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Autore: Mikirise    18/01/2018    1 recensioni
Keith fa un passo indietro per allontanarsi e aggrotta le sopracciglia, come se stesse cercando di capire quello che è appena successo. Lance è tornato in se stesso, e adesso sente tutta quella tensione che prima non riusciva a sentire. Si guardano intorno e adesso nessuno li sta più squadrando, sono troppo imbarazzati per continuare a guardarli. Ha funzionato. Lo ha imparato a Spie 1.0.
C'è un'insegna che s'illumina ad intermittenza. È solo un bacio.
Lance annuisce, prende in mano un bicchiere e vuole solo tornare in camera sua e non pensare più a tutto questo.
[Questa storia partecipa al “Neon Lights” a cura di Fanwriter.it!]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Neon Lights” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 598
★ Prompt: NEON18 “It was just a kiss”

 

La notte dopo un bacio


Lance si rigira tra le lenzuola per l'ennesima volta e nasconde il viso tra le mani, per poi rigirarsi e affondare la testa nel cuscino, con le orecchie che gli bruciano e la base del collo decisamente più caldo del normale e non è possibile che si ritrovi in questa posizione per un solo bacio dato frettolosamente davanti a una stupida scritta al neon che continuava a ripetere, con la sua luce a intermittenza.

It was just a kiss. Strano nome per un locale, comunque. Lance si lamenta, raggomitolandosi tra le sue coperte. Pidge non deve mai sapere che rimane tutta la notte sveglio pensando a un bacio. Lo prenderebbe in giro fino al giorno della sua morte.

Stupido Keith.

Si rigira nel letto di nuovo, cade per terra di sedere, con la gamba alzata e le lenzuola intrecciate tra le gambe, e no, niente, preferisce rimanere sdraiato sul pavimento a questo punto e tanto non sa nemmeno che ore sono e comunque non lo vuole sapere, perché, ugh, allora saprebbe quante ore è rimasto a pensare a Keith e a un bacio decisamente inappropriato. Grugnisce, portandosi le mani sugli occhi e girandosi di fianco sul pavimento.

Ma qual è il suo problema.

Qualcuno bussa alla porta e Lance aggrotta le sopracciglia. Sbatte le palpebre e cerca di alzarsi in piedi, spostando le lenzuola dalle gambe. Non sa le ore, ma deve essere molto tardi (o molto presto) e soltanto un pazzo busserebbe alla sua porta a quest'ora. Allura non li ha chiamati, quindi deve essere un pazzo. Sicuramente, se pensa che Lance sia sveglio a quest'ora. O forse è Keith.

Si alza da terra lentamente. Prende un respiro profondo, perché deve anche fingere di essersi appena svegliato (non si è nemmeno messo la maschera per il viso). “Chi è?”

“Apri” risponde la voce dall'altra parte e Lance aggrotta le sopracciglia, corre verso la porta e preme i bottoni per aprirla, ma non ci vede poi così bene, le dita gli tremano, e forse per questo che prima blocca l'entrata e sente Keith sbuffare fuori, e poi accende le luci e non ci vede più niente per davvero, e poi chiude il letto, col lenzuolo a penzoloni, e poi riesce ad aprire la porta e Keith è lì davanti a lui, con un'insegna sotto braccio e delle occhiaie sotto gli occhi. “Lance.”

“Keith” risponde, aggrotta le sopracciglia e punta il dito verso l'insegna e Keith non sembra cogliere il segnale, perché rimane a fissarlo, prima di seguire la direzione del dito.

“Ah, sì.” Alza l'insegna al neon che non sta più brillando, trascinandosi dietro i fili che lo tenevano attaccato al muro del locale. It was just a kiss. “Aveva torto allora l'ho fatto stare zitto.”

Lance alza un sopracciglio e si copre la bocca con una mano. Un lato delle labbra si alza e poi non riesce a smettere di ridere, mentre Keith lo guarda, sbattendo lentamente le palpebre. “Non è stato solo un bacio” riesce comunque a dire dopo qualche momento, e Keith annuisce, lascia la scritta al neon davanti alla sua porta e si sta girando per andarsene. Lance alza gli occhi al soffitto, perché, davvero, si comporta come un gatto. “Se vuoi” si schirisce la gola. “Se vuoi puoi entrare.”

Keith si gira di nuovo per studiare la sua espressione e poi la postura del suo corpo. Lance sta indicando la sua stanza col dito.

“Così parliamo” continua incerto.

Keith assottiglia lo sguardo, poi annuisce lentamente e fa un passo verso di lui.

Bel lavoro. Buon inizio. Tanto nessuno dei due avrebbe dormito comunque.
  
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