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Autore: _Rael_89    17/01/2018    1 recensioni
FFXV è uno dei giochi più complessi dal punto di vista dello sviluppo: ha subito vari rimaneggiamenti, tagli e smembramenti nel corso degli anni che ne hanno totalmente stravolto la narrazione, creando non pochi problemi ai giocatori per quanto riguarda la comprensione della vasta lore di questo capitolo. Ho passato in rassegna tutto ciò che è uscito in relazione del gioco finale (film, anime, guida, traduzioni dell’Ultimania, Wikia, trailer, artworks, dichiarazioni del team di sviluppo) e quello che ne è venuto fuori è la vera trama, di una ricchezza e bellezza che in pochi hanno colto. Da questa premessa potete capire come mi sia venuta l’idea di questa fanfiction. Ho deciso di ricostruire l’intera trama a partire dalla storia di Eos descritta nell’Ultimania fino ad arrivare al finale del gioco (compresi tutti i dlc e gli aggiornamenti che usciranno) per renderla fruibile a chiunque voglia conoscerla.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Requiem for Final Fantasy XV
Parte III: Kingsglaive
Capitolo 35: Omen


L’asfalto è rovente, fa un caldo bestiale; alla radio passa l’ultimo successo dell’estate.
Il principe Noctis è solo alla guida dell’amata Regalia; parcheggia la bella auto all’ombra della tettoia del benzinaio e, senza fermarsi per mettere carburante, entra con passo sicuro in una stazione di servizio Coernix nel bel mezzo del nulla…
Le porte di vetro si chiudono dietro di lui mentre avanza nel locale vuoto.
Allo scattare della serratura qualcosa sembra cambiare; il ragazzo si ritrova così catapultato in un posto che conosceva bene da bambino: una stanza da letto principesca, con un abito da sposa troneggia al centro della camera, quadri al muro con ritratte scene incastonate nei suoi ricordi. Non ne sembra turbato ma anzi quel luogo gli dà un forte senso di pace misto a nostalgia dell’infanzia… avanza lentamente, guardandosi intorno come ad imprimersi nella mente ogni particolare attorno a lui.
Una luce chiarissima entra dalle grandi vetrate e lo invoglia ad avvicinarsi per ammirare il panorama: è strano, probabilmente uno stupido scherzo della sua mente, ma ha l’impressione di sentire la voce lontana di una bambina.
-E’ la volontà del cristallo ad incoronare il Re della Luce. Solo il vero Re eletto dal cristallo può purificare il pianeta dal suo flagello.-
Quelle parole, quella voce…
Il rombo del motore della Regalia lo riporta alla realtà ed è di nuovo a bordo del bolide mentre fugge a tutta velocità dai proiettili di un’aeronave di Nifhleim al suo inseguimento; riconosce vagamente il luogo come una delle autostrade di Lucis ma non ha il tempo per fermarsi a realizzare i particolari, deve assolutamente togliersi il veicolo imperiale dalle costole. Con mani sicure sul volante fa una serie di manovre e deviazioni per sviarlo; il caldo è infernale e sente la pelle sotto la maglietta bagnarsi di sudore. L’avvicinamento minaccioso dell’aeronave lo costringe a premere a tutta forza sul pedale dell’acceleratore: ed ecco che i campi di fiori attorno a lui non diventano altro che macchie di colori che sfrecciano alla sua destra e sinistra.
Nonostante sia tanto concentrato sulla guida riesce comunque a notare una figura bianca su bordo strada che comparve improvvisamente: il tempo sembra rallentare a tal punto da riuscire a riconoscere in quella sagoma l’immagine di Pryna, ferma lì ad attenderlo. Noctis non può credere ai propri occhi, non riesce a comprendere come abbia fatto ad arrivare fino a lì; stupidamente si gira per osservarla meglio, quasi dimenticandosi che sta guidando un’auto a tutta velocità; il risultato è ovviamente che perde il controllo della macchina e fa un brutto testacoda sull’asfalto…


Un mondo diverso. Oscurità. Fuoco e fiamme.
-Noctis!- grida terrorizzata.
Lunafreya è accasciata a terra, si difende dalla lama che sta per colpirla con il suo tridente; non fa in tempo a prendere fiato che fa un balzo a destra per evitare il fendente mortale di quella spada.


La macchina fa un giro su sé stessa e viene catapultata lontano, rovesciandosi e finendo quasi fuori strada; l’incidente che ne consegue è davvero brutto, tanto che la povera Regalia è ridotta ad un cumulo di rottami fumanti, schegge e detriti metallici sparsi ovunque sulla strada: è praticamente un miracolo che il principe riesca a rialzarsi, come se la botta non gli avesse provocato alcuna ferita. Si pulisce la giacca dalle polveri della strada e si guarda attorno accertandosi della situazione: se non altro sembra che l’aeronave imperiale l’abbia lasciato stare, probabilmente pensando che fosse morto nell’incidente. Altra nota positiva è che Pryna si trova ancora lì, seduta a bordo strada fissandolo intensamente quasi come se lo stesse attendendo: e difatti lui fa appena a tempo a raggiungerla prima che la cagnolina si rimetta in marcia, guidandolo altrove…
Il panorama circostante cambia improvvisamente come se si fossero teletrasportati nel deserto: Noctis sembra quasi non stupirsene e la segue diligentemente sotto quel fortissimo sole, col vento secco che gli sferza la pelle; in lontananza si intravedono sfuocate le rovine di una città distrutta. Apparentemente sembra che Pryna non abbia una meta tuttavia lo guida in un punto ben preciso che gli fa capire che l’animale non ha affatto perso il suo senso dell’orientamento: tra le dune desertiche Noctis scorge una gondola altissiana ribaltata, finita lì chissà come. Ed è proprio qui che la fedele bestiola voleva guidarlo, dal momento che ci monta sopra con noncuranza ed entra letteralmente all’interno del sedile; il principe la segue senza batter ciglio.
Altro cambio di scenario ed eccoli arrivare dentro il vagone di un treno con le porte si chiudono alle loro spalle; la galleria sembra essere quella di una qualsiasi città moderna un po' in degrado ma la luce artificiale funziona bene e il veicolo va spedito fino alla stazione successiva. Noctis si accorge solo allora che i suoi compagni di viaggio sono una decina di soldati Magitek, i quali tuttavia si comportano come se fossero incuranti della sua presenza: c’è chi sta guardando lo smartphone, chi legge il giornale, chi si regge agli appendini in attesa della sua fermata. Il principe continua ad avanzare per i vagoni seguendo Pryna fino a raggiungere quello di testa; quando arriva a destinazione si ferma davanti alla porta scorrevole, aspettando che il treno si fermi; si specchia sul vetro del finestrino ma c’è qualcosa di strano nella sua immagine riflessa…
Non la sua: quella di Lunafreya. 
Il treno si ferma e il fedele segugio è già in cima alle scale della stazione di Cartanica: il principe balza velocemente giù dal vagone e si fa strada tra i soldati per raggiungerlo prima che scompaia di nuovo. Purtroppo agendo così attira l’attenzione su di sé tanto da venir smascherato e attaccato in massa dai Magitek, che tentano in ogni modo di ostacolare il suo cammino: Noctis è costretto ad invocare le spade fantasma per arrivare fino alle scale e da lì si butta dalla ringhiera per continuare la sua rapida discesa; nonostante i numerosi colpi sparati dai fucili imperiali i proiettili non riescono nemmeno a fargli un graffio. Nel frattempo la cucciola ha raggiunto l’ascensore al piano inferiore, che si apre in automatico permettendole di salire; le porte si stanno pian piano richiudendo ma il ragazzo ha abbastanza prontezza di riflessi per lanciare una delle sue armi fantasma all’interno del vano, teletrasportandosi prima che la fessura si chiuda del tutto; l’ascensore inizia la sua discesa, portandoli chissà dove, lontani dal pericolo dei Magitek. Noctis, rincuorato, fissa così negli occhi l’animale…


Lunafreya si para da ogni attacco come può, creando delle fievoli barriere protettive, tuttavia ogni fendente è sempre più forte e l’ultimo frantuma la sua difesa come se fosse un muro di vetro: la fanciulla viene sbalzata all’indietro cadendo rovinosamente al suolo con un tonfo così forte che le ci vuole qualche secondo prima che di riuscire a riprendersi da una tale botta. Non appena riprende piena coscienza cerca il più velocemente possibile di allungare una mano verso il suo tridente…

La discesa dell’ascensore, dapprima dolce e lenta, prende sempre più velocità a tal punto che pare quasi disintegrarsi sotto i loro piedi: Noctis e Pryna sono costretti a sbracciarsi nel vuoto mentre la forza di gravità li porta giù, in un pozzo oscuro senza fondo, sempre più velocemente…
Il principe invoca disperato una spada fantasma che colpisce qualcosa: in tutta quella oscurità non riesce a distinguere il  muro davanti a lui ma si aggrappa all’arma con tutte le sue forze per rallentare la caduta. Chiude gli occhi pregando le divinità di salvarlo da quella situazione impossibile; ci mette un po' ad accorgersi che in realtà si è già fermato e avverte attorno a lui un brusco cambio di gravità: colpa delle vertigini? Noctis si fida del suo istinto e si appoggia con i piedi al muro, rialzandosi come se fosse diventato un pavimento: ed effettivamente è così, tanto che riesce a stare in piedi senza perdere l’equilibrio e cadere nel vuoto. Anche stavolta non si pone troppe domande su quel che sia realmente accaduto; la nuova situazione non richiede tanto tempo per pensare.
Si ritrova così in piena notte, con Pryna al proprio fianco, su uno di quei classici ponti di ferro costruiti sopra un grande corso d’acqua; la sua irruzione dev’essere stata scoperta perché si vede circondato da soldati Magitek in ogni dove, con i fucili puntati contro di lui. In mano si ritrova dei kukri… che strano tipo di arma…
Basta un minimo movimento da parte sua a far partire il fuoco nemico: alcuni colpi lo prendono subito di striscio ma ha i riflessi abbastanza pronti da evitarne la maggior parte. Nonostante non abbia familiarità con quel tipo di lama riesce ad usare in maniera eccellente i suoi nuovi kukri, lanciandoli addosso ai soldati e teletrasportandosi d’improvviso su di loro per veloci attacchi ravvicinati; per i gruppi più distanti si avvale della sua magia elementare, in particolare gli incantesimi Focum e Fulgor, per sbaragliarli con un colpo solo. La battaglia è furiosa, è una lotta alla sopravvivenza tra la massa di guerrieri imperiali: Noctis invoca ogni arma, usa ogni tecnica, cerca una via di fuga con Pryna; sembra quasi che la cagnolina sia la sua ombra, seguendo i suoi passi, combattendo al suo fianco e teletrasportandosi con lui. Il ragazzo afferra una sfera dalla tasca e la alimenta con la magia Focum; con un balzo si porta dietro un folto gruppo di nemici e scaglia la sfera di fuoco su di loro, che sprigionando tutto il suo potere provoca un grande incendio.
La mossa si rivela un’arma a doppio taglio perché il fumo emanato dalle fiamme gli oscura parzialmente la vista… d’improvviso non vede né avverte alcuna entità nelle immediate vicinanze ma dei tonfi in lontananza lo mettono in allarme su un pericolo ben maggiore; quando il fumo si dirada il principe riesce finalmente a scorgere l’artefice di un tale fracasso, un mostruoso Behemoth: mentre Noctis tenta di evitare più che può i colpi di quell’immensa bestia si accorge che attorno a lui non solo si è fatto giorno ma che lo scenario è cambiato nuovamente tramutandosi nel corridoio di un sontuoso palazzo nobiliare, diverso dalla Cittadella a lui tanto familiare in quanto pareti e pavimenti sono ricoperte da bianchi pannelli marmorei. Il suo corpo è ricoperto di ferite e i suoi vestiti in gran parte stracciati; il giovane è talmente stanco da quella lotta continua da mostrare il fianco scoperto al mostro che ne approfitta per sferrargli una forte zampata tale da sbatterlo contro una colonna. Dolore, stanchezza e rassegnazione sono un mix potente che lo costringono ad accasciarsi a terra, quasi arrendendosi al suo destino di morte... è proprio in quel momento che sente l’abbagliare di Pryna, un incoraggiamento da parte di quella cara bestiola di non mollare: Noctis alza gli occhi e la localizza poco distante da lui, dall’altro lato del corridoio, che zompetta nervosa per attirare la sua attenzione; gli basta un attimo per capire che gli sta facendo cenno di seguirla. Si rialza in fretta, evitando l’ennesimo colpo del Behemoth; fidandosi della fedele cucciola la segue a perdifiato fino al fondo del tunnel, dove chiude la strada un immenso specchio di vetro. Nella sua folle corsa non riesce a credere a quel che vedono i suoi occhi…
Nel riflesso dello specchio, al posto suo e di Pryna, ci sono Luna e Umbra.
Noctis appare disorientato, dapprima non capendo se si tratti veramente di uno specchio o se quelli fossero realmente Luna e Umbra che stavano venendo in loro soccorso; ma le loro movenze erano troppo identiche per non essere il frutto di un riflesso distorto. Pryna comunque non sembra badare al vicolo cielo nel quale si sta andando a cacciare ma anzi non frena la sua corsa e, con un grande balzo, si lancia in avanti all’interno dello specchio; il giovane non ha altra alternativa per sopravvivere al Behemoth che seguirla buttandocisi anche lui a testa bassa.
E’ strano perché la superficie dello specchio non sembra vetro ma è come tuffarsi in acqua… ed è effettivamente la sensazione che ha, quella di nuotare sospeso in un liquido senza ossigeno: sente l’impellente bisogno di riemergere per riprendere aria e si dirige più velocemente che può verso l’alto, dove luci sbiadite gli indicano la via da raggiungere; è così che Noctis risale in superficie, prendendo una gran boccata d’aria e guardandosi intorno: fa fatica a riconoscere i palazzi in fiamme attorno a lui ma quelle sono sicuramente le acque della laguna di Altissia, sotto un cielo stellato popolato da aeronavi imperiali.
Perché la città è stata attaccata? Accordo non è territorio neutrale?
Vorrebbe provare a nuotare fino a riva ma la banchina gli sembra troppo lontana e sente il rumore di motoscafi avvicinarsi da lontano: che fare? E Luna? Luna starà bene? Quello che avrebbe dovuto essere il giorno del loro matrimonio è finito per diventare la strage della città del Leviatano…
Imprigionato in pensieri tanto spaventosi quasi non si accorge che gli basta sbattere le palpebre per cambiare luogo di nuovo, finendo purtroppo dalla padella alla brace: non riesce a ricordare come sia arrivato fin lì ma quella in cui si trova sembrerebbe essere una di quelle basi militari che suo nonno Mors ha permesso a Nifhleim di installare in vari punti del Regno di Lucis; la sua disattenzione lo porta ad essere scoperto ed eccolo lì, circondato da soldati armati, con le luci di tutti i fari puntati addosso. Noctis non può far altro che prepararsi alla disperata battaglia, invocando le armi ancestrali per difendersi…
Ma qualcosa non quadra.
Lo spadone che ha richiamato svanisce in frammenti di cristalli: il ragazzo si guarda le mani attonito, ma che diavolo succede? Dov’è finita la sua magia?! Che gli Dei lo stessero abbandonando? Oppure era la stanchezza di quell’assurdo viaggio…? Un incubo, dev’essere nient’altro che un incubo: ma il primo sparo che gli arriva a dosso, e che lo colpisce lievemente ad una spalla, col dolore che ne comporta basta per provargli che è tutto vero. Il principe non può far altro che tentare una via di fuga: si difende con calci e pugni, attacca alle spalle i soldati per rubare i fucili, spara contro le luci dei riflettori per crearsi un nascondiglio nell’oscurità. Se la cava bene, almeno finché non arrivano i camminatori imperiali: i loro laser improvvisi lo colpiscono di striscio, aprendogli profondi squarci nella maglietta; il ragazzo si accascia a terra, toccandosi le parti ustionate e perdendo le speranze di riuscire ad uscirne vivo…. ma è proprio in quel momento che ricompare Pryna, sbucando fuori da un magazzino e correndo incontro ai robot con l’intento di distrarli e concedergli uno spiraglio di tempo per ripararsi e fuggire. Noctis non è tipo da sacrificare così un’amica e le grida di fermarsi e correre a nascondersi ma niente, la cagnolina è sorda alle sue invocazioni e i soldati imperiali sembrano concentrarsi sul nuovo bersaglio. Disperato, il principe cerca velocemente un’idea per fermarli: agisce d’istinto, salendo in cima ad una rampa e afferrando una pesante catena per lanciarsi verso di loro con le ultime forze rimaste; riesce così ad afferrare uno dei piedi del camminatore più vicino, facendolo traballare e creando un effetto domino sugli altri che crollano come un castello di carta; il giovane completa l’opera tirando la leva di una pesante gru che cade su di loro, schiacciandoli.
Sicuro e sorpreso di essere riuscito a mettere fuori gioco l’intero esercito nemico non aspetta un secondo per raggiungere la sua cucciola, pur avendo l’oscuro sentore che ormai sia troppo tardi: Pryna giace al centro della pista, in mezzo ai rottami dei soldai, priva di sensi. Noctis cerca di raggiungerla il prima possibile per prestarle un primo soccorso ma la sua folle corsa viene bruscamente interrotta: l’asfalto cede sotto i suoi piedi e si ritrova a precipitare di nuovo nel vuoto, mentre la bestiolina giace immobile e bisognosa di cure al centro di quel campo nemico…
Nell’oscuro tunnel che l’ha inghiottito gli sembra di sentire qualche bisbiglio attufato a cui non resiste dal prestare l’orecchio con attenzione, nonostante il pericolo di una caduta mortale.
-E io sono il prescelto.?- chiede la voce di un bambino.
-Sì.-
Perché gli sembra di ricordare quel dialogo… tanto tempo fa…


Finalmente dopo tanta fatica riesce a tirarsi su, aiutandosi col Tridente che tiene in mano: lo spazio intorno a lui è reso irriconoscibile dal  fuoco e fiamme, che hanno bruciato ogni cosa rendendolo un deserto di morte; sa solo che è notte grazie al cielo oscuro sopra lui, ma non è sicuro che non sia solo un’illusione. L’aria fresca che gli colpisce la pelle gli dà prova che si trova all’aperto, in qualche zona di campagna: solo in un secondo momento si accorge degli orribili cerberi lo hanno accerchiato, sbraitanti ed eccitati da quello che doveva essere successo.
Noctis è disorientato, si guarda addosso: non capisce perché sia a petto nudo ma almeno non è ferito, cioè non sente alcun dolore nonostante abbia tutto quel sangue addosso…
di chi è?
Alle sue spalle, silenziosa ed improvvisa salta fuori Pryna: il ragazzo è felice di vedere che sta bene e prova ad accarezzarla ma la cagnolina non lo degna della minima attenzione, proprio come se non esistesse; c’è altro, c’è qualcun altro che deve raggiungere. Infatti, poco distante da lui, giace un qualcosa di accasciato a terra ed è proprio lì che l’animale si ferma, apparentemente impassibile.
Le polveri e il fumo dell’incendio hanno macchiato il suo manto non più candido … ma è davvero sporco? D’improvviso gli sembra di essersi ingannato, quella creatura non può essere Pryna: è forse Umbra? Non appena la bestiola si gira capisce di aver sbagliato di nuovo: nemmeno lui ha quegli occhi infernali e quel ghigno tremendo. No, non può essere uno dei cuccioli di Luna…
chi è?
Ecco che d’improvviso deve percorrere all’indietro con la mente tutto il viaggio che ha fatto e che l’ha portato fino a lì e si rende conto che il suo vero ed unico compagno non era altri che quel mostro: come diavolo ha fatto a scambiarlo per Pryna?! E perché l’ha seguito? Cosa succede? Qual è la sua destinazione, qual è stato lo scopo di tanto girovagare, a che cosa l’ha portato?!
A che cosa l’ha portato… l’ha portato lì, preso da una furia cieca che gli ha fatto perdere il controllo delle proprie azioni: il respiro di Noctis diventa affannoso, lascia cadere a terra il tridente e chiude gli occhi, sperando sia tutto un incubo… nella mente si affollano ricordi di una Luna spaventata e ferita mentre viene scaraventata a terra, mentre indietreggia con la lama puntata al collo, mentre piange e invoca disperata il suo nome. Il suo sguardo che chiede pietà… non può essere…
Quando ha il coraggio di aprire finalmente gli occhi, il principe riconosce il corpo della sua amata in quel cadavere che giace ai suoi piedi.

Se ne rende finalmente conto.
-NOOOOOOOOOOOOO!!!!-
Noctis non può fare altro che gridare. Nulla cancellerà mai la sua colpa, nulla fermerà la sua maledizione.
Ha ucciso la sua amata Lunafreya.

 
-Quanti dovranno morire perché tu ti senta appagato?-
Insomnia, in una notte pacifica in cui il suo Re non riusciva a dormire a causa di oscuri sogni, tempo prima dell’arrivo di Nifhleim per la firma del trattato.
La voce di Regis era dura eppure si coglieva una nota di dolore: suo figlio non aveva ancora lasciato la città nella quale si trovavano, la barriera non era ancora crollata, nulla di tutto quel che aveva visto era ancora accaduto; il cristallo di Lucis era lì davanti a lui, protetto nel caveau situato nel cuore del suo palazzo, all’interno di quella stanza in cui nessuno aveva il permesso di accedere tranne lui. Nessuno; eppure, quella notte, Regis non stava recitando un monologo.
-Sono stato testimone di molte morti, ma ora ne attendo solo una… e poi avrò pace.- fu la gelida risposta dell’entità del cristallo, il vero responsabile di avergli mostrato quella terribile visione.
Il sovrano sostenne lo sguardo nonostante la luce accecante. -Farà il suo dovere, vedrai.-
-Come tutti noi.-
Regis chiuse la teca del cristallo, meditando sul triste futuro che attendeva Noctis: aveva fatto proprio bene a non lasciarlo partire da solo, affiancandolo ad una scorta che non soltanto erano abili guerrieri ma per prima cosa erano i suoi più cari amici. Tuttavia questo sarebbe bastato? Gladio era forte, Ignis era molto intelligente e Prompto aveva un cuore d’oro: ma persino loro non erano altro che esseri umani. Anche se avessero sacrificato le loro vite per lui non avrebbero potuto fermare il corso degli eventi: nessuno poteva salvare suo figlio dal suo destino, dalle sofferenze che lo attendevano; e d’altro canto impedire che lo portasse a termine significava condannare a morte l’intera umanità.
Il Re di Lucis meditava molte cose mentre passeggiava solitario tra i corridoi nei quali era cresciuto, osservato da silenziose Guardie Reali di istanza in quella zona della Cittadella abituate ai sonni disturbati del loro sovrano. Il vecchio sentì il bisogno di prendere una boccata d’aria e si diresse verso il terrazzino più vicino: era una notte come le altre che stava terminando con una splendida alba. Regis si perse ad ammirare la sua magnifica Insomnia, la sua bella città ancora in pace.
A quel punto aveva già preso la sua decisione: sarebbe andato contro il destino.
Sospirò profondamente. -Che gli Dei mi perdonino…-


***
Credo che questo capitolo non abbia bisogno di presentazioni: moltissimi sono stati invogliati a comprare FFXV proprio grazie al trailer Omen. Vorrei ribadire a tutti coloro che si sono lamentati che “il gioco non c’entra nulla col trailer” che non c’è stato nessun inganno da parte di Square Enix: questo è semplicemente un presagio, la visione del viaggio di Noctis (e della sua caduta verso il lato oscuro) se non fosse partito da Insomnia in compagnia dei suoi amici; è una metafora per insegnare quanto sia importante il valore dell’amicizia nonché un modo per mettere in risalto il ruolo centrale che Prompto, Ignis e Gladio hanno avuto nella vita di Noctis. Credo che questo messaggio lo si evinca bene soprattutto alla fine del trailer, nella chiacchierata tra Regis ed una “entità” (c’è chi ha detto si tratti di Ardyn, io come altri crediamo sia Bahamut; in ogni caso ho preferito non specificare).
Chiaramente questo trailer non ha una precisa collocazione cronologica negli eventi di Kingsglaive: io ho scelto di metterlo qui (diciamo il giorno prima dell’arrivo dell’Impero) perché mi sembra sia il punto focale della narrazione; nei prossimi capitoli infatti vedremo l’arrivo di Nifhleim ad Insomnia, con tutte le conseguenze che ne comporta, fino ad arrivare agli eventi che danno il via al gioco di FFXV.
Spero di essere riuscita a descrivere bene ogni scena, nonostante il trailer sia talmente confusionario da essere perfettamente inquadrato come una visione onirica: è anche per questo che ho scelto di differenziare le due parti narrare (Noctis e Pryna/Noctis contro Luna) con colori diversi, oltre che usare il tempo presente nella narrazione, quando solitamente parlo al passato.
Il mio aggiornamento termina qui! Come già detto nel prossimo capitolo il contingente imperiale arriverà in città per la firma del trattato e si aprirà un nuovo arco narrativo. Mi dispiace per la lentezza negli aggiornamenti ma cerco di tenermi un bel po' di capitoli di distanza dall’ultimo che ho scritto (sono arrivata al momento della firma); inoltre sto temporeggiando un po' in attesa di sapere su chi saranno i prossimi dlc, oltre a quello di Ardyn, e di cosa tratteranno per integrarli al meglio possibile nella mia storia. Spero ardentemente che ci sia posto per Luna e Ravus, visto che meritano più spazio e approfondimento… staremo a vedere!
Intanto ringrazio come al solito tutti coloro che mi stanno seguendo, specialmente chi mi lascia un commentino, mi fa sempre molto piacere! Non ho alcuna intenzione di mollare questa storia ma anzi ogni nuova notizia e ogni nuovo contenuto mi danno forza e idee diverse per proseguire questo folle progetto, che spero di stare sviluppando nel migliore dei modi.
  
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