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Autore: MerlinAndCharming    22/01/2018    0 recensioni
Ritorna il crossover tra le serie televisive Merlin e Once Upon a Time, e come nella Parte III, anche questa storia è completamente inedita, non riprende nessun episodio della serie televisiva, ma si basa su quanto letto nelle precedenti storie.
Un’opera di Valerio Brandi.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Gaius, Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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5) La storia che tutti conoscono 
(Completato l’8 febbraio 2016) 


C’era una volta… in una terra lontana lontana… chiamata Virginia dai bianchi, quando in verità si è sempre chiamata Tenakomakah, la Terra densamente abitata.
Perché mai nome fu più adatto a questo posto. 
Per secoli una grande, gloriosa popolazione ci ha abitato. 
Non priva di difetti. Anche loro facevano la guerra ai loro stessi simili, ma almeno avevano un grande rispetto per la natura, vivendo in armonia con l’ambiente che li circondava, non solo per onorare la loro divinità principale, Manitu, il Grande Spirito, ma soprattutto perché ritenevano giusto farlo.
Si alternarono primavere, estati, autunni ed inverni, guerre e periodi di pace, coltivazioni e battute di caccia, finché un giorno tutto cambiò.

«Ka-ma wingapo, Powhatan»
«Ay-man-ay-cho, Kekata. È bello essere a casa! Chesk-cham-ay! I Massawomecks sono stati sconfitti. Con l’aiuto dei nostri fratelli, i nostri villaggi sono di nuovo salvi!»
«Il tuo ritorno ha portato gioia al nostro villaggio: guarda quanti visi sorridenti»
«Si, ma c’è un viso sorridente che non riesco a vedere: dov’è mia figlia?»
«Conosci Pocahontas: ha lo spirito di sua madre. Va’ dove la porta il vento!»

Sembrava un giorno come un altro a Tenakomakah. 
Il grande capo tornava dall’ennesima guerra vinta, il grande sacerdote che lo riceveva, e Pocahontas?
Lei continuava come in ogni suo giorno libero a camminare nella foresta, per poter ammirare sempre meglio la bellezza del posto in cui era nata. 
Le piaceva la sua vita, solitaria dal punto di vista umano, ma davvero piena grazie ai suoi amici animali, e a tutti i colori del vento. E sperava che non potesse finire mai.
Ci pensava spesso e volentieri la sua amica del cuore Nakoma a riportarla alla realtà, e così anche quel giorno tornò al villaggio solo grazie alla sua insistenza, ma forse stavolta avrebbe fatto meglio a non ascoltarla e a restare sul cucuzzolo della montagna un altro po’. Così sarebbe stata la prima a vedere all’orizzonte quelle barche enormi dotate di ali.

«Siamo quasi arrivati, Governatore»
«Bene, fedele Wiggins, non ne potevo più di viaggiare su questo rottame»
«Tra poco approderemo su una terra completamente nuova, avete già pensato a come chiamarla?»
«Se dipendesse da me, la chiamerei con il mio nome, Ratcliflandia, e il forte Johnsburg… Ma se lo facessi quel tonto del nostro re si offenderebbe, così la regione verrà chiamata Virginia, in onore di Elisabetta I, e la sua prima città Jamestown»
«Già, che peccato, i primi erano molto meglio… Cosa pensate di trovare qui?»
«Oro! Oro, oro a volontà!»
«E se i selvaggi non fossero d’accordo? Ho sentito dei racconti sulle terre spagnole del sud, gli indigeni erano molto gelosi delle loro terre»
«Abbiamo fior di uomini e munizioni per loro… Ma speriamo di non doverne aver bisogno. Sai, caro Wiggins, non tutti sono come te, mi aspettavo uomini più…facili!»
«Gr…Grazie, signore!»
«Di niente, mio caro idiota. Gli altri si sono dimostrati troppo onesti durante il viaggio, ma ti dico, è normale al giorno d’oggi? È sicuramente colpa di John Simth!»
«Scusate se ve lo chiedo, ma ne siete sicuro? Lui ha già fatto guerre agli indigeni in Africa…»
«Ma è la prima volta che viaggia con me, quel bellimbusto. Tutte quelle sciocchezze di rendere migliori i posti dove viaggia, la civilizzazione… Per me quei selvaggi possono morire tutti, mi interessa solo il mio oro! Quindi, meglio non fargli sapere che la maggior parte delle pepite finirà nelle mie tasche, e non in quelle di Re Giacomo I»
«Oh, non lo scoprirà. Non da me, poco ma sicuro»
«Lo spero, piccolo Wiggis, non vorrei vederti appeso a uno degli alberi della nostra nave…»
«Manco…io…» e il piccolo paggio deglutì, per poi andarsene con riguardo dalla cabina del governatore. 

«In nome di Re Giacomo I, battezzo questa terra Virginia, e questo nuovo insediamento Jamestown… Bene, i convenevoli li abbiamo fatti. Ben, tu occupati della costruzione del fortino. Lon, tu con metà degli uomini mettiti appena fuori il nostro punto di ritrovo, e comincia a scavare! 
Ogni pagliuzza d’oro dovrà essere mia…volevo dire… nostra!»
«Se permettete, signore, io vado in esplorazione»
«Vorrei che tu lavorassi insieme agli altri… Ma in fondo, non è un male conoscere l’ambiente circostante. Vai pure, caro John Smith!»
«Grazie, signore. A presto ragazzi»
E il giovane dai capelli biondi, con un elmo in testa e una carabina sulla schiena scomparve rapidamente tra gli alberi della foresta. 
«Se non tornerà… tanto meglio. Un problema in meno, e un motivo in più per far la guerra agli indiani!»
«Sagge parole, signore!» 
«Lo so, Wiggins, lo so… Ora preparami il pranzo!»

«Una barca con le ali? Ne sei sicuro?»
«È ciò che i miei occhi hanno visto, grande Powhatan»
«Non sto dicendo che non mi fidi di te, Kocoum, lo sai che tutti noi ti consideriamo il più grande guerriero della tribù… Solo che mi sembra tutto molto strano»
«Non lo è più di tanto, mio caro» il vecchio e saggio Kekata entrò nel discorso «Mio nonno mi raccontava che aveva sentito da viaggiatori del lontano sud di questi stranieri dalle strane barche. Vengono a depredare la nostra terra in cerca di sassi colorati. Non ci si può fidare»
«E allora che aspettiamo? Attacchiamoli così non potranno farlo!»
«Calmati, ragazzo mio, calmati. È meglio conoscere prima la forza del nostro nemico, e capire se è davvero tale. Prendi 10 uomini e vai in perlustrazione»
«Come tu ordini, grande capo»
 Fu in quel momento che Powhatan si girò e vide che dietro di lui si trovava sua figlia.
«Mio raggio di sole, che bello rivederti. Come stai?»
«Bene, padre. Ma visto che ci siamo volevo dirti: non sei troppo impulsivo nel giudicare questi stranieri? Magari sono brave persone…»
«Non hai sentito le parole di Kekata? Da quanto tempo sei qui?»
«Ho sentito tutto, non temete… Ma resto convinta che dovremmo cercare il dialogo prima di impugnare l’ascia di guerra…»
«Kocoum ci informerà se il nostro saggio sciamano ha ragione oppure no. Ma ora parliamo d’altro. 
Ho saputo che anche oggi sei stata sola nel bosco. Mi fa piacere, lo faceva spesso anche tua madre, ma ora che non siamo più soli nella nostra terra, spero che non farai discussioni sul fatto che finché questi stranieri non saranno resi inoffensivi è meglio se resti al sicuro al villaggio»
«No, padre, non puoi farmi questo. Non posso rinunciare a tutto quanto»
«Ma lo farai, non te lo sto chiedendo, ma ordinando. È per il tuo bene, è mio dovere pensare al tuo futuro, per questo, ora che sono tornato, c’è un’altra questione da affrontare. È ora che pensi a prender marito…»
«Ancora con questa storia, padre?»
«Sapevi che al mio ritorno ne avremmo parlato…»
«Solo per questo motivo speravo che la guerra durasse di più…»
«Figliola… Non dire così»
«Perdonami, Kekata, ma stanne fuori, è meglio»
«No, tutti voi dovete starne fuori. Voi non potete obbligarmi. Nessuno dice al vento dove soffiare»
E così la giovane si dileguò in un secondo dal padre.
«Pocahontas, aspetta!»
Tutto inutile, la ragazza era scomparsa oltre i campi di grano, diretta alla foresta. 
«Forse non dovevo affrontare tutti questi discorsi insieme… Nakoma?»
«Si, grande capo?»
«Valla a cercare, e riportala da me»

Il panorama di fronte a sé era bellissimo. Torrenti pieni di vita, alberi dai mille colori, montagne alte e dalle forme pittoresche. E tanti, tanti animali. Cerbiatti, lepri, castori, ma anche orsi e lupi, che poteva osservare da lontano per non rischiare guai seri. 
E poi vide qualcosa di ancor più bello.
Una giovane donna, dai lunghi capelli neri, la pelle di un colore a metà tra la sabbia e il rame, con due occhi splendidi, come splendido era il suo corpo.
Si avvicinò, cercando di non far rumore, e ci riuscì, lei sembrava non notarlo.
Anche perché sembrava triste, chiusa in sé stessa, come se volesse stare da sola. 
Ma sola presto non lo sarebbe stata più: un procione e un colibrì si avvicinarono a lei, come se non avessero paura di lei nonostante la differenza di specie. 
John Smith osservava tutto questo con tanta curiosità. 
La ragazza, alla vista dei due animaletti, sembrò tornare felice. Accarezzò il procione e diede un bacetto al becco del colibrì. 
Restò ad osservarla per qualche minuto, era controvento e nessuno di loro riusciva ad udirlo, o a percepire il suo diverso odore. Finché di colpo non si alzò, e corse via più veloce di una lepre, talmente rapida che Smith la perse rapidamente di vista. 

«È forse la mia Pocahontas?»
«Nonna Salice, ho bisogno di parlarti»
«Buongiorno bambina, speravo tanto in una tua visita oggi. Dimmi, cosa ti angustia?»
«Riguarda mio padre…»
«È tornato dalla guerra, non è vero? Sta bene?»
«Si, lui sta benissimo, e sono contenta di questo… Ma oggi mi ha anche resa triste»
«E perché?»
«Vuole che sposi Kocoum»
«È un uomo leale, ed affascinante… Ma tu cosa vuoi?»
«Non lo so, Nonna. Vorrei che fossi io a decidere, innanzitutto, e non ora. Ci sono ancora troppe cose che voglio fare da sola»
«Allora non dovrai far altro che dirglielo»
«Ci ho provato… Ma non mi ha dato retta. Avrò sbagliato le parole, forse anche perché sono molto confusa in questi giorni. Faccio sempre il solito sogno…»
«Un sogno? Forza, racconta!»
«Sto correndo tra i boschi, ed ecco che là, davanti a me, c’è una freccia, e come la guardo, lei comincia a ruotare…»
«Una freccia che ruota? Che cosa insolita!»
«Si, e ruota in fretta, più in fretta, più in fretta, finché a un tratto… si ferma!»
«Bene, a me sembra che questa freccia che ruota ti voglia indicare… la tua via!»   
«Ma nonna Salice, qual è la mia via? Come farò mai a trovarla?»
«Eh eh, tua madre mi fece la stessa identica domanda»
«Davvero? Cosa le rispondesti?»
«Le risposi… di ascoltare. Ovunque intorno a te ci sono spiriti, bambina. Vivono nella terra, nell’acqua, nel cielo. Se li ascolti, loro ti guideranno!»
«Sento il vento…»
«E cosa ti dice?»
«Che qualcuno è in arrivo… Ritirati, nonna Salice»
«D’accordo, bambina, a presto» 

Pocahontas non si stava sbagliando.
Non era sola nello stagno. Un rumore di passi si stava sempre più avvicinando.
«Ciao… Tu… capire la mia lingua?»
«Si, la capisco, non so come, ma la conosco…» la giovane rimase ammaliata dalla bellezza del giovane «Sei bianco… arrivato con le barche con le ali»
«Noi le chiamiamo navi a vela… ma comunque si. Visto che ci capiamo, allora è giusto presentarsi… Io sono John Smith»
«Io sono Pocahontas. Che cosa ci fate qui, tu e il tuo popolo?»
«Siamo venuti a civilizzare…»
«Civilizzare?»
«Si, voglio dire… a rendere migliore la vita dei selvaggi…»
«Bene, ho sentito abbastanza. Kekata aveva ragione, addio»
«Aspetta!»
«Cosa vuoi?»
«Parlare»
«Ti va di parlare con una selvaggia come me?»
«Non ho mai detto che tu sei una selvaggia…»
«Giusto, lo è solo il mio popolo!»
«No, mi sono spiegato male…»
«No, ti sei inteso benissimo. Vedo i tuoi occhi, John Smith. Dentro di loro c’è sincerità, ma non malvagità. Pensi davvero quello che hai detto, ma al tempo stesso non vedo alcuna maliziosità dentro quelle parole, solo… ignoranza…»
«Ora non dovrei essere io l’offeso?»
«Libero di esserlo e tornare dai tuoi simili… oppure puoi venire con me, e ti mostrerò quanto ti sbagli»
«Cosa mi farai vedere?»
«Qualcosa di meraviglioso, che non si vede solo con gli occhi… Preparati a scoprire…i colori del vento!» 
Pocahontas fece quanto promesso, portò John Smith nei posti più belli che la foresta offriva, ancor più maestosi di quelli che aveva visto da solo poche ore prima. E tra i due cominciò a nascere una certa attrazione. 
«Pocahontas!!!»
«Chi è?»
«È Nakoma, una mia amica. Mi starà cercando per conto di mio padre. È meglio che vada…»
«Aspetta… Devo rivederti. Quando potrò farlo?»
«Tra tre soli… Allo stesso posto di dove ci siamo conosciuti. A presto, viso pallido!»

«Dov’eri finita, figliola? Mi hai fatto stare in pena»
«Non mi è successo niente di male, padre…»
«Non si può dire lo stesso di Namontack…»
«Il migliore amico di Kocoum? Che gli è successo?»
«È stato ucciso da quei bianchi…»
«E… come è successo?»
«La colpa è mia»
«Su Kocoum, non darti colpe che non ti appartengono»
«Sei gentile, saggio Kekata, ma dovevo impedire la sua impulsività. Appena ha visto che quel ragazzo bianco gli stava puntando contro quel bastone, è partito alla carica. Ma prima che potesse toccarlo quel bastone ha fatto rumore, e Namontack è caduto a terra… Io l’ho preso, era ancora vivo, ma non ha tenuto duro fino al nostro ritorno al villaggio»
«Mi dispiace per il tuo amico, Kocoum» Pocahontas gli mise una mano sulla spalla, e poi continuò «Ma spero che non vi farete prendere dall’ira per tutto questo. Da come mi hai raccontato, quel viso pallido si è solo difeso, era spaventato…»
«E quindi?»
«Quindi spero che andrete a cercare un accordo con questi bianchi invece della guerra…»
«E tu pensi davvero che questa sia la soluzione migliore?» intervenne duramente suo padre «Non siamo in numero sufficiente per sconfiggere tutti quei visi pallidi, ma ho già mandato messaggeri alle altre tribù Algonchine. Quando arriveranno, i bianchi potranno scegliere: o andarsene oppure guerra!»
«No, padre, non devi, non tutti i bianchi sono malvagi…»
«E tu cosa ne sai, Pocahontas? Ne hai forse conosciuto uno?» 
«No… padre…»
Powhatan la guardò con molta serietà, finché non gli tornò il sorriso, e l’accarezzò
«È stata una giornata dura… Vai pure a riposarti, tesoro mio»
«Buonanotte, padre» 

«La situazione è critica, caro Wiggins. Ore e ore a scavare, e neanche una pagliuzza d’oro!»
«E ora che si fa? Si torna a casa?»
«Giammai! Non voglio credere che non ci sia oro qui dopo tutto quello che hanno trovato gli Spagnoli nel sud… Secondo me sono gli indiani a nasconderlo, e il loro attacco oggi pomeriggio ne è una conferma»
«Quindi gli uomini sono pronti ad andare in guerra?»
«Purtroppo no, fedele Wiggins. Sono venuti per costruire un insediamento, non si muoveranno da Jamestown senza un motivo serio… Ma le escursioni di Smith mi lasciano speranzoso. Più sta fuori e più rischia di farsi beccare dai selvaggi… e quando succederà… avremo la nostra scusa per attaccarli!»
«Ottima idea mio signore! Ottima idea…»
«Lo so, Wiggins, lo so… ora preparami la cena!»

Era sorto un nuovo giorno a  Tenakomakah.
Powhatan aspettava fiducioso l’arrivo dei suoi alleati, e Pocahontas lavorava allegramente nei campi con le sue amiche. 
Quest’ultima cosa rallegrava di molto il grande capo, e la giovane se ne accorse. 
Tutto procedeva come da suo piano: far felice suo padre in modo da fargli abbassare la guardia, quando tra due giorni avrebbe ricercato John Smith nella foresta. 
Passò anche il giorno seguente alla stessa maniera, finché, con l’avvicinarsi del tramonto del terzo giorno, si allontanò cercando di non farsi vedere. 
Suo padre stava ricevendo i suoi amici guerrieri alla sponda maggiore del fiume, era il momento ideale, ma purtroppo non si accorse che Nakoma era ancora lì. E la giovane amica la vide sparire nella grande foresta. 

«Kocoum?»
«Che c’è Nakoma? Spero sia importante, devo colloquiare con gli altri capi tribù»
«Si tratta di Pocahontas»
«Che le è successo?»
«Ancora niente, credo, ma temo che si stia mettendo nei guai. Ha disobbedito a suo padre ed è fuggita nella foresta»
«Vado a cercarla»

«John Smith?»
«Si, Pocahontas, sono io. Allora, cosa mi farai vedere questa volta?»
«Sei curioso, e mi piace. Vieni, voglio presentarti mia nonna»
«Oh… Senza offesa, ma una dolce vecchina non credo sia una cosa molto interessante in questo posto, per quanto sarà saggia…»
«Saggia lo è di certo… Ma non come te l’aspetti tu. Vieni con me»
I due corsero per un lungo tratto, ma non abbastanza lungo per le loro giovani e forti gambe, e giunsero infine a uno stagno. 
«Beh, allora? Tua nonna vive qui, vicino a questo immenso salice…»
«Il salice è mia nonna…»
«Bambina!»
In mezzo alla corteccia apparve un volto umano, che spaventò talmente tanto John Smith da farlo cadere all’indietro nello stagno. 
«L’albero… l’albero parla!»
«Certo che parlo, non è evidente, giovanotto?»
«Vedi quanto poco conosci il nostro mondo, uomo bianco?»
«Dopo aver visto questo, te ne do atto, siete un popolo così diverso, ma pieno di fascino, e anche di magia…»
«Finalmente l’hai notato!»
«Ma anche noi abbiamo qualcosa che voi non conoscete. Prendi questo, ad esempio»
Il biondo giovane tirò fuori dalla tasca un oggetto ovale del tutto nuovo a Pocahontas.
«Che cos’è?»
«Questa si chiama bussola. Serve per ritrovare la via di casa»
«È bellissima… Ehi, ma che fai Meeko?»
Il piccolo ma vivace procione era apparso all’improvviso, e aveva rubato dalle mani di Pocahontas il regalo di John, andando a nasconderlo in una delle cavità di Nonna Salice. 
«Non temere bambina, prima o poi te lo restituirà»
«Già… Ma ora dobbiamo parlare di una cosa più importante. In questi giorni al campo non è stato facile tenere a freno i miei simili. Il governatore insiste che dobbiamo attaccarvi, io ho tenuto duro, dicendo loro che non siete una minaccia, e per fortuna gli altri hanno quasi capito»
«Quasi?» 
«Hanno promesso che non attaccheranno il villaggio a meno che non saranno costretti, se voi non farete la prima mossa, o farete del male a uno dei nostri»
«Tu sei stato bravo… Io non so se riuscirò a convincere mio padre. La morte di Namontack ha scaldato gli animi, tanti guerrieri sono accorsi al villaggio»
«Dovete andare entrambi lì, e dire a tutti che si sbagliano»
«La vedo dura, Nonna Salice. Quando due vogliono farsi la guerra, non puoi far nulla per dividerli»
«Prendete le increspature. Sono così piccole all’inizio, ma con l’impegno diventano davvero grandi»
«Non ci ascolteranno!»
«Giovanotto, spesso la via più giusta non è la più semplice»
«E va bene, parliamo con tuo padre. Questo e altro per stare insieme a te»
E il giovane prese l’iniziativa, avvicinando le sue labbra alle sue. Pocahontas capì, non solo il suo gesto, ma che provava qualcosa per lui. E lo baciò. 
«Yaaaheeeiiii» 
Kocoum uscì allo scoperto. Aveva visto tutto, e in preda alla gelosia si scagliò contro Smith, con il suo tomahawk in pugno. 
«Kocoum, fermati. Lascialo stare»
Ma il prode guerriero non volle sentire ragioni, così John fu costretto a difendersi.
Bloccò con entrambe le mani i polsi del suo avversario, che continuava a spingere. 
John Smith era molto forte, ma Kocoum lo era di più, anche se di poco. Non sapeva quanto avrebbe potuto resistere. Con la forza di volontà, e molto spirito di conservazione, il bianco dai capelli biondi riuscì a distanziarlo come meglio poté, e sembrava quasi sul punto di disarmarlo.
«BANG»
Uno sparo nel buio, e Kocoum cadde a terra, colpito da qualcosa di invisibile. 
«Thomas?!?»
«Lo hai ucciso! Maledetto!» Pocahontas guardò furiosa il giovane armato della carabina fumante. 
«Mi di…dispiace… Volevo solo difenderti, John. Ratcliffe mi ha mandato a cercarti…»
«Pocahontas…»
«È vivo! Kocoum è ancora vivo!» 
Il proiettile non aveva preso il cuore, ma il polmone sinistro. Kocoum era vivo, anche se debolissimo. 
«YAAAHEEEIII!!!»
«Scappa, Thomas, ci sono altri indiani. Ci penso io a loro»
Il giovane obbedì, non senza voltarsi di continuo. All’ultimo riuscì a vedere un gruppo di guerrieri Powhatan catturare John Smith, e portarlo via con il moribondo Kocoum e la sconvolta Pocahontas.

Capo Powhatan era lì, e osservava incredulo. Il suo più grande guerriero era inerme tra le braccia di un altro suo uomo, sofferente più che mai.
«Chi è stato?»
«Pocahontas era nel bosco. Kocoum era andato a cercarla, e quest’uomo bianco l’ha assalito»
«Kekata, fai ciò che puoi. Quanto a te… Le vostre armi sono forti, ma ora la nostra rabbia è più forte: al levare del sole, lui sarà il primo a morire!»
«Ma padre…»
«Ti avevo detto di non allontanarti dal villaggio. Tu mi hai disobbedito. Hai disonorato tuo padre»
«Cercavo solo di aiutare…»
«A causa delle tue sciocchezze, Kocoum è in fin di vita! Portatelo via» e si allontanò dalla figlia ormai in lacrime. 
«Pocahontas…» Nakoma si avvicinò alla sua amica del cuore «Ho mandato io Kocoum a cercarti. Mi dispiace, la colpa è mia»
La figlia del capo la guardò un po’ furiosa, ma subito dopo il suo volto cambiò espressione
«No, la colpa è solo mia. Non dovevo disobbedire a mio padre, non dovevo mettere in mezzo John Smith. Tra poche ore morirà e sarà solo colpa mia!»
E con le lacrime che le bagnavano ancor di più il volto, la giovane tornò nel bosco, diretta verso Nonna Salice, l’unico membro della sua famiglia che sembrava davvero capirla. 

«Aiuto! Aiutatemi! Aiuto!»
«Calmati Thomas, che è successo?»
«John Smith… è stato catturato!»
«Chi è stato?»
«I selvaggi! Lo hanno portato via, verso nord»
«Maledetti»
«Dobbiamo aiutarlo! Lui farebbe lo stesso per noi»

«Sentito Wiggins? Il mio piano alla fine si è realizzato, non potevo sperare di meglio. L’oro sarà mio»

«Thomas ha ragione, dobbiamo fare qualcosa» continuò Lon
«E qualcosa faremo!» Ratcliffe uscì dalla sua tenda con autorità «Ve l’avevo detto che non ci si poteva fidare di quei barbari. Smith ha cercato di essergli amico, e guardate cosa gli hanno fatto. Ma ora dico che è arrivato il momento di andare in soccorso del nostro valoroso compagno. All’alba attaccheremo!»
«Ma che ti aspetti mai, da questi pellerossa, la loro razza io sterminerò. E sarà grazie a noi che il mondo ci amerà, son parassiti e peggio ancor…»

«Aspetta, aspetta, stavi parlando di Ratcliffe, ma questo mi sembra di più un politico italiano…»
«Già… Parli di Salvini, August, giusto?»
«Indovinato, David!»
«Silenzio!» tuonò Pocahontas «E fatemi finire di raccontare. Dove ero rimasta? Ah si, intanto al mio villaggio…»

«Questo è ciò che temevamo, il viso pallido è un demone, l'unica cosa che provano è l'avidità!»
«Sotto la loro pelle bianca non vi è niente di buono» continuò Kekata dopo Powhatan
«Mi chiedo se sanguinano!» urlarono all’unisono due guerrieri indiani
«Sono barbari, barbari»
«Neanche esseri umani»
«Devono bruciar»
«Non sono come noi, non ci si può fidare»
«Voglion guerra e guerra sia!»
«Barbari, barbari»
«Questo sarà il primo!»
«Poi la terra scoppierà!!!» E mentre danzavano e cantavano intorno al fuoco, altri indiani si preparavano. Affilavano la punta delle loro lance e frecce, saldavano i loro tomahawk. E si dipingevano colpo e volto, i tipici colori rossi e non solo per cui i bianchi li definivano diversi. 
E intanto Pocahontas…

«Vogliono ucciderlo al levare del sole, Nonna Salice»
«Devi impedirglielo»
«Non posso!»
«Bambina, rammenta il tuo sogno»
«Avevo torto, Nonna Salice ho seguito la via sbagliata. Mi sento perduta…»
Il suo amico procione aveva capito tutta la tristezza della sua amica, e spinto da qualcosa di più grande di lui, andò nella cavità dell’albero, prese un oggetto e lo consegnò nelle mani di Pocahontas. 
«La bussola? La freccia che ruota!»
«È la freccia che c’era nel tuo sogno!»
«Avevo ragione! Era vero, indicava proprio lui… Il levare del sole»
«Non è troppo tardi, bambina. E che gli spiriti della Terra ti guidino. Conosci la tua via, bambina, ora seguila!»

«Tutto è pronto, ormai! Andiamo» Ratcliffe era arrivato quasi a metà strada tra il villaggio Powhatan e il suo insediamento, con 100 uomini armati di spade, carabine e cannoni. 
«Questo è il grande giorno» anche Powhatan si preparava a partire, con 500 guerrieri «Portate fuori il prigioniero» E John Smith fu tirato fuori, legato come un vitello, per essere portato al luogo dell’esecuzione. 

E Pocahontas correva.
«Non so come farò ma di certo tenterò! Aquila, aiuta i miei piedi a volare, montagna, rendi il mio cuore coraggioso. Spiriti della Terra, fate che non sia troppo tardi o morirò!»
I due eserciti arrivarono quasi contemporaneamente a metà strada.
Powhatan fece mettere John Smith con il petto disteso su una roccia, ed era pronto a colpire, sotto gli occhi disperati degli inglesi, tranne di Ratcliffe, che non vedeva l’ora che succedesse per scatenare ancor di più la sua guerra.
Alzò al cielo il bastone che si stava di colpo abbassando…
«Noo!»
Pocahontas si intromise all’ultimo, abbracciando la sua testa per proteggerlo.
Suo padre fece appena in tempo a deviare il colpo mortale.
«Se vuoi ucciderlo, dovrai uccidere anche me!»
«Figlia, allontanati da lui!»
«Ma io lo amo, padre!»
Powhatan rimase spiazzato da questa dichiarazione, che non seppe controbattere. 
Così Pocahontas continuò.
«Guardati intorno, padre. È a questo che la via dell’odio ci ha portato. Questa è la via che io scelto, quale sarà la tua, padre?»
Una brezza mattutina attraversò il posto. Colpì dolcemente il volto del grande capo, e trasmise allo stesso tempo uno strano tremito agli inglesi. 
Powhatan alzò di nuovo il bastone al cielo, ma stavolta come segno di resa. 
«Mia figlia parla con una saggezza che va al di là dei suoi anni. Siamo tutti venuti qui con la rabbia nel cuore, ma lei è venuta con il coraggio e la comprensione. Da questo giorno in avanti, se ci saranno altre uccisioni, non cominceranno con me. Slegatelo!»
«Che state facendo? Attaccateli, ora che hanno abbassato la guardia!»
«No, Governatore. Non avete sentito? Loro non vogliono combattere!»
«C’è bisogno di un incoraggiamento… e lo darò io!»
Strappò di colpo un fucile dalle braccia di un soldato, e prese velocemente la mira.
Smith capì che il colpo era diretto verso Powhatan. Si alzò giusto in tempo per mettersi in mezzo.
Il biondo amore di Pocahontas cadde a terra, toccandosi lo stomaco. 
«Ratcliffe, sei un traditore!» urlò Ben
«Bastardo, nemico della pace!» continuò Lon
«L’unico barbaro qua sei tu! Mettiamolo ai ferri!» Concluse Thomas
«Fermi, fermi, io sono l’intermediario del re… Wiggins, aiuto!»
Il suo paggio era troppo debole per opporsi, e John Ratcliffe fu incatenato, e portato via. 
E ora c’era da pensare a John Smith. 
Il medico della compagnia si avvicinò a lui. 
«La ferita è grave, ma possiamo salvarlo, se tornerà in Inghilterra subito»
«Tu conosci il modo di guarire queste ferite, straniero?» chiese Powhatan «Potresti aiutare Kocoum?»
«Il mio vice è in gamba quasi quanto me, manderò lui da voi. Io devo riportare Smith sulla nave» 
«Se è l’unica soluzione, allora così sia. Tu e tutti gli altri bianchi che resteranno al vostro villaggio sono sotto la mia protezione, finché non tradirete il nostro patto d’amicizia e pace»
«Grazie, grande capo» Smith ritrovò le parole, e poi guardò Pocahontas «Tu vieni con me?»
«Il mio posto è qui»
«Allora sarò io a tornare, un giorno»
«Sarai sempre il benvenuto, fratello mio» e Powhatan gli regalò per il viaggio la sua calda pelliccia, rimboccandogliela come una coperta. 

50 uomini risalirono sulla nave della Compagnia Virginia, altri 50 continuarono a potenziare l’insediamento di Jamestown. 
Pocahontas guardò la nave sparire all’orizzonte.
John Smith sarebbe mai tornato? Quale sarebbe stata la sua via ora? 


   
 
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