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Autore: STACY    20/01/2018    3 recensioni
Questo fandom mi ha preso tantissimo e dopo aver letto praticamente tutto quello che trovavo su internet ho deciso di dare anche io il mio personale contributo. Adrien e Marinette cominciano a mettere in dubbio la solidità dei loro sentimenti mentre la lotta contro gli akuma continua e diventa sempre più difficile far conciliare le loro doppie identità. Aggiornamento due volte a settimana. Enjoy it!
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dal capitolo precedente ...

 

"Solo quando Plagg gli svolazzò davanti alla faccia leggermente preoccupato per il suo mutismo alzò gli occhi e trovò la forza di dare voce a quello che non aveva nemmeno osato formulare come pensiero. 

 

- Plagg ... Marinette è Ladybug? - 

 

 

Plagg ci pensò tantissimo prima di dare quella risposta , come mai aveva fatto, d'altronde si sapeva che lui non era un tipo che amava pensare, era più un tipo d'azione.

 

Alla fine disse semplicemente un  - avevo detto che non avrei risposto a nessuna tua domanda diretta. - ma la sua faccia diceva chiaramente " finalmente ci sei arrivato".

 

Adrien dal canto suo non si aspettava veramente una risposta ma si stava chiedendo come aveva potuto essere così cieco.

 

La sua mente ad una velocità assurda ( cosi in contrasto con la lentezza con cui aveva ragionato fino a quel momento) gli stava mostrando una serie infinita di immagini, di frammenti, di indizi...

 

Come non aveva potuto vedere ? Come ?

 

Lui doveva avere la certezza, doveva sapere, vederlo con i suoi occhi, prima di darsi completamente dello stupido.

 

 

Da Plagg non avrebbe ottenuto risposte.

 

 

Doveva cercarsele da solo.

 

Plagg vide lo sguardo leggermente folle e stranito del ragazzo e tentò di dileguarsi in una fuga dignitosissima, ma la voce del suo protetto che chiedeva di trasformarlo lo costrinse a essere risucchiato nell'anello. Non fece in tempo nemmeno a dire ad Adrien che andare da Marinette per lui era una pessima idea che già, nei panni di  Chat Noir si era ritrovato nei pressi della pasticceria dell'amica.

 

Attese appollaiato su un tetto.

La ragazza non era sola nella sua stanza, c'erano i suoi genitori ed anche Alya con lei.

 

 

Aveva le mani fasciate, seriamente questa volta, e sembrava molto pallida.

 

 

La guardava e non riusciva a non capire come non avesse notato la somiglianza con Ladybug fino a quel momento. Ma non era ancora sicuro, non voleva pensarci fino a quando non avrebbe visto. Impose al suo cervello di non paragonarle , non doveva metterle a confronto perchè così non avrebbe potuto negare l'evidenza. 

 

 

Lui doveva prima sapere, chiederle...

 

Dopo un tempo imprecisato Alya salutò l'amica e la lasciò da sola in camera. I genitori se ne erano andati qualche tempo prima.

 

 

Aspettò che la bruna uscisse fuori dalla porta della pasticceria e si allontanasse di qualche metro prima di affacciarsi .

 

Silenziosamente si posò sul balcone e si avvicinò alla finestra.

 

 

Non sapeva quando il suo corpo avrebbe deciso che era il momento di bussare, cosa le avrebbe detto una volta che se la sarebbe trovata difronte?

 

Nonostante non avesse ancora bussato la finestra si aprì comunque e la faccia spaesata e sorpresa di Marinette fece capolino trovandolo lì, immobile.

 

- Chat, che ci fai qui? - 

 

- sono venuto a trovarti principessa - rispose con tono meccanico e automatico. Cinico.

 

Aveva un piano e voleva portarlo a termine. Doveva scoprire se lei  era davvero Ladybug.

 

La ragazza si fece da parte per farlo passare e lui entrò sondando il terreno. Se lei era davvero Ladybug allora doveva esserci , in giro da qualche parte un esserino come Plagg capace di svolazzare e dare consigli. Doveva trovarlo, vederlo con i suoi occhi.

 

Doveva solo far allontanare Marinette. Stava per dire qualcosa per fare allontanare la  ragazza quando i suoi occhi si posarono di nuovo sulle sue mani fasciate .

 

Si sentì in colpa. Era stata davvero colpa sua ? Gli orecchini che le aveva regalato... aveva davvero scelto di metterli al posto del suo Miraculous....

 

 

Che gesto sconsiderato, possibile che la saggia e scrupolosa Ladybug potesse davvero aver fatto una cosa del genere? Per lui? Per fargli piacere e soddisfare quello stupido istinto maschile di possesso, di lasciare un segno visibile che quella ragazza fosse sua?

E con quali conseguenze? Le bruciature sulle mani, quello sguardo distrutto e ed esausto che le aveva visto mentre era ancora trasformata?

 

La ragazza vide il suo sguardo insistente sulle mani.

 

 

- mi sono ferita a scuola durante l'ultimo attacco, oh ma ti giuro non è stata colpa tua , io sono scivolata da sola e.. -

 

Non le credeva , non voleva ascoltare. In fondo lo sapeva, ERA stata colpa sua.

 

- ti fanno male? - chiese quasi ipnotizzato mentre le sue mani si muovevano pian piano  a prendere quelle dell'altra tra le sue.

 

 

Le aveva strette quando le aveva passato l'akuma da purificare e le erano sembrate così piccole...

 

- non ti devi preoccupare davvero è solo una leggera bruciatura - fece imbarazzata la ragazza mentre tentava, per quanto le fasciature potessero permettere, di aggiustarsi la maglia e i capelli in un chiaro gesto di nervosismo.

 

I suoi occhi si posarono sugli orecchini che la ragazza aveva ai lobi, rossi e tondi.

 

 

Come non li aveva notati, come aveva potuto non farlo ? Che altra prova gli serviva? 

 

Marinette notando il suo guardo capì che doveva aver visto gli orecchini e andò in panico.

 

 

- Chat ti devo dire una cosa , io ... durante lo scontro ho perso i tuoi orecchini , ti giuro li ho cercati ovunque e mi sono disperata perchè ci tenevo davvero davvero un sacco, era un tuo regalo li ho portati tutta la giornata per te ma poi l'attacco ... -

 

Marinette non terminò mai la frase. Chat Noir l'aveva abbracciata. Forte, fortissimo, quasi come a volerla stritolare. Sembrava un abbraccio disperato come se volesse stringerla per sempre e impedirle di scappare via da qualche parte.

 

 

Lei si era preoccupata per lui... mentre combatteva anche senza trasformazione, pensava a lui, mentre si toglieva il suo miraculous ben consapevole dei possibili rischi, aveva scelto di farlo per compiacerlo, solo per lui non per qualcun altro, non per fare bella figura o attirare la sua attenzione, ma solo per lui. Perchè era importate.

 

 

Si sentiva le lacrime agli occhi , voleva dirle qualcosa, ringraziarla , dirle che l'amava, farle sapere quanto era importante , qualsiasi cosa! ... ma non sapeva come fare...

 

Scostò leggermente la ragazza dall'abbraccio e aprì la bocca sperando che il fiume di emozioni che stava provando potesse concretizzarsi in una qualche parola ma non riusciva a capire cosa fosse più importante dire come prima cosa, come dirlo...

 

 E Marinette lo sorprese ancora una volta.

 

Si avvicino dolcemente alle sue labbra e vi posò sopra le sue.

 

 

Un gesto semplice che aveva risolto tutte le sue tensioni e i suoi dubbe. E che gli fece perdere la testa.

 

 

Era stanco , spaventato, frustrato e quella ragazza gli stava offrendo il suo calore. E lui ci si stava immergendo.

 

 

Senza volerlo la travolse approfondendo il bacio.

 

 

Era il suo primo bacio così. Passionale , inebriante.

 

 

Era quello che voleva, lo sapeva che non avrebbe resistito. 

 

 

Intrecciò la lingua con la sua, portò le mani fra i suoi capelli a stringerli , chiuse gli occhi.

 

 

Lo guidava il suo profumo, il suo calore. Lei rispondeva ai suoi gesti.

 

 

Stavano camminando, sbatterono contro il letto.

 

 

Lui l'abbracciò , fece scivolare le sue mani lungo le spalle, i fianchi , .. sentiva la ragazza contorcersi mentre ancora non si staccava da quel bacio..., lungo i glutei ...

 

Quando avverti Merinette poggiare le mani sul suo petto e premere per pingerlo via si staccò malvolentieri riaprendo gli occhi. 

 

 

La ragazza aveva il viso arrossato, il respiro accelerato e gli occhi lucidi. Lo guardava confusa , felice , spaventata. teneva ancora le mani sul suo petto per distanziarlo leggermente senza però crederci con convinzione. 

 

 

Chat Noir sbatte gli occhi per mettere a fuoco la situazione.

 

 

Aveva Marinette tra e sue braccia appoggiata alla spalliera del letto con gli occhi languidi, le labbra gonfie e la maglietta leggermente sollevata ( l'aveva fatto lui? non si era reso conto).

 

 

Appoggiata alla spoalliera di un letto ...

 

 

Si rese conto che se Marinette non l'avesse allontanato probabilmente sarebbe impazzito e avrebbe perso il controllo e probabilmente avrebbe spaventato a morte la ragazza. Aveva ancora quei pochi secondi di lucidità e probabilmente doveva raccogliere tutto il suo autocontrollo per fermarsi ora, ma o lo faceva adesso o non lo avrebbe fatto mai più.

 

Indietreggiò terrorizzato da quello che avrebbe potuto fare, (no! non così, non in un impeto di disperazione!)  e cominciò a farfugliare delle scuse.

 

 

- io non ... non so cosa mi sia preso ... perdonami Marinette... io non ... non avrei potuto fermarmi ... solo io non  ... -

 

La ragazza sorrise dolcemente e gli posò una carezza leggera sulla guancia.

 

 

Come era dolce quella carezza, e come era rincuorane quel sorriso. Se poteva vedere quel sorriso poteva andare tutto bene. 

 

Le prese la mano e gliela baciò. Tecnicamente stava baciando il bendaggio ma trovò la cosa lo stesso tenera e leggermente divertente.

 

 

- perdona la mia irruenza principessa, ma la felicità di vederti sana e salva mi ha fatto perdere la testa. Faccio il gentiluomo e vado via prima di poter fare qualcosa di cui potrei pentirmi. 

 

 

riprenditi mia principessa e riposa. io veglierò su di te e sarò qui se vrai bisogno di me , in fondo il mio numero ora ce l'hai! - fece sorridendo.

 

 

Lei arrossì leggermente e provò a dire qualcosa ma Chat noir le posò un dito sulle labbra per zittirla.

 

 

- riposati e basta adesso - ci sentiamo più tardi.. - e così dicendo le posò un bacio sulla guancia e uscì fuori dalla finestra sparendo sui tetti.

 

La ragazza resto fuori a guardare la direzione verso cui era scomparso.

 

 

In realtà chat fece solo un paio di passi e poi si fermò su un tetto abbastanza vicino per rimanere a fissare la finestra che dava sulla stanza della ragazza.

 

 

Si accasciò con le spalle lungo un muro chiedendo gentilmente a Plagg di detrasformarlo.

 

 

Plagg gli svolazzò intorno. rimaserò così in silenzio a guardare la finestra. Nonostante il suo cuore in tumulto non ce la faceva a non sapere, a non vedere. La curiosità, si sa, è tipica dei gatti.

 

 

Qualche minuto dopo ebbe quello che voleva, anche se ormai non ce n'era più bisogno : un esserino rosso molto simile al suo Kwami richiamò la sua protetta e insieme si chiusero la porta alle spalle.

 

Adrien continuò a fissare la finestra in silenzio. 

Plagg aspettava una sua reazione e ad un certo punto non sopportando più quel silenzio teso gli si parò davanti agli occhi deciso ad affrontarlo. 

- beh ? Allora ? - 

Adrien lo guardò con uno sguardo strano, quasi triste. 

- cosa dovrei dirti ? Che adesso che ho scoperto che il primo amore della mia vita e la donna di cui sono innamorato perdutamente sono la stessa persona non so se saltare di gioia o buttarmi dal palazzo per quanto sono stato stupido a non accorgermene ?  - 

- preferirei che tu rimanessi in vita, sai. - 

- tu lo sapevi ? - 

- ti ho già detto che non l'ho scoperto da molto e in ogni caso non è questo ne il luogo ne il momento di parlarne. Si sta facendo tardi e fa freddo e sei su un tetto. Muovi il culo e trasformati e vedi di tornare a casa prima che la tua segretaria allerti la guardia nazionale? - 

Adrien sorrise e a fatica si alzò in piedi pronto a ritrasformarsi. 

Plagg però non era ancora convinto. 

- perché non ti vedo felice,  Adrien ? - 

Adrien sorrise triste. 

Ora non mi va di parlarne, magari dopo aver fatto una bella doccia. - 

E così dicendo si trasformò e si diresse verso casa. 

 

 

......

 

 

 

Altrove Alya sbatté violentemente la tastiera del suo pc. 

Rendendosi conto subito della violenza con cui l'aveva fatto si apprestò a riaprirlo e a fornirgli un abbraccio consolatore. 

- scusa scusa scusa scusa ... scusa non ce l'avevo con te. Perdono. -

Il salva schermo lasciò il posto al suo desktop dove erano ancora aperti una pagina web con un enorme countdown.

   
 
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