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Autore: Danmel_Faust_Machieri    18/01/2018    1 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La sartoria era un'abilità che, all'interno di Last Soul Online, risultando senza applicazioni dirette come poche altre, era sdegnata dalla maggior parte dei giocatori; tuttavia durante le loro esplorazioni e le loro missioni Camilla e Luna avevano sentito raccontare di due giocatori, specializzati proprio nella sartoria, che dopo essersi sposati sposati avevano aperto un piccolo negozio nel quale realizzavano abiti su misura per ogni occasione. Il negozio si doveva trovare nel piccolo villaggio di Inberg, situato nella zona ovest del 5° piano, per cui Camilla, Luna e Teresa decisero di raggiungerlo il prima possibile. Una grande insegna era appesa al di sopra della porta di ingresso e vi era scritto "Ago e Filo" con lettere color ocra.
-Ma… lo hanno chiamato come il negozio di Animal Crossing?- domandò Luna accennando una risata divertita.
Le altre ragazze la guardarono senza capire l'osservazione appena fatta; d'altronde c'era da aspettarselo dal momento che l'unica competente in materia  video-ludica delle tre era proprio la ladra mentre le altre avevano solo provato di tanto in tanto qualche gioco.
-Vabbè dai… conviene entrare- tagliò corto Luna cercando di mascherare nella sua irruenza l'imbarazzo per non essere stata capita.
L'interno del negozio era pieno di manichini che indossavano abiti sgargianti, cappelli dai colori assurdi e dai piumaggi fagianeschi erano impilati sopra a scaffali creando torri pendenti di colori che sfioravano il soffitto, le pareti erano ricoperte da stoffe su cui erano state tratteggiate linee di gesso che sarebbero poi state tagliate.
-È permesso?- domandò Teresa che per prima varcò la porta.
-Chi è? Dove sei?- domandò una voce maschile emergendo da un cumulo di stoffe come se ci stesse dormendo sotto. Indossava un grande paio di occhiali dalle lenti tonde, un gilet sporco di gesso e aveva intorno al collo un metro; i capelli neri erano spettinati e la barba  era appena accennata sul suo mento. Quando vide le tre ragazze sull'uscio si tirò subito in piedi e urlò verso un'altra stanza -Cara! Abbiamo delle clienti!-
Allora comparve una ragazza, anche lei indossava un paio di occhiali ma di color rosso fiammante e un abito elegante di color viola, in corrispondenza del cuore aveva attaccato al vestito un puntaspilli a forma di trifoglio e in mano stringeva un paio di grandi forbici; i suoi capelli erano acconciati similmente alle pettinature delle dame tra 700 e 800 e aveva a destra del labbro un neo reso evidente dal trucco pallido che le copriva il volto -Oh cavo dove sono le nostve ospiti- disse lei con una voce da civetta che cercava di scambiare le R con le V cercando di parodiare i nobili.
Le tre ragazze si scambiarono degli sguardi confusi finché Camilla non bisbigliò -Ma… Siamo sicuri che siano giocatori e non NPC?-
La donna si era portata alle spalle delle tre ragazze e le squadrava portando gli occhiali sulla punta del naso -Mmm… Siete delle vagazze incvedibilmente affascinanti! Tu pev esempio!- afferrò Luna per le spalle -Qui ci stavebbevo benissimo delle spalline eleganti colov povpova… Tu invece!- si portò davanti a Camilla -Con questo seno a bavconcino una bella scollatuva con balze tevva di Siena savebbe il top! Oh e tu!- raggiunse poi la terza ragazza -Tu tesovo con un abito lungo colov favesti givav la testa ad ogni uomo! Non cvedi cavo?-
-Assolutamente tesoro mio!- disse l'uomo raggiungendo la donna e iniziando a baciarle elegantemente il braccio come Gomez della famiglia Addams.
Le tre erano paralizzate dall'imbarazzo e dallo sconcerto che quella coppia gli creava.
-Allova!- riprese la donna -Pevché siete qui tesovi?-
Luna tirò un colpetto a Teresa invitandola a farsi avanti al che la ragazza disse -Ehm… Sì ecco… Io avrei bisogno di un abito…-
-Un abito… e pev quale occasione?- domandò lei portandosi l'indice alle labbra rivelando tutto il suo interesse.
-Beh… Sarebbe per un matrimonio…- rispose lei semplicemente.
I due coniugi sbarrarono gli occhi e osservarono la ragazza al che le afferrarono le mani e iniziarono a urlare quasi estasiati -OH SIGNOVINA CHE EVENTO MEVAVIGLIOSO!-
-SI È AFFIDATA ALLE PERSONE GIUSTE!-
-VEDVÀ CHE ABITO DA FAVOLA!-
-VADO A PRENDERE GLI ABITI DAL RETRO-
-NO CAVO QUI SEVVE UN ABITO SU MISUVA! VENGA SIGNOVINA CHE PVENDIAMO LE MISUVE!- e così dicendo i due rapirono Teresa contro la sua volontà trascinandola nella stanza sul retro mentre lei cercava conforto nelle altre due ragazze che la guardavano divertite mentre ringraziavano di non trovarsi loro in quella situazione.
Camilla e Luna, ritrovandosi sole, senza più la confusione generata da quella coppia di assurdi giocatori tirarono un sospiro di sollievo.
-Ma tu sapevi che erano così?- domandò Luna a Camilla.
-Assolutamente no… Chi se lo aspettava di trovare persone del genere in questo gioco…- rispose la maga cercando di liberare uno sgabello per mettersi a sedere.
Luna osservò qualche secondo Camilla poi una domanda le attraversò la mentre e decise dopo qualche secondo di rivolgerla alla maga -Ascolta Camilla… So che potrebbe essere una domanda un po' personale ma… Credi che tu e Riccardo vi potreste sposare un giorno? Intendo all'interno di questo gioco ovviamente!-
Camilla la guardò e dopo essere diventata paonazza iniziò a celare l'imbarazzo dietro una risata -Beh… Vedi…- iniziò poi a dire cercando di evitare lo sguardo di lei -A dire il vero… Io e Riccardo ci siamo già sposati in questo gioco…-
-COOOOSA!?- esclamò la ladra a gran voce eguagliando quella dei due sarti.
-Già…- commentò semplicemente la maga ancora rossa in volto mostrando un semplice anello d'oro sull'anulare destro.
-Ma come? quando? in che modo?- domandò Luna confusa e al tempo stessa entusiasta di quella notizia; ormai aveva trovato in Camilla una cara amica e saperla felice la rendeva felice come di rimbalzo.
-Sì è stata una scelta presa così… a caso… Poi non abbiamo voluto dir niente a nessuno così… per fare una cosa semplice solo tra noi…- sorrise lei.
-Capisco- le sorrise di rimando Luna -Ma chi ha celebrato? Nel senso non serve un NPC che faccia da prete?- chiese nuovamente la ladra.
-Credo che lo scoprirai a breve dal momento che Niccolò chiederà allo stesso NPC- e pronunciò la parola NPC imitando con le dita il simbolo delle virgolette al che Luna comprese a chi si stesse riferendo l'amica mentre Teresa era ancora di là smarrita in un inferno di stoffe e di spilli.

-Spostiamo queste librerie e le ammassiamo a ridosso delle altre- diceva Lorenzo indicando alcune librerie all'interno della biblioteca-mausoleo.
-Beh mi dai una mano te no?- disse Alessandro reduce dall'accatastare alcune sedie l'una sull'altra in fondo alla stanza e insieme i due iniziarono a spingere le varie librerie.
-Allora direi che qui possiamo stendere un tappeto no? e mettere le panche… Tanto ne basteranno sei o otto no? Poi qualche fiore no? E l'altare là in fondo no?- chiedeva continuamente Kubasa a Niccolò -Non lo so! Tra un po' vado nel panico se continuiamo con queste domande!- iniziò a rispondere il bardo in preda alla paura per l'avanzare del giorno x.
-Suvvia calmati Nico, è solo un matrimonio... E vieni piuttosto a darci una mano a sistemare le librerie!- disse divertito Lorenzo canzonando l'amico.
-Giuro che quando recupererò la mia sanità mentale ve la farò pagare- rispose Niccolò dando una mano agli amici.
-Seh… Allora dovrà passare ancora qualche anno…- lo prese in giro Roberto che stava dando una mano e Riccardo a sistemare l'altare.
-Dai Nico non stiamo ridendo di te ma con te- lo stuzzicò ulteriormente Alessandro che si guadagnò un coppino da parte del bardo.
-Comunque avevi detto che ci avresti raccontato di come hai fatto la proposta a Teresa!- disse poi Lorenzo cercando di variare quell'atmosfera di scherno ormai stantia.
-Dai nonno raccontaci com'è andata!- aggiunse Roberto imitando la voce del nipotino che domanda all'anziano parente delle sue avventure amorose.
-Vedete figliuoli- iniziò a rispondere Niccolò imitando la voce di un vecchietto per dar corda al guerriero -Era un lunedì notte… No! Era un giovedì mattina prima delle 9… o erano le 10… No dai vi racconto per bene- sorrise poi tornando serio -Qualche giorno fa, dopo che avevamo finito di allenarci, ci siamo rintanati in una locanda, avevamo faticato tutto il giorno ma, nonostante la stanchezza, decidemmo di andare a fare due passi. Quel giorno aveva nevicato per cui ogni via del paese era coperta dalla neve creando dei paesaggi meravigliosi. Il freddo ti entrava nelle ossa e vedendo lei ancora un po' infreddolita la presi con me sotto al mio mantello e lei si strinse a me sorridendomi… Ogni volta che vedo quel sorriso mi ricordo cos'è la bellezza, sento il cuore che riconosce il suo… eravamo lì così e lei si chinò un attimo e mi tirò una manciata di neve dritta in faccia e, approfittando della mia distrazione, iniziò a scappare come se dopo aver vinto il gelo avesse avuto l'intenzione di imitare le ninfe dei ghiacci. Scappava per le vie ridendo, chiedendomi di inseguirla e io le correvo dietro cercandola… Canticchiava Luci a San Siro, la canzone di Vecchioni… Non so se avete presente quando nella canzone lui dice che con la sua amata giocano a questo nascondino in mezzo alla nebbia in cui lei però grida per farsi trovare… Ebbene Teresa cantando e ridendo faceva lo stesso, giocavamo come bambini che inseguono sogni… Le nuvole intanto nel cielo iniziavano nuovamente a spandere al suolo i loro piccoli incanti di neve, il freddo si alzava ancora ma non ce ne importava, eravamo lì a rincorrerci… non potevamo pensare ad altro… in quel gioco giungemmo nella piazza del paese e la trovai stesa in terra, nella neve, mi avvicinai a lei e mi sdraiai accanto a lei… Parlammo a lungo e ci mettemmo a ripetere una poesia dietro l'altra, le poesie che avevamo imparato a memoria, quelle che avevamo amato e che avevamo condiviso nel corso degli anni… Glielo chiesi allora, le chiesi se voleva sposarmi e lei sorridendo disse semplicemente di sì…-
-E poi avete fatto le sporcizie nelle neve!- rise Roberto cercando di nascondere dietro ad una battuta stupida la tenerezza che gli aveva evocato nel cuore il racconto dell'amico. In quel momento un libro partì in direzione del guerriero colpendolo in centro alla fronte -Evita 'set battute cretine…- commentò Alessandro che già aveva stretto in mano un secondo tomo con cui tenere in scacco l'amico steso quasi a terra dal precedente colpo.
-Minchia tra un po' lo ribalti- rise Lorenzo commentando la scena.
-Beh dovreste ricordarvi che Ale qui ha la forza di un barbaro, se lancia un libro potrebbe tirar giù un albero- commentò Riccardo mentre cercava di sistemare l'altare senza l'altro addetto ai lavori.
-Vabbè dai ci mancano ancora un paio di cose ma il grosso del lavoro mi sembra fatto- commentò Niccolò guardandosi intorno. Tutte le librerie erano state ammassate contro i muri e a ridosso delle altre, lungo l'asse centrale della stanza era steso un lungo tappeto rosso ai lati del quale si trovavano due file di 4 panche l'una, al termine un piccolo altare.
-Beh- sospirò Kubasa portandosi alla destra del bardo -Manca solo la sposa-

-Quindi vediamo se ho capito: una sembrava interpretare una nobile del 700 e l'altro sembrava un lacché?- cercò conferma Lorenzo poco prima di portarsi alla bocca un boccone di spezzatino.
-Sì ma ti giuro, era una situazione tremendamente assurda!- disse ridacchiando Luna mentre si riempiva il bicchiere di vino.
I due si erano ritrovati in una locanda del piano 26 per cenare prima del grande giorno che avrebbe coinvolto non solo la Vitriol ma anche gli amici che si erano fatti nel corso di quel gioco irreale.
-Sembravano più degli NPC che dei normali giocatori- concluse la ragazza dopo aver preso un sorso dal suo calice.
-Role play…- osservò il monaco prima di affondare i rebbi della sua forchetta in una patata scovata in mezzo al suo piatto.
-Dici?- lo guardò Luna incuriosita -Cioè, sì… Posso capire magari il fare del role play in un gioco normale, ci sta atteggiarsi a legale malvagio piuttosto che a caotico buono, come direste voi giocatori di D&D, eppure questo non è un gioco… o almeno, non è più un semplice gioco-
-Beh certo eppure se tu ci pensi è molto più facile mettersi una maschera indosso e fingere di trovarsi su un palcoscenico che non vivere la consapevolezza di ciò che stiamo vivendo- disse tranquillamente Lorenzo, poi afferrò il suo boccale di birra, ne prese una profonda sorsata, e riprese -D'altronde credo che mettersi indosso una maschera non è nemmeno una cosa estranea al nostro vero mondo. Ogni tanto, quando parlavo con amici, conoscenti o altre persone avevo come l'impressione che ci fosse un qualcosa tra me e loro, come se qualcosa mi impedisse di vedere la loro realtà… Faticavo a capire quale fosse il motivo; inizialmente credevo che fosse un mio problema, credevo di avere qualcosa che non andava eppure con altre persone questa sensazione non esisteva… Poi, andando più a fondo in quelle persone capivo che cercavano di ingannare gli altri e sé stessi cercando di indossare una maschera: vedevo persone fragili che si atteggiavano a barbari, stronzi e vigliacchi che cercavano di fare i paladini, ladri che si spacciavano da chierici e viceversa… E al tempo stesso uomini grandi che per non deludere o per paura di non farcela si rannicchiavano cercando di passare per piccoli… Il role play alla fine è qualcosa che c'è anche nel mondo reale-
Le parole del monaco fecero da subito breccia nella mente della ladra, come se sfondassero una porta aperta: anche lei aveva vissuto quel senso di incomprensione nei confronti di alcune persone, anche lei aveva pensato che il problema potesse trovarsi in lei forse perché faticava ad ammettere che gli uomini potessero essere così deboli, così fragili.
-Secondo me la birra ti rende saggio- commentò la ragazza cercando di stemperare la serietà del clima.
-Ahahah… Pensare che mi sarebbe stato impossibile immaginarti a ridere e a parlare seriamente con me fino a poco tempo fa- rise Lorenzo ricordando gli iniziali screzi con la ragazza.
-Non credere, è solo perché il vino ti rende più digeribile- rispose lei dietro a una finta asprezza.
-Ah!- urlò il ragazzo portandosi una mano al cuore -Così sì che mi ferisci- disse poi lasciando intravedere un sorriso sul volto. I due scoppiarono a ridere, inutile dire quanto in quelle due semplici battute erano riusciti a prendersi gioco degli altri uomini e delle loro maschere.
-Pensi che il matrimonio in questo mondo possa sempre essere una componente di role play?- domandò poi Luna affascinata dalla piega che aveva assunto quella conversazione.
-Beh… Dipende- disse Lorenzo iniziando a ragionare -Credo che ci possano essere tre validi motivi per sposarsi qui-
-E quali sarebbero?-
-Il primo credo che sia proprio per role play, insomma, ti crei la tua maschera e nel suo carattere c'è il bisogno di un matrimonio; non conta chi sia l'altra persona nel mondo reale, ti accontenti di quella che è la sua apparenza in questo mondo e ci convivi, disinteressato della realtà; questo potrebbe essere il caso dei due sarti che avete incontrato oggi. Il secondo motivo invece è legato a qualcosa di molto più pragmatico, legato diciamo alle meccaniche di gioco; con un matrimonio in questo mondo gli inventari dei coniugi arrivano a formare un unico grande inventario nel quale è possibile vedere dove si trovano i vari oggetti, dove il partner li ha lasciati e così via; si fa una vera e propria comunione dei beni e ciò accade anche per quanto riguarda il denaro accumulato nel corso delle avventure; il matrimonio da questo punto di vista è una comodità. Il terzo motivo invece è quello che sta portando Niccolò a sposare Teresa, semplicissimo amore-
-Certo posso capire loro due data la loro eccezionalità eppure trovo difficile che questo motivo possa convincere anche altri giocatori… Insomma questo non è il vero mondo dove un fidanzamento o un matrimonio sono cose serie- osservò Luna percependo però una crepa nel suo stesso ragionamento.
-Prova a riflettere un attimo- la invitò Lorenzo -Sei sicura di quello che dici-
La ragazza si prese qualche secondo, prese un sorso di vino e lo interruppe a metà. Smise di bere e si lasciò il calice sulle labbra per qualche secondo, poi lo poggiò, guardò il monaco e disse -Si sposano anche perché credono di non uscire da questo gioco-
-Esattamente- concluse Lorenzo -Temendo che le loro vite si fermeranno a questo gioco vogliono comunque fare quel passo-

Le panche all'interno del mausoleo-biblioteca ora adibito a chiesa erano piene e ospitavano l'interezza della seconda linea. Dietro all'altare Kubasa osservava tutti mentre davanti Niccolò impaziente era trattenuto dai suoi testimoni Alessandro e Lorenzo.
-Allora come è andata dai sarti ieri pomeriggio?- domandò Lorenzo rivolgendosi ai due a bassa voce.
Gli amici subito lo fulminarono con lo sguardo e scandirono distintamente solo due parole -Lasciamo stare-
D'altronde era necessario per loro prendere degli abiti adatti: Nico indossava uno smoking sopra ad un'elegante camicia bianca, l'unica concessione che i sarti gli avevano fatto era una spilla a forma di giglio, i capelli corvini tirati indietro e le scarpe nere e lucide.
In fondo alla sala Noah scambiò un cenno di intesa con Lesen ed entrambi iniziarono a suonare la marcia nuziale sui loro violini; nonostante Lesen cercasse di mitigare la sua invidia era possibile percepirla attraverso le note che suonava esattamente come era possibile percepirla nello sguardo di Antigone seduta tra gli altri; Arcoas invece sembrava particolarmente felice, chissà se per il matrimonio o per il fatto di trovarsi seduta accanto a Feril vestito elegantemente e non con la sua solita armatura.
Una porta in fondo alla sala si aprì e da essa uscirono Teresa e le sue damigelle: Luna e Camilla. Teresa era vestita con un semplicissimo abito bianco come la neve, un velo le ricadeva indietro rendendola del tutto simile a quelle principesse che sognano da bambini mentre i nostri genitori continuano a leggerci le favole.
Niccolò appena la vide sentì un battito mancargli e portò la mano destra sul cuore accusando un dolcissimo colpo al cuore che lo fece sorridere puramente. Teresa si portò accanto a lui -Ciao- gli disse sorridente e agitata come lui.
-Ciao- rispose lui mentre le lacrime iniziavano a farsi largo sul viso.
-Ehi, ehi- bisbigliò Teresa preoccupata -Non fare così- 
-Scusa è che…- Niccolò scacciò dal viso le lacrime con le mani -Questo momento… Tu e… Sei bellissima- e tornò a sorridere con gli occhi appena lucidi.
-Anche tu amore mio- concluse lei carezzandogli il viso delicatamente.
-Direi che prima di scoppiare tutti in lacrime sia meglio iniziare la celebrazione- singhiozzò Kubasa da dietro all'altare risolvendo la commozione suscitando in tutti una leggera risata.
La celebrazione si svolse senza problemi se non che alle promesse praticamente tutti si commossero (compresi Orias e Roberto) soprattuto per le parole di Teresa che giungevano inaspettate al cuore. Poi giunsero i fatidici "sì" e il bacio che sugellò quella coppia che dopo essersi persa si era finalmente ritrovata. Fu il concretizzarsi del sogno, il realizzarsi della speranza, la bellezza accolta in seno al cuore.
   
 
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