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Autore: SofyTrancy    23/02/2018    0 recensioni
Edea Lee è la principessa di Eternia, il regno più importante e potente di Luxendarc.
La ragazza non ha però vita facile: suo padre è molto severo con lei, arrivando addirittura a prometterla in sposa al principe di Caldis, Ringabel Dim.
Il giorno del loro matrimonio però, succede qualcosa di completamente inaspettato...
"«Stai d'incanto con quel vestito dolcezza.» le sussurrò all'orecchio con la sua voce sensuale, quando lei si avvicinò.
«Non provarci con me Dim.» rispose Edea, scostandosi e sussultando leggermente quando lo sentì posare una mano sul suo sedere."
PS: le coppie presenti sono sia RinEdea che Tiznès, spero vi piaccia xD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T INDETTO DA LANDE DI FANDOM
PROMPT: Medieval!AU
II

«Grazie mille per avermi accompagnata, ma sul serio, posso fare da sola.»

Agnès aveva detto quelle parole, sorridendo in modo gentile al maggiordomo di fronte a lei.

«Si figuri, Ringabel dice sempre di non lasciare le ragazze in difficoltà.»

Lì per lì rimase abbastanza sorpresa di poterlo sentire parlare di un principe senza far precedere il suo nome da nessun onorifico.

Ok, anche per lei e Edea era così, ma erano praticamente un'eccezione alla regola; in più, se erano in pubblico l'ancella evitava di chiamare la principessa col suo nome...

«Le fa male?»

La mano che Tiz posò sulla sua guancia la riportò alla realtà, facendola leggermente sussultare.

«N-no.» rispose, arrossendo vistosamente.

Perché quel ragazzo le faceva quell'effetto? Eppure non era mai successo prima che si imbarazzasse per così poco.

«Meno male,– il sorriso, che si dipinse sulle labbra di lui, le fece quasi perdere un battito –tenga, ci metta sopra questo. Sono sicuro che così anche il minimo gonfiore passerà.» aggiunse poi, tendendole una pezza bagnata.

«G-grazie.» balbettò lei, afferrandola.

Sentì Tiz soffocare leggermente una risata.

Quanto doveva sembrare patetica in quel momento? Completamente rossa in volto, con lo sguardo rivolto verso il basso e la voce che gli tremava...

«Chiedo scusa, ma siete davvero carina.»

Quelle parole la presero completamente alla sprovvista.

Sentì la sua situazione peggiorare drasticamente, mentre il ragazzo di fronte a lei ridacchiava.

Lei voltò la testa, indignata.

«Mi scusi, non sono riuscito a resistere.– disse lui, continuando comunque a ridere leggermente –Io sono Tiz Arrior.»

Agnès guardò con la punta dell'occhio la mano che il ragazzo le aveva teso.

La afferrò, continuando a tenere il piccolo broncio che si era formato involontariamente sulle sue labbra (e che stava facendo tornare il ragazzo a ridere).

«Agnès Oblige.» rispose, accorgendosi solo in quel momento che anche lei stava ridacchiando.

«Piacere di fare la sua conoscenza.» il ragazzo si inchinò leggermente, facendole il baciamano.

«Dammi il tu.» disse lei, cercando di ignorare il fatto che aveva appena rischiato di rimanerci secca. Non si fanno queste cose senza preavviso.

Tiz rimase leggermente interdetto, per poi tornare a sorriderle.

«Va bene.– rispose, lasciandole andare la mano –Che ne dici se facciamo un giro? Ringabel e la principessa così potrebbero passare un po' di tempo da soli e migliorare il loro rapporto...»

«Non credo Edea sia tanto felice di ciò.» rispose lei, secca.

Tiz sbuffò, passandosi una mano nei capelli e per un secondo Agnès credette di avere davanti il principe e non il suo maggiordomo.

A pensarci bene molte cose che quel ragazzo faceva ricalcavano le azioni del principe, come se stesse cercando di imitarlo.

«E se ti dicessi che voglio solo passare del tempo con te?» propose, con un beffardo sorriso sulle labbra.

La ragazza lo guardò, alzando lo sguardo al cielo.

Sì, lo stava palesemente imitando; ma non è che questo le dispiacesse così tanto.

Stava per rispondere, quando delle grida colsero la loro attenzione.

Agnès vide il volto di Tiz farsi immediatamente serio, mentre si rendeva conto di quel che stava accadendo.

«Dobbiamo correre da Ringabel e dalla principessa!» urlò, afferrando il braccio di Agnès, prima che la luce cessasse di illuminare la sala.

 

«E ora toccherà agli sposi e a tutti coloro che sono dalla loro parte.»

Edea non aveva neanche fatto caso a quelle parole.

Era rimasta ferma, a fissare il corpo di suo padre che giaceva al suolo.

Avrebbe voluto gridare e andare da lui, ma Ringabel glielo impedì, afferrandola per un braccio e iniziando a correre dalla parte opposta, mentre le luci della sala si spensero di colpo.

Urla e grida le arrivavano alle orecchie ma non riusciva bene a capire da dove provenissero, seguite poi da forti colpi di corpi che cadevano a terra.

Era come essere in mezzo ad una carneficina.

Un brivido le corse lungo la schiena e si sentì mancare, mentre si rendeva conto che l'esempio che aveva usato come metro di paragone doveva essere la realtà.

«Ringabel, dove stiamo andando?! Mio padre è di là!» urlò, cercando di riconoscere qualche forma nel buio, ma i suoi occhi non erano ancora abituati a quella situazione di cecità.

Sentì la presa del ragazzo farsi più forte sul suo braccio, mentre aumentava la velocità.

Il principe si buttò a terra, trascinando la ragazza dietro di sé e afferrandola al volo per non farla cadere. Poi, infilò sotto uno dei tavoli.

«Ringab...» provò a ripetere lei, riuscendo finalmente a riconoscere la sua figura.

Il ragazzo le mise una mano sulla bocca, avvicinandosi a lei.

«Se ci trovano ci ammazzano.» le sussurrò all'orecchio, la voce sensibilmente preoccupata.

Edea rimase pietrificata.

Ma... cos'è che stava succedendo?

Perché era andata a finire così?

Solo in quel momento si accorse di stare piangendo.

Non sapeva quando aveva iniziato, ma ora che se ne era resa conto sarebbe stato difficile smettere.

«Trovate e uccidete la principessa e il principe!»

Quelle parole furono così riconoscibili sopra le urla che le arrivavano dalla sala che la ragazza ebbe la paura che chi le avesse pronunciate si trovasse a pochi centimetri da loro.

«Ora, con calma, spiegami dove è una vita di uscita.» Ringabel le sussurrò sempre all'orecchio, mentre cercava di nascondere la paura che stava provando per calmare la ragazza.

Edea scosse la testa, impaurita.

«N-non lo so, il portone principale sarà sicuramente bloccato...»

Sentiva il suo cuore andare così veloce che credette di poterlo sentire esplodere da un momento all'altro.

Non riusciva a smettere di tremare, né poteva fare niente per le lacrime che continuavano ad uscire dai suoi occhi.

«N-non voglio m-morire...»

Sentì due forti braccia che la afferravano e la stringevano.

«Calmati, non moriremo.– il principe le sussurrò quelle parole, cercando di usare un tono più dolce e gentile possibile –Te lo prometto, ok? Usciremo da qui insieme. Ora dimmi dove dobbiamo andare.»

Edea iniziò a calmarsi, stringendo anche lei il corpo del ragazzo.

Non doveva arrendersi in quel momento.

Doveva vivere.

«Il giardino,– disse, decisa –possiamo passare dal giardino. Ma...»

Lui la guardò interdetto, liberandosi dall'abbraccio.

«Ma?»

«Agnès e Tiz??»

Per la prima volta da quando tutto quello era successo, la ragazza aveva visto gli occhi di Ringabel spalancarsi completamente e mostrare un'enorme paura.

«Tiz non sa usare una spada... non può difendersi...» sussurrò, lo sguardo fisso verso di lei.

«Andiamo a cercarli.– propose Edea, ritrovando tutto il coraggio che aveva perduto una volta ripensato all’amica che sicuramente stava tremando dalla paura da qualche parte –E poi usciamo da qui tutti insieme.»

Il principe annuì, e la ragazza afferrò l’orlo del meraviglioso vestito che aveva indosso, tirandolo con forza e strappando la gonna.

Le dispiaceva un po’, ma almeno così le sarebbe stato più facile correre…

«Devo dire che così stai meglio di prima, hai delle gambe stupende.»

Il commento di Ringabel fu seguito da un leggero pugno da parte della ragazza che, stizzita, si chiedeva come fosse possibile che il ragazzo potesse scherzare in un momento del genere.

Ringabel estrasse la spada che aveva nel fodero legato alla cintura, preparandosi a entrare nella mischia.

Intorno a loro non sembravano esserci molti nemici, quindi potevano uscire allo scoperto e iniziare a combattere per la loro vita e quella dei loro due servitori.

«Il piano è: io combatto, tu stai dietro di me. Siamo d'accordo?» disse il principe, puntando i suoi occhi nocciola in quelli blu di lei.

Edea alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

«Semmai il contrario.»

Lui alzò un sopracciglio, interdetto.

«Mi pareva di averti di non sottovalutare tuo marito.»

«E tu vedi di non sottovalutare tua moglie.»

Quella risposta lo spiazzò letteralmente e, quando trovò il modo con cui ribattere, era ormai troppo tardi: la ragazza gli aveva già preso la spada dalle mani ed era uscita dal loro nascondiglio.

 

Quando le urla si fecero più vicine, Tiz iniziò sul serio ad andare nel panico.

«Tiz, cosa sta succedendo?!»

Il ragazzo si voltò verso Agnès che, ansimando, stava cercando di riprendere il fiato perso per la corsa improvvisa di poco prima.

Sinceramente non sapeva neanche in che sala si fosse precipitato né se stessero davvero andando nella direzione giusta, ma non aveva avuto quella consapevolezza fino a quel momento.

«Non lo so...– rispose, mentre l’ansia si faceva sempre più strada dentro di lui –Penso qualcuno stia cercando di uccidere Ringabel e la principessa. Dobbiamo andare ad aiutarli…»

L’ancella lo guardò impietrita, gli occhi che mostravano la paura sempre maggiore.

Tutto insieme, le urla che provenivano dal corridoio oltre il portone cessarono.

Tiz non ci pensò due volte e, senza lasciare la mano di Agnès, si fiondò nel piccolo sgabuzzino accanto a loro, chiudendosi dentro.

«Che f-»

Mise una mano sulla bocca della ragazza e solo un secondo dopo il portone della sala si spalancò.

«Uccidete tutte le persone che trovate.»

Una voce profonda e dal tono crudele ruppe il silenzio che era calato.

Tiz sentì la ragazza sussultare sotto al suo colpo.

La vide tremare con forza, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

Doveva riuscire a calmarla in qualche modo, doveva tranquillizzarla… ma come?

Per quanto tentasse, in quel momento non riusciva minimamente a comportarsi come faceva di solito.

Non era capace di utilizzare il linguaggio raffinato che aveva imparato da Ringabel.

Non era in grado di comportarsi come lui.

E se Ringabel fosse già…?”

Senza rendersene conto, Tiz iniziò a tremare.

No, non poteva essere vero.

Ringabel era molto più forte di lui, non poteva essere stato sconfitto.

Non ci poteva credere.

Il piccolo singhiozzo di Agnès lo riportò alla realtà e Tiz tornò a guardarla.

Dire che era terrorizzata era un eufemismo. Il suo corpo era scosso fortemente e le lacrime le bagnavano le guance.

Che stupido.

Doveva trovare coraggio.

Doveva farlo almeno per lei.

Ringabel sicuramente l’avrebbe fatto.

Posò la mano libera sulla testa di lei, accarezzandola dolcemente.

Voleva dirle che tutto sarebbe andato bene, che sicuramente sarebbero usciti da lì insieme a Ringabel e alla principessa, che non avrebbe permesso che qualcuno le facesse del male.

Quando stava per aprire bocca però, la porta dello sgabuzzino si spalancò e due uomini apparvero di fronte a loro.

 

Ringabel non sapeva cosa dire.

Di fronte a lui Edea continuava a far ruotare la spada, colpendo quanti più nemici possibile.

Possibile che quella fosse la stessa ragazza che fino a poco prima stava tremando e piangendo sotto allo stesso tavolo dal quale lui la stava osservando?

«Allora che aspetti? Non credo ce ne siano altri.»

Inutile negarlo.

Quella ragazza era perfetta.

Il principe uscì dal suo nascondiglio e rubò una delle spade dei nemici oramai a terra.

«Lasciane qualcuno anche a me, principessa.» scherzò, facendo ruotare l’arma tra le dita.

«Se riuscite a stare al mio passo, principe.» rispose lei, sorridendogli, per poi iniziare a correre verso il corridoio che Agnès e Tiz avevano imboccato alcuni minuti prima.

Ringabel la seguì, senza fiatare.

Nonostante il buio gli impedisse di vedere in maniera chiara, poteva facilmente immaginare la sua figura in quel momento.

Il vestito strappato che metteva in mostra le sue bellissime gambe, i capelli scompigliati che svolazzavano nell’aria, i suoi bellissimi occhi che dovevano essere tornati a mostrare la sua solita ferocia…

Gli piaceva quel suo aspetto. Oh sì, che gli piaceva.

Se già prima pensava che Edea potesse essere la ragazza perfetta per lui, adesso ne era sicuramente certo.

Il rumore di alcuni passi lo riscosse dai suoi pensieri, e Ringabel si voltò di scatto, colpendo due nemici che cercavano di colpirli da dietro.

Non era il momento per distrarsi.

Dovevano trovare Agnès e Tiz e poi scappare da lì, il prima possibile.

«Dove possono essere andati?» le domandò, riconoscendo che lei doveva saperne sicuramente di più di quel castello.

«Li troveremo presto, avranno provato a venire da noi. Quindi devono trovarsi in questo corridoio o in una delle sale prima. Speriamo solo non siano stati già trovati dai nostri nemici…»

Il tono della voce della principessa cambiò leggermente sull’ultima frase e Ringabel sentì un brivido corrergli lungo la schiena.

No.

Erano sicuramente vivi.

Un urlo di dolore riempì il silenzio del corridoio e i due sussultarono.

Il ragazzo sentì il mondo crollare.

Sarebbe stato in grado di riconoscere quella voce ovunque.

Edea accelerò, entrando immediatamente nella stanza da dove proveniva quella voce.

Poi si fermò, osservando la scena di fronte a lei.

Tiz era in ginocchio, il braccio destro intorno al fianco sinistro dove si poteva notare una grossa chiazza di sangue e un nemico che sorrideva di fronte a lui.

«Tiz!»

La voce rotta di Agnès arrivò alle loro orecchie.

Era poco lontano, tenuta ferma da due uomini.

«Stai ferma ragazzina, dopo che ci saremo divertiti con te, farai la sua stessa fine.»

La ragazza sussultò, ricominciando a dimenarsi.

«Lasciatemi!» urlò, ricevendo come risposta un colpo allo stomaco.

Edea aprì la bocca, pronta a intervenire.

«Lasciateli immediatamente.»

La voce ferma di Ringabel la bloccò.

Quando la udì, Tiz alzò immediatamente lo sguardo.

Poi, il suo volto spaventato si rilassò, non appena i suoi occhi incontrarono quelli del principe.

   
 
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