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Autore: OmbraAla    14/01/2018    2 recensioni
Il vuoto lasciato da Alan Rickman è incolmabile. Grazie ad Harry Potter, anche le generazioni più giovani hanno avuto la possibilità di apprezzare un attore così immensamente meraviglioso
Grazie a lui e alla caratterizzazione di Severus Piton in generale, la mia vita ha assunto una prospettiva diversa.
#alwaysaliveinourheart
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I miss you tonight a little more.

Non ti ho mai conosciuto, eppure stanotte mi manchi tanto.

Sei entrato nella mia vita in maniera singolare. Ti odiavo. Sia ben chiaro, avevo solo 5 anni, 6 se vogliamo esagerare, quando ti ho guardato per la prima volta.

Freddo, sarcastico, scostante e scontroso. Qualità che non conoscevo ma con cui ho avuto a che fare, tempo dopo.

Non ti avevo capito.

Non avevo capito quale ruolo avessi.

Sei stato un punto interrogativo per molti anni.

Non avevo letto il materiale che ti riguardava, ero troppo piccola anche per essere capace di leggere oltre il tuo modo di fare.

Poi è arrivato il liceo, avevo 14 anni. Era luglio, qualche giorno successivo rispetto al 13. Ricordo perfettamente i miei esercizi di memoria, fatti per non dimenticare il contenuto della parte precedente. Non avrei mai dimenticato, pensai, la morte di uno dei suoi più cari amici.

Quanto ti ho odiato.

Quanto ho odiato la tua espressione inesistente sul volto, che hai assunto per tutta la fase iniziale.

Senza dimenticare, che non credevo potessi spingerti a tanto da occupare il posto di chi, prima di te, c'era stato e che tu, con una freddezza disarmante, avevi ucciso.

Non riconoscevo più neanche le mura di quel luogo, che per me era un rifugio, ora tetre e senza vita.

E tu, immobile, lasciavi che altri usurpassero quella che era stata anche la tua casa e la tua famiglia.

Più ti guardavo, più mi innervosivo.

Più mi innervosivo, più non ti capivo.

A qualche minuto dalla fine, l'inaspettato: vieni convocato dal più grande degli antagonisti.

Parlate, sei servizievole ma qualcosa nel tuo sguardo mi dice che anche tu sai che la tua fine sta arrivando.

Davvero credevi che stando dalla sua parte ti saresti salvato?

Davvero credevi di poter contare qualcosa, in quel gioco dove tutti erano pedine e solo lui il Game Master?

Pochi attimi di esitazione ancora e poi solo dei rumori sordi: la bestia che ti salta alla gola ed il sangue che imbratta le vetrate.

Un moto di orgoglio ed un senso di giustizia fatta prendevano possesso di me.

Finalmente, pensavo, ecco il primo a pagare per le proprie scelte sbagliate.

Poi non capisco, dove trova il coraggio, il giovane mago, a toccare il tuo volto insanguinato?

E poi, le tue ultime parole.

"Hai gli occhi di tua madre".

Curioso, pensavo. Avevi anche tu un briciolo di bontà, sommerso in quell'accanimento immotivato. Volevi concludere la tua esistenza con una frase che tutti ci aspettavamo dicessi.

Successivamente, vedo le gocce cadere nel Pensatoio, versate dal mago che aveva tentato di soccorrerti.

Eri un bambino, mi facevi anche tenerezza.

Eri cresciuto, avevi fatto qualche sbaglio, nulla di totalmente irreparabile.

Eri un uomo, ti eri schierato con lui, pensavo.

Poi la notte fatidica, la morte della tua unica amica.

Che piangi a fare, carnefice e complice?

Avevi chiesto protezione per loro, ma cosa avevi fatto in sostanza?

Avrei capito solo dopo.

Il tuo mentore, l'uomo di cui più di tutti ti eri fidato e che ti aveva affidato la vita del fanciullo, ti aveva chiesto di non mostrare mai più la parte migliore di te.

Hai vissuto così per 17 anni.

Infine, la rivelazione. Quanto sono stati invani i tuoi sforzi di vederlo crescere e proteggerlo quando ti è stato detto che il ragazzo doveva morire?

Mi aspettavo che, da vigliacco, andassi via.

Expecto Patronum.

Una cerva argentea guizza fuori dalla tua bacchetta.

Lily? Dopo tutto questo tempo?

Ed una sola risposta, l'avverbio che, da quel giorno in poi, non avrebbe più avuto un mero significato grammaticale.

Sarebbe stato il sinonimo dell'Amore vissuto in segreto, che consuma le viscere e per cui non smetterai mai di lottare.

Sempre.

Ed è così da quando non ci sei più.

Che ti penso, sempre.

Quante cose che di te odiavo ho scoperto che mi appartengono.

Quanti gesti avevo frainteso.

Quanto ti ho finalmente capito e fatto mio.

Quanta realtà vedo in te di me.

Mi manchi da spezzare il fiato, anche se non mi hai mai visto.

Adesso penso che per quanto possa essere difficile affezionarci in maniera viscerale a qualcuno, quando succede, sappiamo arrivare a sacrificare noi stessi per l'altro.

In silenzio, spesso fraintesi.

E chi meglio di te può dirlo?

Mi manchi sempre, questa sera di più.

  
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