Capitolo 8
Il pinguino
Mad PoV by Rob
Camera G8, trentesimo piano della Shin-Ra,
reparto SOLDIERs Second Class
La mia camera nuova era decisamente una
figata.
Me ne stavo sdraiato per terra, col naso stampato sul mio bellissimo
pavimento lustro, a contemplare il lusso intrinseco che scaturiva.
Quando
Enix mi aveva sorpreso a fare l’angelo sul lastricato, anche se di neve
effettivamente non ce n’era, aveva scagliato tutto ciò che aveva in mano addosso
a me. Era nientemeno che biancheria sporca. Per essere precisi, la biancheria
sporca di un gay. Non avevo mai visto tanti fiocchi e pizzi su un paio di
mutande. Ma comunque, credo che in mezzo a quella roba dovessero per forza
esserci gli indumenti che il finocchio aveva indossato sul campo di battaglia
perché qualche schizzo di sangue imbrattò il muro e il mio fantastico poster che
ritraeva un Behemoth Reale selvatico, regalo del direttore Lazard. Decisi che
quegli schizzi, in fin dei conti, donavano e davano un’aria pittoresca alla mia
camera, quindi decisi di non pulirli. Dopotutto, si trattava del sangue di un
SOLDIER sì gay ma alla fine valoroso.
La mia camera nuova era decisamente una
figata ed era pure insanguinata. Amavo lo splatter e quella sembrava davvero una
scena di un film horror. Cosa si poteva volere di più?
Toc toc
toc.
Qualcuno bussò alla mia porta.
«Non voglio niente!» gridai
automaticamente.
«Ma cosa sei, scemo?» rispose chicchessia fuori dalla
stanza.
«Senti, se mi vuoi vendere un tappeto o un aspirapolvere sappi che
sono allergica alla polvere e ho traumi infantili con quegl’altri aggeggi!
Quindi smamma!»
«Square, sono Eve! Sei cretino? Esci di lì e piantala di
scherzare!»
«Non conosco nessun Eve! Non mi inganni con i tuoi giochetti,
venditore ambulante!»
«Perché non la pianti ed esci? Cosa stai facendo?
Ricordati che Iddio ci guarda sempre!»
«Non capisco cosa stai
dicendo!»
«Se vuoi ho dei fazzoletti!»
«Vendi fazzoletti? Hanno almeno la
garanzia?»
Seguì un attimo di silenzio. Poi, di nuovo le urla: «Garanzia su
dei fazzoletti? Tu mi stai chiedendo se vendo fazzoletti in
garanzia?!»
«Compro solo prodotti sicuri! Per chi mi hai preso? Per uno
sprovveduto?» chiesi, trionfante. «Si dà il caso che comunque non abbia bisogno
di fazzoletti, né di un aspirapolvere folletto e tantomeno di braccialetti
portafortuna!»
«Che cazzo, Square! Se non vuoi che sfondi la porta a testate,
e ti giuro che ne sono capace anche senza elmetto!, vedi di portare quel tuo
culo peloso fuori di lì… oh! Ciaaaaao Zaaaaaack!»
Eve PoV By Rick
- Che cazzo, Square!
Se non vuoi che sfondi la porta a testate, e ti giuro che ne sono capace anche
senza elmetto!, vedi di portare quel tuo culo peloso fuori di lì
o…
-
Ehi!
Shock.
Il tempo rallentò bruscamente, tutto ciò che era intorno a Eve lentamente
scomparve e si dissolse in un turbinìo di puntini luminosi e scie colorate,
mentre la sua testa si girava a vedere se quella voce fosse proprio la sua, se
fosse proprio quella che ricordava.
Sì,
non si era sbagliata. Non sbaglia mai in queste cose. Ed infatti eccolo,
esattamente a centimetri 15 dal suo braccio, Zack, con la sua solita espressione
divertita e il suo sorriso solare, e i suoi capelli neri come l’ebano, e i suoi
occhi così azzurri che ti ci vorresti tuffare dentro e perderti
e…
-
Hm?
Eve
si rese conto che lui le aveva parlato, l’aveva notata, l’aveva salutata, la
desiderava, la amava!! …o forse era solo incuriosito dal fatto che un SOLDIER lo
stesse osservando come un moscerino osserva una lampada alogena da 900 W. Se ne
rese conto, e fece appello a tutte le sue forze di volontà per calmarsi e
salutarlo in modo marziale e distaccato, come si addice ad un vero
SOLDIER.
-
Ciaaaaao Zaaaaaack!
Ok,
forse avrebbe dovuto dire “come si addice ad un’adolescente dodicenne davanti al
suo cantante preferito”, ma questi sono solo dettagli.
Mad PoV By
Rob
Il venditore ambulante improvvisamente interruppe la sua recita
burlesca per qualche motivo noto come “Ciao Zack”.
«Perché siete ancora qui?
Mad non ha ancora finito di prepararsi? È proprio una donna, c’è poco da
dire…»
Donna? Chi, io? Ruttai sonoramente e andai ad aprire la porta a
malincuore, lasciando il mio bel pavimento. Spalancai la porta, tirai su col
naso, grattandomi la natica destra.
«Chi sarebbe la donna?» dissi, soffiando
le tracce rimanenti del mio flato sulla faccia di quello che avevo identificato
come Zack Fair.
«Mio Dio, mi fai veramente schifo» fece una voce disgustata
parecchi centimetri più in basso di me.
Eve Enix. Eve. Enix. Enix! Eve! Ma
sì, Eve! Ecco dove avevo già sentito quel nome! Si trattava del mio compagno di
squadra, compare di mille sventure, gay fino al midollo, nonché vicino di
stanza, la T4. Lo avevo sempre chiamato “rachitico”, “frocio”, “finocchio”,
“checca”, “nano”, ma mai Eve. Almeno credo. Forse. Boh.
Gli puntai un dito
contro. «Ehi, quello che fa schifo sei tu… non hai ancora detto a Zack che sei
g…»
Non feci in tempo a finire la frase. Enix spiccò quello che mi parve un
balzo felino e per un attimo credetti che l’osso del mio naso schizzasse dritto
fino a conficcarsi nel mio cervello. Ma non accadde. Comunque, fu la testata più
forte che ricevetti in tutta la mia vita.
«Che sono grandiosa nell’aiutare
gli amici. Mad, avevi una zanzara sul naso» concluse il piccoletto.
Zack Fair
arricciò il naso. «Grandiosa?»
«Grandioso!»
Mi feci forza e decisi di
rischiare un’altra testata. Ma la verità non poteva essere occultata! Intervenni
perché dopotutto ero solidale e Fair non sapeva chi aveva di fianco. O forse,
come mi dissi più tardi, ero forse solo molto stupido. «E anche ga…»
Questa
volta un calcio poderoso mi arrivò direttamente su uno zigomo e fu certo che per
colazione, insieme alle uova strapazzate e il bacon, avrei ingoiato schegge
delle mie stesse ossa.
«Galante!» esclamò Enix, tendendomi la mano. «Vieni,
Maddy, ti aiuto ad alzarti! Piaciuta la dimostrazione, Zack?»
«Siete proprio
una bella squadra voi due! Davvero affiatati… si vede che alla base c’è una
grande amicizia!»
Afferrai la mano del mio compagno di squadra perché ero
ancora intontito e non vedevo altre mani pronte ad aiutarmi. Così, sentii le mie
ossa sgretolarsi sotto la forza dell’amicizia di quella stretta. Però, forse,
non era amicizia. Non sapevo perché, ma il mio intuito o qualcosa di animale e
molto viscerale mi diceva che Enix nutriva ben poco affetto nei miei confronti.
Di amicizia ce n’era tanta quanto un campo di violette profumate sotto un
quintale di merda.
Il paragone reggeva perfettamente. Logico, solido e
grezzo: da vero uomo.
In
ogni caso, non dissi più niente perché il sorriso congelato sulla faccia del mio
compagno prometteva sofferenza e morte, quasi l’avesse scritto sui
denti.
Fair interruppe bruscamente i miei pensieri, riportandomi alla realtà:
«Enix, Square! Allora, siamo pronti per il vostro primo pranzo da SOLDIERs di
seconda classe?!» si esaltò, con quel suo ghigno da ragazzino strafottente. Non
che mi stesse antipatico, però…
«Certamente, Zack!» cinguettò quel maledetto
frocio, saltellando sui miei piedi.
Io non risposi. Beh, non mi sentivo più
tanto pronto.
Ore 12.46, Salone
da pranzo per feste occasionali della Shin-Ra
La
situazione in cui mi trovavo era di estremo disagio: ero nervoso per quella
festa alla quale tutti i SOLDIERs second class erano presenti, non mi sentivo
conseguentemente all’altezza della situazione, Enix sedeva di fronte a me e non
perdeva occasione per deridermi, il naso e lo zigomo dolevano terribilmente e
avevo scordato di mettermi le mutande.
Avevo avuto una crisi respiratoria non
appena avevo messo piede nell’ampio salone. Lo avevo visto brillare davanti ai
miei occhi. Mi ero sentito malissimo.
Poi, il pranzo era iniziato male ed ero
certo che sarebbe finito peggio. Era cominciato con due clamorose figuracce;
sapevo che la colpa era interamente del mio cervello, ma non potevo di certo
litigarci. Poi mi ero reso conto di sentirmi ancora peggio quando realizzai di
essermi seduto esattamente di fronte a Enix. Non riuscivo a smettere di fissare
il viso troppo femminile di quel finocchio davanti a me. Perché era davanti a
me? Perché, santa Shiva, perché? Sapevo che mi avrebbe portato solamente
guai.
E così era successo. Fine del resoconto.
Io mi limitavo a spiccicare
parola di tanto in tanto e ascoltare quello che avevano da dire i miei compagni.
Non trovavo stimolante nessuno dei loro argomenti, anche perché ormai era un
quarto d’ora che si sentivano frasi come…
«Sephiroth
non mangia mai, non sarebbe sexy. Si nutre a flebo.»
«Io ho sentito dire che
non dorme mai. Veglia.»
«E non riposa nemmeno. Aspetta.»
«Mi hanno detto
che il generale Sephiroth non vince le battaglie, sono le battaglie che si
arrendono appena lo vedono.»
«Lo sapevate che non evacua? Evapora, è più
elegante.»
Decisi di fermare quello scempio, era abbastanza. Alzai quattro
dita. «Questa è la quinta boiata più grande che avrei mai sentito dire!»
esclamai.
Enix mi lanciò un tocco di bouillabaisse in fronte, servendosi
della forchetta come catapulta. «Abbia, idiota. E ti conviene alzare il
quinto dito. Oltre ad ignorare la tua lingua madre, non conosci anche la
matematica?»
Un fragore di risate invase la sala.
Io lo stavo iniziando ad
odiare visceralmente, quel gay.
«Ammetto di non essere mai stato una cima in
matematica… il professore mi accusava d’avere uno sguardo da trota morta… ma non
era questo il punto!» mi riscossi. «Non crederete mica a tutte queste
sciocchezze?!»
Enix arricciò le labbra. «Solo perché tu non sarai mai
leggenda, non hai il diritto di infangare le eroiche gesta altrui!»
«Eroiche
gesta dicesti? Non ebbi saputo nemmeno se quello che si narrasse in giro sarà
effettivamente la verità!» esclamai.
Un coro di risa ancora più forti scoppiò
alla mia affermazione. Sentii le mie guance avvampare e tacqui. Non c’era altra
spiegazione: i
soma, i dendriti, gli assoni e in generale i neuroni avevano inequivocabilmente
dichiarato lo sciopero generale del mio cervello. Che
cosa stavo dicendo?!
Enix
appoggiò con fare sensuale, o almeno credo, il viso su una mano. «Mad, perché
non continui ad aprire e chiudere quella tua adorabile boccuccia? Sono tutti
così interessati…» mi disse con una voce che si avvicinava alla perfidia più
pura. Molti SOLDIERs si scambiarono occhiate e gomitate. «Allietaci con le tue
perle di saggezza! Elencaci ad alta voce le quattro restanti sciocchezze di cui
parlavi prima! Ti ascoltiamo!»
Non mi persi d’animo e mi schiarii la voce,
pronto a rifarmi davanti a tutti. «Beh, in primo luogo, mio caro Enix, ti sei
mai chiesto perché Dio non ci ha creato come le Turritopsis nutricula se effettivamente
voleva creare un essere perfetto?! Questa sì che è una cazzata! Certo, non mi
piacerebbe tramutarmi in una larva e stare attaccato al fondo del mare per
giorni e giorni, ma ne varrebbe la pena! No? E perché ci diamo tanto da fare per
salvare questo pianeta se sappiamo perfettamente che il sole tra 5 miliardi di
anni si spegnerà? E perché Hitler è riuscito ad andare al potere iniziando la
sua carriera come imbianchino?!»
Calò un silenzio di tomba. Tutti mi
guardavano con gli occhi fuori dalle orbite. Che cos’avevo fatto di male
ancora?
Enix si mosse e automaticamente mi riparai il volto con le mani. «Non
uccidermi! Pietà!»
Ma lui invece portò il pezzo di pane che aveva in mano
alla bocca, continuando a fissarmi. «Ma allora c’è qualcosa nella tua testa
rossa, Square, e non un criceto su una ruota. Mi hai sorpreso.»
Sentii
l’orgoglio crescere in me, come se avessi ingurgitato 3 chili di lievito di
birra.
Mi riavviai i capelli con fare da galletto e dissi: «Sì, sono un tipo
che sa sorprendere» feci, sorridendo sensualmente. «Ma non ti ho detto
l’ultima.»
«Allora illuminaci e addosseremo il titolo di imbecille a qualcun
altro.»
Ero pronto a colpire. Avevo un asso nella manica e non potevo
assolutamente fallire. Feci un bel respiro e cominciai: «Non so se hai visto
quella puntata dei Griffin dove Peter è stato fermo 5 minuti nella stessa
posizione a gemere come un dannato perché era caduto. Quella è stata la seconda
boiata più grande che ho visto.»
Mi aspettai un applauso e magari i
complimenti di tutti, ma non accadde niente del genere. Tutti quanti, Kunsel
compreso, iniziarono a gettarmi caschi, posate e cibo addosso.
Mi meritavo
tutto ciò?
…sì, perché il mio cervello aveva nuovamente sbrodolato, senza un
filtro, senza contenersi. La situazione era alquanto tragica. Hitler? Griffin?
Come mi erano venuti in mente?! L’autrice mi aveva posseduto?! No, da
escludere.
Cosa doveva succedere ancora? Stando alle leggi della sfiga, la
porta avrebbe dovuto aprirsi facendo entrare magari due o tre SOLDIERs di prima
classe, magari proprio Angeal e Genesis. La cosa sarebbe stata decisamente
umiliante, l’imbarazzo mi avrebbe dilaniato e la vergogna mi avrebbe sicuramente
assestato il colpo di grazia. Sarebbe successo un completo disastro. E posso
anche evitare di usare il condizionale perché effettivamente, successe proprio
così.
L’unica magra consolazione era l’assenza di Sephiroth. Sospirai di
sollievo. Poi quando dopo due secondi entrò al loro seguito credetti d’avere un
infarto.
Certo, ci fu chi ebbe una reazione peggiore alla mia: Enix svenne,
cadendo dalla sedia e finendo a terra come un sacco di patate. A quanto pareva,
il gay apprezzava troppo quella triplice visione: i suoi nervi non avevano retto
all’apparizione dei first class.. Per fortuna, Fair lo trascinò a sedere con la
forza. Forse, aveva scambiato la sua estrema gayezza con somma contentezza da
adolescente.
Calò un silenzio assoluto tra i rimanenti seduti al
tavolo.
Quanto a me, ero ricoperto di cibo smangiucchiato, sputi e sangue al
cospetto dei tre SOLDIERs celeberrimi et potentissimis della Shin-Ra che
probabilmente erano lì per congratularsi con i due nuovi Second Class cioè un
gay svenuto e un coglione – io – coperto di schifo e vergogna.
Mi chiesi se
quella situazione avesse intenzione di durare a lungo. Non sapevo cosa fare,
sentivo le guance bruciare e l’ansia salire. Così, mi venne in mente solo una
cosa: la disconnessione totale della mente. I miei pensieri erano popolati solo
da un simpatico pinguino di nome Alfred che beveva piña
colada da una noce di cocco al Polo Nord. Che frescura.
Il
patio degli autori!
Rob: la nicchia non mi faceva
più. Lo so, il titolo non c'entra niente, ma è questo il suo bello.
Io
ringrazio velocemente tutti quelli che leggono. Mi stupisco sempre più di vedere
"362 visite e 3 recensioni" xD Giuro, le recensioni non fanno venire l cancro
alle unghie e non ci fanno neanche schifo, ma fa lo stesso!! xD (Sappiamo
tuuutti cosa succede!)
Ohmmioddio, ho messo due ics-dì in trenta parole, la
faccenda si fa grave.
So che questo capitolo è altamente idiota e so anche
che di quasi meno idioti non ce ne sono ancora stati, ma mi scuso.
Passo la
parola al mio collega...
Rick @ Wicked Soul
Una fiction su FF senza Sephiroth
è come un cono senza gelato... ed infatti proprio da questo capitolo il capellone entrerà prepotentemente
nella storia dei due dementi! (NdRob: sai che schifo tenere il gelato in
mano?)
Rick @ KuRoNeKoChAn
Ci tengo a far presente che i voti assegnati ai personaggi seguono paro
paro i gusti della mia collega... quindi per eventuali discussioni, rivolgetevi
a lei! Io personalmente avrei votato Tifa, Cissnei e gente del genere, ma per
ora la storia non mi ha permesso di farlo XD
Rick @
LadySnape
Grazie!! Facciamo il possibile per rimanere IC, così il
tutto è più credibile! Quanto a Cloud, si riprenderà nei prossimi capitoli per
combattere contro il malvagio Sephiroth!!... *si gira verso Rob che lo guarda
malissimo* ....o forse no, vedremo
XD