Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Il corsaro nero    20/01/2018    1 recensioni
In ogni fiaba si sa già il destino dei personaggi.
I buoni vivono per sempre felici e contenti mentre i cattivi muoiono.
Non ci si può fare niente.
Non si può sperare di cambiarlo... o forse no...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Tarble, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 24: L'ULTIMO SEGRETO


Padre e figlio rimasero lì, immobili, per un po', finché, alla fine, Vegeta non sussurrò: “Non... non andartene di nuovo... ti prego...”

Suo padre non disse niente ma continuò a guardarlo mentre forti emozioni esplodevano in lui.

So perché te ne sei andato...” continuò Vegeta “E voglio sapere com'è stato per te vivere con il peso del tuo segreto... ti prego...”

Per qualche minuto, tra padre e figlio calò un silenzio di tomba, poi l'uomo gli domandò: “Vuoi davvero saperlo, Vegeta?” “Sì...” fu la risposta di Vegeta.


Padre e figlio erano seduti su una panchina del parco.

Intorno a loro, la neve bianca copriva tutto, erba, giochi, sentieri...

Intorno a loro, vi era il silenzio, fitto come quella neve...

Dopo un lungo momento di silenzio, finalmente, suo padre cominciò a parlare: “Quando seppi della mia malattia... provai rabbia e disperazione... verso me stesso. Sai, ho sempre cercato di non essere uno scarto... e sapere che avevo una grave malattia... mi faceva sentire lo scarto che avevo sempre cercato di non essere... lo scarto guardato da tutti con pietà...”

Vegeta, immediatamente, ribatté: “Per la mamma non eri uno scarto... e se glielo avessi detto, non ti avrebbe trattato con pietà...” “Ho avuto paura di farla soffrire.” l'interruppe la voce di suo padre.

Vegeta vide suo padre abbassare la testa e sussurrare: “Avevo paura di far soffrire lei... e anche te.”

L'uomo rimase in silenzio, mentre con la mente tornava al ricordo più doloroso di tutti... il ricordo della stupidaggine più grande della sua esistenza...


I due uomini rimasero, immobili e silenziosi, nell'immenso corridoio bianco.

Alla fine Bardack, con tatto, domandò a Vegeta: “Vuoi che ti stia accanto quando glielo dirai?”

Vegeta si mise a riflettere.

Una parte di sé, voleva averlo accanto, in modo da trovare la forza di dire quella cosa a sua moglie... ma l'altra, quella che dava retta al suo orgoglio, gli diceva che se si fosse presentato a sua moglie con un appoggio sarebbe stato troppo imbarazzante...

Non ho bisogno di te... comunque grazie.” gli disse, prima d'incamminarsi nel corridoio.


Era fuori dall'ospedale e guardava il volo di alcuni uccelli.

Uccelli sereni che volavano senza alcuna preoccupazione, al contrario di lui...

Vegeta!”

Si girò, lentamente, verso la voce, che sapeva benissimo a chi apparteneva...

Infatti, sua moglie Echalotte era lì che teneva per mano il piccolo Vegeta.

Anche se sembrava tranquilla, capì, dai suoi occhi, che era tremendamente preoccupata per lui.

La donna domandò, con un lieve cenno d'ansia: “Mi dici cos'è successo? Per quale motivo sei svenuto?”

Lui spostò lo sguardo.

Come poteva dirle che aveva una grave malattia ai reni e molto presto sarebbe morto?!

Quando aveva parlato prima con Bardack, era sicuro che ce l'avrebbe fatta ma, adesso, non era più tanto sicuro...

Allora?” insistette sua moglie e, prima che riuscisse a bloccare le parole, sussurrò: “Era solo un calo di zuccheri.” “Eh?” fece, sorpresa, sua moglie e lui continuò: “Stamattina non ho mangiato niente... e così sono svenuto.”

Echalotte rimase zitta un attimo poi, seccata, protestò: “Sei proprio un idiota, Vegeta! Mi sono preoccupata a morte per niente! Ho avuto il presentimento che stessi per morire!”

Vegeta rimase in silenzio, mentre il vento gli muoveva i capelli.


Quando mi resi conto di ciò che avevo fatto era troppo tardi. Non potei far altro che continuare a mentire.”

Vegeta non disse niente, in quanto era sconvolto dalla confessione di suo padre...

Non si sarebbe mai aspettato di scoprire un lato così distrutto, disperato e triste di suo padre...

Dopo una pausa, suo padre continuò: “Se avessi raccontato la verità... l'avrei delusa... ma quando non ce la feci più a vivere in quell'inferno di bugie e segreti che mi ero creato, dovetti andarmene... e vissi per anni da solo con il dolore e il rimpianto...”

Dopo un attimo di silenzio, Vegeta esclamò: “Ehi...”

Suo padre si voltò e una piccola palla di neve lo colpì in faccia.

Ti ho colpito.” esclamò, divertito, Vegeta ma aveva appena finito di parlare che un'altra palla di neve colpì stavolta lui in faccia.

Credi di battermi con una misera palla di neve?” lo provocò, divertito, suo padre e aggiunse: “Sono un campione a palla di neve.” “Una volta, forse, ma ora non più.” lo sfidò Vegeta, mentre preparava una palla di neve da lanciargli.

Per vari minuti, padre e figlio si lanciavano senza sosta delle palle di neve.

A volte le schivavano ma ce n'erano altre in cui uno dei due riusciva a colpire l'avversario.

Nessuno dei due, aveva intenzione di cedere.

Vegeta era così concentrato a lanciare le palle e a rincorrere suo padre, che non si accorse di una lunga lastra di ghiaccio e ci mise il piede sopra.

Scivolò si di essa e cadde dalla piccola zolla di terra su cui era e sbatté violentemente su un pezzo di ghiaccio.

Vegeta fece appena in tempo ad accorgersi che si trovava proprio sul lago ghiacciato che sentì il ghiaccio scricchiolare e, poi, rompersi.

AAAAAHHHH!!!!!” urlò Vegeta tentando di aggrapparsi al bordo con una mano.

Stava per cedere la presa e precipitare completamente nelle gelide e buie acque del lago quando una mano lo afferrò.

Vegeta alzò gli occhi e i suoi occhi neri si fusero in quelli di suo padre.

NON MOLLARMI!” lo pregò, disperato, Vegeta e suo padre rispose: “COL CAVOLO CHE TI MOLLO!”

Dopo avergli detto quelle parole, avvicinò a lui l'altro braccio e ordinò: “CORAGGIO! ALLUNGA L'ALTRA MANO!”

Vegeta allungò la mano, che tremava per il freddo, e suo padre, con forza e decisione, l'afferrò.

Poi, con tutta la forza che possedeva, cominciò a tirarlo fuori dalla trappola di ghiaccio in cui era finito.

Finalmente, dopo cinque minuti, che ai due parvero secoli, l'uomo riuscì a liberare il figlio.

Ansimando profondamente, i due si guardarono negli occhi.

Nei loro grandi e profondi occhi neri.

Alla fine, l'uomo si tolse in fretta e furia il cappotto che indossava e coprì il figlio con esso.

Poi, lo aiutò a sollevarsi e, camminando il più velocemente possibile, lo condusse fuori dal parco.

Sfortunatamente, non aveva portato con sé la macchina, dato che si erano diretti in quel parco a piedi, e se non lo portava subito al caldo sarebbe congelato.

In più, come se non bastasse, stava scendendo la notte e la temperatura si sarebbe abbassata.

Ad un tratto, vide un veicolo che poteva permettere ad entrambi di arrivare a casa sua in fretta...

TAXI!” urlò l'uomo, agitando la mano e facendolo fermare.


Dopo aver aperto la porta del suo appartamento, entrò in fretta e furia.

Assieme a Vegeta, che si era avvolto il più possibile nel cappotto del padre per potersi scaldare, si diresse verso la sua camera da letto.

Una volta lì, lo fece sedere sul letto e, una volta tirato fuori dall'armadio un suo pigiama, cominciò a spogliarlo.

Vegeta avrebbe voluto ribellarsi e dirgli che ce la faceva da solo ma qualcosa, dentro di lui, lo bloccava.

Mentre suo padre gli toglieva i vestiti bagnati, si sentiva tornato un bambino...

Un bambino che ammirava suo padre e che avrebbe fatto di tutto per farsi notare da lui e renderlo orgoglioso...

Fino ad allora, aveva creduto che il bambino dentro di lui fosse morto da tempo... ma, invece, non era vero.

Quel bambino si era semplicemente nascosto... in attesa che suo padre tornasse...

Una volta che suo padre l'ebbe svestito e fatto indossare il suo pigiama, gli ordinò, prima di uscire dalla stanza: “Va sotto le coperte.”

Vegeta, immediatamente, obbedì a suo padre.

Per vari minuti rimase lì sotto, a riflettere su tutto quello che gli stava accadendo.

Si sentiva strano.

Dentro di sé, avvertiva un'emozione e uno strano calore che crescevano sempre di più.

Ad un tratto, la porta si aprì e suo padre entrò in camera.

Vegeta si girò e vide che l'uomo aveva in mano un cucchiaio con una strana sostanza liquida.

Bevi questa medicina... ha un pessimo sapore ma ti farà bene.” gli disse, avvicinando la medicina alla sua bocca, e lui obbedì.

Era proprio uno schifo... sembrava la bava di una lumaca...

La deglutì a fatica e, poi, commentò: “Bleah... che saporaccio...”

Suo padre non rispose.

Si diresse verso la porta e si raccomandò: “Adesso resta lì sotto e non ti muovere, chiaro?”

Vegeta rimase lì, sdraiato e immobile, a guardare il buio nella stanza...

BIP BIP BIP BIP

Lo strano rumore squarciò il silenzio.

Incuriosito, Vegeta si alzò dal letto e aprì la porta.

Vide la sagoma di suo padre dargli le spalle con un telefono in mano.

Ad un tratto, lo udì: “Sono io... Vegeta è caduto nel lago ghiacciato che c'è al parco... no, tranquilla, sta bene... stanotte dormirà a casa mia.”

Ad un tratto voltò la testa e Vegeta si sbrigò ad allontanarsi dalla porta e a infilarsi sotto le coperte, sperando che suo padre non l'avesse visto.


Erano le undici e mezzo.

La maggior parte degli inquilini del palazzo dormiva già da un pezzo... tranne un uomo solo.

Si diresse verso una porta e l'aprì.

Lo vide rannicchiato su un fianco come un gatto, con gran parte delle coperte giù e con un'espressione serena e tranquilla.

Prese le coperte e le rimase sul corpo.

CLICK

La luce della lampada sul comodino si accese di colpo e vide guardarlo.

L'uomo rimase immobile.

Da quanto tempo era sveglio?!

Cosa poteva dirgli per giustificare il suo gesto?!

Aveva troppa paura di dirgli che gli voleva bene... perché aveva paura di soffrire di nuovo.

Inaspettatamente, Vegeta si spostò un po' sul letto, come se volesse dargli dello spazio dove sedere.

L'uomo, un po' titubante, accontentò il figlio.

Vari minuti di silenzio passarono ma, alla fine, Vegeta sussurrò: “Senti... è passato tanto tempo... noi due... potremmo ricominciare da capo. Insieme.” “Ti senti, sul serio, pronto a perdonarmi?” gli domandò suo padre e il figlio, con un sorriso sulle labbra, annuì: “Sì. Ora che mi hai rivelato tutti i tuoi segreti, sono pronto.” “Ti sbagli, Vegeta.” lo interruppe, all'improvviso, l'uomo e, poi, aggiunse: “C'è ancora un segreto che non ti ho detto...” “Te la senti di raccontarmelo?” “Sì.”

Padre e figlio rimasero a guardarsi per un lungo attimo, poi l'uomo domandò al figlio: “Vegeta... tu cosa sai dei miei genitori?” “Niente...” ammise il ragazzo e suo padre, spostando lo sguardo, cominciò a raccontare: “Mia madre... era da sempre una ragazza molto dolce e gentile. Aveva un sorriso così bello che ti faceva dimenticare tutti i problemi. Quando finì l'università, incontrò un uomo e s'innamorò, ricambiata, di lui. Dopo un po' di tempo, si sposarono. Sfortunatamente, un giorno accade qualcosa che rovinò per sempre le loro vite e che, per poco, non fece perdere per sempre il sorriso a mia madre. Una mattina, un uomo entrò nell'appartamento dove vivevano... e la stuprò. Venne ritrovata da suo marito in condizioni critiche quando tornò dal lavoro, in quanto quel maledetto aveva tentato di ucciderla per non essere denunciato, e venne portata subito all'ospedale. Miracolosamente, sopravvisse e riuscì a far arrestare l'uomo che aveva abusato di lei. Sembrava tutto finito ma, invece, non lo era affatto. Perché, alcuni mesi dopo, si scoprì che era incinta. Aspettava un bambino da quel criminale.”

Vegeta era sconvolto.

Aveva capito chi era il bambino di cui suo padre parlava...

Infatti, l'uomo si voltò verso di lui e, guardandolo negli occhi, rivelò: “E quel bambino ero io.”

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Il corsaro nero