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Autore: KiarettaScrittrice92    17/01/2018    1 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Metrò
 

Adrien stava sistemando le sue valige, quella stessa sera sarebbero ripartiti facendo qualche giorno di sosta a Col Blanc, prima di ripartire per un altro quartiere. Lui aveva un servizio lì e probabilmente Marinette ne avrebbe approfittato per rilassarsi un po’.
Marinette... Il solo pensiero della ragazza lo mandava in escandescenza, ancora non riusciva a capacitarsi di che cosa, il giorno prima, davanti a probabilmente tutta la città, era riuscito a fare: aveva baciato Marinette. Certo, lei poi era scappata via e, ancora non l’aveva rivista, però l’aveva baciata.
Non sapeva con esattezza cosa gli era preso, improvvisamente, nell’incrociare per l’ennesima volta quegli occhi azzurri come l’oceano, aveva sentito una scarica attraversargli tutta la schiena e non aveva più resistito. Forse Alì aveva ragione, forse provava davvero qualcosa per quella ragazza. 
Il ricordo delle sue labbra era ancora dolce e meraviglioso, tanto da mancargli di già; aveva voglia di riassaporarle, come se quel singolo contatto potesse nutrirlo per il resto della sua vita.
Chiuse la cerniera della valigia e la poggiò per terra, sollevando il manico del carrello per poi trascinarsela fuori dalla stanza, l’avrebbe lasciata all’ingresso per tutto il resto della giornata, fino a che non sarebbero dovuti ripartire.
Arrivato alla hall dell’Électron però si gelò: su uno dei divanetti rossi che costellavano l’enorme sala bianca, Marinette stava chiacchierando allegramente con lui. Che ci faceva lui lì? Non aveva un negozio da mandare avanti? Farsi una vita? Possibilmente lontano da lei? Strinse furioso il manico del trolley e con un enorme sforzo diede loro le spalle per rivolgersi alla ragazza che si trovava dietro il bancone dell’accoglienza.
«Ti posso lasciare la valigia fino a questa sera?» domandò, cercando di assumere un tono quanto meno tranquillo, anche se gli era davvero difficile.
«Certamente.» rispose con un sorriso la giovane ragazza.
Proprio in quell’istante, la risata cristallina di Marinette, gli fece vibrare i timpani. Serrò i pungi, ormai privi di qualche oggetto da torturare, e percepì le unghie premergli sui palmi delle mani.
«Accidenti Nathaniel, sono meravigliosi!» disse con voce entusiasta la ragazza.
Perché? Per quale motivo con lui non era così spontanea, così spigliata? Cos’aveva quel ragazzo in più di lui? Perché con quella maledetta capa rossa lei stava tranquillamente a suo agio, mentre con lui sembrava sempre non trovarsi bene, come se si sentisse quasi fuori posto e costretta.
Non avrebbe accettato una cosa del genere, non ora, non adesso che l’aveva baciata. Anzi sapeva benissimo che la prova finale di Pêache Zone era stata mandata in onda in tutta Rainbow city, perciò sicuramente anche quel maledetto semaforo ambulante aveva visto quel bacio, quindi non aveva nessuno diritto di provarci con lei. Doveva capire, una volta per tutte, che lei era sua e di nessun altro.
Si avvicinò ai due, con il suo solito fare disinvolto ed elegante, non mostrando minimamente la rabbia che sentiva ribollire dentro di sé. Arrivato al divanetto si sedette sul bracciolo, proprio di fianco alla ragazza, avvolgendole le spalle.
«Ehi Marinette... – la salutò, lanciando una breva occhiata di fuoco al rosso – Allora questa sera ci vediamo qui davanti, così che il Gorilla ci riporta a Col Blanc. Che ne dici, facciamo per le nove?» domandò, facendo quella che credeva fosse una domanda retorica, ma la sua risposta lo sconvolse.
«Ehm... No Ad-Adrien... Scu... scusa... Questa sera prendo la metro... Ci vodiamo... vediamo direttamente lì...» balbettò lei per poi togliersi nervosamente il suo braccio di dosso, quasi come se si vergognasse a farsi vedere con lui, e alzarsi dal divano.
Il biondo rimase lì, completamente imbambolato, come se lei gli avesse appena detto che gli alieni esistevano davvero.
«Aspetta Marinette, ti accompagno!» intervenne subito l’altro, alzandosi anch’egli dal divano e uscendo assieme a lei dall’edificio, superando le porte scorrevoli.

 

Non appena la ragazza fu fuori, nella via principale e caotica di Pêache Zone, tirò un sospiro di sollievo. Da quando Adrien, il giorno prima, l’aveva baciata, stare con lui la faceva sentire ancora più a disagio di quanto accadeva prima. Quel paio di giorni a Col Blanc le sarebbero serviti per raffreddare i suoi bollenti spiriti ed essere pronta ad affrontare altre sfide al suo fianco. Altrimenti non sarebbe riuscita a reggere tutte quelle emozioni.
«Tutto ok, Marinette?» le chiese Nathaniel, sembrava preoccupato.
«Sì, sì, tutto ok. – le sorrise lei, tornando la solita ragazza solare di sempre – Grazie mille per essere passato Nath... E soprattutto grazie per i disegni! Sono meravigliosi!» disse entusiasta, battendo una mano sulla sua borsa.
«Di nulla...» rispose lui arrossendo e abbassando lo sguardo.
«Ora scusami, ma devo proprio andare: ho un’appuntamento con Alya, prima di partire e non posso proprio fare tardi.» concluse congedandosi dal ragazzo.
Raggiunse l’amica poco dopo, in un bar situato dentro l’enorme centro commerciale del quartiere e passò quasi tutto il pomeriggio con lei. Ogni qualvolta l’amica occhialuta tentava di parlarle del biondo e della sua cotta ormai evidente ai suoi occhi, la corvina cambiava prontamente discorso o sviava la domanda.
Fu proprio Alya che, dopo essere uscite nuovamente dall’Électron, la accompagnò alla fermata della metropolitana. I saluti quella volta furono davvero difficili, molto più difficili di quanto erano stati quelli di Rue Vert con Monique e Alì. Marinette, strinse l’amica in un’affettuoso abbraccio che lei ricambiò con altrettanto sentimento.
«Ti faccio ancora i miei complimenti Marinette: sei riuscita ad imparare lo stile e la danza di Pêache Zone.» si congratulò la ragazza facendole l’occhiolino.
«Penso non sarò mai al tuo livello però...» commentò lei con una risatina.
«Ah, quasi dimenticavo... Qui ci vuole una bella foto per il mio Red Blog, forza mettiamoci in posa!» la ragazza sollevò il cellulare sulle loro teste ed entrambe sorrisero all’obbiettivo, mentre Marinette mostrava due dita in segno di vittoria.
«Mi mancherà Pêache Zone... Mi mancherai tu, mi mancheranno le partite a Ultimate Mecha Strike contro Max... È stata davvero un’esperienza fantastica!»
«Mi mancherai anche tu amica mia... Ma vedrai ti verrò a trovare, in fondo siamo comunque nella stessa città.» le rispose lei facendole l’occhiolino.
Dopo l’ennesimo saluto, la ragazza salì su uno dei treni argentei della metro: direzione Col Blanc. Già immaginava di ritrovare quella sua cameretta che per i primi giorni a Rainbow city l’aveva accolta e confortata e l’odore invitante delle brioche di Glace de sucre, quando doveva fare colazione, ma soprattutto non vedeva l’ora di mostrare finalmente a Tikki cos’aveva imparato. Farle vedere che aveva finalmente guadagnato sicurezza in sé stessa e nelle sue capacità.
Nonostante la strada era ancora lunga, il suo sogno le appariva molto più vicino.

  
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