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Autore: VenerediRimmel    15/01/2018    1 recensioni
E una volta in cui è successo di proposito.
[Peter Parker & Wade Wilson - Peter Parker & Tony Stark - post!Spiderman: Homecoming & post!Deadpool]
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Questa storia è una traduzione di "Five Times Peter Parker and Wade Wilson Crossed Paths By Accident" che potete trovare su ao3
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker, Un po' tutti
Note: Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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II

 

Dopo la terza chiamata persa di Weasel, Wade decise che fosse meglio controllare cosa fosse successo. Abbandonò a malincuore e col broncio il suo appartamento, indossando qualche vestito adatto, e si diresse al Sister Margaret’s. Che sia maledetto quello stupido ragazzino. A quest’ora avrei dovuto essere in una piscina piena zeppa di soldi. La fuga del Punitore pungeva ancora il suo orgoglio ferito. Aveva speso una buona mezzora cercandolo nel complesso di appartamenti di fronte al bar, solo per chiamarsi fuori quando la polizia aveva iniziato a gironzolare lì intorno.

Wade annuì al buttafuori imperscrutabile del Sister Margaret’s, procedendo dentro il bar e verso Weasel che stava lucidando un bicchiere sporco.
“Lo so che non sono figo come un tempo ma devi per forza guardarmi in quel modo, ogni volta?”
Weasel sembrava snervato. “Wade, grazie a Dio. Vanessa è di turno questa notte?”
Gli occhi di Wade si socchiusero. “Sì… perché?”
Weasel deglutì. “Quel ragazzo, Malcolm, sai… quello nuovo.”
Wade ebbe subito presente: Malcom era uno dei nuovi mercenari che frequentava il Sister Margaret’s. Non che quel posto fosse frequentato da santi, ma Malcolm era spietato perfino per un cacciatore di teste. Non sembrava interessato a quante persone potessero venire coinvolte in una sparatoria quando lui stava lavorando. Difficilmente qualcuno sapeva qualcosa su di lui, ma Wade era piuttosto sicuro fosse un sociopatico. Tra simili ci si riconosce.
Weasel si schiarì la voce. “Malcolm ha accettato un nuovo lavoro, uno nuovo, di oggi… e… ho controllato solo ora perché qualcosa sembrava non funzionare. Una ricca signora ha messo una taglia su una ragazza di nome Chastity”.
Wade si accigliò.
“È il suo nome da spogliarellista, in teoria, perché in pratica si stava scopando il marito della ricca signora…”
“Quindi?”
“Quindi, il vero nome di questa Chastity è Monique Gray”
La collega di Vanessa. “Cazzo, ne sei sicuro?”
Weasel annuì impotente.

***

Peter oscillò in direzione del club sull’ottava, rispondendo alla chiamata alla radio della polizia: qualcuno aveva preso degli ostaggi lì dentro, nel locale. Si mosse quanto più velocemente potesse, appollaiandosi su un edificio di uffici lì vicino per valutare la situazione. A occhio e croce doveva trattarsi di uno strip club. “Karen, cosa sta succedendo?”
Karen migliorò immediatamente la sua vista e il suo udito. Peter vide un uomo tarchiato con una pistola che teneva una giovane donna davanti a sé per i capelli. Stava urlando. “Portatemela adesso, o ucciderò tutti quanti, incominciando con lei!”
Altre cinque ragazze, vestite in modo simile con abiti succinti, erano rannicchiate sul pavimento ai piedi del sicario assieme ai due baristi e a diversi clienti maschi.
“Dico sul serio! L’ammazzo!” l’uomo spinse la pistola sul cranio della donna. “Dov’è Monique Gray?”
La polizia non era ancora arrivata e Peter non si prese altro tempo per agire. Con una forza disumana, entrò nel club lanciandosi attraverso una finestra, quella più vicina all’uomo armato, slittando fino a fermarsi sotto la doccia di vetri rotti. La sua entrata provocò delle urla da parte degli ostaggi.
“Hey! Se proprio devi minacciare qualcuno con la pistola, che ne dici dell’uomo che ti consegnerà alla polizia?” gridò.
Gli occhi dell’uomo armato si spalancarono, mentre si voltava verso Peter.
Prima che Peter potesse reagire, la donna minacciata con la pistola approfittò della distrazione dell’uomo che la tratteneva e tentò di prendergli l’arma ma l’uomo armato riuscì a schivarla per poi colpirla con quella in faccia. Mentre lei si lasciava cadere a terra, gli ostaggi si misero di nuovo ad urlare.
Peter scattò all’azione, lanciando la propria ragnatela sulla pistola e strappandola dalle mani dell’uomo. Si mosse attorno alla stanza, mettendo fuori gioco l’uomo con una serie di colpi, schivando quelli che riceveva, e bloccando sotto la sua ragnatela al pavimento.
Peter si avvicinò alla donna ferita. Sembrava chiaramente disorientata ma non priva di coscienza, non ancora, mentre un grosso livido iniziava a notarsi sul suo viso. Peter si inginocchiò al suo fianco. “Stai bene?” lei, con apparente sforzo, concentrò i suoi occhi sul volto di lui, annuendo lentamente.
“Qualcun altro è ferito?” chiese, rivolgendosi agli ostaggi sbalorditi. Nessuno gli rispose. Peter gesticolò con urgenza mostrando loro l’uscita del locale. “Andate, allora! La polizia sta arrivando!” gli ostaggi si misero in piedi, disperdendosi verso l’uscita.
Peter tornò a guardare la donna ferita. Era seduta ma tremava violentemente. Peter lanciò il suo sguardo per tutto il locale, trovando la giacca di una donna su una sedia vicina.

***

La distanza dal Sister Margaret’s al club di Vanessa non gli era mai sembrata così lunga. Aveva il cuore in gola. Arrivò sul posto quando le persone erano già in fuga dal club e soccorse da una squadra sconcertata di SWAT. Wade esaminò la folla con disperazione, il suo cuore martellava un po’ più forte alla vista di ogni volto che non era quello di Vanessa. Spingendo le persone e ignorando le loro urla di protesta, Wade irruppe nel locale. Il panico e la rabbia lo attraversavano dentro in egual misura da non riuscire a registrarle come entità separate. Fece irruzione attraverso la porta del club, accolto dalla vista di Vanessa, chiaramente ferita ma viva.
Spiderman era lì e tra la vista di Malcolm costretto sul pavimento dalla ragnatela e la fuga degli ostaggi, Wade fu in grado di mettere assieme i pezzi e ricostruire quanto fosse successo.
Sollevato, Wade osservò come Spiderman stesse gentilmente coprendo con una giaccia le spalle tremanti di Vanessa. “Puoi alzarti?” le chiese. Vanessa esitò, poi negò col capo. In quel momento Wade vide il sangue che scendeva dal suo naso e i lividi chiazzati sul suo viso.
“Vuoi che ti aiuti?” Wade udì chiederle. Vanessa annuì. Spiderman esitò ma poi le mise un braccio attorno alla schiena e l’altro sotto le gambe, tirandola su con estrema facilità. Vanessa appoggiò stancamente la testa sul petto del ragazzino.
“Hey, non addormentarti, okay? Dobbiamo arrivare fino all’ospedale”
La paralisi che affliggeva un Wade sbalordito improvvisamente svanì a quelle parole. Si schiarì la voce rumorosamente e “posso pensarci io” disse.
Spiderman alzò lo sguardo, chiaramente sorpreso. “Deadpool” disse con cautela, stringendo leggermente la presa su Vanessa. Wade alzò un sopracciglio, poi si rese conto che il ragazzo era chiaramente riluttante all’idea di dargli Vanessa. “Cosa ci fai tu qui?” gli chiese, infatti.
“Sono qui per lei”
Il ragazzino si allontanò da lui. “È ferita” disse freddamente. “Va in un altro strip club!”
Wade si innervosì. “Cristo, ragazzino, quanto incasinato tu pensi io sia? È la mia fidanzata”.
Spiderman raggelò. “La tua…?”
“Wade?” gracchiò Vanessa. Spiderman la guardò con sorpresa. Wade si avvicinò, aprendo le braccia per accoglierla.
Spiderman drizzò la testa. “Wade?” domandò.
Wade sospirò, ma annuì. “Wilson. Wade Wilson”
“È tutto okay” esalò Vanessa. “È il mio fidanzato”
Spiderman era visibilmente sconvolto. “Mi… mi dispiace” disse debolmente, avvicinandosi a Wade e depositandogli attentamente Vanessa tra le braccia ancora aperte.
“Aspetta” disse Vanessa. “Monique”
Wade la guardò. “Quella che Malcolm stava cercando?”
Vanessa annuì. “Le ho detto di nascondersi”.
Wade sospirò pesantemente. “Ovviamente, l’hai fatto. Dov’è?”
“Nel ripostiglio, In una delle scatole più grandi. Le ho detto di non muoversi finché non fossi tornata da lei…”
Wade guardò Spiderman. “La porto io in ospedale, tu puoi-?”
Spiderman annuì e si voltò, prendendo la direzione che Vanessa gli aveva indicato, verso il ripostiglio.
“Hey, ragazzino!” disse Wade velocemente.
Spiderman si voltò per guardarlo. “Sì?”
Fece un cenno verso Vanessa, che aveva già messo giù la testa. “Grazie”.
Spiderman annuì.
“No, dico sul serio: ti ringrazio”.
Il ragazzino annuì nuovamente, così Wade uscì diretto verso l’ospedale.

   
 
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