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Autore: MadAka    20/01/2018    0 recensioni
Jim Kirk e Leonard McCoy sono seduti uno di fronte all'altro, un bicchiere davanti, il silenzio intorno.
Un racconto è l'ultima cosa che i due si sono scambiati, che ripercorre gli ultimi nove mesi sull'Enterprise.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Nuovo Personaggio, Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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«La incontravo di continuo. Lungo i corridoi mentre andavo in infermeria. Quando venivo in plancia. Al mattino, senza apparente motivo. Mi salutava ogni volta in modo gentile, come se nutrisse un profondo rispetto nei miei confronti.

So che non ha senso, non azzardarti ad aprire bocca, ma era così.

Perciò non puoi biasimarmi se, alla prima occasione possibile, ho voluto capire qualcosa in più su di lei.»

 

 

 

USS Enterprise

Data: 11 Aprile 2264

 

 

Nella sala mensa della nave spaziale vi era un vocio costante e fitto. Seduti ai tavoli, moltissimi membri dell’equipaggio consumavano il proprio pasto diviso in piccoli gruppi, parlando del più e del meno dopo che il primo mese di esplorazione a bordo dell’Enterprise era prossimo a concludersi.

Al tavolo degli ufficiali erano seduti Kirk, Spock, Scotty, Chekov e Bones, anche loro impegnati in una conversazione. Stavano parlando delle prossime operazioni che avrebbero dovuto compiere durante l’esplorazione, ripercorrendo a mente la rotta della nave. Scotty stava esponendo il suo parere riguardo ai rifornimenti necessari per garantire il costante e pieno regime ai motori dell’Enterprise. Sia Kirk sia Spock erano d’accordo con lui, Chekov ascoltava senza proferire parola, mentre Bones, disinteressato, masticava svogliato il proprio pasto guardandosi intorno.

Come per un richiamo, la sua attenzione venne attratta da Eve, seduta dall’altra parte della sala in compagnia di Jaylah. Bones si ritrovò a osservare le due ragazze parlare fra loro, andavano d’accordo, era evidente e considerando il carattere di Jaylah era una buona cosa che avesse trovato qualcuno con cui trascorrere il proprio tempo. La divisa rossa donava a entrambe, sebbene Jaylah avesse apportato qualche modifica – contraria al regolamento – alla propria, modifiche che Kirk non le aveva mai fatto notare.

«Come si trova Jaylah?» chiese di punto in bianco il medico.

Chekov sollevò di scatto la testa al suono di quel nome e, quando si rese conto del suo gesto, pregò che nessuno lo avesse notato.

Tutti guardarono in direzione di Scotty, che aveva preso personalmente a carico la figura della giovane aliena.

«Oh si trova bene. Penso» rispose l'ingegnere. Si strinse nelle spalle, senza degnare di uno sguardo nessuno, continuava a fissare davanti a sé, sul proprio piatto. «Ha terrorizzato metà del mio personale con i suoi modi di fare. Ci sono almeno quindici persone che non ne vogliono sapere di lavorare insieme a lei. Ma non mi frega, almeno è brava.»

«Oh, andiamo» ridacchiò Kirk, «tu adori Jaylah.»

«Che c’entra? Mi fa uscire di testa delle volte e adesso devo anche fatte attenzione alle persone con cui la metto a lavorare» borbottò Scotty.

«Se posso permettermi, signor Scott» intervenne Spock, «trovo che la signorina Jaylah abbia comunque qualcuno con cui va  visibilmente d’accordo. Forse le conviene fare in modo che la cosa volga a suo favore.»

Scott guardò il primo ufficiale perplesso, nonostante sapesse di cosa stava parlando. Gli altri presenti al tavolo alzarono lo sguardo su Jaylah, eccetto Scotty.

«Sì, Eve» disse quest'ultimo. «Vanno molto d’accordo in effetti. Jaylah l’ha praticamente presa sotto la sua ala e a me sta bene così.»

«Com’è Eve?» domandò Kirk. Nel porre la domanda aveva guardato Bones, un’espressione furba in volto, quella che il medico identificò come la faccia di qualcuno che ha già capito tutto. McCoy si limitò ad aggrottate la fronte, ma si mise ugualmente in ascolto appena Scotty riprese parola.

«È un’ottima meccanica. Forse non avrà la stessa inventiva di Jaylah, ma quando si tratta di lavorare è una delle migliori che abbia incontrato. Ha delle mani estremamente ferme ed è precisissima. Meglio di un chirurgo, ve lo dico io.»

Bones sollevò le sopracciglia a  quell’ultima affermazione, schiarendosi la voce per ricordare a Scott che lui era lì, stava ascoltando e, soprattutto, che le "leggendarie mani"  sull'Enterprise erano le sue. 

Scotty alzò gli occhi sul medico, lo guardò un momento e infine gli chiese: «Ti è andato di traverso qualcosa?»

Al termine di quel quesito al tavolo vi fu uno scoppio di risa generale, non compreso ma assecondato da Scotty e totalmente ignorato da Bones, il quale aveva ripreso a masticare. Tornò a guardare Eve in compagnia di Jaylah con cui stava parlando in modo concitato. 

Al medico non gli riusciva di ignorarla. Aveva memorizzato il suo viso, il colore dei suoi occhi, perfino il suo profumo. Scoprì che avrebbe voluto parlare ancora di lei. Ne era rimasto folgorato per ragioni che andavano oltre la sua comprensione e non sapeva come comportarsi. Sapeva solo che lei era più piccola di dodici anni esatti e che una possibile relazione così dispari per età con tutta probabilità non sarebbe mai stata vista di buon occhio all’interno della Flotta Stellare. 

 

 

  
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