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Autore: Liveandlove    22/01/2018    3 recensioni
Abito all'ultimo e settimo piano della mia palazzina. A quest'altezza uno si aspetterebbe di essere circondato da tetti popolati da antenne tv e piccioni appollaiati su cornicioni e mattonelle, invece la mia vista è otturata da un altro palazzo. Da un paio di settimane a questa parte in quell'appartamento si è trasferito un ragazzo che ha deciso di mettersi contro la persona sbagliata. Si sbaglia di grosso se pensa che basti una leccata al suo ghiacciolo per fottermi.
ATTENZIONE: la storia contiene un linguaggio/scene violente e di sesso. Ho impostato il rating arancione solo per permettere anche a chi non ha un account di poter accedere alla storia.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Right in front of you

Sette

Jeon Jungkook
 


ATTENZIONE: questo capitolo contiene scene particolarmente forti
 

Con precisione lisciò il colletto della sua giacca di pelle preferita e si guardò allo specchio. Quella giacca nera di pelle gli era costata un occhio della testa, però ne era valsa la pena, gli stava a pennello. Fece una giravolta sotto lo spruzzo del profumo controllato dal suo indice, e si considerò soddisfatto. “Ti conviene metterti quei jeans che ti ho fatto per il compleanno, ti fanno il culo perfetto” commentò il suo compagno di stanza che dal suo letto lo osservava sfogliando il suo libro di ricette. “Jin, sto andando a trovare un ragazzo che è a casa con l’influenza, quanto pensi possa importargliene del mio culo?” A quella domanda, sul viso del ragazzo con la tuta rosa, comparve un sorrisetto che l’altro non aveva mai visto in vita sua. “Oh, mio piccolo ed ingenuo Jungkook. Fidati, ci farà caso. A meno che questo non sia tuo fratello o un qualsiasi amico.” A quelle parole, il ragazzo di fronte allo specchio si colorò di porpora, lasciando che le sue goti rispondessero con chiarezza a quelle parole. Conosceva da un po’ il suo convivente, si era trasferito lì da ormai 1 anno e mezzo, - dopo aver trovato il suo annuncio su internet di un monolocale da condividere, per ragazzo silenzioso e pulito - eppure non si conoscevano realmente quanto avrebbero dovuto; quell’appartamento era animato da un via vai continuo, in cui non c’era spazio per una conversazione e se ce ne fosse stato, di certo Jungkook non era mai stato un ragazzo di molte parole. Sapeva ben poco di Seokjin, a parte i suoi evidenti gusti sessuali e la sua maniacale passione per la cucina e per la pulizia, ma quest’ultimo sapeva ancora meno del giovane - e fino a quel giorno non aveva mai sospettato della sua sessualità.

Il paio di jeans in questione comparve dal nulla e atterrò proprio fra le sue mani. “Come pensi che riesca a conquistare ogni ragazzo che voglio? Il ragazzi sono semplici, basta saper mantenere vivo il loro interesse.” Con fare molto poco virile, chiuse l’anta dell’armadio con l’anca. Davvero, non era abituato a quel SeokJin; sebbene fosse a conoscenza delle sue tendenze, non avevano mai avuto tutta questa confidenza, e di conseguenza non si era mai presentata l’occasione di assistere a quell’aspetto.

Sbattendo le ciglia un paio di volte, ancora perplesso, lo ringraziò e face come consigliato; ne uscì fuori che aveva totalmente ragione, in quel modo non poteva non passare inosservato. Prima di uscire, fissò esitante il coinquilino e finalmente si decise a sputare ciò che aveva in mente da giorni “senti, so che stai avendo difficoltà con le spese dell’università. Nel pub dove lavoro cercano un aiuto cuoco, forse ti può interessare.” Dette quelle parole lasciò l’appartamento e si diresse verso la macchina. Destinazione: casa di Taehyung, il quale si era dovuto prendere un paio di giorni di riposo poiché qualche suo collega di università gli aveva attaccato l’influenza, così, aveva deciso di cogliere l’opportunità per fargli visita; non era facile ammetterlo, ma gli mancava da morire. Non si vedevano da ormai più di una settimana, ed al solo pensiero di quel ragazzo schietto e vivace, un un sorriso gli scappava dalle labbra. Si erano incontrati per la prima volta poco più di un mese fa, e quella stessa sera, avevano capito entrambi, che il loro non sarebbe stato un semplice flirt. Per Jungkook era tutto nuovo: non aveva mai avuto una vera e propria relazione, ma soprattutto, non aveva mai scoperto questo lato di sé. Non si apriva a nessuno, poiché, come poteva pretendere la comprensione degli altri se lui stesso si sentiva così perso? Nonostante ciò, l’arrivo di quel ragazzo dagli occhioni color nocciola e dall’atteggiamento diretto e spontaneo, lo avevano stravolto totalmente. Fino ad allora, era convinto di conoscersi almeno un minimo: le poche cose di cui era fermamente certo, erano la sua passione per il canto e la sua eterosessualità. Eppure quella sera, non aveva mai guardato nessuno come aveva fatto con Kim Taehyung, sfasciando così, una delle sue poche certezze.
Da quel giorno aveva imparato non solo a conoscere nuovi aspetti di se’ stesso, ma anche ad apprezzare e comprendere il ragazzo in questione. Capì che probabilmente nessuno si conosce appieno, - proprio come gli aveva confessato Tae - e che in realtà tutti in fondo si sentono un po’ sperduti, ma ciò non doveva costituire un freno alle tante possibilità di conoscere gli altri ed essere felici. Sicuramente ora non si sentiva in diritto di fare il mentore di vita, ma quella volta, si era sentito obbligato a dare quella dritta a Shin-ae. Shin-ae era l’unica persona con cui aveva stretto un vero rapporto, - prima di Taehyung - poiché era l’unica con cui aveva piacere parlare ed aprirsi, per non menzionare le loro molte similitudini. Tuttavia, quella ragazza, a differenza sua, si era costruita attorno una vera e propria fortezza, evitando tutto ciò che le avrebbe potuto creare problemi, e dopo tutti questi anni egli ancora non ne aveva individuato il motivo - il ché era strano, poiché al suo occhio perspicace non sfuggiva quasi nulla.

Dopo ben mezz’ora di guida, arrivò di fronte all’indirizzo designato. Kim Taehyung, viveva a Seoul e ad ogni loro appuntamento si incontravano a metà strada, oppure rimanevano a Daegu - poiché a detta del più grande, era molto più tranquilla ed era più comodo per Jungkook, il quale aveva molti lavori part-time - tranne per quella fatidica sera in cui aveva visitato per la prima volta a casa sua, ed era andato tutto a puttane. Nei giorni successivi non c’era più stata la possibilità di incontrarsi - fino ad allora, anche se si erano sentiti per messaggi - e così, aveva deciso di sfogarsi con Shin-ae, la quale con i suoi soliti modi di fare aveva cercato di rassicurarlo. In ogni caso, la cosa più importante di quell’incontro fu, non solo l’avvicinamento tra i due, ma la piccola scintilla negli occhi di lei. Jungkook non aveva mai incontrato una persona più forte e lucida di lei in tutta la sua vita - è questo uno dei motivi per cui inizialmente si era sentito attratto da lei, quasi da portarsela a letto - ma quella volta, quando gli aveva accennato di quel ragazzo, aveva percepito qualcosa di diverso.
Arrivato al cancello di ferro, suonò al citofono sporgendosi dal finestrino della macchina. Di fronte a quell’enorme villa circondata da alberi, ancora non riuscì ad abbandonare lo stupore della prima volta. In quell’immensa abitazione con facciate di pietra rossa immersa nel sempreverde, non poteva immaginare quanto il castano si sentisse solo.
Ad un rumore elettronico seguì l’apertura del cancello, permettendogli l’accesso al parcheggio; una volta posizionata l’auto, proseguì verso l’entrata principale della casa dove trovò la porta aperta. Lasciò le scarpe all’ingresso e non vedendo nessuno, chiese “ehm, Tae? Sono io.” Una voce riecheggiò dal piano di sopra, in risposta alla sua.
Nonostante la confusione e la poca lucidità di quella sera, ricordava abbastanza bene il percorso dal salotto alla sua camera, - dove presupponeva che fosse - che si trovava proprio al piano superiore; si fece strada lanciando occhiate curiose nelle varie stanze pulite ed ordinate, delle quali aveva un ricordo sbiadito. Ogni oggetto, ogni mobile sembravano disegnati su misura da lui stesso e posizionati con accortezza, mentre i colori, abbinati alla perfezione slittavano dal chiaro allo scuro senza stonare; era tutto impeccabile. Una volta di fronte alla porta rifinita da decorazioni eleganti, bussò lievemente ed in seguito ad un “entra pure”, abbassò la maniglia. Il castano si trovava immerso fra le coperte del suo immenso letto a 2 piazze e mezzo, dallo stile moderno e raffinato. Al suo fianco, un comodino affollato di medicinali. Malgrado il suo aspetto debole, i capelli gli ricadevano perfettamente lisci sulla fronte e quei maledetti occhi che avevano incantato il giovane sin da subito, erano accesi e sorridenti contornati delle piccole pieghe d’espressione. Dannazione, aveva davvero voglia di saltargli addosso, ma non poteva; doveva tenersi a distanza almeno per quel giorno. Una volta che l’altro lo scrutò per bene dalla testa ai piedi, per poco non si lasciò scappare un fischio, “cavolo, se avessi saputo che ti saresti conciato in questo modo mi sarei vestito anche io a dovere” scherzò mentre con una mano lo incitò a farsi avanti. “Non ci vediamo da un po’, volevo fare bella figura” Con cautela si sedette all’angolo del letto, non sapendo improvvisamente che cosa dire. Malgrado il suo aspetto sorridente, mostrava delle grandi borse e la pelle olivastra era piuttosto spenta.
“Come stai?” Gli chiese preoccupato, studiandolo ed addentrandosi in quelle grandi nocciole che si ritrovava al posto degli occhi. “Adesso meglio, l’ultima volta che mi sono misurato avevo solo 37,5 C°. Però c’è qualcosa che potrebbe farmi stare ancora meglio.” A discapito del buon occhio di Jungkook, essendo ancora un inesperto nelle relazioni, era inevitabile che certe cose gli sfuggissero. “Ci sono io quì, puoi chiedermi tutto ciò che ti serve.” Nella sua mente iniziò a passare in rassegna ciò che aveva portato con sé. “Non credo sia una buona idea, lo dico per te.” Taehyung sperò che in questo modo cogliesse il piccolo indizio, ma il giovane non ne aveva la più pallida idea. “Certo, non ti preoccupare, chiedi pure” rispose ancora pensieroso. Un sorriso si fece spazio sul viso del più grande, - il quale decise di approfittarne - e diede un paio di pacche al cuscino al suo fianco per svelare finalmente la richiesta. “Ho bisogno di te, ecco di cosa ho bisogno per riprendermi.” Senza farselo ripetere due volte si posizionò al suo fianco facendo intravedere i suoi incisivi da coniglietto, e lasciando la sua preziosa giacca di pelle su una sedia. Non gli importava affatto di prendersi una stupida influenza se era questo che serviva per farlo stare meglio, ed l’altro era abbastanza egoista da volerlo tutto per sé anche in quel momento.
“Ma mi vuoi far impazzire tu? Perchè ti sei messo questi pantaloni proprio oggi?” Emettendo un sospiro si passò una mano fra i capelli ed alzò le coperte facendogli spazio. Seguì ogni movimento del suo corpo, in particolare del suo fondoschiena che  - malgrado le sue condizioni - in quel momento gli avevano fatto venire pensieri davvero poco casti. Quei jeans così attillati mostravano apertamente la forma di quei glutei così tonici, facendogli venir voglia di tastarli ed assaporarli. Non appena sotto le coperte, questo lo tirò a sé ed inspirò profondamente il suo dolce profumo - ormai poteva definirlo odore di casa - e portando la mano sul suo tanto desiderato fondoschiena, strizzò leggermente. “Cavolo, se mi sei mancato.” “Tae, ma che fai!” Si lamentò l’altro quando sentì la sua stretta farsi più decisa; non voleva che le sue voglie degenerasse, doveva cercare di contenersi ed in quel modo non lo stava aiutando affatto. “Che c’è? Te la sei cercata! Con questo culo perfetto e questi jeans te lo saresti dovuto aspettare” rispose ridacchiando, mentre l’altro  cercò di ignorarlo e distrarsi attorcigliando le gambe fra le sue, ed inalando il profumo della sua pelle dall’incavo del suo collo; constatò anche che la sua temperatura corporea non era poi così sopra la norma.
“Eh scusami per l’altra volta, non potevo lasciare Jimin. Era ubriaco fradicio, in balia di una tipa che cercava di stuprarlo in tutti i modi.” In risposta, l’altro annuì e finalmente si allontanò leggermente per guardarlo. “Non ti preoccupare, ormai sei quì.” Tutti quei giorni di lontananza furono riempiti da dolci carezze e da sguardi intensi che valevano più di mille parole. Una volta per tutte, il più grande si decise a far scontrare le sue labbra con quelle del moro, lasciandole unire in una perfetta sinfonia melodica di passione e dolcezza. La sua mano raggiunse la chioma del suo amato, stringendo e scollegando i cavi dal cervello.
Ci volle un millisecondo affinché quel tenero bacio casto si trasformasse in un turbine di passione - proprio quello che cercava di evitare Jungkook. La carne di uno richiamava quella dell’altro, portandoli in un vortice impetuoso di emozioni che guidava ogni singolo muscolo del loro corpo, dalle labbra infuocate, alla lingue che slittano sinuose, ai bacini prorompenti, sino ai piedi scalpitanti che strusciano e si incastrano fra loro con veemenza. Prima che quel furore si impossessasse totalmente di lui, il più piccolo si sciolse con amarezza dal contatto e trasformò la stretta fra i suoi capelli in una leggera carezza. Dio solo sa’ quanto aveva aspettato quel momento, però non poteva, non con Taehyung in quelle condizioni.
Non si conoscevano poi da così tanto, però in quel breve periodo si erano avvicinati molto - ormai era come se si conoscessero da anni - e Jungkook aveva imparato che dietro a quel buffo sorriso a scatola, questo celava molto spesso le sue preoccupazioni e sofferenze. Probabilmente anche in quel momento dietro quegli occhietti sorridenti, nascondeva quanto stesse male in realtà. “Che hai?” Quel distacco aveva lasciato perplesso l’altro. “Sono venuto quì per prendermi cura di te, non per affaticarti di più. Dovrei lasciarti riposare. Scusami davvero.” Ancora cercando di recuperare il respiro, questo puntò gli occhi fissi nei suoi. “Mi sento meglio, sul serio. Non ho bisogno che tu mi faccia da balia, ho bisogno di te.” Non si lasciò convincere da quelle parole: una delle tante cose che aveva scoperto di Tae, era il suo talento nella recitazione; gli aveva anche parlato del suo sogno di diventare attore un giorno, ed utilizzava molto spesso questa capacità a proprio vantaggio. “No
io, dico davvero. Ti capisco, però-“ “Però, però una minchia. Dio, certe volte ti devo tirare fuori le cose con le pinze mentre ora non chiudi proprio il becco. Se ti dico che sto bene, fidati di me cazzo” detto questo il più grande si fiondò nuovamente su quelle soffici labbra quasi in modo violento ma addolcendosi mano a mano, approfondendo e spingendosi contro di lui cercando di fargli capire di cosa aveva realmente bisogno. Senza mettere più in dubbio altro, l’altro rispose con lo stesso fervore e si decise finalmente a lasciarsi trasportare; il momento tanto atteso era arrivato. La sua mano raggiunse lentamente i fianchi dell’altro, scoprendoli con delicatezza dal pigiama di seta ed accarezzando con movimenti delicati la pelle nuda. Nel frattempo, i due, con gli occhi puntati l’uno in quelli dell’altro, non avrebbero interrotto quello sguardo carico di desiderio neppure se fosse scoppiata la Terza Guerra Mondiale.
Non potendo più sopportare quell’attesa straziante, il castano fece scivolare via i jeans attillati dell’altro accarezzando attraverso i boxer il suo membro scottante, gesto che gli provocò piccole scosse elettriche. Jungkook era ancora meravigliato di tutte queste nuove sensazioni - con nessuna ragazza si era mai sentito così eccitato - e non avrebbe mai pensato di provare una brama così ardente per qualcuno, ma soprattutto non per un ragazzo, non per Kim Taehyung. Finalmente tolse di mezzo quel pezzo di stoffa e quando afferrò con fervore la sua lunghezza, l’altro non riuscì a sopprimere il gemito che gli scappò dalle labbra, il quale alle orecchie dell’altro suonò come una dolce melodia che contribuì a crescere il suo prorompente desiderio. Prima di andare avanti intensificò lo sguardo nel suo “sei sicuro? Posso fermarmi quando vuoi.” Il più piccolo socchiuse gli occhi e ad afferrò con sicurezza la presa delle sue mani attorno al suo organo, dando una chiara risposta alla sua domanda. Per la prima volta non dovette ripensare mille volte alle sue azioni; non era mai stato più sicuro di allora. Il più grande si mise a cavalcioni su di lui e dopo un ultimo dolce bacio, scivolò giù, arrivando fino al suo membro in erezione. Al solo respiro che carezzava la punta del suo organo, un sospiro carico di desiderio sfuggì dalle sua bocca e finalmente, quando questo fu totalmente avvolto da quelle dolci labbra, si morse il labbro per evitare di iniziare a gridare come una femminuccia. Quelle sensazioni tanto piacevoli erano una totale novità: aveva già avuto rapporti sessuali con altre ragazze, ma quelle volte gli si era alzato a malapena e con fatica era riuscito a finire l’atto - cosa che fu scambiata dalle ragazze come segno di virilità.

Prima di raggiungere il climax, l’altro si staccò, scivolando lentamente fino alla fine del prepuzio e con gusto assaporò i liquidi che ne erano fuorusciti. Jungkook non era affatto abituato a quella vista, ma il modo in cui l’altro si destreggiava ed il suo sguardo sensuale lo eccitavano come mai, non lasciandogli nemmeno lo spazio per riflettere. A quel punto, il più giovane prese il sopravvento ed una volta invertite le posizioni, scaraventò il pigiama dall’altra parte della stanza, lasciando il corpo minuto di Taehyung totalmente nudo. Cavolo, non aveva mai visto nulla di più bello in vita sua; quella, ai suoi occhi era vera e propria arte, e anche se non ne era un appassionato, apprezzava eccome. Senza nemmeno prendersi il tempo di recuperare il fiato, iniziò lasciando una scia di baci caldi per tutto il suo torso, succhiando e leccando con avidità, come se volesse marchiare il proprio territorio; scivolò giù, fino ad arrivare al bacino e con una lentezza inesorabile, - a parere dell’altro - accolse tutto il suo membro, percorrendo lentamente il perimetro del suo organo, per poi aumentare sempre di più la velocità. Inevitabilmente il più grande portò le mani fra i suoi capelli e strinse come se non avesse mai assaporato sensazione più piacevole - il che era vero, poichè nonostante i suoi numerosi rapporti, Kim Taehyung non aveva mai provato questa combinazione devastante di sesso e sentimenti; ne era leggermente spaventato, - si era sempre detto che a lui non sarebbe mai successo - però allo stesso tempo non riusciva a frenare quelle emozioni che ad ogni sguardo gli faceva perdere un battito. La sua fronte iniziò a popolarsi di goccioline e quando stette per arrivare all’apice, fermò il più piccolo ed agilmente tornò sulla sua sommità. Si guardarono intensamente per chissà quanti minuti, ma né il tempo, né altro sarebbe stato capace di spegnere quel fuoco.
“Cavolo Jungkook, com’è possibile che esista qualcuno come te?” A queste parole il ragazzo non poté che arrossire. Nessuno gli aveva mai parlato in quel modo, nessuno lo aveva mai fatto sentire in quel modo. Si sentiva traboccante di desiderio e di felicità. “Dio, pure quando arrossisci sei perfetto.” “Finiscila Tae.” Sentendo il peso del suo sguardo cercò di interrompere il contatto voltando il capo, ma l’altro sopra di lui, riportò gli occhi nei suoi poggiando una mano sulla sua guancia. “Tu non capisci ciò che mi fai provare, Jungkook. Non ti mentirò, di ragazzi e ragazze ne ho avuti a non finire, ma è sempre stato solo sesso. Poi sei arrivato tu, con quel tuo fare riservato e con il tuo completino da barista, lo ammetto volevo solo scoparti. Però dopo aver passato quella serata assieme non sei più uscito dalla mia testa. Credevo che l’amore fosse solo un mito, eh invece…” In tutto ciò, il ragazzo al di sotto di lui, si sentiva rapito dai suoi occhi, dalla sua voce, e ad ogni singola parola il suo battito accelerava estasiato, facendo traboccare il suo piccolo cuore di felicità. Non aveva ancora ben chiaro il concetto di “amore” e di “essere innamorati”, presupponeva che fosse simile a quello provava per i genitori, - che non era poi così forte - e credeva che tutte quelle sensazioni tanto straripanti e le farfalle allo stomaco fossero solo una favola, un’invenzione cinematografica. Non aveva mai creduto di poter pronunciare quelle abissali parole, che tantissimi anni fa’ si dicevano tanto amorevolmente i suoi genitori. “Tae, io non so esattamente cosa sia tutto questo. Lo sai, sono sempre stato un essere molto confuso, ed al tuo arrivo non puoi capire che gran caos hai creato dentro di me; ma allo stesso tempo mi hai fatto conoscere la felicità, mi hai fatto capire che devo smetterla di chiudermi in me stesso. Non so se la parola “amore” identifica tutti questi sentimenti, però so di volerti al mio fianco.” Taehyung lo sentiva che prima o poi quel maledetto ragazzino lo avrebbe avrebbe fatto scoppiare in lacrime, ma non in quel momento. In quel momento voleva sentire quelle parole, quei sentimenti, voleva che penetrassero nella sua pelle più di quanto non lo fossero già. In risposta, questo si precipitò sulle sue labbra, afferrandogli i polsi e tenendoli alle estremità del letto sopra le loro teste. Affondò la sua lingua nella sua cavità, ricercando ed accarezzando quasi in modo disperato con gli occhi socchiusi, nel tentativo di trasmettergli la vastità dei suoi sentimenti. Gli tolse la maglietta spezzettando quel bacio, e finalmente poggiò la sua pelle calda sulla sua; quando i loro membri entrarono in contatto, ci fu quasi uno scoppio - quasi un incendio - che fece sibilare entrambi. La sua mano raggiunse velocemente il cassetto al fianco del letto e ne estrasse la piccola boccetta di lubrificante.
Solitamente Kim Taehyung non si fidava delle persone con cui andava a letto, preferiva mantenere i rapporti sicuri utilizzando il profilattico, ma di Jungkook sapeva di potersi fidare, sapeva che probabilmente non ci sarebbe più stato un altro uomo per moltissimo tempo. Cercò di infondergli sicurezza con i suoi occhi color castagna e dopo essersi spalmato bene il liquido fra le dita, infilò prima un dito che fece serrare forzatamente quelle labbra rosee che tanto amava. Successivamente ne infilò due e finalmente, quando al terzo dito sentì la cavità pronta, dopo un segno col capo dell’altro come a dirgli che era pronto, infilò lentamente la sua erezione, gesto che mandò piccole scosse elettriche per tutto il suo corpo. Il più piccolo inizialmente non provò altro che un dolore acuto che cercò di sopportare stringendo avidamente il labbro inferiore, ma gradualmente quelle spinte lente e profonde che andavano a toccare la prostata, divennero talmente piacevoli da supplicarlo di aumentarne l’intensità; e così fece. Nel frattempo la mano dell’altro avvolse l’altro membro in erezione accompagnando e modulando il movimento sul suo organo ad ogni spinta. Di tanto in tanto, a spezzare quei momenti di estasi, si ricercavano con lo sguardo per percepire quell’unione a tutti gli effetti, come se oltre ad un’armonia di piacere, in questa danza fossero coinvolti i loro sentimenti, emozioni ed anche anima e psiche.

Dopo aver consumato ogni voglia, arrivarono entrambi all’acme del piacere e si riversarono in modo incotrollato, bagnando i loro bacini e lenzuola. Il più grande si abbandonò al suo fianco asfissiato dai respiri e si voltò per incrociare gli occhi dell’altro. Questi ultimi splendevano come non avevano mai fatto e nonostante la stanchezza e gli affanni, un sorriso era disegnato teneramente sulle sue labbra; ed in quel momento Kim Taehyung sentì la voglia prorompente di confessargli quelle parole. “Cazzo, Jeon Jungkook. Ti amo.” Queste parole sfrattarono via quel dolce sorriso, che dopo qualche istante di attesa fecero reagire il castano. “Non sto cercando di metterti fretta, non mi devi per forza rispondere, - si passò una mano fra i capelli impregni di sudore in modo agitato - però è così che mi sento in questo momento e se tu non provi lo stesso-“ “Tae. - richiamò la sua attenzione cercando di zittirlo - Dio, come sei logorroico. Sto cercando di trovare le parole per dirti che io non so se ti amo. - L’altro fece per riaprire la bocca ma questo ricominciò a parlare. - Ciò che provo nei tuoi confronti in questo momento, è tutto così nuovo che mi lascia ancor più confuso di prima, ma allo stesso tempo, questo sentimento è così profondo e così bello. Non ho davvero idea di che cosa sia l’amore. So’ solo che voglio stare al tuo fianco, voglio renderti felice perchè è questo ciò che provo quando sto con te; e se questo è amore, allora penso di amarti anche io.” Ci vollero un po’ di secondi affinché il cervello di Tae elaborasse tutte quelle parole, e quando finalmente ne realizzò il significato, il suo sorriso quadrato animò il suo viso e si fiondò sulle sue labbra. Traboccava di gioia e questo fiume in piena voleva sfociare in un torrente di lacrime, ma questo riuscì a contenersi. “Mi hai fatto prendere un colpo, diamine Kookie.” “Kookie?” Se lo era appena inventato in quel momento quel soprannome, e gli piaceva; stava davvero a pennello a quel ragazzo che somigliava ad un coniglietto. “Esattamente, trovo che si adatti benissimo a questo faccino da coniglietto!” “Coniglietto?” Inarcò le sopracciglia non sapendo se prenderlo come un complimento o come una presa per il culo; nel dubbio, decise di punirlo - nessuno si era mai permesso di dargli un soprannome - e così si fiondò sull’altro per fargli il solletico, toccandolo nelle zone più sensibili facendo arricciare e contorcere l’altro mozzato dalle risate, il quale tentò di scappargli - ma questo evidentemente non aveva speranze contro la sua forza. “Cavolo Kookie, ma vai anche in palestra?” “No, sei tu che sei deboluccio caro Tae.” Questo gli rivolse uno sguardo di fuoco che lo fece ammorbidire ed alzare le mani in segno di resa, per poi finire il gioco in un dolce abbraccio.
“Se quella sera non mi fossi presentato io con il mio sorriso mozzafiato, come avresti fatto? Adesso non saremmo quì probabilmente.” Il castano aveva ragione, di sicuro se non fosse stato per lui, Jungkook non si sarebbe mai fatto avanti. Malgrado avesse provato attrazione sin da subito, avrebbe cercato di sopprimere quella voglia; insomma, a lui che piacevano i ragazzi? Nessuno se lo sarebbe mai immaginato. “A proposito di quella sera, chi era il festeggiato?” Lo sguardo di Shin-ae gli passò per la mente e decise che forse avrebbe potuto scovare qualcosa. Un’altra cosa che aveva imparato da Tae, era quella apprezzare ciò che si ha e tenerselo stretto. “Uno dei miei migliori amici, Yoongi. Come mai me lo chiedi?” Chiese con fare indagatorio.
Tae non era mai stato un tipo geloso, anzi, in ogni relazione era sempre il primo a definire i propri spazi, eppure in quel momento non poteva evitare di sentirsi sfiorato da quella sensazione sgradevole. “No, niente. E’ solo che la mia collega mi ha raccontato di avere dei problemi con lui.” A questa risposta, il castano si sentì alleggerito da quel peso. “Lo conosco sin dagli anni delle medie, e se fa così è perchè vuole qualcosa. E da quel che ricordo la tua collega è una bella ragazza, perciò fidati che quel che vuole è portarsela a letto.” Il moro annuì lentamente e si perse fra i suoi pensieri. Cosa avrebbe dovuto fare? Per Shin-ae sembrava essere molto di più di un ragazzo da scopare. Erano solo amici, dopotutto; era il caso di intromettersi? Inoltre era stato proprio lui a dirle di lasciarsi andare.
“A che pensi?” Il suo amato, nel frattempo l’aveva fissato ammaliato dalla sua bellezza per tutti quei minuti. Sul suo torso pallido aveva cominciato a disegnare con il suo indice, seguendo le linee del suo corpo. “Non so… Shin-ae sembra non sembra volerselo portare a letto, dice di esserne piuttosto infastidita.” “Beh, si, Yoongi può essere piuttosto sfacciato e fastidioso soprattutto quando non ottiene ciò che vuole. Mi hai dato una preziosa informazione, avrò qualcosa su cui stuzzicarlo. - disse sorridendo maleficamente - Comunque non è un bene che non abbia ceduto? Cosa c’è che non va?” Era incerto se esporre i propri pensieri, dopotutto era solo una sua impressione ed erano fatti di Shin-ae. “Prometto che non gli dico niente se non vuoi. Anche se è un mio carissimo amico, è te che amo, non lui.” Queste parole lasciarono stupiti entrambi, gli erano uscite dalla bocca come niente e sentire nuovamente questa confessione fece sorridere in modo malizioso il moro. “E quindi mi ami così tanto, eh?” L’altro arrossì violentemente. Era come se le loro anime si fossero scambiate: improvvisamente era Jungkook quello schietto e sicuro di se’. “Cioè, voglio dire che comunque non gli devo dire tutto…” L’imbarazzo del più grande facevano gli faceva venir voglia di sentire ancora e ancora quelle parole. “Quindi cos’è che provi per me?” Dio, lo trovava adorabile tutto arrossato. “Io ti… amo?” Rispose incerto, perplesso da quel suo atteggiamento. Il moro sorrise ancora una volta però questa volta con dolcezza e si lanciò sulle sue labbra.
Ti amo, Kim Taehyung.” Alla sua risposta l’altro si sentì traboccare di gioia e si lasciò trascinare da quel bacio, trascinandolo lontano dalla castità. Portò le mani dietro il suo capo, e quando finalmente fece schiantare tutto il suo corpo con il suo, la suoneria del suo cellulare riempì la stanza.
“Porca. Troia.” Imprecò a denti stretti il più grande il quale si ritrovò indeciso; era successo anche l’altra volta e non voleva che ferire nuovamente Jungkook. “Rispondi, tranquillo.” Lo rassicurò il moro, il quale era davvero tranquillo, dopotutto il loro momento di intimità lo avevano avuto, poteva aspettare ancora un altro po’. Quando quello lesse il nome “Park Jimin” sullo schermo, il proprietario lanciò lo smartphone dall’altra parte della stanza noncurante del rischio che potesse andare a sbattere su qualche angolo - poiché no, quella volta nulla era più importante di Jeon Jungkook - e tornò alle sue soffici labbra. “Vai a farti fottere Park Jimin.”

 


 

Eccomi quì, con un nuovo capitolo! 💓
Mi sono fatta attendere e so che è diverso da ciò che vi aspettavate, spero di non avervi deluso troppo 😣 non uccidetemi!
Mi sembrava giusto dedicare un po’ di spazio alla nostra TaeKook.
Non essendo esattamente abituata a scrivere scene così forti fra due ragazzi, non so come sia venuto, però spero che comunque piaccia. 🤗

Alla prossima carissimi xx

  
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