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Autore: SofyTrancy    17/01/2018    0 recensioni
Edea Lee è la principessa di Eternia, il regno più importante e potente di Luxendarc.
La ragazza non ha però vita facile: suo padre è molto severo con lei, arrivando addirittura a prometterla in sposa al principe di Caldis, Ringabel Dim.
Il giorno del loro matrimonio però, succede qualcosa di completamente inaspettato...
"«Stai d'incanto con quel vestito dolcezza.» le sussurrò all'orecchio con la sua voce sensuale, quando lei si avvicinò.
«Non provarci con me Dim.» rispose Edea, scostandosi e sussultando leggermente quando lo sentì posare una mano sul suo sedere."
PS: le coppie presenti sono sia RinEdea che Tiznès, spero vi piaccia xD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T INDETTO DA LANDE DI FANDOM.]
 

I
 

Quando l'orologio appeso alla parete batté le 10, Edea Lee, erede al trono di Eternia, sentì una forte stretta al cuore.

Solo un'ora.

Solo un'ora e la vita che aveva vissuto fino a quel momento sarebbe completamente finita.

Posò uno sguardo allo specchio, distogliendolo immediatamente non appena sentì le lacrime minacciare di uscire dai suoi occhi.

Il lungo abito di raso che aveva indosso era stato realizzato per adattarsi al meglio alla sua figura e risaltarne la sua incredibile bellezza. Il corpetto, caratterizzato dall'ampia scollatura rotonda che lasciava ben poco all'immaginazione, valorizzava la sua vita stretta e minuta, slanciandone anche la figura, per poi aprirsi in una meravigliosa e ampia gonna. Il tutto era ricoperto da un leggerissimo strato di tessuto rosa chiaro che si intonava alla sua pelle candida.

«Osa piangere e vedrai cosa ti succede.»”

Queste erano state le parole che poco prima le aveva rivolto il re quando l'aveva incontrata per la colazione.

«Oggi è un gran giorno Edea, e non voglio che tu lo rovini.»

«Sì, padre.»”

«Sì, padre...» ripeté nuovamente con un fil di voce.

Da quando era morta sua madre, quelle erano le uniche due parole che la ragazza poteva dire a quell'uomo.

Le aveva pronunciate quando l'aveva rimproverata per aver fatto amicizia con i bambini del borgo.

Le aveva pronunciate quando le aveva proposto di farle incontrare il principe del regno vicino.

Le aveva pronunciate quando l'aveva chiusa nel castello, per far sì che non si innamorasse di nessun ragazzo “inadatto” alla famiglia.

Le aveva pronunciate quando l'aveva promessa a quell'odioso principe.

Le aveva pronunciate quella stessa mattina, il giorno del suo matrimonio.

Più la consapevolezza si faceva strada dentro di lei, più sentiva il respiro mancarle.

«Sei bellissima Edea.»

Quella voce gentile la fece sussultare.

Alzò lo sguardo, ritrovandosi davanti la sua ancella di fiducia.

«Agnès...» sussurrò, osservando la ragazza dai lunghi capelli castani sorriderle e avvicinarsi a lei, per poi sedersi sul letto.

«Sono sicura che andrà tutto bene. Io sarò con te.» le disse, prendendole le mani e stringendole tra le sue.

Edea singhiozzò leggermente e abbracciò la ragazza accanto a lei.

Agnès le accarezzò la testa, stando attenta a non rovinarle l'elaborata pettinatura.

«Non ti lascerò mai sola, te lo prometto.– la rassicurò, continuando a sorriderle –Ora vieni, finisco di truccarti. La cerimonia sta per iniziare.»

La principessa di Eternia alzò lo sguardo, asciugandosi leggermente gli occhi.

Non era il momento di piangere.

Oramai il dado era tratto.

 

La gente intorno all'enorme chiesa era così tanta che Edea credette di poter svenire da un momento all'altro, mentre osservava il tutto dalla piccola finestra della carrozza in cui si trovava.

«Sei pronta?» le chiese Agnès, seduta di fronte a lei.

Non sarò mai pronta” pensò la ragazza, deglutendo.

«Sì, andiamo.» rispose, ignorando quella piccola vocina nella sua testa che la invitava a correre via.

Agnès aprì la portiera della carrozza e aiutò Edea a scendere, sistemandole poi il vestito.

«Ricorda, qualsiasi cosa succeda, io sarò sempre lì con te.» le disse nuovamente, stringendo la sua mano in quella della principessa.

Edea sorrise e stava per risponderle quando una delle guardie si intromise.

«E' ora di andare principessa, ci segua.»

La ragazza annuì e iniziò a incamminarsi verso l'entrata della chiesa, continuando a tenere Agnès per mano mentre le guardie la scortavano e la folla intorno a loro alzava la voce.

«Eccola!»

«E' la principessa!»

«E' bellissima come sempre vero?»

«Anche il suo futuro marito è veramente stupendo sapete, quanto vorrei essere al suo posto!»

Edea aprì la bocca, intenzionata a dire un “«Te lo cedo volentieri.»” quando sentì il gomito della sua ancella colpirla leggermente.

Cavolo se sapeva leggerle nel pensiero quella.

Continuarono a camminare sui grossi mattoni di pietra, finché non arrivarono proprio di fronte all'entrata dove Brave Lee, il re, le aspettava.

Non appena Edea lo vide, lasciò andare la mano dell'altra.

Anche se ad Agnès non importava, se suo padre le avesse viste mano nella mano lui avrebbe sicuramente rimproverato l'ancella, arrivando addirittura a picchiarla per aver osato prendere troppa confidenza con la principessa e questo Edea non poteva permetterlo.

«Sei davvero splendida Edea.– esordì l'uomo, passando una mano sulla spalla di sua figlia –Sono sicuro che il principe ne sarà contento.»

La ragazza sentì un brivido scenderle lungo la schiena semi-scoperta, dove erano ben visibili i lacci che tenevano chiuso il corsetto.

Se fino a quel momento aveva solo pensato che quel vestito così casto ma allo stesso tempo leggermente provocante lo avesse ideato quel pervertito del suo futuro sposo, ora ne era completamente certa.

«Tu,– disse poi con tono di disprezzo, osservando Agnès –mettile il velo, dobbiamo entrare in chiesa adesso.»

L'ancella annuì e posizionò il velo sulla testa della principessa.

«Non avere paura. Ci sono io con te.» sussurrò di nuovo per calmarla e per non farsi sentire dal re.

«Grazie.» rispose Edea.

«Andiamo e vedi di sorridere al tuo sposo.»

La ragazza afferrò il braccio del padre e sentì l'organo iniziare a suonare.

Ci siamo.”

Fece un bel respiro, cercando di tranquillizzarsi il più possibile. Poi, entrò nella chiesa, venendo circondata immediatamente da almeno un migliaio di persone, molte di più di quelle che si trovavano all'esterno.

L'organo continuava a suonare la ballata nuziale, ma Edea era troppo in ansia per poter anche solo riconoscerne una nota.

Visi di persone che mai aveva visto in vita sua le apparivano oltre il velo e, nonostante i loro volti fossero stupiti per la sua bellezza, a lei parvero solo tremende belve pronte a divorarla.

Si voltò verso Agnès che, con le mani congiunte al petto, continuava a sorriderle in modo rassicurante.

«Ci sono io con te.»”

Edea iniziò a ripetersi quelle parole, ringraziando mentalmente la ragazza che l'aveva da sempre aiutata.

Ma tutta la calma che era riuscita ad accumulare scomparve quando vide lui.

Il principe di Caldis, Ringabel Dim, la guardava con il suo solito fare a dongiovanni con un leggero sorrisetto dipinto sul volto.

Ok, doveva ammetterlo, chiunque vedendolo anche solo per un minuto avrebbe voluto essere la sua sposa. Il ragazzo, che aveva ben cinque anni più di lei, era di una bellezza quasi strabiliante. Il viso era terribilmente affascinante e attraente, così come tutta la sua figura; gli occhi color nocciola erano capaci di catturare anche i cuori più difficili, mentre le sue labbra rosee potevano attirare chiunque.

Per quanto cercasse di nasconderlo, anche Edea era caduta vittima del suo fascino all'inizio. Poi lui aveva aperto bocca e dopo due minuti la ragazza aveva voluto solo ammazzarlo, ma questa è un'altra storia.

«Stai d'incanto con quel vestito dolcezza.» le sussurrò all'orecchio con la sua voce sensuale, quando lei si avvicinò.

«Non provarci con me Dim.» rispose Edea, scostandosi e sussultando leggermente quando lo sentì posare una mano sul suo sedere.

Digrignò i denti, trattenendosi dal metterlo K.O. lì, in una chiesa.

Poi, mentre nel suo cuore ogni speranza di salvezza scompariva, ascoltò il resto della cerimonia e quando fu il suo turno, nonostante la voglia di fuggire e mettersi al sicuro, rispose con un secco e quasi impercettibile: «Lo voglio».

 

«Ti stai divertendo mia signora?»

Agnès osservò la sua amica roteare gli occhi.

Molto probabilmente era stufa di stare in compagnia di quel ragazzo...

«Per niente.» rispose prevedibilmente lei, con tono secco.

L'albino sbuffò leggermente e l'ancella poté scorgere un minimo senso di rassegnazione sul suo volto.

Si trovavano alla tavola più grossa nella grande sala del castello di Eternia, luogo in cui si stava tenendo il banchetto in onore dei nuovi sposi. Ma a quanto pareva la sposa stessa non aveva alcuna voglia di stare lì. Doveva trovare qualcosa per risollevarle l'umore e in fretta.

«Principessa, ha bisogno di qualcosa? Se vuole posso andare a prendergliela.» chiese gentilmente Tiz Arrior, il maggiordomo del principe.

Agnès gli fu grata per aver tentato di salvare la situazione, evidentemente era più abituata di lei a risolvere problemi del genere.

«Non preoccuparti, grazie lo stesso.» gli disse Edea, sorridendogli leggermente.

«Andiamo! E' il nostro matrimonio, non ti va di ballare?» si intromise nuovamente Ringabel, mostrando il solito sorrisetto malizioso.

«No.» altra risposta secca.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, alzandosi e afferrando l'altra per un braccio.

Agnès si alzò dal suo posto, pronta a intervenire.

«Lasci andare la principessa, per favore.»

«Dai, almeno proviamoci.» insistette lui, ignorandola.

«Ti ho detto di no!» Edea strattonò il suo braccio, liberandosi facilmente dalla presa.

«Edea va tutto ben-» la domanda dell'ancella fu interrotta da una voce tuonante.

«Edea! Cosa stai facendo?!»

Brave Lee stava guardando nella loro direzione, gli occhi arrabbiati puntati su Edea.

«Non ti avevo detto di comportarti bene?»

Agnès vide la principessa fare un passo indietro, abbassare lo sguardo e iniziare leggermente a tremare.

Al che fece un passo avanti, nonostante avesse imparato durante tutti quegli anni che non era mai una buona cosa fare arrabbiare il re.

«La principessa non ha fatto niente sua maestà!– disse, frapponendosi tra l'uomo e Edea –Si è solo sentita a disagio e per questo ha reagito in quel mod...»

Uno schiaffo la colpì in pieno viso facendole perdere l'equilibrio.

«Agnès!» la voce della sua amica le arrivò alle orecchie.

«Come osi rispondere con quel tono al tuo signore!?» ringhiò l'uomo, alzando nuovamente la mano.

La ragazza chiuse gli occhi, pronta al colpo che di lì a poco sarebbe giunto.

Ma quello non arrivò.

«Non le sembra che sia lei a non comportarsi bene, sua maestà?»

Agnès aprì gli occhi, incredula.

Ringabel Dim aveva afferrato il braccio del re e lo teneva fermo a mezz'aria.

«P-principe!» iniziò a balbettare l'uomo, voltandosi verso di lui.

Ringabel lo lasciò, un'espressione quasi disgustata e che Agnès non gli aveva mai visto prima si era dipinta sul suo volto.

«La colpa è stata mia, sono stato io a importunare Edea e quindi né lei né la sua ancella hanno fatto niente di sbagliato.– disse, mentre anche gli ospiti che non si erano ancora accorti di quel che era successo si zittiranno –Per questo, le chiedo di non rimproverarle.»

Il re sbuffò, sentendosi gli sguardi di tutti addosso.

«Vi chiedo perdono, evidentemente ho esagerato.» ringhiò, allontanandosi e tornando a parlare con altri nobili provenienti da tutto il mondo, non senza aver prima lanciato uno sguardo terribile a sua figlia e all'ancella.

«Va tutto bene?»

Senza che Agnès se ne rendesse conto, Tiz si era abbassato al suo livello e le aveva teso la mano.

La ragazza annuì leggermente, afferrandola e facendosi tirare su.

«Agnès ma che ti è preso?– Edea si fiondò al suo fianco, mettendole una mano sulla guancia colpita –Non dovevi farlo! Sapevi a cosa saresti andata incontro...»

La ragazza sorrise.

«Ma tu eri in difficoltà Edea, non potevo non aiutarti. Te l'ho promesso ricordi?– rispose, per poi voltarsi verso il principe –Mi scuso terribilmente per il disagio che le ho arrecato principe, non intendevo crearle così tanti problemi.»

Inaspettatamente, l'espressione di Ringabel si addolcì.

«Figurati, è mio dovere difendere sia Edea sia te da adesso in poi. Quindi non devi scusarti, vai a mettere qualcosa di freddo sulla faccia piuttosto, prima che si gonfi.»

«Venga, l'accompagno io. Non vorrei che il suo bellissimo viso ne risenta.» si intromise Tiz.

Agnès arrossì vistosamente, colta alla sprovvista sia per la gentilezza che le avevano dimostrato, sia per le parole utilizzate da quel ragazzo.

«G-grazie...» bofonchiò, facendo un piccolo inchino verso il principe e seguendo poi il maggiordomo, lasciando da soli i due sposi.

 

«Ti ringrazio per quello che hai fatto.»

Quando Ringabel sentì quelle parole uscire dalla bocca della ragazza al suo fianco, rimase leggermente incredulo.

«Figurati. Ripeto, è il mio dovere.» rispose, voltandosi verso di lei.

Il suo cuore perse quasi un battito.

Se già gli era sembrato strano che la principessa l'avesse ringraziato, vederla senza quell'espressione terribilmente imbronciata in volto andava contro ogni sua immaginazione.

Non che adesso trasparisse chissà che felicità sul suo volto, ma era sempre un passo avanti.

«Tiz si occuperà di lei, quindi non c'è da preoccuparsi.– continuò, mostrandole nuovamente il suo solito sorriso –Quindi che facciamo? Balliamo o no?»

Edea sbuffò, scuotendo la testa.

«Dopo che abbiamo ballato mi lascerai un po' in pace?» chiese, con il tono scontroso di prima (anche se Ringabel fu convinto di sentire un accento leggermente scherzoso nella sua voce).

«Come desidera mio angelo.» rispose lui, facendole il baciamano.

La principessa scosse nuovamente la testa, mettendogli poi una mano sulla spalla.

Lui posizionò la sua sul suo fianco, facendola “involontariamente” scivolare un po' più in basso.

«Vuoi che ti stacchi quella mano a morsi?»

«Scusa mi è scivolata.» ridacchiò, rimettendola al posto giusto.

Iniziarono a danzare, seguendo le note del valzer che l'orchestra stava suonato.

«Non sei male a ballare.– constatò Edea, quasi sorridendo –Pensavo molto peggio.»

«Non sottovalutare tuo marito.» rispose lui, vedendola rabbuiarsi una volta pronunciata quell'ultima parola.

Deficiente. Deficiente. Deficiente!”

«Da quanto vi conoscete tu e... Agnès, giusto?» disse per cercare di salvarsi e cambiare discorso.

«Da quando eravamo piccole.– iniziò la principessa –Era una povera ragazzina orfana che viveva da sola per strada, quindi l'ho accolta molto volentieri. Fortunatamente mia madre era ancora viva, o mio padre non me lo avrebbe mai permesso...»

«Anche io mi sono conosciuto in modo simile con Tiz.» si intromise nuovamente, cercando di non far tornare in mente alla ragazza ricordi troppo tristi.

Lei alzò lo sguardo, aprendo la bocca per dire qualcosa ma fu interrotta sul nascere.

«Sua maestà!»

La musica si fermò.

Edea e Ringabel si voltarono di scatto, in tempo per vedere Brave accasciarsi al suolo, una freccia piantata nella schiena.

«Padre!» urlò la ragazza, iniziando a correre verso l'uomo, ma l'albino l'afferrò per un braccio.

«Il re è stato ucciso.» una voce sovrastò le varie grida dei presenti e tutti si voltarono verso l'alto.

Un uomo coperto in volto si trovava sulla cima delle scale, un arco nella mano destra.

Ringabel sentì un brivido corrergli lungo la schiena.

«Edea, dobbiamo scappare!» gridò, strattonando la ragazza che, inerme, continuava ad osservare il corpo del padre a terra.

«E ora toccherà agli sposi e a tutti coloro che sono dalla loro parte.» continuò l'uomo e il principe fu convinto di vederlo sorridere da sotto la maschera.

Poi il buio calò e alcune grida riecheggiarono nella sala.

   
 
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