzo di due. Continuando di questo passo, Theon poteva benissimo fare di Ramsay tutto ciò che voleva… più o meno.

“Già, ma chi mi assicura che tu non mi taglierai la gola non appena mi addormento?” buttò là il giovane Bolton, come se questa eventualità gli fosse venuta in mente solo in quel momento.

“Mio signore, ho dormito sul pagliericcio ogni notte quando eri malato. Se avessi voluto farti del male, avrei potuto farlo allora” replicò Theon, che sembrava aver tratto giovamento dalle torture e umiliazioni subite. Quando mai era stato così saggio e intelligente? “Allora non avevo niente da perdere e non mi sarebbe importato niente se anche mi avessero scoperto e massacrato. Ma adesso sono un ostaggio, tu mi hai reso il mio nome e la mia identità e… perché mai dovrei rinunciare a tutto questo? Mi stai trattando con generosità e di certo nessun altro lo farebbe per me, so bene di non meritarmelo…”

Ramsay ascoltava, sentendosi sempre più strano… sì, più del solito, intendo. Non capiva come Theon potesse parlargli così dopo tutto quello che gli aveva fatto, come non bramasse soltanto una vendetta sanguinosa. Del resto, non poteva fare altro che attribuire agli altri i sentimenti e le reazioni che avrebbe avuto lui, non conosceva altri modi di pensare e di comportarsi.

“Non meritavo una seconda occasione e invece tu me l’hai concessa, mio Lord” continuò Theon, incoraggiato dal fatto che Ramsay non sembrava intenzionato a prendere un coltello, ma anzi continuava a fissarlo con gli occhi sgranati, come se stesse vedendo un alieno. “Perché dovrei farti del male? Al contrario, dovrò passare ogni attimo della mia vita a cercare di sdebitarmi con te, di ringraziarti per la seconda possibilità che mi hai offerto.”

Avrei preferito avere la mia seconda opportunità con tutte le dita al loro posto ma, a ben pensarci, mi hai lasciato qualcosa di molto più importante, che potrebbe servire anche a ringraziarti meglio e… ma a che accidenti sto pensando?, si disse Theon, sconcertato dalla piega che avevano preso le sue riflessioni e dal fatto che veramente stava pensando di mostrare gratitudine a Ramsay in un certo modo.

Gli era talmente vicino che baciarlo fu quasi inevitabile. Dapprima titubante, temendo che Ramsay rispondesse a coltellate (era una delle sue risposte più frequenti…) e poi, accorgendosi che il suo Lord pareva compiaciuto per ciò che stava accadendo o forse nemmeno se ne rendeva conto fino in fondo, Theon si impegnò seriamente nel baciarlo, azzardando anche qualche carezza più audace, sempre sperando di non perdere qualche altro dito. E Ramsay, abituato a violenze e torture ma non certo a intensità e passione, finì per essere totalmente sperduto e stravolto, senza accorgersi di essere in balia del suo stesso ostaggio! Certo non poteva dirsi di non esserselo aspettato… essere baciato in quel modo da Theon? Se è per questo, lo aspettava da un pezzo!

Quando si staccarono, rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, comprensibilmente bisognosi di un minuto di riflessione…

Theon era soddisfatto di essere riuscito a dominare il suo signore e di aver trovato un metodo per ottenere vantaggi e privilegi da lui, eppure lo turbava il fatto che gli fosse venuto così facile… non avrebbe dovuto detestarlo per quanto lo aveva straziato? Invece baciarlo e stringerlo gli era sembrato normale (per quanto questa parola poco si adattasse a Ramsay Bolton) e, sebbene gli seccasse ammetterlo, gli era pure piaciuto.

Ramsay, dal canto suo, non sapeva cosa dire e cosa fare e questo era già una novità per lui; doveva inoltre stare ben attento a evitare che Theon si accorgesse di averlo tanto sconvolto e che capisse quanto, almeno in quei momenti, era stato lui ad avere il controllo della situazione.

Beh, ovviamente Theon tutto questo l’aveva già capito, non era una cima ma per certe cose era senz’altro più scafato di Ramsay e, quando ci si metteva, era pure malizioso anzichenò.

“Mi dispiace così tanto, non volevo mancarti di rispetto, mio signore, io… volevo solo compiacerti e non mi sono reso conto… ti assicuro che non volevo assolutamente mancarti di rispetto” disse quindi Theon, che quella sera, a quanto pareva, si era deciso a sfidare la sua buona stella. Ostentando una mortificazione e un dispiacere che era ben lontano dal provare, voleva proprio vedere che cosa gli avrebbe risposto Ramsay!

“Io… beh, no, non mi hai mancato di rispetto. E mi hai… sì, mi hai compiaciuto, direi” probabilmente nessuno al mondo aveva mai visto Ramsay Bolton così in difficoltà. Si comportava in modo particolarmente strano anche per uno come lui che aveva fatto della stranezza la propria bandiera… “So che non volevi offendermi, anche perché, se solo ci provassi, ti ammazzerei!”

Con questa frase a Ramsay parve di aver riequilibrato i rapporti di forza e, pertanto, si tranquillizzò al punto di addormentarsi placidamente abbracciato a Theon, come se non fosse successo niente, e magari nella sua testa non era davvero successo niente. Se ne raccontava così tante, di cretinate, che a questo punto probabilmente aveva iniziato anche a crederci…

Ma Theon non si lasciava sfuggire più nemmeno un dettaglio. Evidentemente, le torture e le atrocità patite per certi versi gli avevano fatto bene, perché lo avevano reso più furbo e pronto ad approfittare di qualunque vantaggio. Adesso era chiaro che lui si era assicurato un notevole ascendente sessuale sul suo Lord e avrebbe fatto qualunque cosa per non perdere tale opportunità… visto che, comunque, la cosa gli era risultata molto più piacevole del previsto e, insomma, non si era poi dovuto sforzare più di tanto. Sarebbe andato anche più avanti, almeno fino a quando Ramsay si fosse dimostrato compiaciuto, come diceva lui usando un simpatico eufemismo; ciò che contava era salvarsi la vita, non subire più supplizi e mortificazioni e poi… chissà che altro sarebbe potuto succedere?

No, non mi ammazzeresti più, ora, pensò con un mezzo sorriso. Avresti potuto farlo un milione di volte e non lo hai mai fatto, di sicuro non mi faresti davvero del male adesso che hai bisogno di me. Eh, sì, perché, anche se non lo ammetteresti mai, tu puoi contare solo su di me e la cosa non ti dispiace nemmeno.

Sentendosi sollevato e tranquillo in un modo che non ricordava nemmeno potesse esistere, anche Theon si addormentò… com’era strano ritrovarsi a dormire in un vero letto dopo mesi e mesi! Anche quella era una piccola vittoria, una tra le tante. A piccoli passi stava ritornando il Theon Greyjoy di un tempo, con l’aggiunta di una buona dose di saggezza spicciola, che non era poco per qualcuno di cui anche i parenti stretti dicevano che era un idiota viziato

L’unica cosa di cui Theon non si era ancora reso pienamente conto era che, in un qualche suo modo contorto e sfidando anche il più estremo caso di Sindrome di Stoccolma, anche lui si stava affezionando a Ramsay e forse per questo era tanto ben disposto all’idea di compiacerlo in tutti i modi possibili e immaginabili.

E magari non era necessariamente un male per nessuno dei due, no?

Fine capitolo quinto

 

 

   
 
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