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Autore: Reginafenice    23/01/2018    1 recensioni
Ho immaginato come, qualche mese dopo la morte di Elizabeth, Ross avrebbe potuto reagire ad un incontro non pianificato con il frutto della suo adulterio, Valentine, e quali sentimenti avrebbe suscitato in lui l’avere a che fare concretamente con quel figlio mai riconosciuto una volta messo finalmente di fronte alla realtà che, per quanto dolorosa, lui non è mai stato in grado di accettare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spinse il peso del corpo del bambino su un solo braccio, per poter fare cenno ai suoi figli con l'altro di non parlare, altrimenti avrebbero svegliato quello sconosciuto che aveva pensato bene di portare loro come regalo dal viaggio.
Inizialmente Clowance, offesa dal comportamento insolitamente freddo di Ross, pensò di disobbedire all'ordine per rimproverarlo come meritava, ma decise di non farlo e rimase in silenzio, dando sfoggio del suo lato da brava bambina.
Jeremy, invece, affascinato e incuriosito da quella novità, non riuscì a trattenersi e sussurrò, "Papà, ti abbiamo sentito arrivare. Perché non ce lo hai detto prima che saresti tornato così presto? Chi è lui?"
Ross rispose altrettanto a bassa voce "Volevo farvi una sorpresa!" Poi, indicando con gli occhi il piccolo, aggiunse, "E' una lunga storia. Ti dispiace se lo poggio sul tuo letto?"
Mentre saliva le scale per raggiungere la camera da letto di Jeremy si scontrò con Demelza, la quale esplose in un grido di gioia nel vedere suo marito così inaspettatamente davanti ai suoi occhi.
"Sangue di Giuda, Ross!" Non fece in tempo ad aggiungere altro che prontamente Clowance la zittì, "Shh! Mamma non vedi che quello lì sta dormendo?" Ross avrebbe dato qualsiasi cosa per baciare sua moglie, impaziente di sentire le labbra premere contro le sue, ma per il momento si limitò a stringerle la mano, con tutta la forza che il suo desiderio rendeva necessaria.
Demelza tornò indietro e si precipitò ad aprire la porta della stanza per rendere il passaggio più agevole per Ross.
Non appena la testolina del piccolo toccò il cuscino arrivò Garrick, anche lui curioso di conoscere il nuovo arrivato, e iniziò ad annusarlo. Ross pregò che per qualche strana ragione non si mettesse ad abbaiare proprio in quel momento e fortunatamente non lo fece.
Il viso del bambino era ancora infagottato in quel pesante manto di lana che in qualche modo lo aveva salvato, quindi decisero di aspettare ancora un po’ prima di toglierlo dal caldo a cui si era abituato.
"Lasciamolo riposare. Ha affrontato una cosa molto brutta" disse Ross rivolto principalmente ai due bambini. Tutti insieme si diressero fuori dalla stanza, socchiudendo silenziosamente la porta.
Scesero le scale e si riunirono nel salotto, finalmente liberi di parlare. Ross si guardò intorno cercando tracce di Prudie e quando non ne trovò neanche una, preferì non chiedere.
"Ross che cosa è successo?" Chiese Demelza, tutta affaccendata a preparare qualcosa di caldo da dare al piccolo sconosciuto.
"Sono morti tutti e lui è l'unico sopravvissuto alla bufera di neve. L'ho trovato miracolosamente vivo in una carrozza ormai irrecuperabile".
Si tolse giacca e cappello e sprofondò nella poltrona più vicina al camino.
"Santo cielo! Come è possibile?" Demelza si portò una mano alla bocca, estremamente dispiaciuta per quello che aveva appena sentito.
"Già. Spero che qualcuno si faccia vivo per cercarlo."
Clowance gattonò fino ai suoi stivali cercando di attirare la sua attenzione ma, anche se si accorse di lei, Ross fece finta di ignorarla per poter vedere la sua reazione. La piccola infatti non tardò ad esplodere, "Perché non mi vuoi parlare?"
Ross, allora, la prese con un gesto rapido in braccio e le baciò la fronte, "Come puoi pensare una cosa simile?"
Clowance si rassicurò e si strinse forte al suo papà, "Lo sai che Prudie non è più tornata da quando è andata a portare a zia Caroline una lettera della mamma? Forse non tornerà mai più."
Jeremy rise dell'ingenuità della sorella.
"Non crederle. E' solo stata trattenuta per qualche giorno dalla neve" aggiunse Demelza, mentre cercava di capire quale fosse l'umore di Ross in quel momento.
"Ti ha detto come si chiama?" Gli chiese dolcemente.
Ross scosse il capo, "Non ha voluto dirmelo. E' piuttosto furbo il ragazzo!"
"Ma non pensi che dovremmo saperlo subito?"
"Adesso non credo sia il caso di disturbarlo. Ci penseremo domani mattina, non è vero Jeremy?"
Il figlio maggiore annuì ma presto si pose il problema di dove avrebbe dormito se il suo letto era stato occupato da qualcun altro.
"Scusate, ma avete pensato a dove farmi dormire?"
Ross sopirò pesantemente al pensiero che avrebbe dovuto aspettare ancora un'altra notte prima di potersi rannicchiare nel suo letto affianco a Demelza.
"Credo non ti dispiacerà dormire con la mamma, solo per questa volta."
Demelza sorrise verso di lui, ricevendo in cambio un occhiolino malizioso.
"Vai Jeremy, prima che papà ci ripensi!" Lo spinse leggermente in avanti per avvicinarlo alle scale.
Intanto la piccola Clowance dormiva beatamente tra le braccia di Ross, sperando di rimanere così per sempre. Era molto affezionata al suo papà e, ogni volta che doveva separarsi da lui, non risparmiava le lacrime, tentando invano di convincerlo a restare.
Ross pensò a quel bambino e a quanto anche a lui mancasse suo padre, a come aveva dovuto sentirsi solo al momento del suo risveglio in quella fredda carrozza e fu felice di aver cercato di fargli sentire un po’ di calore paterno mentre lo aveva tenuto stretto sul suo cavallo.
Demelza si sedette su un bracciolo della poltrona e iniziò ad accarezzare i folti riccioli neri che ricoprivano la sua testa, in una maniera così dolce ma al tempo stesso seducente che Ross non riuscì a resistere, allungandosi per cercare le sue labbra. Quel bacio fu un ritorno a casa ancora più intenso di quanto si immaginava.
Facendo attenzione a non svegliare Clowance, Ross e Demelza si divisero lentamente conservando il sapore l'uno dell'altra, mentre i loro occhi comunicavano perfettamente senza bisogno di spiegarsi con le parole.
"Vado a metterla a letto" disse Ross.
Demelza annuì e a Ross parve di non averla mai vista così serena.
"Io controllo il piccolo che sta su e, se ha fame, gli darò un po’ di latte caldo."
Arrivata in camera di Jeremy, aprì la porta e trovò il bambino in preda ai deliri della febbre. Si rimproverò per non averci pensato prima e aver aspettato così tanto a salire per controllare in che condizioni stesse, ma presto si liberò da qualsiasi tipo di pensiero e si adoperò a prendere una bacinella di acqua fredda in cui intingere delle pezze da mettergli sulla fronte.
Ross si affacciò alla porta per capire quello che stava succedendo e, quando la situazione si fece chiara, iniziò anche lui a preoccuparsi.
   
 
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