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Autore: lmpaoli94    15/01/2018    0 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono nati o vissuti i pokémon leggendari dalla prima generazione alla quarta generazione?
Bene, sarà mio compito raccontarlo in queste piccole serie di one – shot.
Buona lettura!
P. S. Ogni fatto e riferimento a qualsiasi cosa che scrivo, è puro frutto della mia immaginazione.
P. S. P. S.: Ho deciso di fermarmi alla quarta generazione per il semplice motivo che dalla quinta generazione in poi non conosco nemmeno i nomi dei pokémon XD
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Le Isole Spumarine erano il posto più caldo di tutta la regione di Kanto.
Durante le vacanze estive, decine di migliaia di persone affollavano tutti gli alberghi della zona per godersi il sole di quel posto.
Fino a quando un uccello azzurro cristallino non iniziò a sorvolare l’intera città.
Molti di loro pensarono che fosse un pokémon come tutti gli altri.
Ma quando si avvicinò a terra, il terrore s’impadronì di tutti i villeggianti.
Iniziò ad attaccare chiunque gli capitò a tiro senza una valida ragione.
In pochi minuti, l’intera isola fu completamente congelata a causa dei suoi raggi gelati.
Ci furono molti feriti, ma fortunatamente nessuno morì.
L’isola che l’uccello prese di mira fu definitivamente abbandonata.
Fino a quando un avventuriero non osò invadere l’intera isola ghiacciata dalla furia dell’uccello.
 
 
Era una giornata come tutte le altre.
Il sole splendeva alto sulla testa della spedizione organizzata dagli scienziati di Kanto.
«Eccoci arrivati.»
Di fronte a loro, un’intera distesa di ghiaccio.
«Perché un pokémon potrebbe arrivare a fare questo?» domandò un giovane ragazzo.
«Noi non conosciamo il volere dei pokémon… Se ha attaccato, un motivo ci sarà.»
«Secondo me ha attaccato questa povera terra rigogliosa per il semplice fatto di colonizzarla e di farla diventare il suo nuovo nido.»
Dopo un solo mese dall’attacco del pokémon, le costruzioni dell’isola continuavano a crollare ininterrottamente.
Presto l’intera isola sarebbe stato solo un cumulo di ghiaccio, abitato da una creatura fredda e maligna.
«Secondo voi dov’è che dobbiamo cercare?»
«L’isola non è molto grande… Ci metteremo all’incirca tre giorni per perlustrarla.»
Anche se il sole emanava calore alla massima potenza, sull’isola si sentiva un freddo surreale.
«Odio sentire tutto questo freddo.»
«Nakano, se sentivi così tanto freddo, perché non sei rimasto a casa?»
«Perché sono uno scienziato, Takagi» fece il giovane uomo «E uno scienziato non può fermarsi di fronte a nulla.»
Camminarono per l’intera giornata, finché il sole non fece spazio alla sera.
«Dove potremmo rifugiarci?»
«Poco più in là c’è un edificio ancora in piedi. Potremmo passarci la notte.»
«E se crollasse da un momento all’altro?»
«Preferisci rimanere fuori al freddo, Nakano?»
«Preferisco vivere. Dentro o fuori, per me non ha importanza.»
«Parli tu che sei un tipo freddoloso.»
«In questo frangente avere caldo o freddo ha poca importanza… L’importante è vivere, Hiraki.»
Dopo essersi assicurati che l’edificio era ancora in grado di rimanere in piedi, i tre scienziati avventurieri accesero un gran fuoco per riscaldarsi.
«Secondo voi, oltre al pokémon leggendario, chi potrebbe vivere in questa terra desolata?»
«Nessuno, Nakano. Secondo le fonti di cui siamo in possesso, l’uccello leggendario ha completamente fatto fuori ogni forma di vita che si trova su questa isola.»
«Ma è davvero terribile come si pensa?»
«Dalle testimonianze delle persone che si sono messe in salvo, questo pokémon è impossibile da allenare o catturare… La sua furia è più forte di qualsiasi cosa.»
«Che cosa faremo quando saremo davanti a lui?»
«Faremo il nostro lavoro, Hiraki… Lo studieremo da vicino senza farci vedere, evitando così di rischiare notevolmente la vita.»
«Sembra facile a te.»
«So benissimo che non è facile… Ma cosa potremmo fare? Avete un’altra idea in mente da proporre?» domandò Takagi.
Nakano e Hiraki non dissero niente.
«Molto bene. Adesso riposiamo. Riprenderemo il cammino appena spunterà l’alba.»
«Chi farà la guardia al fuoco?»
«Faremo a turno, va bene?»
«Ok. Inizio io» fece Hiraki.
«Ottimo. Buonanotte a tutti» disse infine Takagi prima di sprofondare in un sonno profondo.
 
 
Erano passati alcune ore da quando i tre avventurieri si erano rifugiati nell’edifico abbandonato.
Sembrava tutto tranquillo.
Fino a quando un grande boato non mise in allerta tutti e tre.
«Che cos’è stato?»
«Non ne ho la minima idea» fece subito Nakano.
«Hiraki, hai sentito?»
«Come ho fatto a non sentirlo... È come se qualcuno avesse gridato a squarciagola.»
«Più che un grido mi sembrava un boato…»
Il primo ad uscire fuori dall’edificio fu Takagi.
La notte imperversava ancora sull’isola.
Il silenzio era tornato ad essere surreale.
«Vedi qualcosa?»
«Purtroppo no.»
«Meglio così…»
Ma subito dopo, il boato di pochi secondi prima echeggiò nell’aria una seconda volta.
«Accidenti! Che sia il mostro?»
«Non lo so, Hiraki. So soltanto che dobbiamo tenerci pronti.»
Anche se era ancora notte, Takagi riuscì ad intravedere un’enorme ombra che si stava avvicinando a loro.
«Presto! Al riparo!»
Subito dopo, la creatura che dominava l’isola cominciò ad aggredirli.
Con le sue enormi zampe e il suo becco, il pokémon fece crollare l’edificio dove i tre uomini avevano trovato riparo.
Cercarono di contrastarlo con tutti i mezzi di cui erano dotati.
Dai pokémon che avevano portato con sé alle armi.
Ma niente.
Il pokémon leggendario continuava a resistere.
«Se non troviamo subito un nuovo riparo, rischiamo di venire uccisi.»
Fortunatamente per loro, non molto lontano dall’edificio crollato, i tre avventurieri videro una grotta nascosta dietro un grande cumulo di ghiaccio.
«Ecco. Qui saremo al sicuro.»
Il pokémon volante perse le tracce dei tre uomini, facendo inversione di volo per tornare al suo nido che stava in cima alle montagne.
«Secondo voi è lassù il suo nascondiglio?»
«Sì, Hiraki. Non c’è altra spiegazione.»
«Quanto ci metteremo ad arrivarci?»
«Il problema non è quando ci arriveremo… Il problema è se c’arriveremo vivi.»
 
 
Ci vollero altri due giorni di cammino per arrivare in cima alla montagna dove la creatura si nascondeva.
Il freddo e il vento era più pungente e spietato che mai.
«Non ho mai sentito così freddo durante la mia vita. È davvero incredibile!» esclamò Nakano.
«Takagi, è troppo pericoloso rimanere fin quassù. Dobbiamo tornare indietro.»
Ma Takagi, che era il capo della spedizione, non ne voleva proprio sapere.
«Se volete tornate voi indietro. Io rimango qui. Ho giurato che avrei fotografato e studiato quel pokémon. E lo farò.»
Dopo essere arrivati in cima alla montagna, i tre avventurieri presero a scendere dall’altra parte.
Poco sotto di loro, un’immensa voragine di ghiaccio conteneva al suo interno un’enorme nido.
«Eccoci arrivati. Questo è il nascondiglio del pokémon.»
Una volta trovata la sistemazione, i tre scienziati cominciarono a scattare le foto dell’ambiente e del luogo in cui viveva il pokémon.
«Secondo voi dove potrà essere finito?»
«Non lo so. Ma qualcosa mi dice che presto sarà qui.»
«Allora sbrighiamoci. Non c’è un minuto da perdere.»
Mentre erano intenti a fare il loro lavoro, uno degli scienziati trovò uno scritta antica scolpita sulla roccia.
 
 
«Qui giace Articuno, signore del ghiaccio e dei venti.»
 
 
«Articuno? Allora è quello il suo nome» esclamò Hiraki.
«Sembrerebbe di sì.»
«Secondo voi chi potrebbe averlo scritto?»
«Non lo so, ragazzi… Il mistero si sta infittendo sempre di più…»
Guardando più a fondo, il Professor Nakano notò una firma.
«Qui c’è scritto che questo pokémon è stato scoperto per la prima volta dal Professor Oak!»
«Cosa? Ma se è stato lui ha mandarci fin qui per saperne di più…»
I tre scienziati erano confusi.
«Quindi la nostra è stata solo una prova?»
«Sembrerebbe di sì visto che il professore conosce benissimo questo pokémon. Dietro questa pietra ci sono scritte tutte le informazioni che desideriamo. Da quando è nato fino a quando ha attaccato l’isola.»
«Perché non prendiamo questa pietra scolpita e la facciamo vedere al professore?»
«Sì, Nakano ha ragione.»
«Va bene. Tanto ormai quello che dobbiamo sapere su di lui ora lo sappiamo.»
Mentre i tre avventurieri scienziati stavano scendendo la montagna, il pokémon leggendario fece la sua ennesima apparizione attaccando i tre uomini.
«Accidenti! Ci ha visti!»
Cominciò ad attaccarli senza pietà, causando la loro caduta in montagna.
«Perché continua ad attaccarci?»
«E’ un pokémon selvatico, Hiraki. Che cosa vuoi che faccia?»
Fortunatamente, i tre scienziati non riportarono nessuna ferita grave.
Per sfuggire agli attacchi del pokémon, essi si diressero verso la costa per cercare un salvataggio insperato.
Ma mentre Takagi era intento ad elaborare velocemente un piano, vide nei cieli un elicottero che stava sorvolando la zona.
«Guardate!» gridò.
«Attiriamo la sua attenzione. Solo così potremmo salvarci.»
Ma non ce ne fu bisogno.
L’elicottero atterrò sull’isola.
A bordo, oltre al pilota, c’era il Professor Oak.
«Professor Oak!» esclamò Nakano.
«Venite ragazzi. Vi portiamo in salvo.»
Una volta a bordo, l’elicottero si alzò immediatamente in volo scampando alla furia del pokémon leggendario.
I tre scienziati erano salvi.
«Ce la siamo davvero vista brutta> fece Hirai sospirando.
«Professor Oak, lei ci deve spiegare un sacco di cose» fece Takagi alquanto furioso.
«Non volevate sapere di più sul signore del ghiaccio e dei venti? Ecco fatto. L’unica maniera era andare sulla sua isola per poterlo vedere più da vicino.»
«E rischiare così la vita?!»
«Non avete rischiato la vita solo per voi stessi… ma anche per la scienza. O mi sbaglio?»
I tre scienziati rimasero ammutoliti.
«Comunque è stata una bella esperienza» fece Hiraki cambiando discorso.
«Chiudi il becco» ribatté Takagi.
«Professor Oak, ma non c’è un modo per cacciare quel pokémon e far ritornare l’isola allo splendore di un tempo?»
«Temo che non sia possibile, Nakano. Ormai quella è diventata la sua casa. E se non accadrà un fatto inspiegabile o apocalittico, quello rimarrà per sempre il suo rifugio.»
   
 
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