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Autore: Luthaya    20/01/2018    2 recensioni
A prima occhiata può sembrare la solita storia fantasy scritta da tutti, con viaggi, magia e una storia d'amore, ma vi posso assicurare che non è cosi.
Khat, la protagonista, è una giovane donna che per vivere ha sempre rubato, è un elfo, ma non un semplice elfo, ha un potere speciale. Lei crede che la rabbia, che fa parte del suo carattere, sia una cosa negativa, ma capirà ben presto quale potere deriva da tale emozione.
Storia d'amore? Beh si certo, un pizzico di amore c'è sempre, ma non credete che sia cosi semplice conquistarla, non è una donna qualunque, è Khat, non dimenticatelo mai...
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Vieni qui'' sentì in lontananza, mentre correva in mezzo alla gente del mercato, scappando da un venditore al quale aveva appena rubato un bracciale, neanche prezioso.
Corse per qualche minuto, o almeno così le sembrò, finchè non si andò a nascondere dietro un muro, appena scesi tre scalini e voltato l'angolo, con il cuore a mille diede una veloce occhiata in giro per vedere se l'avevano trovata, ma nulla.
«Eccoti qua! Credevi di potermi scappare?» Disse il venditore.
La tirò su per il collo della maglia, facendola alzare; era terrorizzata.
«Ridammi quel che hai rubato, o chiamo..»
«Va bene, va bene, non serve chiamarli» disse lei porgendo il bracciale.
Le strappo' l'oggetto di mano.
«Perchè lo hai rubato? Eh?!»
«Mi piaceva, non ho molti soldi, e quelli che ho mi bastano a malapena per mangiare.» Disse la ragazza con voce tremolante.
L'uomo si calmò tutto d'un tratto lasciando la ragazza.
«Come ti chiami?»
«Khat, signore..»
«bene Khat, io sono Soorink. Se vuoi posso darti io da mangiare sta sera, ma devi rimanere con me fino a sera, ho altre quattro ore al mercato» Le disse con tono duro.
Khat annuì sorridendo.
Soorink s'incamminò verso la sua bancarella, seguito da Khat.

Arrivati al mercato le diede un compito da svolgere; accogliere i clienti con un sorriso e aiutarli con gentilezza.

Tre ore erano ormai passate, mancava solo un'ora alla cena.
Mentre Khat parlava con un cliente, arrivò un ragazzo che subito sorrise a Soorink, salutandolo con un caloroso abbraccio.
Non aveva mai visto un ragazzo così carino e subito si ricordò che non si era più vista in faccia da ore, in panico cercò in giro uno specchio, finchè non lo trovò, guardandosi riflessa fece un sospiro di sollievo..
Quella mattina aveva deciso di raccogliere i suoi lunghi capelli viola in una treccia, che nascondeva le sue orecchie a punta, delle quali non andava matta. Per fortunaaveva solo qualche giocca fuori posto, le sistemò velocemente con le sue lunghe dita e si riguardò negli occhi, le piaveano, di un color rosso acceso, come il fuoco, infatti le piaceva pensare di avere due fuochi al posto delle iridi.
Dopo essersi sistemata tornò dal mercante che stava ancora parlando con quel bel ragazzo dagli strani capelli color bianco neve, che non appena la vide fece un gran sorriso.
«Ah, hai notato la ragazza, lei è Khat» disse Soorink notando le occhiate.
«Ciao Khat, io sono Deir, piacere di conoscerti»
Disse lui sorridendole ancora una volta, guardandola con quegli occhi verde smeraldo che l'avevano pietrificata.
«Piacere Deir..» arrossì a sentir la sua voce.
«Allora Khat, lui è un cliente abituale, vedi di trattarlo ancor meglio, puoi occupartene tu? Devo prendere delle cose..»
«Quali cose?» Chiese Deir.
«Oh suvvia, delle cose.» Sbuffò girandosi a guardare Khat, facendole l'occhiolino e se ne andò.
Khat non sapeva cosa fare, era ancora pietrificata da quel giovane.
«Cosa mi consigli di comprare? Volevo prendere un fermaglio per la mia amata»
Tutta la felicità di Khat scomparve, lui era occupato, ma perchè Soorink le aveva fatto l'occhiolino allora?
«Oh, beh.. posso chiedere l'età della ragazza? Così da basarmi su quale tipo devo soffermarmi..» Disse Khat, scoraggiata.
«17, è una bella ragazza con lunghi capelli, mossi, un pò come i tuoi, potresti provare gli accessori tu così vedo come stanno.»
Lei annuì con un lieve sorriso, aveva la sua stessa età.
Si chinò un attimo a cercare tra i cassetti della bancarella, trovò un pò di fermagli, alcuni colorati e altri in argento.
Glieli pose sul balcone.
«Quale vuoi che provi?» Disse lei.
Lui non disse niente, osservò gli accessori e ne prese uno colorato con un fiore. Khat lo prese, si mise davanti allo specchio e lo infilò nei capelli, poi tornò da Deir mostrandoglielo.
«Troppo colorato, credo le starebbe meglio questo..» Porse lei un altro fermaglio in argento, magnifico.
Khat lo provò, con la sua treccia stava veramente bene, era quasi una corona dii pioggia, tante gocce attaccate ad una catenina che faceva il giro attorno al capo.
«Vada per questo, son sicuro le starà benissimo» Disse Deir sorridendo.
Khat si tolse l'accessorio e lo impacchettò per Deir, per poi porgerglielo. In quel momento tornò Soorink, a mani vuote.
«Non dovevi prendere qualcosa te?» Deir guardò Soorink confuso.
«Ah sì sì, ma ho già sistemato. Allora sta sera ci sei o vai fuori?»
«Lo scoprirai, apparecchia un posto anche per me comunque» E se ne andò facendo cenno con la mano salutando.

Khat si stava preparando per la cena, Soorink la ospitò a casa sua, le diede un bel vestito e la possibilità di usare il bagno. In camera, vi era appeso quest'abito rosso sangue, in velluto, lungo e con maniche che arrivavano ai polsi, lo provò e si guardò allo specchio, non si era mai vista così bella, coi capelli sciolti, mossi, con due ciocche portate indietro e tenute ferme da un laccio di pelle nera. Si sentiva una donna, una donna nobile.
Soorink battè alla porta, ed entrò nella camera con il permesso di Khat. Rimase sbalordito alla vista, quasi senza parole.
«Scusa se chiedo, ma di chi è questo vestito?» Disse Khat.
Dopo un po di silenzio, Soorink risposte «E' di mia figlia, ma è andata via, è una guerriera e la vedo solo tre volte all'anno se va bene. Mi ricordi lei, per i capelli, per questo ti ho perdonata e sei qua, lei ha dovuto tagliarseli più corti, perchè le davano fastidio in battaglia.»
Khat si girò verso Soorink e sorrise, era un uomo veramente buono, le piaceva, le ricordava suo padre.
«Tu mi ricordi mio padre, era una persona stupenda, sempre pronta ad aiutare gli altri, finchè non lo fece con la persona sbagliata..»
I suoi occhi cominciarono a brillare, mentre le stesse lacrime che le facevano brillare gli occhi, rigarono il suo volto.
Non le piaceva piangere davanti ad altri, cercò subito di risistemarsi e sorrise a Soorink, dicendogli che altri due minuti e sarebbe scesa ad aiutarlo ad apparecchiare la tavola.
Soorink annuì e scese in cucina, lasciando la porta aperta.
   
 
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