«La incontravo di continuo. Lungo i corridoi mentre andavo in infermeria.
Quando venivo in plancia. Al mattino, senza apparente motivo. Mi salutava ogni
volta in modo gentile, come se nutrisse un profondo rispetto nei miei
confronti.
So che non ha senso, non azzardarti ad aprire bocca, ma era così.
Perciò non puoi biasimarmi se, alla prima occasione possibile, ho voluto
capire qualcosa in più su di lei.»
USS
Enterprise
Data: 11
Aprile 2264
Nella sala mensa della nave spaziale vi era un vocio costante e fitto.
Seduti ai tavoli, moltissimi membri dell’equipaggio consumavano il proprio
pasto diviso in piccoli gruppi, parlando del più e del meno dopo che il primo
mese di esplorazione a bordo dell’Enterprise era prossimo a concludersi.
Al tavolo degli ufficiali erano seduti Kirk, Spock, Scotty, Chekov e Bones,
anche loro impegnati in una conversazione. Stavano parlando delle prossime
operazioni che avrebbero dovuto compiere durante l’esplorazione, ripercorrendo
a mente la rotta della nave. Scotty stava esponendo il suo parere riguardo ai
rifornimenti necessari per garantire il costante e pieno regime ai motori dell’Enterprise.
Sia Kirk sia Spock erano d’accordo con lui, Chekov ascoltava senza proferire
parola, mentre Bones, disinteressato, masticava svogliato il proprio pasto
guardandosi intorno.
Come per un richiamo, la sua attenzione venne attratta da Eve, seduta dall’altra
parte della sala in compagnia di Jaylah. Bones si ritrovò a osservare le
due ragazze parlare fra loro, andavano d’accordo, era evidente e considerando
il carattere di Jaylah era una buona cosa che avesse trovato qualcuno con cui
trascorrere il proprio tempo. La divisa rossa donava a entrambe, sebbene Jaylah
avesse apportato qualche modifica – contraria al regolamento – alla propria,
modifiche che Kirk non le aveva mai fatto notare.
«Come si trova Jaylah?» chiese di punto in bianco
il medico.
Chekov sollevò di scatto la testa al suono di quel nome e, quando si rese
conto del suo gesto, pregò che nessuno lo avesse notato.
Tutti guardarono in direzione di Scotty, che aveva preso personalmente a
carico la figura della giovane aliena.
«Oh si trova bene. Penso» rispose l'ingegnere. Si
strinse nelle spalle, senza degnare di uno sguardo nessuno, continuava a
fissare davanti a sé, sul proprio piatto. «Ha terrorizzato metà del mio personale con i suoi modi di fare. Ci sono
almeno quindici persone che non ne vogliono sapere di lavorare insieme a lei.
Ma non mi frega, almeno è brava.»
«Oh, andiamo» ridacchiò Kirk, «tu adori Jaylah.»
«Che c’entra? Mi fa uscire di testa delle volte e adesso devo anche fatte
attenzione alle persone con cui la metto a lavorare» borbottò Scotty.
«Se posso permettermi, signor Scott» intervenne Spock, «trovo che la signorina
Jaylah abbia comunque qualcuno con cui va visibilmente d’accordo. Forse
le conviene fare in modo che la cosa volga a suo favore.»
Scott guardò il primo ufficiale perplesso, nonostante sapesse di cosa stava
parlando. Gli altri presenti al tavolo alzarono lo sguardo su Jaylah, eccetto
Scotty.
«Sì, Eve» disse quest'ultimo. «Vanno molto d’accordo in effetti. Jaylah l’ha praticamente presa sotto la
sua ala e a me sta bene così.»
«Com’è Eve?» domandò Kirk. Nel porre la domanda aveva guardato
Bones, un’espressione furba in volto, quella che il medico identificò come la
faccia di qualcuno che ha già capito tutto. McCoy si limitò ad aggrottate la
fronte, ma si mise ugualmente in ascolto appena Scotty riprese parola.
«È un’ottima meccanica. Forse non avrà la stessa inventiva di Jaylah, ma
quando si tratta di lavorare è una delle migliori che abbia incontrato. Ha
delle mani estremamente ferme ed è precisissima. Meglio di un chirurgo, ve lo
dico io.»
Bones sollevò le sopracciglia a quell’ultima affermazione,
schiarendosi la voce per ricordare a Scott che lui era lì, stava ascoltando e,
soprattutto, che le "leggendarie mani" sull'Enterprise erano le
sue.
Scotty alzò gli occhi sul medico, lo guardò un momento e infine gli chiese:
«Ti è andato di traverso qualcosa?»
Al termine di quel quesito al tavolo vi fu uno scoppio di risa generale,
non compreso ma assecondato da Scotty e totalmente ignorato da Bones, il quale
aveva ripreso a masticare. Tornò a guardare Eve in compagnia di Jaylah con cui
stava parlando in modo concitato.
Al medico non gli riusciva di ignorarla. Aveva memorizzato il suo viso, il
colore dei suoi occhi, perfino il suo profumo. Scoprì che avrebbe voluto
parlare ancora di lei. Ne era rimasto folgorato per ragioni che andavano oltre
la sua comprensione e non sapeva come comportarsi. Sapeva solo che lei era più
piccola di dodici anni esatti e che una possibile relazione così dispari per
età con tutta probabilità non sarebbe mai stata vista di buon occhio all’interno
della Flotta Stellare.