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Autore: Alicia_Hotaru    17/01/2018    3 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Belkia minacciava un umano a terra, richiamando l'attenzione di Mahiru, che gli buttò le mani al collo per bloccarlo. Da parte sua, Kuro non sembrava volersi impegnare particolarmente, nemmeno di fronte alle gesta non proprio eroiche del ragazzo.

Un movimento attirò l'attenzione del vampiro, proprio dietro il sottoclasse: una figura bassa, con un kimono e lunghi capelli scuri. Una distrazione che quasi gli costò la vita del suo futuro Eve.

Con uno scatto fulmineo, Kuro si frappose tra la spada di Belkia e Mahiru, facendosi trafiggere.

Da quella posizione la vedeva più chiaramente: una ragazza, forse dell'età del suo Eve, con un lungo kimono bianco e rosso, si era portata le mani alla bocca, soffocando un gemito sorpreso. Al vampiro sembrò di conoscerla, anche se era certo di non aver mai visto un'umana aggirarsi per la città con un vestito tradizionale di quel colore e capelli così neri, senza nessun riflesso. Eppure, quegli occhi sbarrati dallo spavento erano così blu...

– Kuro! - gridò Mahiru, riportandolo alla realtà. Ad un secondo sguardo, comunque, il vampiro non vide più la ragazza. Come fosse sparita nel nulla.

 

La battaglia era finita con la netta sconfitta di Belkia, la scomparsa della catena del contratto e la conseguente perdita di sensi dei due vincitori.

Il momento opportuno per la sua ricomparsa.

– Sai che non è carino aiutare il nemico, vero? - la riprese Belkia, lamentandosi dalla sua forma a bambola.

– Non sarebbe carino nemmeno lasciarli qui – replicò la ragazza, tirandosi su alla bell'e meglio le maniche del kimono per non sporcarle – Scusa, intendevo “lasciarvi”.

Sbuffando contrariato, il sottoclasse sembrò voltarsi dall'altra parte, anche se era piuttosto difficile in quella forma.

– Tsubakyun non ne sarebbe felice – mormorò, quasi in un ringhio – Se sapesse che sei qui...

– Lui sa che sono qui – lo interruppe la ragazza, prendendo Mahiru per la vita, il suo braccio sulle sue spalle – E mi ha dato il permesso di fare ciò che ritengo più giusto.

Caricato il ragazzo, la sconosciuta si chinò appena a terra, prendendo col braccio libero sia Kuro che Belkia e stringendoseli al petto; a quel punto, cominciò a camminare.

– Da quand'è che sei così rigido, comunque? - rimproverò, rivolta al sottoclasse – Non ti ho mai sentito parlare in modo così pacato e tranquillo.

– Sarà il tuo comportamento fastidioso a farmi questo effetto! - le ringhiò Belkia, agitandosi – Da quando sei arrivata tu, Tsubakyun sembra un'altra persona...da quando aiutare il nemico è una cosa sensata?!

– Da quando Tsubaki fa cose sensate? - lo rimbeccò lei, con una risatina – Quanto sei lamentoso!

Mormorando un “irritante” piuttosto seccato, il sottoclasse si arrese a starsene tranquillo.

Pochi minuti più tardi raggiunsero la meta e la ragazza saltò sul balcone della camera di Mahiru, passando per il vetro rotto della finestra; a quel punto, tirò un sospiro di sollievo, posando il ragazzo sul suo letto.

– Pensavo che non sarei mai arrivata! - esclamò la sconosciuta, posando Kuro nella sua cuccia.

Quando cercò di rialzarsi, però, un violento capogiro la fece barcollare contro il muro, gli occhi socchiusi e la mano alla tempia. Belkia, ancora nella sua stretta, si agitò, rischiando di caderle dalle mani.

– Accidenti a te! Quando ti deciderai a bere il sangue degli umani?! - la rimproverò il sottoclasse, guardandola dal basso della sua posizione – Lo vedi come ti riduci ogni volta?!
Ignorandolo, la ragazza lo appoggiò sul comodino, rivolgendogli un faticoso sorriso, quindi cadde a terra, producendo un rumore sordo.

– Ehi, vedi di non scherzare – la chiamò Belkia, sporgendosi, per quanto potesse, dal bordo – E alzati! Devi portarmi via da qui!

Vedendo che non rispondeva, e non si muoveva, il sottoclasse venne percorso da un brivido al pensiero di quello che avrebbe fatto Tsubaki venendo a sapere della cosa: quella ragazzina era l'ultima arrivata, eppure era già la sua preferita, la più vicina, la più importante.

Se le fosse successo qualcosa, solo il cielo sapeva cosa sarebbe accaduto al responsabile.

E se Tsubaki avesse ritenuto lui la causa di tutto?

– Maledizione, alzati! - la chiamò ancora Belkia, stavolta in preda al panico – Dannazione, Aori!!

 

Quando si svegliò, Mahiru credette di aver fatto un sogno stranissimo: vampiri, Servamp, quella strana bambola parlante, il suo gatto...

Voltandosi alla sua sinistra, il braccio ancora sulla fronte, il ragazzo vide Kuro dormire beatamente nella sua cuccetta. Le immagini del combattimento, e di come il vampiro volesse distruggere il suo avversario, gli tornarono in mente, facendogli desiderare che fosse stato veramente tutto frutto della sua immaginazione. Kuro, però, borbottava qualcosa riguardo un'impresa e un cuscino, cosa che un gatto non avrebbe mai miagolato.

Cercando di mantenere la calma, Mahiru cercò di fare mente locale, ma lo sguardo gli cadde qualche centimetro più in là, sul corpo immobile di una ragazza...

– Che cavolo..?! - esclamò, indietreggiando di scatto sul letto: ricordava i vampiri, ricordava i suoi amici, ma di certo lei non l'aveva mai vista! Con quel kimono bianco e rosso, infatti, non poteva certo passare inosservata, nemmeno nella folla che si era radunata attorno al combattimento.

Non si muoveva, constatò il ragazzo, scendendo piano dal suo rifugio, e non sembrava pericolosa, anche se, ormai, avrebbe dovuto ricredersi sulle sue convinzioni. Il suo gatto era un vampiro, dopotutto...

– Ehi, mi senti? - le chiese, trovando il coraggio di metterle una mano sulla spalla e scuoterla piano.

Quasi come fosse stata colpita da una scossa elettrica, la ragazza si alzò di scatto, gli occhi spalancati e un'espressione sorpresa in volto. Si guardò attorno con piccoli gesti veloci, incontrando alla fine lo sguardo esterrefatto di Mahiru.

– Ah... - mormorò Aori, sbattendo le palpebre – Devo essermi addormentata.

Sempre più confuso, il ragazzo non riuscì a fare altro che rimanere immobile, fissandola mentre sembrava ambientarsi nella sua stanza.

– Caspita, questo posto è davvero grande! - commentò lei, mettendosi seduta sulle gambe più comodamente – Anche a me sarebbe piaciuta una camera come questa.

– Chi sei? - si costrinse a chiedere Mahiru, con tutto il coraggio che riuscì a trovare: una ragazza, per di più stranissima, era entrata nella sua stanza...C'era una ragazza nella sua stanza!
Aori tornò a guardarlo, apparendo sorpresa, quindi sorrise, in un modo così amabile che il ragazzo si sentì in colpa ad averle parlato in quel modo. Non sembrava pericolosa...Anche perché era pieno giorno, e i vampiri non potevano girare con la luce del sole, no?

– Scusa, non mi sono ancora presentata – disse lei, inchinandosi brevemente; mentre si rialzava, Mahiru credette di averla vista lanciare una rapida occhiata a Kuro, che ancora dormiva nella sua cuccia.

– Mi chiamo Aori – rispose, inclinando leggermente la testa di lato – Felice di conoscerti.

Il ragazzo vide chiaramente Kuro sussultare, come se avesse sentito qualcosa di sbagliato: quando poi il felino si decide ad aprire gli occhi e guardarla, Mahiru ci vide diffidenza, tutta un'altra cosa rispetto al solito distacco, alla solita apatia. Doveva sapere qualcosa, e l'Eve si ripromise di chiederglielo più tardi.

Fu proprio mentre pensava alla domanda successiva che il ragazzo vide l'orologio, e in quel momento l'attacco del giorno prima tornò prepotentemente ad affacciarglisi in mente, insieme alle immagini dei suoi amici minacciati da Belkia.

– Devo andare a scuola! - esclamò quindi, affrettandosi in bagno per sistemarsi la divisa.

Il silenzio scese per qualche istante nella stanza, momenti in cui Kuro fissò insistentemente Aori.

– Non ci siamo già incontrati, vero? - le chiese alla fine, in tono quasi lamentoso: quel nome aveva attirato la sua attenzione, come il suo aspetto singolare quando l'aveva vista tra la folla; doveva averla già vista, si diceva per darsi pace, non c'era altra spiegazione.

– Chissà – rispose la ragazza, con un sorriso enigmatico, quindi lo prese da sotto le ascelle, posandolo nella borsa di Mahiru insieme a Belkia – Statevene buoni, ok?

Quando poi il ragazzo riapparve, tutto trafelato, prendendo in fretta e furia la borsa per andarsene, Kuro si sporse dall'apertura, dandole un ultimo sguardo; a cui lei rispose agitando la mano con un'espressione ancora più misteriosa.

– Vedo che hai fatto amicizia.

La voce la fece voltare piano verso un uomo in kimono e calzature tradizionali in bilico sulla ringhiera, che la guardava con malcelata curiosità. Quando scese e le si avvicinò, Aori sorrise, facendo un passo verso di lui.

– Aspetta – la bloccò lui, alzando una mano. La raggiunse, alzandola dalle spalle e da sotto le ginocchia, reggendola contro il suo petto – Non vorrai scivolare di nuovo?

– Sei sempre così apprensivo – disse la ragazza, accoccolandosi tra le sue braccia e rivolgendogli uno sguardo amorevole – Tsubaki.

Il Servamp le restituì un sorriso sghembo, dirigendosi poi di nuovo verso la finestra.

– Se avessi saputo che saresti arrivato avrei tenuto Belkia con me – mormorò Aori, dispiaciuta.

– Andrò a prenderlo più tardi – replicò Tsubaki, accennando una breve risata – Tanto devo andare a salutare il mio caro fratellone.

– Quel gattino è sempre uguale – commentò la ragazza, stringendosi nelle spalle con un sorriso malinconico – Ci siamo tenuti compagnia tante di quelle volte...Non mi sarei mai aspettata che fosse un Servamp.

Fece una pausa mentre il vampiro raggiungeva la ringhiera e ci si inerpicava sopra, pronto a saltare.

– Grazie, Tsubaki – riprese improvvisamente, allungando la mano fino a sfiorare il viso dell'uomo – Per avermi dato la possibilità di incontrarlo di nuovo.

Quando il Servamp abbassò lo sguardo su di lei, le trovò gli occhi umidi e il corpo tremante, singhiozzi leggeri che le scuotevano le spalle. Ne rimase talmente sconvolto da desiderare che quella tristezza svanisse. O, almeno, chi l'aveva provocata.

Il suo piano, però, era un altro: non poteva certo eliminare un importante personaggio del suo dramma!

– Ti riporto a casa – mormorò, saltando oltre la ringhiera.




Angolino dei commenti:

Salve a tutti, sono Alicia_Hotaru ^-^ Spero che il primo capitolo (l'introduzione, insomma) vi sia piaciuto. In questo secondo capitolo si intravedono
già alcuni problemi che i nostri cari personaggi dovranno affrontare durante la storia: la ricomparsa di Aori e la sua evidente affiliazione allo
schieramento di Tsubaki.
Spero davvero che Aori, in queste prime due parti, vi sia piaciuta ^-^ e che continuerete a leggere (se qualcuno vuole anche lasciare un commentino ne sarei immensamente felice *-*).

Al prossimo capitolo ~♫
   
 
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