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Autore: LightingThief    23/01/2018    1 recensioni
L'annuncio del Torneo Tremaghi, che quell'anno si terrà ad Hogwarts, scuote particolarmente gli animi degli studenti e chiunque vuole partecipare per ottenere fama e gloria. Ma il Ministro della Magia Sengoku impone un'unica regola: solamente i ragazzi appartenenti al sesto ed al settimo anno potranno prendervi parte.
Così iniziano le avventure dei ragazzi, che dovranno affrontare un anno più difficile degli altri sia per via del torneo sia per la convivenza con gli studenti provenienti dalle altre scuole. Affronteranno il famoso Ballo del Ceppo e soprattutto dovranno risolvere enigmi e prove.
Ma chi verrà scelto dal Calice di fuoco?
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Questa è una ff Crossover con i personaggi di One Piece catapultati nel mondo di Harry Potter. Spero che l'idea possa piacere e che soprattutto diverta.
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13. Ability

La grande biblioteca del castello era vuota da prima di cena. Bibi aveva fatto il suo ingresso in quel posto stringendo fra le mani un permesso firmato dal Professor Satch che le consentiva di accedere al reparto proibito per prendere due libri che forse sarebbero potuti interessarle. Si trattava di creature quasi mitologiche e poco documentate, quindi sui normali libri non vi era nulla che aiutasse la ragazza a mettere in atto una strategia per provare a sconfiggere uno di quegli esseri. Perché di questo si trattava. Sarebbe stato uno scontro decisamente impari, ma le regole parlavano chiaro e lei non poteva far niente se non accontentare ciò che il torneo richiedeva di fare. In un primo momento si era lasciata prendere dall’ansia e dalla preoccupazione, aveva raccontato tutto a Nami ed a Koala, che l’avevano ovviamente rincuorata, ma poi rischiò seriamente di scoppiare a piangere quando provò a spiegare il problema a Pell.
Come si sconfiggevano dei mostri simili? 
Per lei non c’era praticamente scampo, nonostante le  loro parole di conforto, e quella sera, mentre tutti erano al banchetto, rischiò letteralmente di gettare all’aria ogni singola cosa che era poggiata sul tavolo. C’erano appunti scritti a mano, libri così vecchi che le si stavano sbriciolando fra le dita, e lei era sola a cercare una soluzione. Aveva trovato qualche informazione vaga, niente che potesse aiutarla davvero. Ad esempio aveva scoperto che gli Occamy deponevano uova in argento e che soprattutto occupavano tutto lo spazio che potevano.  Non capì bene che cosa volesse dire, ma se lo appuntò mentalmente, in caso le fosse capitato quell’essere che piaceva tanto alla professoressa Bay. Per il resto, sulle altre due, non riuscì a capire molto se non che uno era un mostro la testa da leone, il corpo da capra e la coda da rettile, decisamente aggressivo, e che l’altro era un ragno gigante. 
Era spacciata e se ne rendeva sempre più conto perché non poteva farci nulla. Sbatté con forza un pugno sul tavolo, facendo cadere il calamaio fortunatamente chiuso, e poi s’accasciò sulla superficie lignea, provando a cercare una calma interiore che le mancava da parecchio. 
«Signorina Nefertari, questo è un reparto proibito e l’orario non è dei migliori, che cosa ci fai qui?»
Una voce roca e profonda la fece sussultare immediatamente, rivolgendo così le grandi iridi scure in direzione del professore di difesa contro le arti oscure. Crocodile si erigeva avvolto nel suo mantello, mentre scrutava con attenzione la figura della studentessa, tenendo gli occhi socchiusi. E quella, in tutta risposta, gli mostrò il foglietto firmato dal professor Satch quasi a volersi giustificare della sua presenza nella biblioteca a quell’ora tarda. 
Il professore lo lesse con attenzione e poi gettò un occhio sui libri presi e sugli appunti scritti sulle varie pergamene sparse sul tavolo ed allora lo diede indietro alla ragazza.
«Capisco—…»
«Mi dispiace, poso tutto e vado.
» commentò la ragazzina richiudendo i libri, con aria decisamente abbattuta. 
«Posa i libri e vieni con me nel mio ufficio.» 
«Cosa? Non—… non mi ero resa conto dell’orario, ha ragione. Se deve mettermi in punizione lo faccia pure.»
«E chi ha parlato di punizione, Nefertari?»
A quelle parole la ragazza dai capelli turchesi sollevò lo sguardo leggermente confusa. Non era un modo implicito per metterla in punizione? No, decisamente no, ed infatti il professore si diresse verso la fine del corridoio, attendendola quasi con impazienza. E lei, in tutta risposta, chiuse i libri e corse a posarli, recuperò il resto delle proprie cose sparse sul tavolo e finalmente lo seguì lungo la biblioteca.
Il professore di Difesa era decisamente strano, o meglio era fuori di testa secondo lei, perché in classe aveva mostrato loro l’uso delle maledizioni senza perdono. Lei ne aveva sentito parlare da suo padre, visto ciò che le riferiva riguardo la Corte, ma vederle di persona fu terrificante, specialmente l’anatema che uccide. Però, eccezione fatta per quella lezione terrorizzante, il resto era stato fantastico. Aveva insegnato loro degli incantesimi nuovi per difendersi, e Bibi provava ad esercitarsi ogni giorno nella speranza che potessero servirle in qualche maniera. In fondo lui era un auror anche piuttosto famoso e riconosciuto, aveva sbattuto parecchi criminali ad Azkaban, quindi decise di seguirlo senza fare domande. 
Lungo i corridoi della scuola non vi era nessuno, il che rendeva la notte di Halloween davvero spettrale, vide passarle di fianco il fantasma di Brook dei Grifondoro, il loro fantastico protettore, ma lei non gli rivolse alcun sorriso, forse perché non ne aveva la forza. Tutti dovevano essere al banchetto e probabilmente ci sarebbe voluta andare pure lei, però aveva tante cose da fare, anche perché la prima prova era ormai alle porte, mancavano solamente tre giorni e lei doveva capire come affrontare quegli esseri. 
Svoltarono l’angolo vero la loro classe di Difesa e poi, una volta dentro l’aula, il professore le fece cenno di seguirlo al piano di sopra presso il suo studio. Con fare incerto Bibi s’apprestò a seguirlo, anche se non aveva mai messo piede li dentro, ed allora vide un ambiente spoglio, fatto libri, tanti libri, e pergamene varie. Bauli accatastati da una parte ed oggetti strani posti su una grande libreria. Decisamente un posto peculiare e che si addiceva a Crocodile, che tranquillamente prese posto sulla poltrona girevole posta dietro la grande scrivania in legno. 
«Accomodati, Nefertari.»
Il tono non sembrava ammettere repliche ed allora la ragazza obbedì, andandosi a sedere su una delle sedie poste invece dal lato opposto. Lasciò cadere la propria borsa a tracolla dove teneva i libri, ed allora emise l’ennesimo sospiro, non sapendo bene che cosa potesse volere adesso il professore. 
«Casualmente la campionessa di Hogwarts stava consultando un libro nel reparto proibito alla ricerca di informazioni su occamy, chimere, ed acromantule, il tutto a pochi giorni di distanza dalla prima prova.»
Il cuore della ragazza prese a martellare nel petto. Non poteva minimamente accusare il professor Phoenix di averle detto che cosa nascondeva la prova, anche perché sarebbe stato scorretto. 
«Professore io—…»
«Big Mom ha avvertito i suoi ragazzi prima ancora che tu ne fossi a conoscenza, rilassati, non sono qui per metterti in punizione o farti la ramanzina. Hai già abbastanza problemi di tuo—…» commentò Crocodile fissandosi l’uncino che aveva al posto della mano, ed allora si prese un sigaro, che teneva in uno dei cassetti della scrivania, e se lo accese usando semplicemente la bacchetta. «Allora che cos’hai scoperto in più su quelle bestie? Sei giunta a qualcosa di concreto?»
Stupita come non mai Bibi si ritrovò a sfarfallare più e più volte le lunghe ciglia, ritrovandosi confusa da quella domanda. Improvvisamente, però, le parole scaturirono dalle sue labbra senza il minimo sforzo, come se avesse davvero bisogno qualcuno con cui parlarne.
«No. Non c’è molto nei libri su quelle creature, sono tutte classificate XXXXX e poi sono anche pericolose, molto pericolose e noi dobbiamo affrontarle.» 
«D’accordo, fin qui ci siamo, ma hai trovato una strategia per provare a metterle fuori combattimento?»
Domanda più che logica, che però fece arrossire la ragazza perché effettivamente non aveva concluso niente.
«Incantesimi di difesa—…»
«E l’offensiva dove la vuoi mettere, Nefertari? Difendendoti non vincerai la prova, devi combattere e non difenderti.» protestò Crocodile sbuffando una nube di fumo nella sala, ed allora la ragazza allargò le braccia, sempre più preoccupata. 
«Ovvio che lo so, ma sono esseri così grandi e resistenti—…»
«D’accordo, riflettiamo insieme. Il signor Katakuri è una montagna di muscoli e sicuramente non sarà di meno in un combattimento, lo hai visto tu stessa. Mentre la signorina Boa Hancock è praticamente la reginetta delle fate che pietrifica con uno sguardo—… tu invece che abilità hai?»
Aveva maledettamente ragione, entrambi erano delle persone di un altro livello in quel campo, e così Bibi strinse i pugni, maledicendosi per non essere granché in niente. 
«Sono—… sono mediamente brava nella sua materia, in incantesimi ed a volare.» balbettò cercando di trovare un punto a favore in quello che faceva.
«Il professor Phoenix dice sempre che siete tutti più che bravi a volare con quei manici di scopa e poi se non sbaglio tu sei la cercatrice, giusto?»
«Ma questo che importa? Si tratta di un duello non di una partita a Quidditch.»  commentò la ragazza ormai in preda all’esasperazione più totale. 
«Giusto ma devi essere in grado di analizzare la situazione come se fossi nel bel mezzo di una partita.» continuò lui prima di mettersi in piedi e girare oltre la scrivania raggiungendo la ragazza. «Non sappiamo che bestia ti potrà capitare, questo è vero, però qualunque essa sia ricordati che non devi entrare nel panico e soprattutto so anche che sei brava a ragionare, cosa che spesso i Grifondoro non fanno.» 
Si sentì sempre più in imbarazzo visto e considerato che anche lei spesso e volentieri non rifletteva quasi mai.
«Quindi lei mi sta dicendo di ragionare durante l’incontro?»
«Esatto e soprattutto studia con attenzione l’arena in cui si terrà l’incontro. Magari queste cose possono darti qualche informazione in più su un possibile punto debole del mostro.» 
«Punto debole? Quegli esseri hanno davvero dei punti deboli?» chiese lei con un filo di voce e forse anche con un po’ di speranza in più.
«Ovvio, non esiste nulla d’imbattibile, ricordalo sempre Nefertari—…» ed ancora una volta il professor Crocodile buttò fuori una nuvola di fumo che aleggiò verso il soffitto. 
La ragazza inspirò profondamente, passandosi una mano fra i capelli, quasi come se avesse davvero iniziato ad avere un poco più di fiducia, anche se non aveva bene idea di come avrebbe potuto fare. 
«D’accordo, me ne ricorderò.» 
«Ottimo, ora sparisci—… e ricordati anche che domani dovrai portare il compito che avevo chiesto.» 
Un sorrisetto orgoglioso apparve sulle labbra della ragazza che s’alzò in piedi riprendendo la borsa e poggiandola sulla propria spalla.
«L’ho già fatto, non si preoccupi ed ancora grazie, professore.» 
Mormorò Bibi prendendosi ciò che le serviva uscendo nuovamente fuori dallo studio. Fra tutti i professori quello più improbabile di tutti le aveva dato un consiglio sensato e ragionato, perché in fondo lei aveva bisogno di questo. Per quanto gli altri le dicessero di stare calma non sembravano crederci davvero, invece Crocodile sì, e questo fu particolarmente rilassante per Bibi, che uscì dall’aula di Difesa contro le arti oscure con un po’ di carica in più, diretta verso la torre dei Grifondoro. 

Zoro non aveva battuto ciglio nel vedere Sanji allontanarsi alla disperata ricerca di quella ragazza della scuola francese, quella per cui impazziva, non che ci fosse qualche ragazza che non andasse a genio al biondo pervertito, però ultimamente lei era la sua attuale fissa. Insomma lo seguiva anche a vederlo allenarsi con la scopa solo per poterla ammirare da lontano, cosa che in quattro anni non aveva mai fatto. Era senza speranza, di questo Zoro se ne rendeva sempre più conto. Doveva darsi un contegno, anche perché le ragazze erano decisamente meno interessanti di un bel manico di scopa ed una partita di Quidditch. Ricordava ancora quando suo padre lo portò a vedere una delle finali della coppa del mondo e Zoro sperò con tutto sé stesso che quella partita potesse durare un’intera settimana. In fondo c’erano state delle volte in cui era accaduto qualcosa di simile. Lui uscito da scuola avrebbe sicuramente intrapreso la strada sportiva, o al massimo sarebbe entrato al Ministero con Rufy. Non c’era molto da decidere e poi era ancora giovane per sapere che cosa fare dopo la scuola.
Il suo attuale problema, però, era sempre lo stesso, perché non importava quanto s’impegnasse, alla fine Zoro si perdeva sempre. Un attimo prima seguiva i suoi compari verso la Torre di Grifondoro, un attimo dopo si ritrovava nel più impensabile dei luoghi, infatti quella volta era sicuro che fosse colpa delle scale. Perché purtroppo a quelle maledette piaceva cambiare, e questo, unito al suo pessimo senso dell’orientamento, era praticamente la fine per il ragazzo dai capelli verdi. Infatti, senza sapere bene dove andare era piuttosto sicuro di essere sceso verso il basso piuttosto che andare verso l’alto, infatti sembrava stesse avanzando verso l’oscurità più totale.
Certamente la Torre dei Grifondoro non era da quelle parti, ma poi, improvvisamente, una vocina conosciuta richiamò la sua attenzione, infatti, voltandosi, vide Perona andargli incontro, facendo smuovere quei lunghi capelli rosa che si ritrovava. Sembrava fosse sfinita, infatti agitava una mano verso di lui, e quando finalmente si ritrovarono faccia a faccia ella rischiò di andare a sbattere contro il ragazzo, che però non ci vide nulla di terribile.
«E’ più di diedi minuti che ti chiamo, Zoro!» balbettò quella riprendendo fiato e portando una mano all’altezza del petto, come per inspirare profondamente. 
«Scusa, non ti ho sentita.» ammise quello scrollando le spalle, come se fosse la cosa più normale di sempre.
«Ho notato—… stavo per chiedere ai fantasmi di fermarti, ma dubito che li avresti ascoltati.»  continuò lei prima di rivolgergli un sorrisetto particolarmente imbarazzato. «Sai, pensavo che tu avessi bisogno una mano a tornare alla torre, perché dubito che la tua meta fosse la classe di pozioni.»
Ecco dove si trovava, perché quel posto ricordava qualcosa a Zoro, infatti voltandosi vide la porta della classe. Era decisamente fuori strada e se ne rendeva conto da solo. Così passò una mano a scombinarsi i capelli verdi.
Come faceva quella ragazza ad essere sempre così gentile con lui? Insomma, non se lo meritava, eppure lei era sempre pronta ad aiutarlo. 
«Hai—… hai ragione. Volevo solo tornare nella mia sala comune ma ho perso gli altri.» 
«Mi dispiace, però adesso ci sono io.
» continuò le sfarfallando le ciglia quasi come se fosse una bambina.
«Non vorrei disturbarti.» provò a fermarla il ragazzo, poi però inspirò profondamente e la guardò. «D’accordo, una mano mi servirebbe volentieri, giuro che prima o poi mi sdebiterò per tutte queste cose.» 
A quelle parole, molto probabilmente, vide le gote della fanciulla arrossarsi ancora di più ed in cuor suo il ragazzo credette di aver dett qualcosa di sbagliato, infatti volse lo sguardo altro, lasciandosi però trascinare verso il giusto luogo d’incontro. 
«Non c’è bisogno, lo faccio volentieri.» mormorò infine Perona dandogli le spalle, per poi guardarlo di sbieco e sorridere in maniera gentile. 
Già lui non se la meritava proprio una ragazza come lei, e questo riusciva a capirlo. Però Zoro non oppose minimamente resistenza nel lasciarsi accompagnare. Peronra, fortunatamente, era la sua salvatrice ed una volta in sala comune avrebbe schiantato volentieri Rufy e Sanji per averlo abbandonato.
Di nuovo. 
   
 
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