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Autore: Asia Dreamcatcher    14/01/2018    3 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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Capitolo Ventuno: Back to Home (parte I)

Fill me with rage
And bleed me dry
And feed me your hate
In the echoing silence I shiver each time that you say
Don't cry, mercy
There's too much pain to come”
~ “Mercy”, Hurts


In principio furono solo ombre, contorni indefiniti... Più sbatteva le palpebre più i colori si accendevano e i profili si facevano più nitidi.

Sharon spostò lentamente il capo, mentre i suoni attorno a lei divenivano meno ovattati; provò a sollevarsi ma una pressione gentile sulla spalla la fece desistere.

«Non così in fretta» la roca voce di Natasha l'aiutò a prendere nuovamente contatto con la realtà.

Oltre alla bella spia russa, nel suo campo visivo comparvero Alexandra, evidentemente sollevata, e Maria.

«Sei in infermeria...» le spiegò Vedova Nera, vista la sua espressione confusa «Ti sei scontrata con Rumlow, l'HYDRA alla vista dell'helicarrier di Fury si è ritirato, è stato un bel colpo» disse scambiandosi un'occhiata veloce con l'agente Hill.

Ci fu un momento di silenzio totale, la mente dell'agente 13 si mise in moto mentre frammenti di ricordi iniziavano ad affiorare nitidamente.

«E' stato un sogno?» mormorò con voce tremante.

L'espressione di Natasha si ammorbidì, comprendendo la sua domanda;

«No».

Gli occhi di Sharon si dilatarono e per una frazione di secondo parve sotto shock. Poi le labbra si piegarono e le lacrime le appannarono lo sguardo, si portò le mani al volto e si permise di piangere come una bambina. Il cuore che pulsava impazzito nel petto.

Lui era lì. Era lì a pochi a metri da lei. Era tornato. Era tornato da lei...

«Dov'è?» sussurrò.


Ad un paio di stanze di distanza James Barnes si sentiva accerchiato. Non che volesse o potesse lamentarsi, aveva fatto tutto da solo, l'unico che poteva biasimare era se stesso.

La sua famiglia, la famiglia da cui era fuggito col solo intento di proteggerli lo fissava basita, forse ancora troppo provata per dire qualcosa, o saltargli selvaggiamente addosso. Tale sconvolgimento non era dato sapere se perché si fosse ripresentato dopo mesi davanti a loro o perché si fosse trascinato dietro Fury, il suo helicarrier e Bruce Banner; che povero lui se ne stava in disparte alquanto imbarazzato da quel silenzio che si poteva tagliare con un machete.

Sam Wilson lo fissava con gli occhi sgranati, come un bambino, indeciso se prenderlo a pugni o abbracciarlo disperato.

Tony Stark se ne stava a braccia conserte, addossato al muro quasi fosse lui a reggerne il peso, aspettando il momento giusto per muoversi.

Steve Rogers guardava Bucky Barnes con occhi vitrei, diviso fra la voglia di abbracciarlo e fargli male... Sembrava essere tornato ad anni fa, subito dopo aver scoperto che era vivo. E il suo, James, era il giudizio che temeva di più, insieme a quello di lei e di Jace, che al momento non era presente.

Ma quell'immobilità, quel senso di attesa opprimente, come di un vetro un attimo prima di frantumarsi in mille pezzi, venne brutalmente spezzato.

James si beò di quella visione, di quella furia che avanzava verso di lui. Quante notti l'aveva sognata? Aveva perso il conto. I suoi sogni non le avevano reso giustizia: era infinitamente più bella, gli occhi scuri accesi, i capelli dorati che ora le accarezzavano delicatamente il seno. Poterla nuovamente stringerla fra le braccia era stato come tornare alla vita.

Lo schiaffo arrivò così forte ed improvviso che gli fece voltare il capo. Sharon era livida, gli occhi ancora lucidi di pianto, emanavano un bagliore pericoloso, le labbra erano pallide e secche. Tremava senza controllo.

«Tu!» un altro pugno, il Soldato d'Inverno non provò nemmeno a difendersi «Sei uno stronzo! Dan...na..to James B...arnes!» gridò.

Andava bene, quel dolore, quella paura che la sua Sharon gli stava rovesciando contro andava bene. Da lei avrebbe accettato qualunque cosa gli avesse dato. Perfino il suo odio.

«Come hai potuto andartene? Eh!? Dopo quello che era successo?» urlò mentre le lacrime avevo ripreso a solcarle il viso, lo strattonò per la giubba «Come ti sei permesso di farmi una cosa del genere? PERCHE'?» era quella la domanda più importante per lei, perché la risposta che aveva trovato dentro di sé, semplicemente non le bastava «A me, a Steve a JACE! A tutti noi... Avevo bisogno di te – tirò su col naso – IO AVEVO BISOGNO DI TE! Invece sei scappato! Hai scelto tu per me! Non mi hai dato altre possibilità!» un altro pugno, un altro singhiozzo «GUARDAMI IN FACCIA JAMES!» i suoi occhi colmi d'ira si scontrarono con quelli persi di Bucky «Hai distrutto ogni cosa» gli rinfacciò.

Improvvisamente la presa sul Soldato d'Inverno venne meno, Steve e Sam l'avevano delicatamente afferrata a trascinata lontana da lui, Sharon scossa dai singhiozzi sentì nuovamente un gran gelo avvolgerla. Si rifugiò fra le braccia di Natasha, nascondendosi alla vista di tutti. Non potendo sopportare oltre, percependo quel dolore che per mesi aveva soffocato, tornare a galla cancellando impietoso tutti i suoi sforzi.

Il suo dolore si era mischiato all'amore per lui, ancora intatto ed immutato. Lo amava così tanto che avrebbe potuto ucciderlo.

James la guardava desolato, nessuno dei suoi compagni era rimasto indifferente a quella sfuriata, a quella disperazione.

Natasha sollevò il suo sguardo di giada posandolo prima sul Soldato d'Inverno e poi su Steve, che la osservava di rimando cercando un sostegno; lei gli concesse un lieve cenno poi sospinse gentilmente l'amica provata lontana da loro.

«Ho fatto ciò che sentivo di dover fare...» mormorò atono Bucky. Sam e il capitano videro con una punta di tristezza l'espressione spezzata dell'amico, i suoi occhi di ghiaccio ma vitrei puntavano ancora nel punto dove Sharon era stata fino ad un attimo prima.

Solo in quel momento, avendolo finalmente davanti a loro, si resero conto di quanto gli fosse costata quella scelta. Che per quanto avessero sofferto, lui ne aveva sofferto il doppio. Entrambi però non mossero un muscolo.

«Hai fatto penare parecchie persone come vedi» replicò pacatamente Tony, sorprendendo tutti. James lo guardò, c'era qualcosa di diverso nello sguardo del magnate rifletté.

«Prima che tutti voi lo mettiate sotto processo...» si fece avanti Fury puntando il suo unico occhio su ogni singola persona presente «Il signor Barnes è riuscito a recuperare delle informazioni di vitale importanza, che dovrebbero aiutare a fare chiarezza sui nostri nemici» dichiarò grave, le mani chiuse dietro la schiena.

«Che genere di informazioni?» chiese Steve avvertendo la presenza di Vedova Nera accanto a lui. Aveva accompagnato Sharon a riposarsi, lasciandola alle dolci cure di Alexandra. «»

«I file nascosti di Alexei Shostakov» rispose James guardandolo appena. La notizia fu accolta con un certo sbigottimento generale, inutile dire che ormai se ne erano quasi dimenticati, le incombenze erano state fin troppe in quegli ultimi mesi e avevano dovuto accantonare quella pista.

«Dici sul serio?» chiese impressionato Sam «Sei tornato in Russia?». James annuì piano e si fece passare da Fury i file, li aprì e li distribuì sul tavolo.

«Ma questi sono...» mormorò Clint con occhi sgranati;

«I Winter Soldiers. Questi file contengono le loro vere identità...» spiegò con tono grave Bucky, mentre i suoi compagni si avvicinavano interessati.

Steve prese alcuni fogli fra le mani e li osservò con attenzione: Niall Drake... Dominil Rosenberg... Ekaterina Smirnova... Leon Duval...

«Dicono molto di più, contengono anche i trattamenti che hanno subito per diventare Soldati d'Inverno» disse Natasha concentrandosi sopratutto sul file della ragazza di nome Ekaterina.

«Forse riusciremo ad aiutare il Winter Soldier nelle nostre mani...» ragionò Melinda May, che era rimasta per fare le veci di Coulson.

«Per questo il dottor Banner è qui. Ci potrà essere d'aiuto, anche con la questione psychotron» si intromise Fury, introducendo formalmente l'altro Avenger, finora rimasto nelle retrovie. Il resto della squadra però era davvero contento del suo arrivo.

«L'hai invitato o minacciato?» frecciò, fingendo un tono pacifico, Tony. Steve levò lo sguardo sul Colonnello e dalla sua espressione si capì essere d'accordo con il magnate.

«No Tony è stata una mia libera scelta, per quanto abbia poco gradito trovarmi il Colonnello in quello che pensavo un posto irrintracciabile» replicò pacato Banner, scoccando una veloce occhiata a Fury. Il suo sguardo scivolò sul ventre pieno di Natasha e sorrise comprensivo verso lei e Steve;

«Vista la situazione non potevo restarmene in disparte. Inoltre forse ho un'idea su come poter aiutare il signor Barnes» tutti gli sguardi puntarono su James, la cui espressione si fece grave.

«Vuoi che-?» chiese educatamente Bruce, ma Bucky scosse il capo.

«No spetta a me».

E così il resto degli Avengers venne a conoscenza dei fantomatici codici d'attivazione del Soldato d'Inverno. E tutto fu chiaro.

«So di aver sbagliato. Ma non potevo restare, non quando delle dannate parole potevano farmi rivoltare contro di voi. Quello che ho fatto a Sharon – la sua voce tremò – ...ero sconvolto. Non potevo avvicinarmi a voi, non prima di aver trovato una soluzione o quanto meno una vaga idea su come poter essere fermato – il suo sguardo incrociò quello del capitano e non lo distolse stavolta – non potevo mettere nuovamente la mia famiglia in pericolo». I suoi occhi di ghiaccio chiedevano, no supplicavano Steve, e anche Sam, di comprenderlo; il suo cuore già sanguinava per Sharon, ma un completo rifiuto da parte loro l'avrebbe annientato.

«Ricordi le parole?» gli chiese Natasha. Lui annuì e gliele ripeté in inglese, non fidandosi di enunciarle in russo ad alta voce.

Gli occhi di Vedova si illuminarono, e si rivolse ai compagni:

«Sono le parole che anche N... No – diede uno sguardo ad una delle cartelle – Niall ripeteva a Sharon. Forse ora possiamo aiutarlo». Steve annuì.

«Significa che hai trovato una soluzione?» chiese bruscamente Tony, rivolgendosi direttamente a James «Hai detto che non saresti tornato senza una soluzione per questo controllo, vuol dire che ne hai trovato una?».

Bucky si scambiò un'occhiata complice con Banner che decise di intervenire, schiarendosi la voce.

«E' una soluzione sperimentale. Credo di poter ricalibrare le onde emesse dallo psychotron-» lo stupore generale fu tanto «E utilizzarlo poi su James»;

«Che cosa?» urlò Sam un tantino sconvolto. Natasha si irrigidì ben conscia del potere dello psychotron e si strinse impercettibilmente al capitano che aveva il timore nello sguardo.

«Lo so che sembra una follia, ma sono quasi certo di rendere lo psychotron di utile allo scopo: faremo riemergere i ricordi di quando gli hanno imposto questi codici d'attivazione e con un ulteriore sforzo da parte di James, potremmo sostituire le immagini legate alle singole parole d'attivazione a suoi ricordi lieti. L'obiettivo è far si che quelle parole non facciano più scattare l'assoggettamento totale a chi pronuncia i codici».

«Quanto è sicuro questo procedimento?» la voce graffiata e il tono calmo di Jace si insinuò fra loro; stava appoggiato alla parete, i suoi occhi blu fissavano James.

«Jace» mormorò il Soldato, il quindicenne abbozzò un sorriso sereno;

«Ciao Bucky. Ce ne hai messo di tempo...»

«Mi spiace averci messo tanto».

Jace annuì come se avesse capito. Lui infondo l'aveva sempre saputo che sarebbe tornato, non che la cosa avesse fatto meno male malgrado questa intima consapevolezza. Ma per lui vederlo nuovamente a casa era più importante di qualsiasi rancore, sapeva, però, che per Sharon non sarebbe stato così facile.

Gli andò incontro abbracciandolo forte, James rispose un po' goffamente ma questo ebbe il potere di distendere la tensione.

«Perdonate l'intrusione, ma quanto è sicuro questo trattamento, dottor Banner?» chiese nuovamente Jace. Bruce cercò di sorridergli incoraggiante;

«C'è un margine di fallimento non lo nego. Ma sono fermamente convinto di poter aiutare James» replicò seriamente.

Jace annuì, mentre Bucky gli strinse gentilmente la spalla;

«Andrà bene» gli sussurrò, poi si voltò verso gli altri e fece un cenno col capo «Andrà bene. Se questo è l'unico modo per impedirmi di farvi del male non mi tirerò indietro».

Steve non ne era totalmente convinto, era preoccupato ma aveva fiducia in Banner.

«D'accordo – disse Tony – Bruce hai a disposizione il mio laboratorio e il mio genio, ma prima che tu proceda vorrei parlare con Barnes, in privato». Si scambiò un'occhiata con il biondo supersoldato che non fece una piega, come promesso; anche se l'atteggiamento tranquillo di Stark lo inquietava leggermente e guardando Sam, notò che anche lui era della sua stessa opinione. Ma d'altronde quella, non era una questione che lo riguardasse.

«Va bene» replicò atono Bucky. Fury però aveva ancora qualcosa da dare loro;

«C'è un ultimo file che debbo consegnarvi, prima che possiamo finalmente passare a studiare una strategia. C'era un quinta cartella in possesso di Alexei, le informazioni a riguardo sono scarne ma essenziali... » estrasse una foto, era vecchia, risalente agli anni Quaranta «Signore e signori vi presento Sinthea Schmidt, sangue del sangue di Teschio Rosso».


«Mi spiace, non sono riuscita a controllarmi» mormorò Sharon mentre si asciugava il viso con l'asciugamano che Sasha le aveva porto.

«Hai risparmiato a Steve e Sam un'urlata coi fiocchi» replicò con un bel sorriso sardonico Natasha, seduta davanti a lei «Nessuno pensa che tu sia pazza, fossi stata in te non credo che Steve sarebbe uscito sulle sue gambe».

L'agente 13 sorrise tremula «Nat... Io non riesco-» si portò le mani alle labbra. Non riusciva a perdonarlo, non ancora. Lo amava, lo amava così tanto che quel sentimento ora la feriva, era la cosa che meno voleva per sé in quel momento. Era divisa tra la voglia di annegare in lui e la voglia di schiaffeggiarlo fino a non sentire più le mani. Nel suo profondo, non faceva che ringraziare qualsiasi essere stesse giocando con le loro vite di averglielo riportato sano e salvo, di averlo fatto tornare da lei.

Natasha l'aveva aggiornata sulle novità, l'idea che James passasse sotto l'influenza dello psychotron la terrorizzava, ma il suo orgoglio la teneva inchiodata dov'era, impedendole di precipitarsi da lui.

«Non ti preoccupare. Jace si occuperà di lui...»

«Lui è sempre stato convinto che sarebbe tornato» affermò accorata Alexandra mentre le due donne le sorridevano;

«Voi diverrete adulti migliori di noi» le disse Sharon con dolcezza. La tredicenne arrossì «Vi spiace se ora vado da lui?».

Rimaste sole le due spie si guadarono intensamente;

«Tieni questo è il fascicolo su N, tu sei l'unica che possa aiutarlo» disse la russa porgendole il fascicolo un po' ingiallito.

«Pazzesco, Alexei era riuscito a raccogliere tutto questo?»

«E' una fortuna che Bucky abbia deciso di continuare a cercarli» disse mentre Sharon faceva una smorfia. Vedova fece un pallido sorriso poi si fece improvvisamente seria.

«Sharon. C'è un'altra cosa... » la sua espressione si fece letale, segno che qualcosa o qualcuno aveva infastidito la temibile Natasha Romanoff più del dovuto «Per risvegliare e potenziare Sinthea Schmidt, la figlia di Teschio, hanno usato il sangue di Alexandra».

___________________________________________________________________________________Asia's Corner
Buonasera a tutti voi, sono mortificata per l'ennesimo ritardo! Purtroppo ho avuto degli imprevisti di natura personale e non sono più riuscita a completare il capitolo. Come avete visto dal titolo, vi saranno due parti, questo perché le cose da dire sono tante e non volevo comprimere tutto in un unico capitolo o che risultasse confusionario, per la seconda parte dovrete aspettare VENERDI' 07 FEBBRAIO (so che è molto tempo, ma al momento non posso fare di più, durante la settimana ho altre scadenze da rispettare e purtroppo questa è la data che mi è più congeniale).

Passando al capitolo, come avrete letto, di carne al fuoco ne abbiamo, quanto meno le informazioni che Fury, Buck e Bruce hanno fornito ai loro compagni sono tante e non sempre semplici da digerire: l'utilizzo dello psychotron da parte di Bruce per aiutare James, i fantomatici file di Alexei contenevano informazioni parecchio interessanti e nei prossimi capitolo l'identità dei quattro Winter Soldiers verrà svelata per bene, inoltre ora sappiamo a cosa serviva il sangue prelevato di Sasha in "La Danza della Stanza Rossa" ad aiutare Sin a ristabilirsi, ma qualcuno non ha per niente gradito questa notizia! 
ora Bucky è tornato e Sharon beh non ha preso la cosa proprio benissimo... Ma sinceramente la capisco e io avrei potuto fare ben di peggio, poteva avere tutte le ragioni del mondo James ma una donna innamorata non sempre ascolta le ragioni della mente; Jace invece l'ha presa piuttosto bene! Ma abbiamo ancora da leggere le reazioni di Tony, Steve e Sam... Insomma ripeto di carne al fuoco ne abbiamo!
Inoltre che ne pensato dell'entrata in scena di Bruce? All'inizio come personaggio del MCU non mi entusiasmava particolarmente ma ultimamento l'ho rivalutato sopratutto grazie ad una scrittrice di questo sito (Thanks Ale ;)).

Detto questo, spero che l'attesa sia valsa la pena e vi auguro una buona serata! Io vi ringrazio moltissimo per l'affetto e il supporto che non mi fate mai mancare!
A presto!

   
 
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