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Autore: Jo_The Ripper    15/01/2018    6 recensioni
Da individuo subdolo e perfido qual era le aveva spezzato il filo della concentrazione, ritrovata per miracolo.
E lei aveva riposto in quello slancio di rinnovata voglia tutte le sue entusiastiche speranze per terminare il saggio al quale stava lavorando da una settimana.
Ma il destino, naturalmente, non contemplava quell’opzione e se la rideva alla grande, accanendosi su di lei.
“Siamo in quel periodo del mese, Kylo Ren?”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Di Jedi, Sith e interruzioni poco gradite

“Ragazzina, questa me la paghi…”
Rey, seduta in giardino con il portatile poggiato sulle ginocchia, fissò lo schermo interdetta e storse il naso.
Di tutti i momenti aveva scelto di disturbarla in quello meno opportuno.
Sicuramente doveva esserci una spiegazione razionale, un motivo plausibile per giustificare quella calamità abbattutasi su di lei.
Una sciagura boriosa chiamata Ben Solo.
Da individuo subdolo e perfido qual era, le aveva spezzato il filo della concentrazione, ritrovata per miracolo.
E lei aveva riposto in quello slancio di rinnovata voglia tutte le sue entusiastiche speranze per terminare il saggio al quale stava lavorando da una settimana.
Ma il destino, naturalmente, non contemplava quell’opzione e se la rideva alla grande, accanendosi su di lei.

Solitamente Ben Solo si mostrava come un tipo algido, compassato, circondato da un’aura cupa e opprimente e riservato ai limiti della maleducazione. Eppure, da un po’ di tempo a quella parte, il suo carattere, già di per sé sanguigno ed esasperato da una forte crisi adolescenziale in rotta di collisione con i genitori, aveva subìto un’impennata di irascibilità e collera di proporzioni epiche.
Però adesso tutta quell’arroganza cominciava a darle sui nervi.
Si passò una mano sulle gambe, incontrando la superficie calda e gonfia una puntura di zanzara. Provò a non grattarsi e incise, con l’unghia, una mezzaluna sulla pelle.
Rey rifletté. No, quello non poteva essere lui.
Del tutto improbabile.
Assolutamente impossibile.
Pura fantascienza.
Forse il distrattore non era altri che Poe, appropriatosi - in maniera illegittima - dello smartphone di Ben, e adesso si stava divertendo un mondo a incasinarlo sfruttando il suo contatto Facebook.
Probabilmente ci aveva preso gusto da quando, quella volta, e grazie all’aiuto di Finn, era riuscito a filarsela dall’aula di chimica facendo saltare il test a sorpresa. Il genio, infatti, aveva inviato un messaggio alla più racchia della scuola dal telefono di Ben e quella si era presentata come una furia professandogli eterno amore davanti a tutti gli altri studenti.
Sghignazzò al ricordo di quella scena memorabile e si decise a rispondere.
“Poe, piantala di scrivermi dall’account di Ben, se ti becca stavolta nessuno potrà salvarti dallo spargimento di sangue e parti del corpo, a cui sei affezionato, nei quattro angoli della galassia.”
La risposta non si fece attendere, e Rey si sarebbe aspettata di veder passare sotto il suo naso la parata dei tributi degli Hunger Games piuttosto che quello. Si ritrovò a sospirare pesantemente.
“No, sono proprio io, sciocca mercante di rottami. Kylo Ren in persona.”
Rey batté le palpebre per qualche volta, sconcertata.
Si scostò dalla fronte qualche ciuffo di capelli sfuggito alla coda scomposta e sollevò gli occhi verso il cielo terso di fine maggio, alla ricerca spasmodica di un segno dell’imminente Apocalisse.
Purtroppo non trovò nessuna bizzarria che motivasse l’attimo di profonda idiozia di Ben Solo.
Lo sguardo perplesso si appuntò di nuovo al monitor.
Inarcò un sopracciglio ed iniziò a schiacciare velocemente i tasti sulla tastiera.
“Cos’hai da minacciarmi così, idiota di un Maestro dei cavalieri di Ren?”
Le parole del ragazzo si stagliarono sullo sfondo bianco della chat. Ovviamente, per mantenere un certo tono da duro impassibile e serioso, si guardava bene dall’utilizzare qualsivoglia faccina o smile.
“E hai persino il coraggio di chiedermelo, stupida Jedi? Guarda cosa hai fatto al Finalizer! E alla Star Killer! Io ti distruggo.”
Una profonda ruga si disegnò tra le sopracciglia aggrottate di Rey e si mordicchiò il labbro inferiore.
Finalizer? Star Killer?
Finalizer e Star Killer
Una lampadina di comprensione le si accese nel cervello.
Oh.
Finalmente aveva capito.
Quei Finalizer e Star Killer
E Rey, ormai conscia di dove stesse andando a parare quel discorso surreale, concluse che Ben Solo era, senza ombra di dubbio, un deficiente.

Si domandò quanto fosse stata cieca a non rendersene conto in tredici anni di solida amicizia (praticamente da quando aveva quattro anni e il suo padrino Luke l’aveva adottata, dopo la scomparsa dei suoi genitori). Decise di accantonare momentaneamente la questione relativa alla sua pessima capacità di giudizio e al suo scarso raziocinio e rispondergli come meritava.
“Siamo in quel periodo del mese, Kylo Ren?”
Inviò e si stropicciò gli occhi. Non era mica colpa sua se Ben Solo o, come si faceva chiamare adesso, Kylo Ren, era un fesso ottuso. E poi cosa diavolo significava quel nickname che aveva scelto? Ancora non se ne capacitava.
“Me li hai disintegrati! Non ti bastava avermi abbattuto Absolution, Enshado e Carrion Spike. Ora anche Finalizer e Star Killer! Il sarcasmo non ti salverà da pesanti ritorsioni.”
Rey fece una smorfia e sbuffò, irritata. Ormai la dose di tolleranza giornaliera nei suoi confronti si stava assottigliando in maniera pericolosa.
La corretta prescrizione per la giusta sopportazione della spocchia di Ben Solo ne prevedeva piccole dosi quotidiane.
E lei poteva vantarsi di essere un vero fenomeno nel seguire alla lettera le indicazioni mediche.
Poco importava il fatto che trascorressero circa sedici ore al giorno insieme. Quelle erano eccezioni. Tipo rimanere interi pomeriggi a scuola per assistere ai suoi allenamenti di nuoto (in maniera del tutto disinteressata) o intrufolarsi in casa sua e piagnucolare affinché l’aiutasse con gli esercizi di matematica. O quando facevano binge watching di Game of Thrones o le intere nottate trascorse ad affrontarsi alla PS4.
Quindi Ben Solo sì, ma a piccole dosi (più o meno). Perché quel ragazzo era fin troppo cocciuto e testardo. Una persona poco raccomandabile.
Lei aveva provato, più e più volte, a convertirlo, a persuaderlo affinché abbandonasse la strada delle tenebre per imboccare quella giusta, quella del Lato Chiaro, degli Jedi della Resistenza.
Ma aveva ottenuto l’effetto contrario. Si era impuntato, come un ragazzino capriccioso.
Era passato al Lato Oscuro, scalandone la vetta fino a raggiungere i vertici del Primo Ordine, e ora stava scontando la pena della sua stolta decisione.
“Senti, Ben, in quale lingua vuoi che te lo dica? Siamo in guerra!”
E, in uno scontro a due, doveva pur esserci un perdente, no? Come mai la sua mente, tanto talentuosa, dotata e brillante, si ostinava a non recepire quell’irrilevante, banale e futile dettaglio?
“Sei sempre stata dalla mia parte… Unisciti a me. Ti prego.”
A Rey per poco non cascò la mandibola sull’erba. Quello era davvero un colpo basso e meschino. Far pressione sui suoi sentimenti, sul suo buon cuore… stava giocando sporco, Ben.
La stuzzicava con mosse scorrette in una lotta senza esclusione di colpi.
Si sforzò di minimizzare il significato di quelle parole, senza leggervi ulteriori significati tra le righe. Perché, ovviamente, Ben stava scherzando. Nonostante ciò, un brivido le si irradiò lungo la spina dorsale e lo stomaco si contrasse in maniera strana. All’improvviso aveva caldo e la gola secca. Si affrettò ad aprire la bottiglina d’acqua accanto a lei e ne tracannò un paio di sorsi abbondanti. Stese la testa contro la corteccia del pino che svettava in giardino, chiuse gli occhi e inspirò l’odore della resina.
Quando si fu calmata, dopo aver messo a tacere ogni altro pensiero convergente verso Ben- vi- sbagliate-siamo-solo-amici, stabilì che ne aveva abbastanza.
Decisa come non mai si apprestò a porre fine a quella storia.
Ben doveva capire. Ormai era completamente andato.

“Dunque, mio buon Kylo Ren, lasciami l’onore di illustrarti come stanno le cose.”
Pigiò il tasto invio. Trasse un respiro profondo e continuò.
“Punto uno: sei stato TU ad abbandonare la Resistenza per andare prima tra i Sith dell’Impero e poi nel Primo Ordine. Quindi sono problemi tuoi.”
Nessuna risposta, e questo le piacque. Una volta tanto Ben ascoltava.
“Punto due: ti sei fatto abbindolare come un allocco. Dovevi pensarci prima di dar retta a quell’imbecille di Snoke e passare al Lato Oscuro. Io te l’ho detto e ripetuto diecimila volte. Ho provato ad instillare un po’ di giudizio in quella tua zucca piena solo di pretenziosa supponenza. Certo all’inizio eravate forti, spietati, micidiali e picchiavate duro, ma poi noi ci siamo organizzati a dovere e vi abbiamo fregato usando la strategia più scaltra. A quanto pare non vi siete impegnati abbastanza per diventare più intelligenti. Anche qui, fammi causa.”
Rey inviò anche questo messaggio e si preparò al gran finale.
Conoscendo Ben, l’ultima parte sarebbe stata quella che avrebbe richiesto più tempo per essere assorbita dai suoi neuroni, ma si fece coraggio. Il toro andava preso per le corna.
“Punto tre: Benny caro… Star Wars: Battlefront è un gioco di guerra! È normale combattersi tra eserciti nemici! Sei tu che non sei voluto rimanere nella mia fazione!”
Finalmente era fatta.
“Quindi se ora ti sto polverizzando, la colpa è solo tua. Adesso vorrei ci dessi un taglio perché devo finire questo maledetto saggio, altrimenti giuro che in un batter d’occhio ti scateno contro tutta la flotta stellare e ti faccio esplodere anche la Morte Nera.”
Chiuse la conversazione stizzita e riprese a leggere le poche frasi scritte sul documento di Word, pervasa da una piacevole sensazione di trionfo e soddisfazione nell’avergli dato il fatto suo.
Ma aveva cantato vittoria troppo presto. La nuova notifica stabiliva inesorabilmente quanto Ben non intendesse mollare la presa.
Cos’altro poteva volere ancora da lei?
Cliccò sulla conversazione, lesse e pregò che si aprisse un varco nel cielo e ne uscissero gli alieni, gli elefanti rosa, i draghi, un esercito di Minions non morti. Tutto pur di essere lasciata in pace.
“Rivoglio i miei Stormtrooper!”

Davvero non avrebbe mai pensato a Ben Solo, suo migliore amico praticamente da quando aveva memoria, come un essere così puerile e pronto a dare sfoggio di tanta immaturità. Evidentemente quella stupidità spinta era direttamente proporzionale alla sua altezza. Ed essendo molto alto, il quantitativo in suo possesso era certamente notevole.
Scosse la testa e lo ignorò, andando offline.
Che cuocesse nel suo brodo, maledizione, lei ne aveva abbastanza.
Pochi secondi dopo, una notifica di un messaggio su WhatsApp le fece venir voglia di lanciare il cellulare contro il muro con tutta la forza in suo possesso e fracassarlo.
Poi prevalse il buonsenso.
“Passa da casa, sei il solito impiastro quando si tratta di saggi. Stasera pizza e serie TV.”
Rey, suo malgrado, sorrise. Quasi poteva vedere la mano del ragazzo, tesa davanti a lei, in attesa che l’afferrasse.
Forse, per Ben Solo, c’era ancora speranza di essere redento.

***
Ehilà, salve!
Come voi tutti, sono in botta tremenda con Star Wars, una roba di una tale intensità che non mi capitava dai tempi di Loki in Avengers. Ovviamente mi è partito un fangirling selvaggio su Rey e Ben, tanto che pian piano sto leggendo tutte le fic presenti nel fandom. Aspettatevi dunque una bella dose di commenti :D
Per il resto, il mio contributo non è lontanamente comparabile con la profondità e l’analisi dei personaggi presente in altre storie, vuole più essere un momento di leggerezza in un contesto dove la guerra è solo presente sottoforma di dati e algoritmi. Anzi, credo di essere andata pure OOC.
Chissà, magari scriverò dell’altro, ritornando al contesto originale e soffermandomi su qualche altro aspetto della storia.
Spero vi abbia comunque fatto sorridere e che, nel suo piccolo, l’abbiate apprezzata.
Le astronavi, basi e incrociatori citati sono presi pari pari da Wookiepedia, una grandiosa fonte di informazioni.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un abbraccio, Jo.

  
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