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Autore: Wings_of_Mercurio    18/01/2018    2 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Non sono mica morta, è questo capitolo, che è particolarmente lungo!

25. 23:55


Per la prima volta dopo tanto tempo, Stan era in anticipo, e aveva potuto fare la strada con Kyle, accorgendosi che gli fosse mancato un sacco, farlo. 
Loro due andavano a scuola insieme fin da bambini, e molti dei ricordi più divertenti legati alla loro amicizia erano capitati proprio alla fermata del bus, mentre andavano a scuola.
Ne aveva approfittato per raccontargli del suo rientro nella squadra, omettendo che fosse stata un'idea di Kenny, perché non voleva sembrare troppo sentimentale. E Kyle si era complimentato, non sbilanciandosi troppo in entusiasmo. Stan se lo aspettava, perché Kyle era fatto così; ma sapeva anche che, proprio adesso, il suo migliore amico era fiero di lui. 
Stan avrebbe voluto dirgli subito che voleva parlare con Miles, così come faceva per ogni cosa, ma poi aveva desistito, in parte per la questione ancora fresca della rottura con Heidi ed in parte perché voleva riuscire a farlo da solo, senza cercare l'appoggio di nessuno.
<< Che cosa hai fatto poi con Cartman? >> gli chiese. Il giorno prima, Kyle non aveva rivolto la parola al grassone per tutte le lezioni, ma non gli era neanche stato particolarmente ostile, quindi Stan era curioso di sapere se ci fosse già passato sopra o meno.
Del resto, l'amicizia di Cartman e Kyle funzionava così: litigavano, e poi si facevano la guerra fredda fino a quando non se ne dimenticavano e iniziavano ad uscire di nuovo insieme.
Kyle sbuffò << Niente! Non posso tenergli il muso troppo a lungo, perché ha il mio Fallout a casa >>
<< Wow, ti conviene non farlo incazzare allora >> gli raccomandò Stan.
<< Non ho più speranze, con Heidi, vero? >> chiese Kyle, il volto preoccupato, mentre varcavano insieme l'entrata della scuola.
<< Penso che sia meglio togliercele proprio, le speranze, amico >> lo stroncò, poggiandogli una mano sulla spalla in modo consolatorio.
Poi la sua attenzione fu catturata da un gruppo di ragazzi in fondo al corridoio che sembrava stessero facendo volantinaggio, con indosso delle maglie con il logo della scuola. Riconobbe subito Gregory e Wendy, insieme ad altri del comitato scolastico.
Stavano distribuendo i volantini per l'assemblea, e pareva si stessero dando davvero da fare.
<< Kyle, voglio vedere una cosa. Ci vediamo dopo? >> si congedò dall'amico.
<< Uhm, ok >> rispose l'altro, senza farsi particolari domande, defilandosi verso la direzione della loro classe.
Stan restò a guardare sparire la sua figura longilinea tra la folla, poi, a passo spedito, si diresse verso il gruppo.
<< Gregory >> chiamò.
Il ragazzo si voltò verso di lui, guardandolo stupito.
<< Vorrei aiutare >> si propose Stan << se non è un problema >>
Gregory lo scandagliò con i suoi altezzosi occhi grigi, dall'alto della sua statura.
Restarono a guardarsi, ma il biondo non dovette trovare nessun segno di presa in giro, sul volto di Stan, perché poi si voltò verso il tavolino che avevano con loro prendendo una manciata di volantini e porgendoglieli.
<< Puoi distribuire questi >> disse, molto più gentilmente di quanto Stan si fosse aspettato. Dopotutto, Gregory era una persona razionale, una di quelle che non cercava lo scontro a tutti i costi << Mettiti in uno dei corridoi >>
Stan annuì, accettando i fogli, e posizionandosi per la sua buona azione.
Vide Wendy che lo guardava da lontano scuotendo la testa. Probabilmente, doveva star pensando che lo stesse facendo per fare il superiore, ma non gli importò. Kenny aveva ragione. Doveva fare cose che lo aiutassero ad accrescere l'autostima. E quale cosa migliore, che aiutare qualcuno favorendo anche una buona causa? Stava sotterrando l'ascia di guerra, pacificando gli spiriti e rendendo un servizio. Era una cosa importante dopotutto, e da qui sarebbe ripartito il suo impegno sociale.
<< Tieni, vieni lunedì all'assemblea scolastica >> disse ad una ragazza, offrendole un volantino, che lei prontamente prese. 
Ne distribuì altri quattro o cinque uno dietro l'altro << Per l'assembla contro il bullismo di lunedì >> annunciava.
<< Ehi, Stan. Cosa stai facendo? >> gli chiese Butters, avvicinandosi con Jimmy.
<< Ehi, ciao, Butters. Pubblicizzo l'assemblea di lunedì, tu vieni? >> domandò, non fermandosi nel rifilare carte colorate alla gente.
<< Pensavo che non fossi d'accordo con l'assemblea di lunedì >> contestò Butters.
<< G-già >> lo appoggiò Jimmy.
<< Mi sbagliavo >> ammise << Il bullismo è un argomento importante, ragazzi. Fa sempre bene continuare a parlarne. Penso che tutti dovrebbero venirci >>
Butters e Jimmy si scambiarono un'occhiata.
<< Sai una cosa, Stan? Voglio aiutarvi anch'io! >> si offrì Butters, volenteroso.
<< P-p-perché no? >>
Stan li guardò contento << Oh, anche tu, Jimmy? Prendete >> disse, dividendo il suo malloppo in tre e dandone una parte ai suoi amici.
<< Non ci faremo sfuggire nessuno! >> affermò entusiasta Butters << Vieni, Jimmy, mettiamoci al lavoro! >> 
Stan li osservò allontanarsi lungo il corridoio, con un sorriso in volto.
Da questo giorno in poi, si sarebbe dato da fare.


Non ce la faccio più a stare a casa, mi sto deprimendo.
Tweek lesse il messaggio appena inviatogli da Kyle, sorridendo tra sé, dietro al bancone del Tweek Bros., con ancora il panno che aveva utilizzato per pulire uno dei tavolini in mano.
Posso venire da te, domani, se vuoi, gli scrisse. Appena riesco a defilarmi.
Si appoggiò coi gomiti sul bancone aspettando la risposta.
<< Tweek, che stai facendo? Perché non mi prepari un marocchino? >> sentì la voce di suo padre richiamarlo.
Cinque minuti di relax. Erano troppi, da chiedere?
<< Sì, papà >> rispose, riponendo il cellulare in tasca.
Per quanto gli dessero il tormento, Tweek non era il tipo da rispondere male ai suoi genitori. Forse per questo, se ne approfittavano. Si avvicinò vicino alla macchina del caffé e iniziò a caricarla, poi sentì il cellulare vibrare. Mise in funzione la macchina e tirò fuori il cellulare per leggere la risposta.
Grazie, ma ho il divieto tassativo di vedere chiunque.
Povero Kyle. Che pena, gli faceva. Era vero, non si era comportato nel migliore dei modi, ma Tweek sapeva anche che Cartman lo metteva a dura prova.
Mi dispiace, scrisse, mentre riempiva un cartone di caffé, che poggiò poi su un vassoio che stava preparando suo padre.
La porta del locale cigolò, e Tweek fremette, quando vide Craig tutto incappucciato col portatile sotto al braccio.
Craig lo aveva cercato immediatamente con lo sguardo, sorridendogli e salutandolo con la mano. Tweek restò imbambolato, accennando un sorriso stupido.
Il ragazzo appena arrivato si guardò intorno per cercare un tavolino libero, poi vi si andò a sedere, liberandosi della sciarpa e aprendo il portatile.
Craig era venuto a trovarlo! Era venuto per passare del tempo al suo locale solo perché Tweek gli aveva detto che dovesse lavorare, e che per questo non potevano uscire insieme. Quindi Craig era venuto lì, solo per vederlo! Tweek non se lo aspettava, ma immediatamente un sentimento di dolcezza si dischiuse in lui. Si sentiva al settimo cielo.
Lanciò un'occhiata a suo padre di sbieco, prima di sgattaiolare da dietro al bancone verso il tavolo di Craig.
<< Ehi >> lo salutò, felice.
Craig si voltò verso di lui, sorridendogli amabile << Ehi >>
Era bellissimo.
<< C-Come mai, sei venuto qui? >> chiese, indicando leggermente con un cenno del capo il tavolino con il computer.
Craig lo guardò, sorridendogli e guardandolo malizioso.
<< Avevo voglia di bere qualcosa di buono e vedere qualcosa di bello... >>
Tweek sorrise imbarazzato ma lusingato, distogliendo lo sguardo e puntandolo sugli altri clienti, per schermirsi.
<< E -ngh!- allora cosa ti porto? >> chiese, ritornando a fissare Craig, che adesso era leggermente divertito dalla sua reazione.
<< Fate la cioccolata calda? >> indagò.
Tweek annuì. Il negozio era partito come semplice rivenditore di caffé, ma poi si erano specializzati nella prima colazione per attirare i clienti di tutte le fasce.
<< Allora quella, e il ragazzo più bello sul menù >>
Tweek divenne rosso, e lo picchiò sulla spalla col taccuino che aveva in mano. Craig si spostò sulla difensiva, ridacchiando.
<< La smetti? >> si lamentò.
<< Non è colpa mia >> si difese << Posso avere la password del WiFi? >>
Suo padre non voleva che la desse ai clienti del locale. Ma si trattava di Craig, per lui poteva fare un'eccezione.
Annuì, poi la scrisse sul taccuino, staccò il foglio, e glielo porse.
<< Questo -ngh!- è...  è un segreto, come il finestrino... >> 
Craig prese il foglio, guardando Tweek con aria sorniona << Sembra proprio che debba mantenere un bel po' di segreti, allora >>
<< Esatto >>
<< Sono un bel po' di favori che mi devi, quindi >> insinuò.
<< GAH! No! Sei venuto qui per prendermi in giro?! >>
Craig rise << No, faccio solo l'utile e il dilettevole >>
Tweek ruotò gli occhi, divertito.
<< Bèh, io me ne sto andando! La prossima volta trattami meglio! >> lo minacciò, voltandosi per ritornare al bancone.
<< Ritornerai. E con la mia cioccolata >> predisse Craig.
Sentì il suo tono divertito da dietro le spalle, e sorrise tra sé. Che cretino.
Si mise al lavoro. Non ricordava di aver mai messo tanta passione nel preparare una cioccolata, e di tanto in tanto lanciava delle occhiate a Craig per capire cosa stesse facendo. Il ragazzo teneva lo sguardo fisso sullo schermo e premeva dei tasti.
Sembrarono anni che poté finalmente tenere la tazza pronta fra le mani e avvicinarsi a lui. Gli portò anche dei pasticcini e dei marshmallow; suo padre poteva dire ciò che voleva, ma Tweek voleva fare bella figura con Craig.
Quando Craig lo vide avvicinarsi, gli sorrise.
<< Ecco a te >> annunciò Tweek, lasciandogli la cioccolata sul tavolo << Cosa stai facendo? >>
Craig voltò il pc verso di lui. Tutto ciò che poté vedere, fu un'esplosione di caramelle sullo schermo, e la scritta che diceva 'Shock iperglicemico', in un enorme font fucsia.
Si chinò di più verso lo schermo << Che diavolo... >>
<< È un gioco >> spiegò Craig << Vieni, siediti >> disse, spostando la sedia accanto a lui.
Tweek lanciò un'occhiata d'ispezione verso suo padre, e pensò di poter fare una pausa, dato che sembrava ignorarlo. Si sedette, facendosi con la sedia più vicino a Craig, cosicché entrambi fossero davanti allo schermo.
Craig schiacciò il tasto replay, e uno schermo azzurro con una musichetta altalenante apparve.
<< Che cazzo?! >> si fece sfuggire Tweek, mettendosi poi le mani davanti alla bocca.
Craig ridacchiò.
Era un unicorno grasso che volava, sparando del gas arcobaleno dal sedere e raccogliendo delle caramelle. Craig stava attento a non farlo urtare vicino alle montagne di zucchero e agli enormi lecca-lecca della scenografia.
<< È un unicorno? È inquietante! >>
<< Non proprio >> spiegò Craig << È una pignatta. Ogni tanto appaiono questi bambini che cercano di colpirti, vedi? >>
Tweek rise << Che gioco è? Non l'ho mai visto >>
<< Hai presente Dougie? Il nerd del terzo anno coi capelli rossi e gli occhiali? >>
Tweek ci pensò su un attimo << Sì! Lo conosco >>
Craig annuì << L'ha sviluppato lui. Token è nel suo stesso club di scienze, se lo è fatto passare gratis >>
<< Lo adoro >>
<< È abbastanza stupido, a dire il vero, però ti incolla allo schermo. E poi è fantastico, quando esplode >> lo fece cadere in picchiata, la pignatta colpì la montagna di zucchero emettendo un suono simile a quello di un maiale sgozzato, poi esplose inondando di caramelle lo schermo.
<< Tremendo! >> commentò Tweek, a cui un po' dispiaceva, per la pignatta.
Craig rise << Vuoi provare? Se ti piace te lo posso passare, tanto nessuno lo saprà mai >>
Tweek annuì, contento, e Craig voltò il pc verso di lui, così che potesse premere play e giocare.
<< Non osare! >> gridò Tweek al bambino che cercò di colpire la sua pignatta. Man mano aumentava la velocità di volo, e diventava sempre più difficile. Si schiantò quasi subito, e Craig rise.
<< Ridi pure -ngh!-, tanto supererò il tuo record, come a Mario >> lo sfotté Tweek, riprovando a far ripartire il gioco, ma esplose troppo presto anche questa volta.
Ci provò per un po', mentre Craig lo osservava in silenzio mangiando i pasticcini e la cioccolata.
<< Tweek >> sentì chiamarsi, e si voltò verso suo padre, che era a qualche passo dal loro tavolo << È un tuo amico? >> chiese.
<< GAH! S-sì. Craig, lui è mio padre. P-papà, lui è Craig... >> 
Che imbarazzo! Perché suo padre non si faceva gli affari suoi?
<< Buona sera >> salutò educatamente Craig, e Tweek si chiese da dove avesse cacciato fuori tanta premura.
<< Oh, piacere di conoscerti >> lo salutò il signor Richard << Vuoi fare una pausa, Tweek? Potete andare anche di sopra, se preferite >>
Tweek lo guardò incredulo. Aveva capito bene? Suo padre gli stava dando il permesso di filarsela? E cosa ne era di tutti i discorsi sul duro lavoro?
Probabilmente, dato che era un evento più unico che raro, che lo vedesse con un amico, voleva incoraggiare la cosa.
<< Ovviamente, Craig, per la cioccolata offro io >> si offrì ancora suo padre.
Ok. Adesso aveva la conferma che avesse battuto la testa da qualche parte e avesse un principio di amnesia. Doveva chiamare qualcuno? E se gli alieni lo avessero sostituito?!
<< Grazie mille >> rispose Craig, stoico.
<< T-tutto bene, papà? >> chiese Tweek, preoccupato.
<< Tutto bene, Tweek, me la posso sbrigare da solo >> gli assicurò, prima di voltarsi e andarsene.
Tweek restò ad osservarlo ancora un po', basito, poi una nuova realizzazione lo colpì forte. Lui e Craig, a casa sua, da soli? Non che non fossero già stati insieme a casa di Craig, ma quello era un appuntamento, come aveva detto Craig stesso. Iniziò a sentire la pressione montare.
Si voltò a guardare Craig, che lo stava fissando con aspettativa. Cosa doveva fare? Si sentiva leggermente agitato, però voleva davvero andare di sopra e baciarlo. Era quello che si stava trattenendo dal fare da quando l'altro era entrato nella caffetteria. 
<< Vo-vogliamo andare sopra? Ngh! >>
Craig scrollò le spalle << Posso passarti il gioco e poi distruggerti >> disse, con aria di sfida.
<< Ok >> accettò Tweek, risoluto, alzandosi << Vedremo >> disse, togliendosi il grembiule col logo della caffetteria e andando a posarlo dietro il bancone.
Quando tornò da Craig, lui già aveva raccolto tutte le sue cose, ed era pronto a seguirlo.
Salirono le scale che portavano al piano di sopra in fretta, e ben presto si ritrovarono nella camera di Tweek.
Craig appoggiò il suo pc sulla scrivania. La stanza non era ordinatissima, ma era un disordine regolare. Si avvicinò stupito agli scaffali per osservare i numerosissimi modellini Lego di Tweek, mentre l'altro recuperava e accendeva il suo pc. Non avrebbe mai pensato che fosse un collezionista; a Craig piacevano un sacco i Lego. Tra i vari Lego City, spuntava qualche modellino di qualche serie. Craig si fissò a guardare una perfetta riproduzione del Batwing.
<< Ti piace? >> domandò Tweek, affiancandolo.
Craig annuì, come un bambino.
<< P-puoi prenderlo, se vuoi >> gli consentì << GAH! Voglio dire, te lo re-regalo >>
Craig si voltò a guardarlo come se lo avesse appena sentito bestemmiare.
<< Davvero?! >> chiese, incredulo.
Tweek annuì << Sì. Perché no? >> poi si diede lo slancio col piede sulla sedia per riuscire a prendere il modellino sulla mensola. Glielo porse.
Craig lo prese, tentennante. Poi, nel guardare l'aeroplano di Batman, un sorriso gli si allargò in volto.
<< Puoi prendere tutti quelli che vuoi >> gli disse Tweek.
<< Cosa? No! >> rifiutò, scandalizzato << Non posso! Perché me li vuoi dare?! >>
A lui sembrava una cosa davvero folle.
Tweek scrollò le spalle << È che... ngh! Sto... sto davvero finendo lo spazio >> si guardò intorno << Mi fanno sentire claustrofobico e alcuni mi danno gli incubi. Però mi aiutano -ngh!- a calmarmi, intendo quando li monto. Ne compro costantemente di nuovi, quindi puoi prenderli >>
<< Prenderò solo questo >> acconsentì Craig. Anche se Tweek non li voleva, lui non poteva permettergli di fare una cosa così dissacrante come darli via. Però non riuscì a non guardarsi intorno, con curiosità, per scandagliare tutti i modellini << No! >> poi disse, troppo entusiasta per essere da lui << Voglio questo! >> affermò, allungandosi per prendere un altro modellino dallo scaffale, senza l'ausilio di nessuna sedia, perché lui poteva permetterselo.
Era un modellino di Red Racer, più piccolo del Batwing, ma chi se ne importava! Red Racer era il migliore show del mondo, il suo preferito di sempre.
<< Ti ho detto, puoi prenderli entrambi >>
Craig ci pensò su un attimo << Davvero? >> domandò, a dispetto della discrezione di cui aveva voluto impettirsi prima.
Tweek annuì, sorridendo.
Craig restò ancora a guardare i modellini nelle sue mani, quando Tweek gli si fece vicino, tirandogli leggermente la manica. 
Craig si voltò verso di lui, guardando nei suoi occhi verdi. Tweek si allungò timidamente sulle punte, e Craig si abbassò per venirgli incontro, baciandolo delicatamente. Poi posò i modellini sulla scrivania e si tirò vicino il ragazzo.
Si baciarono dolcemente, accarezzandosi prima con le labbra e poi con la lingua, mentre Craig affondava le mani negli ingarbugliati capelli dell'altro, e Tweek si stringeva alla sua maglia all'altezza del suo petto. Era come se avessero atteso quel momento da anni. 
Nonostante la delicatezza iniziale, il bacio divenne presto profondo. Craig stava diventando avido, voleva di più, e sentiva il suo corpo rispondere. Era pur sempre un adolescente con gli ormoni a mille, quindi decise di staccarsi. Non voleva che finisse come la prima volta.  Tirò Tweek contro il suo petto, abbracciandolo, e baciandogli la fronte.
<< Cosa vuoi fare? >> gli chiese.
<< Mmm... giocare? >> propose Tweek, nonostante tutto ciò che volesse era continuare a baciare Craig, ma era troppo timido, per dirlo. 
<< Hai una pennetta? >> chiese Craig, staccandosi da lui.
<< Ngh! Sì! A-aspetta >> disse, scattando verso il comodino vicino al letto per cercarla.
Craig recuperò il pc dalla scrivania e si andò a sedere sul letto.
<< Ecco! >> esclamò Tweek, porgendogli la pendrive.
Craig la prese e la infilò nel suo pc, iniziando il trasferimento del gioco.
Tweek venne a sedersi vicino a lui, togliendosi le scarpe sfregando i piedi l'uno vicino all'altro.
<< P-puoi togliertele, se vuoi. Io non le sopporto >> lo informò.
Craig non se lo fece dire due volte.
<< Quoto >> lo appoggiò, prima di sfilarsi le sneakers a sua volta, per poi incrociare i piedi sotto di sé, per stare comodo.
<< Va veloce >> osservò Tweek.
<< Non è molto pesante >> lo informò << Solo che va con internet >>
<< Che peccato >>
<< Già >>
Il trasferimento presto terminò, così Craig staccò la pennetta e la inserì nel pc di Tweek, scambiandolo di posizione con il suo, per metterselo in grembo. Eseguì l'installazione.
<< Sei pronto ad umiliarti? >> chiese, con un sorriso di scherno, che gli scoprì l'apparecchio.
<< Vedremo! >> rispose Tweek, infervorato.
Craig ridacchiò sulla sua risoluzione.
<< È andato >> disse dopo un po' Craig << Parte >> poi restituì il pc a Tweek << Giochiamo e vediamo chi fa il punteggio migliore >> lo sfidò.
<< O-ok. M-mettiamoci comodi, però! Ngh! >> così dicendo, si alzò, sollevò il cuscino contro la spalliera e vi si mise seduto contro, tirando i piedi sul letto. Poi batté una mano accanto a lui, sul materasso, per invitare Craig ad affiancarlo.
Davvero? Tweek non aveva paura di stare sdraiato con lui? Si sentì felice come un cane a cui danno il permesso di salire sul divano. Si apprestò a sedersi vicino a lui, contento.
Diedero il via alla sfida, ma senza davvero cercare di vincere. Anzi, spesso e volentieri si schiantavano solo per riderci su. Ci giocarono per circa venti minuti, poi Craig decise che ne aveva abbastanza, così iniziò a sabotare Tweek premendogli tasti a caso sulla tastiera, fino a farlo schiantare.
<< Che cosa fai?! >> si innervosì Tweek.
Craig ripiegò il portatile su se stesso con una mano, chinandosi leggermente verso l'altro.
<< È abbastanza >> disse, con un sorriso machiavellico, osservando l'espressione rapita di Tweek, che lo guardava di rimando.
Si avvicinò per baciarlo, e il ragazzo rispose. Craig allungò una mano sulla sua guancia, perché voleva sentirlo tutto, il suo calore. Si baciarono così, le spalle contro la testiera e i volti rivolti l'uno verso l'altro, gli occhi chiusi, completamente rapiti l'uno dall'altro. 
Quando anche Tweek allungò le mani per accarezzargli i capelli, da sotto al chullo, Craig decise di sbarazzarsi dell'ingombro di entrambi i pc, e di spostarli sul comodino. Poi riprese a baciare Tweek, dalla posizione in cui era rimasto, leggermente sollevato dal letto e chinato verso di lui, praticamente intrappolandolo fra le sue braccia.
Si staccò da lui, per guardarlo in volto e assicurarsi che fosse tutto ok, ma Tweek era completamente concentrato sulle sue labbra, infatti si sporse verso di lui per continuare a baciarlo. Sentì le dita del biondo poggiarsi sulle sue, lì sul letto, quindi le intrecciò.
Tweek si allontanò, guardandolo con un sorriso, e timidamente chiese: << Cosa vuoi fare? >>
Craig gli sorrise di rimando, le farfalle nel suo stomaco che avevano preso a svolazzare con più decisione. Si ritrasse, scivolando leggermente in modo da mettersi sdraiato sul letto, poi allungò una mano verso Tweek.
<< Posso continuare a baciarti? >> gli chiese.
Tweek lo osservò sorpreso, poi gli sorrise, avvicinandosi alla sua mano, cosicché Craig poté tirarlo verso di lui e baciarlo di nuovo.
Tweek si sistemò meglio, e si ritrovarono entrambi sdraiati sul letto, l'uno accanto all'altro, con Craig che aveva un braccio sotto al collo di Tweek e l'altro intorno al suo busto, abbracciandolo, mentre Tweek gli aveva sfilato il cappello per accarezzargli i capelli dietro la nuca. Era dolce, essere così vicini. Si baciarono teneramente e si ritrovarono con le gambe incrociate. 
Craig prese ad accarezzargli la schiena, e poi il fianco, e ancora la schiena, lentamente, gli baciò il mento per poi baciargli il collo. Sentì Tweek aggrapparsi di più a lui e stringergli le gambe intorno, con necessità. 
<< Craig... >> miagolò Tweek, e il suo cuore iniziò a correre.
Poteva sentire l'eccitazione di Tweek che saliva e convogliava con la sua. Per quanto Tweek potesse essere innocente, certi istinti doveva sentirli anche lui.
La mano di Craig scivolò sotto la camicia dell'altro, e sentì Tweek sussultare. Lasciò il suo collo per dargli un bacio sulle labbra.
Restarono per un po' a guardarsi negli occhi.
Cosa voleva, Tweek? Craig voleva davvero stare con lui, ma non voleva che fosse per Tweek un'esperienza traumatica, come la sua prima volta. Decise di proseguire per piccoli passi.
<< Tweek... posso toccarti? >> sussurrò, mentre il suo pollice accarezzava la pelle esposta della schiena dell'altro, più in basso.
Tweek sgranò gli occhi, poi li distolse dai suoi << Gah! Io non... non saprei... >>
Craig lasciò la schiena di Tweek per voltargli delicatamente la testa di nuovo verso di lui.
<< Non farò niente che tu non voglia >> lo rassicurò, baciandogli la fronte.
Tweek lo scrutò in viso per carpire tutta la sua sincerità.
<< Tu puoi toccarmi, se vuoi >> gli disse Craig, poi gli sorrise << Solo a titolo informativo >>
Tweek ridacchiò.
No che Tweek non volesse; ma non lo aveva mai fatto, ed era imbarazzato e un po' preoccupato, dalla cosa. Non poteva toccare Craig, sarebbe stato troppo pressante! E se non ne fosse stato all'altezza? E se gli avesse fatto male? E se avesse rovinato tutto? Non poteva neanche pensarci!
Però era stato così premuroso, a chiederglielo; inoltre, Tweek era talmente eccitato che solo l'idea che Craig lo toccasse gli stava facendo girare la testa.
Craig aveva preso a riempirgli la faccia di piccoli baci, dandogli il tempo di decidere.
Alla fine Tweek annuì << Puoi >> sussurrò, imbarazzato, stringendo gli occhi.
Craig lo baciò teneramente sulle labbra, le dita che scivolarono lungo la sua schiena, e Tweek tremò, per poi tendersi come una corda di violino quando Craig introdusse un dito appena sotto il bordo dei suoi jeans.
<< Voglio davvero toccarti... >> bisbigliò, facendo scorrere il dito lungo l'orlo dei jeans, fino al suo fianco << ...ma se non ti piace, posso fermarmi... >>
Craig indugiò un attimo, per godere della tensione di Tweek, i suoi occhi stretti e il suo respiro trattenuto; poi gli accarezzò il naso con il suo, e Tweek si avvicinò per dargli un bacio, come a fargli sapere che non avesse cambiato idea. 
Craig riprese a far scivolare il dito sul davanti, sotto la sua pancia, sentendo Tweek contrarsi, fino a sfiorare all'interno la punta della sua erezione.
Tweek sospirò, dischiudendo la bocca per il piacere, aggrappandosi con un pugno alla sua felpa, e Craig sorrise fra sé, accalorato anche lui, baciandolo.


Stavo per vomitare arcobaleni quando ho scritto questo capitolo. Ho rischiato seriamente di andare in shock iperglicemico anch'io.
Ovviamente, il giochino è un omaggio  a Robot Unicorn Attack.
Spero vi piaccia. 
​Ho davvero il terrore di saperlo. 
E comunque, questa è solo la calma prima della tempesta.
 
  
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