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Autore: Maryful    13/01/2018    0 recensioni
Margherita ha diciassette anni,è al penultimo anno di liceo,desidera solo che passi in fretta quella monotonia di tutti i giorni,adora solamente la sua amica Greta,ansiosa la maggior parte del tempo.
E la storia di come il tempo passi in fretta,di come il passato torna irruento a stravolgerti la vita,di come tutto ti rimane impresso nella mente,senza mai scordare i veri valori delle cose,di quelle cose essenziali,ed è anche la scoperta di quell'amore un po'infantile,quell'amore che spunta fuori come nulla fosse,quelle sensazioni poche ma vere,quelle emozioni che ti rimarranno dentro tutta la vita.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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In questo momento le lacrime mi appannavano la vista,ero scoppiata e non riuscivo a fermarmi più,sembrava lava incandescente che non la smetteva di scendere,un po'perché mi bruciava gli occhi e un po'perché non ne ero abituata più.Riuscivo solo a pensare a quanto mi sentissi stupida in quel momento,volevo liberarmi dei miei problemi ed invece ricomparivano sempre perché riuscivano a farmi ricordare che la mia vita era troppo patetica.

È successe tutto in un instante,delle mani che mi cingevano la vita e in questo momento mi abbracciavano da dietro,sentivo il suo respiro e soprattutto quella puzza di tabacco che era inconfondibile e sapevo che poteva appartenere ad una sola persona.

Quell'abbraccio mi fece sentire per un istante protetta,ormai avevo perso la cognizione del tempo che con lui ormai succedeva sempre troppo spesso,e la mia mente si sentiva d'un tratto distante dagli episodi successi poco fa,di quelli passati su cui era inutile rimunginarci.

Mi staccai perché per quanto quel gesto inaspettato e così bello mi parve anche uno sbaglio,ed io avevo troppa paura.

I miei occhi gonfi e arrossati incrociarono il suo sguardo così sicuro e magnetico che mi faceva dimenticare di tutto il resto.

Chissá in quel momento cosa pensava,di una ragazzina che si piangeva addosso ed in più con una faccia che faceva spavento a chiunque.

-"Raccontami tutto,ti prego,ne ho bisogno." spezzó quel silenzio che era durato un bel po,ed io non riuscivo a proferire parola.

-"Ti prego" mi aveva ripetuto per la seconda volta ed io avevo capito che era sincero,perché Davide poteva anche essere uno stronzo senza cuore ma di una cosa ne ero sicura,bastava riuscirgli a smuovere qualcosa dentro di lui che cambiava di colpo atteggiamento e soprattutto nei miei confronti si era rilevato più volte diverso e non potevo far altro che apprezzarlo,perché mi rendeva importante ai suoi occhi e non riuscivo a nascondere che a me quella sensazione piaceva.Mi piaceva sentirmi importante per qualcuno,che lui volesse sapere di me,ma per quanto questo turbine di emozioni che si scatenava dentro di me era forte non potevo permettermi di innamorarmi un altra volta,io non ero fatta per quello e ne avevo avuto la conferma,dovevo trattenermi ed evitare di impazzire ad ogni suo contatto come quello di poco fa.

-"Mi chiedo solo perché il passato continua a tormentarmi,e sopratutto perché tu debba vedermi in questo stato pietoso." mi ero rivolta a lui che adesso mi stava impnotizzando con quei suoi occhi.

-"Io so solo una cosa Margherita che il passato non si cancella e mai sará così,che ci tormenterá sempre perché quello é il suo compito principale ma so anche che non devi farti abbattere da esso,cercherá sempre di essere più forte di te ma io ti conosco abbastanza da dirti che sai superarlo,perché dentro di te c'é qualcosa di meraviglioso che io ho bisogno di scoprire."
Con quelle parole mi ero persa per sempre,il suo discorso mi faceva capire che anche per lui il passato non era stato una passeggiata.
-''Io continuo ad avere i ricordi,mi marchiano a vita,non so scoprirmi nemmeno io Davide,come pensi che tu ci riusciresti?"
-"Margherita io e te siamo legati da qualcosa,perché mi é bastato solo un tuo sguardo per capirti,non riesco e non voglio spezzare questo legame,io devo sapere qual'é il filo conduttore di tutto ció."
Ero pietrificata,non riuscivo a muovermi,sentivo che stavo perdendo anche il contatto con il suolo terreno,in quel momento riuscivo a guardarlo solo con occhi diversi,occhi che non l'avevano mai guardato cosí poiché incapaci di farlo,e so che anche io ho bisogno di questo legame e che sarebbe inutile mentire a me stessa.
~~~
Il mio primo istinto é stato quello di abbracciarla,non resistevo piú,mi é bastato tenerla stretta per rassicurarmi che da lí in poi sarebbe andata meglio,al contatto con il suo corpo mi sono sentito travolto da un calore che mi persuadeva,avevo bisogno piú io di lei che chiunque altro.
Quando si era scostata e mi aveva guardato con quegli occhi stanchi quasi mi mancava e volevo riabbracciarla di nuovo ma non potevo,lei doveva confidarsi con me,perché il nostro legame era talmente sottile,in bilico,ed io non volevo commettere palsi falsi,non con lei,avevo bisogno di scovare cosa si trattenesse dietro a quella maschera.
Il passato purtroppo non era dalla parte di nessuno dei due,é questo ormai le era divenuto chiaro.
-"Ti accompagno a casa?" le chiesi anche se non volevo riaccompagnarla.
-"Non lo so,in questo momento ho la testa altrove e tornare a casa sarebbe ancora peggio"
Ecco,avevo bisogno solo di questa risposta perché in me aveva fatto scattare quella voglia di farla stare bene almeno per un po'.
-"Andiamo in un posto,sali su."
-"Dove?" mi chiese lei mentre ci avviavamo nella mia macchina.
-"Un posto." risposi io 

Accesi il motore della macchina e uscimmo da quel parcheggio desolato,probabilmente la partita nel campo era quasi terminata perchè i ragazzi s'apprestavano ad uscire.

Io guardavo Margherita,si era ripresa e adesso non stava piangendo più,mi ritenevo fortunato perché avevo deciso di fumare quella sigaretta proprio lì ed incontrarla,solo ad immaginarmi lei da sola mi saliva un nervosismo poco indifferente.

Dopo una mezz'oretta arrivammo a destinazione,l'avevo portata proprio qui per davvero,ci venivo con mia madre,la mia vera mamma,quella che amava i fiori,il verde e sopratutto la vita.La amava con i suoi occhi pieni di luce che mi trasmettevano  solo certezze,peccato che poco tempo dopo si sarebbero sgretolate tutte.

Era un vecchio parco ormai abbandonato nel verde,il cancello era semiaperto,probabilmente non ero l'unico che si rifugiasse qui.

-''Dove siamo?'' mi chiese Margherita che nello stesso tempo fissava con meraviglia quegli alberi immensi che quasi quasi sembrava arrivassero in cielo tanto da ricoprirlo.

-''E' un vecchio parco abbandonato,veniva chiamato Collina verde,da piccolo era strapieno di gente,sopratutto le domeniche per tutti i bambini di questa zona era una gioia continua recarsi qui.'' 

-''Quando tempo fa ci sei venuto tu?''

-''La vera domanda è quando mai ho smesso di venirci'' 

Il mio tono sembrava rilassato,ma in realtà mi riaffioravano quei ricordi in mente e non la smettevano di torturarmi.

Entrammo dal cancello,e quando riconobbi la mia panchina mezza arrugginita,mi recai lì in attesa che Margherita mi seguisse sedendosi con me.

-''Con chi ci venivi Davide qui?'' 

Mentre me lo chiedeva si guardava intorno e poi veniva verso di me,i suoi occhi mi ricordavano tanto quelli di mia madre in quel momento tanto che le parole mi si mozzarono in gola,come se mi stringessero.

Margherita ormai era vicina a me,sentivo il suo profumo che mi riportava alla realtà,e la sua carezza era così delicata sulla mia guancia,come se riuscisse a capire ogni singola cosa senza che le spiegassi il resto.Mi era bastato quel suo semplice gesto per farmi parlare con una naturalezza a me sconosciuta.

-''Ci venivo con mia madre,quella vera però..'' il mio sospiro era rassegnato, ma io non volevo la compassione di Margherita,io volevo solo che lei mi ascoltasse perché so che ne era capace,che si riconosceva in me stesso,perché in fondo io e lei non eravamo tanto diversi.

-''Mi portava qui sopratutto in primavera,perché in quel periodo sbocciavano i fiori più belli,lei amava i fiori,ne riusciva a riconoscere tantissimi e a volte ne faceva una spiegazione propria cioè dava un significato a ognuno di loro e a me piaceva tanto ascoltarla,non mi stancavo mai della sua voce.''

In quel preciso istante mi tornava tutto in mente,come se stessi sognando ad occhi aperti la figura di mia madre che mi sorrideva senza sosta con un fiore tra i capelli ,e mi diceva di non preoccuparmi,che la vita per me aveva in serbo tante sorprese.

-''Mio padre aveva cominciato a tardare sempre di più ogni sera,e lei aveva sempre sostenuto che si trattasse del lavoro ma lei sapeva che mio padre aveva cominciato a tradirla,con la biondina più giovane di lei,ogni sera ormai ci aveva perso le speranza,affogava ogni suo dolore bevendo senza sosta perché lei in quel momento non c'era si sentiva distante,è questo la faceva stare meglio,come biasimarla?'' 

Ed ecco un altro ricordo,il più spiacevole,mia mamma si trovava in ospedale,quella sera aveva esagerato,più del solito.

-''Un altro bicchiere,è la prossima volta non ci sarà più nulla da fare per vostra moglie.'' aveva detto il dolore e mio padre annuiva.In quel momento,undici anni,ero tanto piccolo e avevo sperato che mio padre sistemasse la situazione,che sarebbe tornato tutto come prima,che la mia sorellina avrebbe potuto avere più ricordi con sua madre e la mia famiglia si sarebbe rafforzata.

-''Mia mamma dopo quella volta in ospedale mi diceva soltanto amore non capiterà più promesso,e invece era un altra bugia perché a mio padre poco importava , all'inizio forse si era interessato ma poi ha lasciato tutto come prima,e dopo qualche mese che avevo compiuto dodici anni l'avevo persa,questa volta per sempre,l'alcool le aveva fottuto il cervello ormai.''

-''Davide mi dispiace e non lo dico perché è una storia difficile e turbolenta, ma perché mentre lo raccontavi provavo quel dolore immenso,che non se ne andava più via,una stretta al cuore che sembrava mano mano attorcigliarsi fino a scomparire,e ho pensato che io e te tanto diversi non siamo.''

-''Lo penso anche io Margherita,ecco perché ho bisogno della tua vicinanza più che mai.''

-''Ci sarò,te lo prometto.''

Passata un ora decidemmo di ritornare a casa,le avevo mostrato più o meno il parco e tutto quello che nascondeva al suo interno,passare del tempo con lei era sempre diverso,desideravo la sua presenza e ormai sapevo anche darmi delle risposte,del perché non riuscivo a starle lontano nemmeno un po' e che aveva occupato un posto fisso nella mia mente,una cosa che con nessuna ragazza avevo mai fatto prima e che con lei mi veniva tutto naturale,perché lei era Margherita e con quei suoi occhi riusciva a farmi credere che forse del buono sarei riuscito a farlo anche io,una volta nella mia vita.

Adesso avevo tutte le risposte.

  
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