Eccoci di nuovo con una nuova IwaOi. Ce ne sono sempre troppo poche e vanno aumentate. Sono una coppia sin troppo bistrattata e poco presa in considerazione, e mi chiedo perché.  Sono una coppia ufficiale e vengono maltrattati in questo modo. Meritano più attenzioni e più materiale, quindi provvediamo ad aumentarlo.  Pubblicata in piena notte, perché la nostra vita gira intorno a loro.
Buona lettura!
 
 
 


We are each other's invincibility



 
 
 
Tooru lo ricordava come fosse ieri. Era inevitabile, in quel momento, avendo lasciato dietro di sé l’Aoba Johsai.
Ricordò come era iniziata, per caso, con la pallavolo. Le vittorie e le sconfitte delle medie, e quelle delle superiori.
E adesso che stava per iniziare l’università, non sapeva se avrebbe avuto ancora accanto una parte fondamentale  della sua vita: Iwaizumi Hajime.
Erano sempre stati insieme, ed era difficile. Chi diceva che crescere era necessariamente sinonimo di cambiamento, di lasciarsi tutto indietro?
Oikawa Tooru faceva le cose a modo suo, e ne andava fiero.  Avrebbe lottato anche per questo.
Mentre l’alzatore si trastullava in questi pensieri, Iwaizumi  si chiedeva quale sarebbe stato l’esito dei loro esami di ammissione.
 
Finire in università diverse, sebbene vicine, cambiò i loro equilibri.
Decisero di comune accordo di prendere un appartamento insieme, frequentando l’università a Tokyo. 
Non era così semplice, soprattutto per due ragazzi come loro, che si conoscevano fin troppo bene.
Due ragazzi per cui le cose stavano per cambiare.
Ci fu un episodio, durante una delle loro amichevoli che diede il giusto impulso per cambiare le cose.
Lentamente, i sentimenti dei due stavano cambiando, e ciò che accadde quel giorno non l’avrebbero mai dimenticato.
Avevano finito la partita, questa volta conclusasi con la vittoria della squadra di Oikawa.
Avevano lo stesso numero di vittorie e di sconfitte.
Per gelosia, o per ego,  un compagno di squadra di Tooru iniziò ad essere un po’ troppo insistente, e il ragazzo gli assestò prima un pugno, poi un calcio dritto in basso.
Non era da lui, ma che non agisse mai in quel modo non voleva dire che fosse una damigella in pericolo.
Hajime , assistendo alla scena da lontano a pugni stretti, non poteva essere più fiero. Proteggere le persone a cui teniamo è anche avere fiducia in esse, supportarle, sapere che possono farcela.
Il ragazzo fu ripreso dal capitano, ma non si arrese.
Poco dopo, Oikawa venne trascinato sul retro, ma riuscì nuovamente a difendersi.
Il capitano gli impedì di venire agli allenamenti per una settimana, mentre Oikawa venne trascinato a casa da Iwaizumi, che aveva lanciato un’occhiataccia al compagno di squadra dell’amico.
Non prima di avergli assestato un pugno nello stomaco.
 
 
Oikawa era stranamente calmo, nonostante tutto. Ringraziò Iwaizumi per averlo comunque aiutato.
Il ragazzo aveva sentito lo sguardo dell’altro. Da sempre, Iwaizumi era lì per lui, se ne aveva bisogno. Se sapeva cavarsela da solo, era lì, ad osservarlo.
Sin da quando, da bambini, lo trascinava a caccia di coleotteri e lui finiva per sbucciarsi le ginocchia. O le notti in cui guardavano le stelle.
Tooru sapeva che era il momento di parlare. Sapeva che era l’occasione giusta per far luce su ciò che davvero provava per l’altro.
Circondandogli il collo con le braccia, disse solo “Grazie, Iwa-chan”, racchiudendo tutto in quelle parole.
Iwaizumi lo fissò con la coda dell’occhio, dandogli delle pacche sulla schiena.
Quella sera, nella zona in cui abitavano ci fu un black-out elettrico.
Fu allora che Iwaizumi si decise.
Mentre aspettavano, con delle torce, che la corrente tornasse, prese la mano del compagno, deciso anche con difficoltà ad esprimere ogni singola cosa che sentiva.
“ Le tue mani hanno sempre fatto l’impossibile in campo. E non nego che mi è sempre piaciuto ricevere le tue alzate.  Ha sempre significato molto per me… la fiducia che mettevi in esse, fino al punto da realizzare l’impossibile.”
Iniziò a parlare, attirando l’attenzione di Tooru, che lo guardò a metà tra il sorpreso e l’aver appena avuto una conferma a qualcosa.
“ Forse…ero geloso.  Non mi piace che qualcun altro mi alzi la palla, e qualcun altro schiacci le tue alzate.  Fa male, ma forse mi hai contagiato con il tuo lato da egoista. Li ho sempre voluti per me. Ed era strano… sentire queste emozioni per un ragazzo. Ma tu non sei uno qualunque”
Hajime lo fissò intensamente, cercando di capire dal volto dell’altro l’effetto che sortivano le sue parole.
“ Siamo in sintonia,siamo insieme, come connessi,  benchè caratterialmente opposto. Io sono serio, mentre tu hai sempre il sorriso.  Non è un dramma andare in due università diverse, ma è diverso separarsi dopo tanto tempo. “
Ricordò una cosa, che aveva sempre taciuto, ma che lo aveva reso orgoglioso.
“Mi piacevano l’Asso di Oikawa. A volte mi irritava, ma in fondo mi piaceva, mi piaceva davvero.E… ecco” Hajime si passò una mano tra i capelli, guardandosi intorno “Sono…innamorato di te”
Oikawa aveva gli occhi lucidi, era felice.
“Iwa-chan, tu sei il mio migliore amico,  il mio partner. Sei stato il mio pilastro, sei il mio pilastro da sempre.  Anche adesso che siamo in due università differenti.  Nessuno può capirmi meglio di te.”
“ Se hai bisogno di me,  ci sarà sempre un modo per trovarti, ovunque sarai, Shittykawa” sogghignò appena, poggiando la fronte sulla sua”
“Rude Iwa-chan” disse Tooru, accennando un sorriso “Ho fiducia in te, sei una delle persone più forti che conosca.  Sei la persona più brillante che conosca. Non potrei mai spiegare quanto la tua influenza mi abbia aiutato ad essere quello che sono”
“Guarda che questo posso dirlo io, Bakakawa!” borbottò Iwaizumi, sentendosi alquanto in imbarazzo
“Ti…ti amo anche io, Iwa-chan” disse Oikawa, ignorandolo
Hajime sorrise appena, stringendolo.
“ Non sei senza valore.  Non sei inutile.  A volte fai lo stupido “ Hajime sogghignò a quelle parole, e Tooru lo guardò con un leggero broncio “ ma sei intelligente e brillante.  Sei coraggio e forza, paura e fragilità. Ma soprattutto orgoglio. Continua a seguire la tua strada come sempre”
“ Non farei mai altrimenti, Iwa-chan”
Il black-out terminò in quel momento, trovandoli coinvolti in un dolce bacio, ancora con le dita intrecciate.
Forse si erano per qualche attimo abbandonati ai sentimentalismi di parole non dette, quella notte di un anno prima, dopo aver lasciato la squadra. Forse quella nuova esperienza li  aveva uniti ancora di più. Avrebbero vissuto esperienze diverse, sarebbero maturati,  ma questo non voleva dire separarsi.
Avrebbero comunque trovato un mezzo per ritrovarsi e ricongiungersi.  Erano come due metà destinate a formare un’eternità.


Ne erano ancora più consapevoli, stretti l’uno all’altro. Erano l’invincibilità l’uno dell’altro. Insieme erano invincibili.