**Partecipante al "Color's Contest" indetto d Only Me**
Complimenti anche a tutti le altre partecipanti e alla vincitrice!
The Last Colore-
L'ultimo colore
Rouge Fleur
Rosso.
Rosso denso e scintillante, a chiazze che sembrano quasi piccole
rose.
Il sangue
macchia la gonna, la maglietta, le scorre tra i lunghi capelli biondi, scende
dalle labbra ancora più rosse.
Nonostante tutto, Ino sorride, con
dolcezza, con amara rassegnazione.
Ino vede intorno a se solo rosso: rosso
come il sangue, rosso come l'Amore.
Quell' Amore per cui ha sacrificato
tutto, anche la sua vita.
Ino guarda in alto. Il cielo è grigio. Sta per
piovere.
Tossisce
e piccole macchie di sangue si posano sull'erba.
Rosso, rosso, solo rosso... Ino non
riesce a vedere altro: anche chiudendo gli occhi quel colore continua a
balenarle davanti, superando anche la difesa
dell'oscurità.
Ino
è stanca e il rosso del sangue le danza davanti agli occhi, raggiungendola sotto
le palpebre chiuse, con una danza ipnotica, sensuale e tentatrice che le chiede
di abbandonarsi a lui.
E Ino si arrende, lentamente, e il respiro si fa sempre più irregolare,
fino a quando si ferma mentre il sangue continua a scorrere a fiotti dalle
ferite sparse sul suo corpo.
Si rende a malapena conto della voce di
Shikamaru che la chiama mentre si abbandona al vorticare della sua testa.
E, piano piano, anche
quel rumore svanisce e il rosso viene sostituito dal nero, scuro e opprimente,
oblio.
[203 parole]
Black Oblivion
Il mio mondo...
diventa sempre
più oscuro, sempre più nero.
Sto
sprofondando, sto cadendo...
Perchè non c'è
nessuno a stringermi la mano?
L'ennesimo drink scivola giù per la sua gola.
L'ennesimo bicchiere di un ennesima
serata sempre uguale alla precedente. Sakura sedeva, le gambe incrociate e lo
sguardo assente, sul divano.
Un'altra serata passata così, tra un
bicchiere di tequila e pensieri scomodi a tormentarla.
A volte, Sakura non riusciva a non
pensare che tutto stesse andando a rotoli.
E si chiedeva, perchè, per quale motivo
lui continuasse a non vederla.
Sakura lo amava da sempre, eppure
sembrava non bastare; perchè quello che faceva non era mai
abbastanza.
Ed
ogni giorno, queste domande e queste consapevolezze, le stritolavano il cuore e
facevano incredibilmente male.
Sakura stava cadendo, lo sapeva. Stava
scivolando in un' oscurità nera e fitta, di cui non vedeva la
fine.
La sentiva
intorno sé e, infondo, era quasi confortante.
Quelle tenebre, erano l'assenza di
tutto.
Emozioni,
sensazioni, soprattutto dolore...ogni cosa scompariva in quel nero quasi
piacevole.
E
Sakura si lasciava andare, accoglieva le tenebre a braccia aperte, cadendo in un
mondo oscuro, scivolando, chiedendosi solo perchè lui non era lì a impedirle di
perdersi.
[199 parole]
The Liberty
Dall'alto della torre si vedeva solo una mare di sabbia giallo ocra
estendersi per chilometri e chilometri, sovrastato dal cielo
celeste.
Temari
odiava la sabbia e odiava quel deserto così vuoto. Ma non era sempre stato così.
Ogni cosa le dava
fastidio, da quando lui se ne era andato via.
Solo il vento che soffiava riusciva a
darle un minimo di pace dal dolore insistente che le martellava in petto.
Il vento con la sua
melodia silenziosa, con il suo colore invisibile.
Semplicemente il vento nella sua
multiforme bellezza era l'unica cosa che riuscisse ancora a darle un minimo di
emozione.
Lui, con
la sua voce forte eppure delicata, con la sua carezza limpida e
fragile.
Temari
sapeva che era stupido, ma fin da piccola aveva sempre pensato che egli, il
vento, potesse avere un colore tutto suo.
A volte era giallo ocra, come la sabbia
che portava via. A volte era blu oltremare come l'acqua che muoveva in luoghi
lontani.
A volte,
invece, era verde smeraldo, vivido e brillante, come il colore dell'erba che
danzava sotto il suo tocco, quell'erba di cui poi rubava l'essenza
per portarla
lontano.
Temari
amava a tal punto il vento che avrebbe voluto saper volare, magari essere come
l'aquila e potersi librare in alto, tra le nuvole più
chiare.
Allungo
una mano oltre la finestra della torre, avvertendo subito la carezza calda del
vento che scivolava sulla sua pelle colore del miele. Quel giorno, il vento aveva il sapore del
mare e il suo colore brillante.
Si protese ancora di più oltre la
balaustra, sentendo il dolore che le bruciava in petto farsi sempre più fievole
mano a mano che si avvicinava al cielo limpido.
Volare, volare...si, volare avrebbe
voluto dire non sentire più quel male che le stava, lentamente, distruggendo la
vita.
E così
Temari si librò in volo, accarezzando l'aria in una caduta rapida e piacevole.
Finalmente stava volando e, ora, Temari era davvero felice. Sorrise, l'ultima
volta, sentendo l'odore del mare e vedendone la sfumatura bluastra tra le parole
sussurrate dal vento.
Quando trovarono il corpo di
Temari,
stava sorridendo.
Perchè?
Perchè finalmente aveva imparato a
volare.
[355 parole]
Fragile Doll
Hinata era sempre stata paragonata ad una bambola. Ed, infondo, anche lei
sapeva di esserlo.
Era la sua pelle, incredibilmente diafana e perfetta, a far nascere
spontaneo il paragone con una delicata bambolina di
porcellana.
Perfetta, bellissima, ma fragile. Incredibilmente
fragile.
Si,
Hinata era proprio così. Tutti potevano ammirarla, ma nessuno doveva osare
toccarla. Ogni suo movimento sembrava gridare al mondo “non mi toccare, sono
fragile”.
Eppure
Hinata, non era poi così delicata.
Lei era forte, era più coraggiosa di
quanto chiunque avrebbe anche solo potuto pensare. Non aveva bisogno di essere
protetta, aveva solo bisogno di sentirsi amata.
Non era poi così difficile, eppure
nessuno sembrava capire questo suo bisogno.
Tutti vedevano solo una pelle d'avorio,
come quelle delle bambole di porcellana. Non vedevano altro, dietro quella pelle
candida. Di lei,
vedevano solo quello e il suo candore. La sua purezza incontaminata. Non
vedevano altro perchè, semplicemente, erano cechi.
E un giorno Hinata decise di mostrare
loro che non era poi così perfetta, non poi così fragile.
E, quello stesso giorno, l'avorio
delicato della sua pelle si macchiò di rose rosso sangue che ne incrinarono la
perfezione.
L'avorio si era intaccato, e niente avrebbe più potuto renderlo perfetto
come prima.
Dopotutto, Hinata non era poi così delicata.
Fine
Ecco il giudizio della giudice:
§ - 2^
classificata a pari merito: The Last Color - L’ultimo Colore, di Princess
Hina;
GIUDIZIO:
- Originalità: 9/10 --> due punticini di
penalità per un personaggio e una “motivazione” [ok, è incomprensibile, provo a
spiegartelo decentemente -.-“]; allora, il personaggio è Hinata: come tu stessa
hai scritto nelle tue note è diventato normale, ormai, associare la ragazza alla
purezza, alla fragilità, alla porcellana, e qui ti ho tolto un punto; la
“motivazione”, invece, riguarda la seconda Flash: Sakura depressa per colpa di
Sasuke: anche questo visto e rivisto, perciò anche qui un punto in meno;
-
Attinenza al tema: 10/10 --> perfetta, hai dato a ogni colore un significato,
una “sfumatura di pensiero” [non so in che altro modo chiamarla ^^”] che mi è
piaciuta molto; e, cavolo, ne hai usati proprio tanti , di colori ^^;
-
Grammatica e forma: 7.5/10 --> qualche errore di punteggiatura e alcuni di
grammatica o battitura;
- Lessico e descrizioni: 10/10 --> lettura
scorrevole e lessico abbastanza semplice; le descrizioni ci sono tutte, sia
psicologiche che fisiche;
- Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 -->
hai vinto il premio caratterizzazione! Direi che sei entrata bene nelle teste
della protagoniste, immedesimandoti in momenti davvero tragici e difficili da
trattare senza cadere nel banale;
- Gradimento personale: 4/5 --> mi è
piaciuta, ma non eccessivamente… non prenderla come un critica, per carità, ma…
non so, mi mancava qualcosa; spero non ti offenda per quel punticino ^^”
Totale 50/55 punti.
Vincitrice del premio Caratterizzazione!
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