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Autore: RoisXIII    15/01/2018    1 recensioni
La classe dei nostri eroi assisterà a una mostra nel museo del Louvre. Sembra andare tutto bene, ma ecco che Papillon sferra il suo attacco.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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I'm back, guys! Dopo un bel po' di problemi seri, ecco a voi il penultimo capitolo di questa FF. Per l'ultimo capitolo ci vorrà un po': devo pubblicare i capitoli delle altre FF in sospeso, in più devo ragionare sul Lucky Charm da usare e a come usarlo.
Buona lettura!



Marinette era un po’ triste: se non fosse stata in pensiero per Alya e Nino, forse, avrebbe chiesto a Adrien se poteva unirsi a lui.
« In un’altra situazione, Tikki, sarei stata da sola con lui per i corridoi di questo museo. Poi saremmo andati a prendere un gelato e le nostre mani si sarebbero sfiorate. Ci sarebbe bastato un solo sguardo e ci saremmo b-baciati! Come mai te ne stai in silenzio, Tikki? »
La ragazza, continuando a correre, aprì la borsetta e la trovò vuota.
« Tikki? Tikki! » urlò disperata.
Oh, no! E adesso come faccio?
Domande contrastanti fra loro irruppero nella sua mente: perché non si era trasformata subito in Ladybug? Perché non aveva chiesto all’amore della sua vita di rimanere insieme a lui? Perché non si era accorta della scomparsa di Tikki? Perché Adrien voleva rimanere da solo?
« Perché sto perdendo tempo quando tutta Parigi è in pericolo? Pensa, Marinette, dove hai visto Tikki l’ultima volta? »
C’era quando i ragazzi hanno preso possesso dell’autobus, e anche quando abbiamo sentito Alya urlare.
Poi le venne il dubbio. E quando stava parlando con Adrien?  Sapeva solo che dopo averlo salutato non c’era più.
Quindi tornò indietro nel corridoio. Le venne un pizzico di dispiacere nel vedere che Adrien non c’era più. Cercò e chiamò il kwami, ma anche lì non c’era traccia.
« Marinette! » si sentì chiamare la ragazza.
Lei si voltò e vide Alya. Era girata di spalle, ma sentiva che c’era qualcosa di strano in lei.
« Alya? »
L’amica si mise a correre, chiamandola diverse volte.
Marinette ancora una volta si ritrovò a una scelta: seguire Alya o continuare a cercare Tikki?
Andrò solo a dare un’occhiata
Prendendosi ancora qualche secondo per pensarci, decise di seguire - o inseguire - l’amica.
 
Dove mi sta portando?, pensò Marinette continuando a inseguire l’amica.
Qualcuno l’afferrò per il polso e la condusse dietro una statua, mettendosi di fronte a lei e sussurrandole di non fare rumore.
Un po’ infastidita per quel trattamento, Marinette voltò la testa verso l’aguzzino. Il suo cuore mancò un battito. Il suo aguzzino non era altri che Adrien. Resistendo all’impulso di urlare dalla gioia, Marinette avvicinò la bocca al suo orecchio per chiedergli spiegazioni, ma all’improvviso il ragazzo si girò verso di lei. Le loro labbra si sfiorarono. Il cuore della ragazza batté all’impazzata; i volti dei due giovani si fecero rossi per l’imbarazzo. Nonostante ciò, nessuno dei due si allontanò o guardò da un’altra parte.
Marinette sentì le gambe tremare quando Adrien posò una mano sulla sua guancia. Le si annebbiò la mente. Dimenticò tutto quanto. Qualcosa in fondo alla sua mente cercava di richiamarla alla realtà, ma lei preferì ignorarla.
Adrien si avvicinò di più. Adesso le loro labbra erano talmente vicine che solo un foglio poteva passarci in mezzo.
« Marinette, dove sei finita? » urlò Alya.
L’incantesimo tra i due ragazzi si ruppe, riportandoli entrambi con i piedi per terra. I due si abbassarono e Adrien sussurrò a Marinette di prepararsi per andarsene.
Non posso lasciarlo qua. Tikki! Mi ero completamente dimenticata di Tikki. Se solo non l’avessi persa di vista…
Adrien la guardò per l’ultima volta e le disse qualcosa, ma Marinette non riuscì a sentirlo per via dei continui richiami di Alya. Il ragazzo si alzò in piedi e corse via, attirando l’attenzione di Alya su di sé.
Devo trovare Tikki al più presto.
Contò dieci secondi, dopodiché abbandonò la statua e corse da un’altra parte. Qualcosa di rosso la colpì in viso.
« Marinette, devi trasformarti! »
 
« Tikki?! Ma dov’eri finita? » le domandò Marinette contenta e preoccupata allo stesso momento.
« Questa volta Papillon ha akumizzato i due fratelli gemelli, trasformandoli in due vampiri. Alya e il resto della classe sono diventati una specie di mezzi vampiri per colpa loro. Devi fare qualcosa, o tutta Parigi, se non tutta la Francia, diventerà un covo di vampiri. »
Marinette annuì. « Ho capito. Tikki, trasformami! »
La goffa e timida ragazza lasciò il posto alla coraggiosa e saggia Ladybug. L’eroina prese lo yo-yo e provò a chiamare Chat Noir, ma lui, come al solito, non rispose.
Penserò a lui più tardi. Ora devo salvare Adrien.
Il ricordo di quanto successo di un minuto prima prese possesso nella sua mente. scuotendo la testa, la ragazza lo scacciò dalla testa. Non era il moment adatto per pensarci.
Ritrovò la statua, quindi si diresse nella stessa direzione presa da Adrien e Alya.
Incontrò alcuni compagni di classe, i quali implorarono il suo aiuto. Il preside e l’insegnante erano impazziti e volevano portarli da qualche nel museo.
I mezzi vampiri creati dai fratelli gemelli.
Ladybug li ringraziò e disse loro di non preoccuparsi e di andare verso l’uscita. Continuò la sua ricerca.
« Attenzione! » gridò qualcuno.
Ladybug si spostò giusto in tempo per non essere colpita da una Alix volante. A lanciarla era stato Chat Noir.
« Scusa il ritardo, Insettina, ma ho avuto da fare » le disse facendole l’occhiolino.
« Ma davvero? E cioè?» gli chiese lei.
« Be’, stavo raccogliendo informazioni. Oggi abbiamo due akumizzati al prezzo di uno, ovvero… »
« Félix e Inés Colin, due degli artisti » concluse lei sorridendo.
Chat Noir parve colpito. « Complimenti, mia cara. Sai anche dove si sono nascosti? »
Ladybug scosse la testa e toccò al gatto nero sorridere. Le disse che i due “vampiretti” si stavano nascondendo nella sezione sull’Antico Egitto. A detta di lui, un luogo buio.
I due eroi parigini si diressero verso quella sezione, stando attenti a non farsi trovare dai mezzi-vampiri.
 
In vicinanza della sezione, i due eroi si nascosero per pensare a una strategia. Sapevano che erano due i nemici da affrontare e che trasformavano le altre persone in mezzi-vampiri, ma non sapevano come.
« Io direi di attaccarli in modo diretto » propose Chat Noir.
« Non essere avventato, Micetto. Potrebbero non essere da soli. »
Poco dopo passarono Alya e Alix, le quali trascinavano una Rose impaurita.
« Brezza marina » sussurrò Chat Noir.
« Cosa hai detto? » gli domandò Ladybug.
Chat Noir inspirò. « Profumi di brezza marina. »
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Quando riportò gli occhi su di lui, vide che la stava fissando in modo strano. Ladybug iniziò a sentirsi a disagio. Lui la fissava spesso, certo, ma mai in quel modo. Si chiese se non fosse anche lui un mezzo-vampiro.
L’urlo di Rose fece tornare in sé Chat Noir, il quale si alzò e incitò Ladybug a fare lo stesso. I due misero piede nella sezione sull’Antico Egitto, ma si fermarono trovandosi di fronte Bastien, Omer e Vanille, i compagni e amici dei due akumizzati. Sfortunatamente, anche loro erano mezzi-vampiro.
Bastien e Omer s’inchinarono, mentre Vanille allungò una mano verso di loro. « Ladybug, Chat Noir, i nostri padroni vi stanno aspettando. Desiderano scambiare qualche parola con voi. »
I due eroi si guardarono e chiesero ai tre un momento per pensarci.
« Cosa facciamo, Insettina? Accettiamo l’invito o usiamo le “buone” maniere? » le sussurrò il gatto nero.
« L’invito potrebbe essere una trappola. Anzi, lo sarà di certo. Io voto di usare le “buone” maniere. »
Il gatto annuì e allungò il bastone. La coccinella fece roteare in aria lo yo-yo e annunciò ai mezzi-vampiro la risposta. Senza perdere altro tempo, i due eroi si lanciarono all’attacco. Chat Noir si fece inseguire da Bastien e Omer, lasciando Ladybug e Vanille da sole. La mezzosangue attaccò usando le unghie delle mani, le quali erano affilate come artigli. Dimostrò anche un’agilità nello schivare gli attacchi pari a quella dell’eroina stessa.
Ladybug attese il momento buono per fare la sua mano. Vanille prese la carica e cercò di colpirla, ma cadde nella trappola dell’eroina. La ragazza, infatti, catturò la gamba dell’avversaria con lo yo-yo, lo tirò e le fece perdere l’equilibrio. Non appena questa si fu quasi alzata, Ladybug le afferrò il polso e la spinse contro la parete.
Chat Noir!
Si girò e si ritrovò davanti la schiena del gatto, il quale stava trattenendo con il bastone l’attacco dei due ragazzi.
Quei colpi erano diretti a me. Chat Noir mi ha difesa!
« Non provate mai più ad attaccarla! » urlò allontanandoli.
Nel frattempo, Vanille si stava riprendendo.
« Chat Noir, fai come hai fatto prima con Alix. Ricordi? »
L’eroe annuì e si portò alle spalle dei due mezzi-vampiro. Roteò il bastone in aria e fece loro lo sgambetto, dopodiché lo uso per slanciarsi in aria e assestare un calcio ai due ragazzi. Ladybug li schivò e li vide atterrare su Vanille, rotolare giù dalle scale e perdere i sensi sul pavimento.
I due eroi si diedero il cinque.
 
Yo-yo e bastone in mano, i due eroi scesero le scale e si diressero verso la fine della sezione egizia.
Ladybug si sentì inquieta. Qualcuno li stava sia osservando sia seguendo. Qualcuno nascosto nelle tenebre. Si avvicinò di più a Chat Noir per avvisarlo, ma una voce femminile parlò: « Benvenuti, valorosi eroi. Vi stavamo aspettando. »
A parlare era stata Inés, in piedi vicino al fratello gemello, che era seduto sul sarcofago. « Ma prima ditemi, dove sono Bastien, Omer e Vanille? »
Chat Noir si mise il bastone sulle spalle. « Oh, stanno facendo un riposino. »
Ladybug sentì un brivido freddo alla schiena. Voltandosi, vide tantissimi mezzi-vampiro circondarli. Riconobbe il preside, la professoressa, Alix, Alya e altri compagni di classe; c’erano alcuni giornalisti, i guardiani del museo e diversi turisti.
« Dov’è Adrien? »
Chat Noir, accorgendosi di tutti loro, disse: « Se non è tra loro, significa che è riuscito a fuggire. »
Félix si alzò in piedi e prese per mano la sorella. « Quando scenderà la sera, tutta Parigi sarà abitata da mezzi-vampiro. Probabilmente, la stessa sorte toccherà a voi due, sempre se non veniate distrutti da noi due. Anzi, lascio a voi la scelta. Se ci date i vostri Miraculous, avrete salva la vita, se rifiutate, ce li prenderemo con la forza. »
« Questi vampiri non si stancano mai di farci scegliere? » domandò Chat Noir. « Insettina, pronta a utilizzare nuovamente le maniere forti? »
Ladybug si guardò intorno. « Mi duole dirlo, ma sono troppi. Perfino il tuo Cataclisma non aiuterebbe più di tanto. Non ci resta che usare il mio Lucky Charm e sperare per il meglio. »
Chat Noir rimase sorpreso. « Stai dicendo che dobbiamo sperare in un colpo di fortuna da parte del tuo Lucky Charm? »
La ragazza sorrise ed evocò il potere del Lucky Charm. Le arrivò in mano un set di bombe di fumo.
« Ma è uno scherzo? Siamo diventati ninja? »
Ladybug ridacchiò. « Be’, con quella tuta nera sei già un ninja. »
Dopo l’attimo di tregua, la coccinella si guardò intorno. Dove e come poteva utilizzare il set di bombe di fumo?
Analizzò la stanza e le saltarono agli occhi il pavimento, le pareti, il sarcofago, le reliquie, il campanello appeso al collo e il bastone di Chat Noir.
Félix allargò le braccia. « Deduco che avete deciso di rifiutare. Peccato. Sareste stati due ottimi mezzi-vampiro. Chissà che sapore ha il vostro sangue. »
I mezzi-vampiro si avvicinarono lentamente, pregustando la vittoria imminente.
Chat Noir aumentò la presa sul bastone. « Qualche idea? Ti prego, dimmi di sì. »
Ladybug annuì. « Pronto a diventare uno dei primi due ninja a giocare a baseball? » e gli indicò i punti giusti, togliendogli il campanello dl collo.
Inés intuì tutto e cercò di fermare i subordinati, ma non ci riuscì.
La coccinella lanciò al gatto nero una bomba di fumo alla volta, il quale le colpì e le mandò a finire nei punti specifici, facendo rilasciare il fumo. Tutta la zona era invasa dal fumo e nessuno riusciva a vedere all’infuori del proprio naso.
È il momento della fuga.
Ladybug lanciò il campanello verso la parete, producendo così un tintinnio. I mezzi-vampiro, sentendolo, andarono nella medesima direzione, anche se inciamparono, sbatterono l’uno contro l’altro o contro qualcosa.
I due eroi corsero riuscirono a uscire dalla sezione egizia al quarto tentativo, consci di essere stati fortunati a trovare l’uscita senza essere fermati.
   
 
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