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Autore: marylu_83    16/01/2018    1 recensioni
La quarta era ha portato pace e serenità negli animi di tutte le creature buone della Terra di mezzo.
Gli elfi ritenevano ormai inutile la loro permanenza su quella sponda, Elrond stesso lo aveva detto a Gandalf tempo prima: gli elfi se ne andranno, salperanno per Valinor, non appena il Male sarà sconfitto.
Ora gli uomini governano quei luoghi in tranquillità assieme ai nani e agli hobbit della contea, ma ancora alcuni elfi vivono tra i boschi di quelle terre, vegliando assiduamente sulle altre creature, nonostante in passato era stato detto che la loro razza non avrebbe protetto in eterno quel mondo.
ATTENZIONE: questa storia è stata pubblicata anche su Wattpad sempre da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Arwen, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole riscaldava l'aria che li circondava. Mancava poco e sarebbero arrivati a Bosco Atro, dove ancora nessuno di loro aveva mai messo piede. 
Avevano deciso di fermarsi giusto per la notte per riprendere le forze, non che servisse a qualcosa: gli elfi non hanno bisogno di riposo. La tappa a Bosco Atro era per Aleanor, che si era allontanata, per la prima volta, così tanto da casa. Bisognava fare con calma con lei: era sì un'ottima combattente, responsabile e sempre lucida, in qualsiasi cosa facesse, ma aveva un'anima fragile e non abituata ai cambiamenti. 
Elmorn e Krismorel, invece, erano abituati a stare lontani da casa, sin da quando erano arrivati a Gran Burrone. Entrambe le famiglie dei due erano state sterminate, secoli prima in battaglia. Quando Elrond trovò i due al suo cospetto, con una lettera tra le mani, era sicuramente incuriosito e confuso, quando scopri che due dei suoi più cari amici, erano morti, la tristezza lo pervase e subito un senso di protezione scese su di lui, alla vista di quei ragazzetti tristi e impauriti che si tenevano per mano, davanti ai suoi occhi.
Furono affidati alla famiglia di Aleanor e, col passare del tempo, i tre diventarono inseparabili, ma ancora oggi Elmorn e Krismorel, ricordano con tristezza quel periodo in cui si trasferirono a Gran Burrone. 
...
-Ci siamo quasi. - disse Kris, indicando l'inizio di una foresta parecchio cupa all'apparenza. 
Si avvicinarono senza mai abbassare la guardia con le mani alle armi,pronti a qualsiasi cosa gli si presentasse. Sicuramente la più tesa tra i tre, era Aleanor, che, pur avendo imparato a combattere si era limitata alle missioni di recupero o di ricognizione che mai si era ritrovata a combattere creature ostili come gli orchi e i Goblin. 
E sperava, sinceramente, di non dover cominciare ora, quando la sua sfera emotiva minacciava di disintegrarsi. Non che non volessi stare lì, con i suoi amici/fratelli, ma per lei era una situazione nuova e non sapeva come comportarsi. 
Elmorn era più avanti, con arco teso verso il basso e orecchie bene aperte, ad ascoltare ogni singolo rumore che li circondava. Continuarono così per un tempo indefinito, finché non avvistarono l'entrata del reame boscoso. 
Ripresero a muoversi verso il grande portone con cautela. 
-Controllate in giro e prendere tutto quello che ritenete utile- ordinò Elmorn alle due amiche, con una certa urgenza. 
-Che fretta c'è? avevamo deciso che saremmo rimasti per la notte.- disse giustamente krismorel, preoccupata per Aleanor, che necessitava di fermarsi più di qualche ora. 
Elmorn capiva le sue preoccupazioni e le condivideva, ma non potevano rimanere lì. -Capisco che Aleanor abbia bisogno di riposo, ma non possiamo restare. Il mio istinto mi dice che siamo in pericolo. Partiremo questa questa sera, così da dare comunque il tempo, per riposare, ad Aleanor.- Sospirò -Credo che tu mi capisca e che sarai d'accordo con la mia decisione disse infine rivolta la corvina, che annuì appoggiando la mano sulla spalla dell'amica, che affranta accettò la loro scelta. 
...
-Grazie- stavano esplorando il castello, alla ricerca di qualcosa di utile, ma i pensieri di Aleanor erano fermi alla conversazione avuta nel grande atrio, dopo il portone.
Elmorn e Krismorel si preoccupavano tanto per lei, al punto di rischiare di finire nei guai, rimanendo fermi un paio d'ore. Non credeva di non meritarselo, assolutamente, ma... si sentiva un peso. 
- per cosa mi stai Ringraziando?- ridacchiò Kris, non collegando quel Grazie a nessuna sua azione. 
-Voi... Vi preoccupate tanto per me. Anche in una situazione come questa, dove la nostra missione principale e proteggere gli altri prima di noi, voi cercate di aiutarmi a fare con calma, perché lo state facendo?-.
Krismorel ci pensano molto, lasciando che il silenzio avanzasse tra di loro: si stava dando tempo per scegliere le parole giuste, ma non credevo ci fossero. 
-Quando... Quando io e Elmorn siamo arrivati a Gran Burrone e siamo stati affidati alla tua famiglia... tu hai fatto di tutto per farci sentire a casa e non farci pensare a quello che avevamo passato. Credo che il nostro modo di proteggerti, sia molto simile al tuo, ma sappiamo bene che non dimenticherai mai casa tua, la tua famiglia e i tuoi amici; noi cerchiamo solo di fartelo pesare di meno- disse Krismorel, guardandola negli occhi. 
-Grazie... ma finché starò con voi, avrò con me casa, famiglia e amici. Non voglio essere un peso per la missione e posso tranquillamente abituarmi a tutto questo. Infondo... è stata una mia scelta rimanere qui.- disse Aleanor sorridendo e abbracciando la bionda. 
-Ora andiamo a cercare Elmorn, chissà dove si sarà cacciato, quell'elfo da strapazzo.- riprese Kris, scoppiando a ridere, contagiando anche la corvina, ed insieme, dopo aver recuperato tutto ciò che era utile, ripercorsero la via del ritorno alla ricerca del loro amico.
Intanto, alle stalle del castello, Elmorn, non aveva trovato nessun cavallo e affranto, si accingeva a tornare dalle compagne, pronto per ripartire, ma qualcosa lo fermò. 
-Hahahahaha- tante risate che si avvicinavano verso la sua direzione. Erano di sicuro uomini, forse in esplorazione sotto ordine del re, per preservare io reame boscoso. 
Dovevano andarsene assolutamente e senza farsi vedere. Decise di nascondersi fino a quando non si sarebbero distratti, permettendogli di fuggire, ma qualcosa, o meglio qualcuno, gli afferrò il polso, trascinandolo il una stanza lì vicino.

Era una guardia del re ,lo si vedeva dalla divisa. Elmorn lo guardò stupito, senza dire una parola: si sentiva in trappola e senza via di fuga. Come poteva non aver percepito la sua presenza? Come poteva non aver sentito un minimo di rumore? 
La forza di Elmorn era il suo udito sopraffine, come poteva aver fallito quella volta? 
Portò la mano all'arco per potrai difendere da un possibile attacco, ma non lo trovò al suo posto, dietro la sua schiena. Lo sconosciuto lo sfoggiava con orgoglio girandoselo tra le mani alzando, infine, lo sguardo sul biondo, con aria rassicurante. 
-Non voglio farti del male e non voglio consegnarti ai miei compagni, per ora- disse lo sconosciuto, riconsegnandogli l'arma -voglio solo sapere perché siete qua e perché vi nascondete da noi, dato che è ovvio, che non volete essere trovati.-
Elmorn lo guardò attentamente negli occhi, assicurandosi che dicesse la verità, prima di abbassare di poco le sue difese. 
-Ci siamo rifiutati di partire per le terre immortali. Siamo in missione segreta verso Minas Tirith, al cospetto del re. Il nostro re ci ha consigliato di non farci vedere da nessuno, se non da Aragorn, per non allarmare inutilmente tutti.- Rispose Elmorn, il più calmo possibile senza mai abbassare del tutto la guardia e senza mai distogliere lo sguardo. 
Lo sconosciuto osservava Elmorn quasi venerandolo e mettendolo a disagio. 
-E tu? Come mai non sei con i tuoi compagni?- Azzardò a domandare Elmorn, arrossendo leggermente sotto quello sguardo intenso. 
-Siamo i esplorazione per proteggere Bosco Atro, ma...ogni volta che arriviamo, gli altri se ne vanno in giro, per tutto il giorno ad ubriacarsi, mentre io resto qui, a controllare la situazione.- continua con lo sguardo basso, un po' giù di morale. 
-Manca poco però e non farò più parte di questa squadra: il re mi ha assicurato un posto al castello. Tra non molto non dovrò più sopportare quegli idioti lì fuori.- Elmorn sorrise, quel ragazzo amava quello che faceva e desiderava poter fare di più, glielo si leggeva negli occhi. 
-Sei molto ambizioso e ami quello che fai, sono sicuro che andrai molto lontano.- disse Elmorn, dando un'occhiata al cielo fuori dalla finestra lì vicino -ora devo andare, spero di rivederti presto.-.
...
Elmorn, sentendo ormai il silenzio regnare nelle stalle, saltò in groppa al primo cavallo che vi si presentò e, portandone con se altri due, galoppó fino alle sue amiche, per poi uscire dal regno, con ancora in testa il pensiero dello sconosciuto, che gli aveva permesso di fuggire inosservati, tenendo occupata la sua squadra. 
.
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-DOVE CAVOLO È FINITA IL MIO CAVALLO???- un urlo invase le orecchie dei poveri cavalieri, che sconbussolati e ancora travolti dall'alcol, cercavano do capire cosa fosse successo. 
-Ubriaco com'eri, potresti aver scordato di legarlo- lo canzonò un ragazzo, appoggiato all'entrata delle stalle. 
-TU... sei stato tu, non è vero? Lo hai fatto fuggire!- gli urlò contro il comandante, andandoli incontro ancora barcollando. 
-E come avrei potuto? Sono stato con voi tutto questo tempo, sin da quando siete tornato capitano, come avrei potuto essere in due posti contemporaneamente?- sapeva bene chi era stato, ma di certo non lo avrebbe traditio. Quell'elfo lo aveva come stregato, tanto da farlo agire solo quando i suoi compari erano tornati. 
L'aveva seguiti fin dal loro arrivo, all'entrata del Bosco: sì, aveva mentito, anche lui era uscito quella mattina e subito gli erano sembrati interessanti e sospetti allo stesso tempo. 
Quando il comandante comprese le sue accuse infondate, le ritirò e tornò affranto alessa sua bottiglia di liquore, abbandonata su uno sgabello, vicino alla staccionata, dove erano rinchiusi i cavalli. 
-Cavolo Norian, questa volta l'hai fatta davvero grossa. Sono scappati altri due cavalli, oltre quello del capitano.- disse un omino basso e robusto, ridendo della faccenda creatasi, osservando gli uomini sbocciati, padroni dei cavalli, e il capitano piangente per il suo amico quadrupede scomparso. 
-Fidati amico mio- rispose Norian, sorridendo e voltandosi verso il sole cadente -sono in ottime mani.-.

1547 parole
~angolo autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare, ma quanto ho scritto? 
Perdonatemi per il capitolo lungo, ma quando scrivo a mano non riesco a fermarmi. Il ritardo, invece, è per riportarlo in digitale *-*.
Spero che comunque vi sia piaciuto e prima di lasciarci volevo ringraziare mia mamma (gocce_di_ruggiada) per aver corretto questi capitoli che sono usciti e per quelli che mi correggerà in futuro :*****
Detto questo ci risentiamo il mese prossimo. 
Bye!

  
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