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Autore: Emmastory    14/01/2018    3 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo LI
 
Come ogni vera coppia
 
I giorni passavano lenti e senza sosta, e finalmente, dopo avermi parlato, Rachel sembrava più calma. Non mi aveva rivelato nulla di concreto, ma ormai avevo capito che doveva essere qualcosa di importante. Ormai era passato più d'un mese, e dopo tutto il tempo che era riuscita a passare con la sua Lady dopo aver abbandonato il buio della sua stanza e dedicandole le mille attenzioni che sentiva di averle negato, si sentiva in qualche modo in debito con lei, e ingannava il tempo e le giornate intere a pensare a come farle una sorpresa. Si amavano davvero, e ricordava benissimo come si fosse comportata con la mia allora neonata figlia Rose, e solo saperlo le aveva dato un'idea. Il suo era un ragionamento privo di grinze. Se era stata così brava con mia figlia, ovvero la bambina di un'altra donna, allora chissà come sarebbe stata con un figlio tutto suo, o per meglio dire, loro! Ad essere sincera, me lo chiedevo anch'io, ma sapendo di non potermi intromettere, non facevo che aspettare e mantenere questa sorta di segreto, al solo scopo di vedere come sarebbe andata. Erano ormai giorni che Lady Fatima vedeva Rachel distratta, come sovrappensiero, e nonostante lei facesse di tutto per non farsi scoprire, la Leader era una donna tanto affascinante quanto furba, e quel comportamento, a dir poco inusuale per la sua Rachel, ebbe il potere di incuriosirla. Così, in quella calma e radiosa mattina, decise di provare a chiederle chiarimenti, mettendosi subito alla sua ricerca. Come sempre, lenta e felina, camminava per i corridoi della sua fortezza, chiedendosi con ogni passo dove avrebbe potuto trovare la sua giovane ragazza. Decisa a trovarla, l'aveva cercata per un'ora intera, anche nei posti più impensabile, ma alla fine, stanca, si era rifiugiata di nuovo nella sua stanza. Rachel sembrava scomparsa, e le sue speranze iniziavano a scemare, ma poi, all'improvviso, il timido bussare. Sentendo quel così caratteristico suono, Lady Fatima fissò lo sguardo sulla porta chiusa. "Entra pure, Rachel." Disse soltanto, in tono neutro. Dentro di sè, lo sapeva. Sapeva che alla fine sarebbe arrivata da lei, e anche quella volta, non si fece attendere. Così, con un sorriso soddisfatto in volto e una gran sicurezza nei movimenti, andò a sedersi sul bordo del letto, poi attese. "Buongiorno, milady. Dormito bene?" Chiese Rachel, entrando nella stanza solo dopo aver bussato educatamente. "Non mi lamento. E tu, gattina?" Rispose la donna, sorridendo e rigirandole la domanda. "A dire il vero... non ho dormito, sapete?" Confessò, sorridendo a sua volta. "Non hai dormito?" Replicò Lady Fatima guardandola, stupita. "E perchè mai?" Chiese poi, non desiderando che una risposta. "Non riuscivo a smettere di pensarvi, milady." Ammise Rachel, innamorata e sicura di non mentire. "Davvero, micina?" Chiese la Leader, accavallando le gambe con un gesto veloce e fluido al solo scopo di provocarla. "Davvero, Signora." Rispose soltanto la ragazza, sorridendo debolmente e cedendo alla tentazione di avvicinarsi. "Ne sono contenta." Disse la donna con la malizia che le albergava negli occhi. "Sai, ti cercavo fino a poco fa." Aggiunse poco dopo, iniziando così quel discorso con finta noncuranza. "Davvero?" azzardò Rachel, con gli occhi che le brillavano di felicità. "E... e per cosa?" non potè evitare di chiedere, curiosa. "Per curiosità." Rispose semplicemente la cara Leader, tranquilla. Nel farlo, si alzò dal letto e camminò sensualmente verso di lei. "Ti vedo distratta in questi giorni..." Azzardò, guardandola e studiando la sua espressione. "S-Sul serio? No, non avete ragione per..." balbettò lei in risposta, tentando invano di depistarla. "Non ho ragione per cosa, Rachel? Continua..." Insistette la donna, incalzandola e facendo un altro passo in avanti, afferrandole il mento con due sole dita in una presa decisa e delicata. "Per... per pensarlo, ecco." Rispose lei, tremante come un coniglio spaventato. Sapeva bene che era difficile mentire alla sua Lady, che dato il regal comportamento e la rara bellezza sembrava avere una sorta di ascendente su di lei, ma ci stava comunque provando. "Rachel, mia dolce Rachel." Sussurrò a quel punto Lady Fatima, lasciandole il mento per offrirle una carezza sulla gola, dolce come sempre. "Cosa stai nascondendo?" chiese poi, evidentemente stanca di quel balbettio costante e penoso. "Niente, milady, davvero! Sapete che non mentirei mai!" Replicò a quel punto Rachel, quasi urlando e facendo di tutto per evitare di crollare. Poi, nel tentativo di distrarla, la baciò con trasporto, facendosi ancora più vicina. "Chiamatemi ancora in quel modo, vi prego." Disse poi in un sussurro innamorato, pregando di sentire ancora la sua splendida voce. Dolce e ingenua come sempre, Rachel non lo sapeva, ma Lady Fatima aveva capito da un pezzo che le stava nascondendo qualcosa. In fin dei conti, i segni c'erano tutti, e inoltre, quando era entrata nella stanza aveva assunto un'aria colpevole. Amandola con tutta sè stessa, la conosceva perfettamente, e quella ragazza era per lei un vero libro aperto, ma decidendo comunque di stare al gioco, e lasciandosi trasportare dal bacio, le sussurrò a fior di labbra quello che voleva. "Mia dolce Rachel." Ripetè infatti, accarezzandola e guardandola nei suoi bellissimi occhi viola. In quel momento, completamente irretita dalla sua donna, Rachel finì per cedere,  e indietreggiando di un solo passo, decise di vuotare il sacco, non potendo più nascondersi. "Va bene! È vero, c'è davvero qualcosa che devo dirvi." Confessò, con il corpo che ancora tremava. Ascoltando le sue parole, Lady Fatima la lasciò andare, poi annuì, convinta. "Però... dovete promettere di non arrabbiarvi." Ebbe cura di precisare, sempre più debole e spaventata. Silenziosa, la Leader scosse la testa, poi le prese la mano. "Parla, tesoro. Puoi fidarti." Sussurrò al suo indirizzo, incoraggiandola. "Io... io vorrei avere un bambino, insieme a voi." Confessò a quel punto, sentendosi coraggiosa e smettendo finalmente di tremare. Colpita, la Leader la guardò in silenzio, sorpresa dal sentirle dire cosa veramente pensava. "Un bambino?" chiese, non riuscendo a nascondere la sua perplessità a riguardo. "Esatto, mia Signora, un bambino." Ripetè Rachel, più innamorata e seria che mai. Non sapendo cosa dire, la donna sospirò, ma un luccichio di felicità le illuminò gli occhi e ingentilì lo sguardo duro. In segreto, lei adorava i bambini, ma non si sarebbe mai azzardata ad assecondare il suo desiderio. Era una Leader, non una madre. "Come mai ne vuoi uno?" Provò a chiederle, volendo solo sapere cosa ne pensava. "Ci amiamo già alla follia, e vorrei davvero condividere, mostrare quest'amore a qualcuno che non ci giudicherà mai." Rispose Rachel con serietà e semplicità insieme, per poi avvicinarsi e provare a baciarla dolcemente. Con un inaspettato sorriso dolce sul viso perennemente duro, la donna si avvicinò alla ragazza per annullare la distanza che le separava, poi accettò quel bacio pieno d'amore. "Allora?" Chiese a quel punto Rachel, per poi far incontrare di nuovo le loro labbra e approfondire quel dolce contatto. Sempre più presa dalla sua lei, la Leader accettò quel bacio passionale, cercando con la lingua quella della ragazza, e intrecciandola alla sua fino a iniziare una sorta di danza sensuale. Poi, quando entrambe non ebbero più fiato, si staccò. "Non potrei essere più d'accordo, gattina mia." Confessò, sorridendo ancora una volta e sentendosi frastornata da quel meraviglioso bacio. "Adoro quel soprannome, mia Signora." Rispose la sua ragazza, sentendo di nuovo il brivido derivante da quella confessione percorrerle la schiena. "Lo so, piccola. Replicò la donna con un sorriso soddisfatto sul volto. "Lo so." Ripetè, muovendosi lentamente solo per baciarle il collo candido e delicato. "Milady..." la chiamò Rachel, non riuscendo quasi a parlare ma lasciandola fare con amore e pazienza. "Un giorno mi farete impazzire, sapete?" Confessò poi, sempre più innamorata dell'unica donna capace di farle battere il cuore. Divertita, la bella Leader ridacchiò nel continuare, poi le parlò. "Credevo di averlo già fatto, micina!" Commentò, coccolando e sfiorandole i seni con una mano, osando toccarla solo per un attimo. "Ci siete sempre più vicina, milady, ma ora basta. Godiamoci questo momento." Rispose Rachel, sincera e decisamente troppo concentrata su di lei. Allontanandosi, andò a sdraiarsi sul letto e aspettandola. Conoscendosi, sapeva bene di amarla, e con il mattino che era lentamente sfumato in pomeriggio ormai prossimo a diventare a sua volta sera, sapeva anche di non riuscire più a trattenersi. I suoi baci e le sue carezze l'avevano tentata troppo, e ora non resisteva. Con l'arrivo della notte e il buio come loro unico compagno, le due non fecero che amarsi, e prima di addormentarsi e scivolare in fretta nell'incoscienza, Rachel potè dirsi calma e felice. Dentro di sè, sentiva di avere tutto. Una vita agiata e piena di fortune, una fidanzata a dir poco perfetta, e finalmente, la certezza che tanto aspettava. Lei e la sua Lady non ne avevano mai parlato prima di allora, ma quello legato al bambino, e alla nuova creatura che avevano deciso di accogliere nelle loro vite, non era altro che uno dei suoi desideri, che una volta realizzato, sarebbe stato un altro passo verso uno perfino più grande e importante, ovvero continuare ad amarsi e vivere come ogni vera coppia.
 
 
Salve a tutti, lettori miei. Come faccio sempre nelle mie note, inizio con lo sperare che il capitolo appena letto vi sia piaciuto, ma prima di andare, sento di dover fare una precisazione. Ho dimenticato di scriverlo la scorsa volta, ma questo capitolo, così come il numero 49, mi è stato ispirato dalla cara "KaronMigarashi" una di noi qui nel sito, che già una volta mi ha aiutata a ritrovare l'ispirazione quando mi serviva, e che ringrazio in questo preciso istante, facendo lo stesso con ognuno di voi, recensori e silenziosi inclusi. Grazie del supporto che non mancate mai di fornirmi, e al prossimo capitolo,
 
Emmastory :)     
   
 
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