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Autore: Spensieratezza    20/01/2018    4 recensioni
Sequel della mia storia "la catena dell'estasi"
Chi ha amato quella storia non può lasciarsi scappare questa, dove Sam e Dean faranno addirittura la conoscenza di un professore misterioso di università, che scombussolerà e ribalterà tutta la situazione dei rapporti famigliari che i due ragazzi avevano o credevano di aver avuto fino a quel momento! :)
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La catena dell'estasi, dell'amore e della famiglia'
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Il giorno dopo, Mary si era diretta in carcere, dove Philip giaceva ancora in cella.
 
Philip si sentiva demoralizzato al massimo e quando vide Mary arrivare lì, diretta verso di lui con un giubbotto morbido in pelle bianco, non sapeva se doveva provare sensazioni positive o negative.

“Ciao, Philip.” Disse lei, algida.

Mary, sei tu?” le chiese. Mary era invecchiata, aveva i capelli ricci e crespi, nascosti da una cuffia anch’essa bianca e completa di guanti rigorosamente bianchi. Era vanitosa e vanesia, come se la ricordava, nonostante gli anni. Notò che non aveva il rossetto però, era un suo vezzo, lo ricordava.

“Sì, sono io.” Disse Mary. Sospirò, prima che lui le facesse una domanda insolita.

“Non hai il rossetto, perché?”

Mary lo guardò come se fosse impazzito, prima di domandargli:

“Tutti questi anni…e te ne vieni fuori con una domanda del genere? Con tutto quello che potresti dire?” disse, prima di ricomporsi e sistemarsi meglio la sciarpa bianca, che non aveva notato prima.

“Mi ricordo che lo portavi sempre. Era uno dei tuoi vezzi. Hai pianto?”

“Io..” Mary sembrò sul punto di avere un attacco di panico, ma si ricompose. “Non..non sono affari tuoi..la vuoi piantare di dire cretinate? E poi cosa..cosa c’entra questo con il fatto che non porto il rossetto?”

Philip sorrise, aggrappandosi alle sbarre. La curiosità, era sempre stata la sua più grande debolezza.

“Se piangi, le lacrime ti bagnerebbero la bocca. Ho immaginato che fosse uno dei motivi per cui non porti il rossetto. Avresti dovuto rimetterlo e la pazienza non è tra le tue virtù.”
 
Mary fece una risatina.

“Tutta questa attenzione nei miei riguardi, non ce l’avevi, quando stavo con te, come mai?”

“Non eri tu a stare con me, Mary. Lo sappiamo entrambi. Ero io a stare con te. Non tu..e infatti..”

“No, no, no, non ti permetterò di fare la vittima ora e di scaricarmi colpe che io non ho! Io me ne sono andata perché TU stavi già con il lupo.”
 
Questa volta, Philip la guardò un po’ male.

“Non chiamarlo così..”

“Perché no? è quello che è. Bisogna sempre chiamare le cose con il suo nome.”

“Chiami cose delle persone? Non mi sorprende allora, che hai trattato fino adesso i nostri figli come fossero dei giocattoli. Dici che bisogna chiamare le cose con il loro nome. Io non ho potuto mai chiamare i MIEI FIGLI, figli, perché tu non mi hai mai detto..”

“Non è stata colpa mia. John ha falsificato il test. NON IO. Io non lo sapevo!”

“Balle. Eri d’accordo con lui. Magari lui non ti avrà detto le sue intenzioni, inizialmente, ma poi l’ha fatto.”
“Sei molto sicuro di te. Che prove hai?”

“Ci sono cose che non hanno bisogno di prove. Cose che si sono sempre sapute anche senza aver bisogno di porre domande.” Disse Philip amareggiato.
 
Questa volta, Mary, assunse un’aria dispiaciuta.

“So che per te, è difficile comprendere, ma John mi ha fatto credere, che i miei figli non potessero stare insieme, per via di una maledizione! Per questo ho dovuto farli crescere separati!”

Philip rise.

“Ah già. La favoletta da due lire che mi hai raccontato nella lettera che mi hai spedito e che poi ho stracciato. Mi sono pentito di averla stracciata, lo sai? Ho perso l’occasione di leggere una seconda volta meglio, tutto quel mare di stronzate!”

“Io credevo fosse la verità..”

“NON – MENTIRE!” Disse Philip con uno scatto rabbioso, fiondandosi contro la gabbia, gli occhi fuori dalle orbite. “Hai sempre saputo che era una menzogna!”



“Tu deliri..per quale motivo avrei dovuto sfasciare la mia famiglia, se avessi saputo..”

“Perché? Ma perché tu sei incapace di amare, Mary.” disse Philip con gli occhi sgranati, come se stesse dicendo una cosa ovvia, lasciandola di sasso. "Non amavi neanche me e di certo non amavi John… hai trovato solo una scusa, per tutto quello che è successo…per fuggire..perchè l’insofferenza e l’infelicità che da sempre covi nel tuo cuore, ti impedisce di amare qualcuno veramente. Appena cominci a provare affetto per qualcuno, i tuoi demoni interiori ti spingono a trovare un pretesto per lasciarlo e allontanarlo, alla ricerca di una felicità piena, che è solo illusoria..”

“Tu – non sai- NIENTE- di me!” gridò Mary, arrabbiata nera.

“È probabile, ma non voglio sapere altro, eccetto una cosa: perché sei qui, Mary?”

“Sono qui perché volevo dirti che ci sei riuscito. Ora i nostri figli ci odiano. Tutto per colpa tua.”

“Non ho detto a Sam e Dean di essere il padre, sono venuti a scoprirlo da soli. Ma forse avrei dovuto farlo. Oh, aspetta, ma forse ti riferisci ad altri figli? Mi giunge voce che non sono gli unici che hai generato.”

“Meno male che Lupin non sia una femmina, altrimenti avresti seminato anche te, figli a destra e a manca!” disse Mary subdola.

“Questo non lo puoi sapere. Continui a nominarlo, mentre io ho fatto a malapena una volta, il nome di tuo marito. C’è qualcosa che ti brucia, forse Mary? Forse la gelosia ti acceca o la nostalgia ti sovrasta ? Forse ti manco?”

“Non mi manca un essere subdolo e viscido, che non sa ancora decidersi se gli piacciono i maschi o le femmine!”
Philip rise.
“Sapevo che l’avresti detto. Spero, Mary, che arriverà un giorno, in cui non dovremmo più specificare se ci piacciono maschi o femmine, perché questo non avrà nessuna importanza, nel cuore della gente. Lo spero, per persone come te.”

“Tu e la tua retorica, Philip..me la ricordo bene. Quanto la detestavo.”
 
“Ah, Mary, Mary..sono anni che non ci vediamo, potremmo anche lasciarci un po’ meglio, per una volta, non credi? Non so, inventarci un addio diverso.” questa volta Philip sembrava triste e serio, non sarcastico.

“Non mi interessano gli addii, Philip. Adesso me ne sto andando.”

“Ma come. Credevo fossi venuta qua per pagarmi la cauzione.” Disse Philip ridacchiando.
 
Mary si era voltata per andarsene, ma si bloccò a quelle parole. Girò solo impercettibilmente il viso, senza voltarsi del tutto.



“A quanto pare c’è qualcun altro che mi ha anticipato. Il tuo cane è qui fuori, che aspetta di essere ricevuto da te.”
 
Questo spiazzò Philip, che rimase un attimo interdetto, perdendo la baldanza di poco prima.

Mary cominciò ad allontanarsi, ma a quel punto Philip la bloccò ancora con le parole.
 
“Grazie per essere venuta!”

Parole che gelarono Mary sul posto.

“E..mi dispiace che tra di noi non abbia funzionato.”

“Tu amavi qualcun altro.” Disse lei.

“È vero, ma anche tu.”

“Ma nessuno ama me.” disse Mary. Una piccola lacrima cadde da un occhio e se la asciugò, prima che andasse via definitivamente.
   
 
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