Capitolo
8
Inviti
(in)desiderati
Ladro
Kid correva per il
corridoio e si fermò nel mezzo. Schioccò le dita e uno dei
lampadari di cristallo sembrò scoppiare e questo spaventò i
poliziotti che si fermarono coprendosi il volto con le braccia in un
vano tentativo di proteggersi. L'ispettrice Kawano sbraitava,
arrabbiata, alla ricetrasmittente e quando la luminosità tornò
normale si accorsero che il lampadario era integro.
Aveva attaccato delle
strisce incendiarie dello stesso colore alla carta di parati e
attivato delle minuscole bombe grandi quanto un bottone, era bastato
un tizzone per accenderle. Poi dei cristalli erano stati nascosti nel
lampadario e l'aveva agitato con una corda invisibile, dando
l'impressione che stesse cadendo rovinosamente. L'ispettrice corse
sul posto insieme a Nakamori e ormai il ladro era lontano. Quasi
ruppe la ricetrasmettente tra le dita.
Kid in verità era nello
sgabuzzino del museo e si stava cambiando per infiltrarsi tra i
poliziotti e uscire indisturbato. Si era tolto giusto il cappello
quando vide qualcosa per terra, un angolo bianco sporgeva da sotto
una cassa in legno. Era vuota e la sollevò facilmente, rivelando un
biglietto senza scritte. Lo rigirò e lo illuminò con l'orologio da
polso ma niente.
Poi ci passò sopra le
dita e sentì qualcosa in rilievo come un bozzo. Mise in fretta il
biglietto nella tasca, si cambiò e dopo trenta minuti era in
macchina, nessuno aveva sospettato niente. Frugò in cerca di una
matita o qualcosa che potesse scrivere sopra il pezzo di cartoncino.
Grattò il bozzo con la
matita.
16.22.Null.Null.1.
Red Fox, alias Miho
Okamoto, stava camminando in perfetto equilibrio sulla balaustra di
una villa adibita a piccolo museo per attuare il furto di una gemma
chiamata Rose, di un tenue color rosa confetto e le sfaccettature
ricordavano, appunto, la trama di una rosa.
Il rumore dei tacchi rossi
si perdeva nel silenzio notturno e la ladra era a suo agio a
quell'altezza. La ragazza sentì un sibilo e scese dalla balaustra
con uno scatto felino, poggiando la mano sul terreno. Si guardò
attorno e non c'era nessuno tranne un cartoncino bianco in mezzo al
tetto. Ticchettò per raccoglierlo e non c'era nessuna scritta, lo
sfiorò delicatamente e sentì delle lettere in rilievo. Tirò fuori
una penna dalla piccola sporta che portava al fianco e la passò
sopra.
16.22.Null.Null.1.
Red Fox sorrise
compiaciuta. << Qualcosa mi dice che sto per divertirmi
molto
>>.
Aoko si era rigirata nel
letto fino al ritorno di Kaito e l'aveva abbracciato stretto. Quando
le mostrò il biglietto, lei non riuscì ad aiutarlo e rimasero mezza
nottata a cercare di decifrarlo. La paura di entrambi era chiunque
fosse potesse aver scoperto la vera identità di Kaito ed essere,
quindi, ancora più in pericolo.
In facoltà la mattina
dopo, il mago si sentì tirare per un braccio e un cartoncino bianco
gli fu piazzato sotto il naso. Il ragazzo lo agguantò, molto
sorpreso.
<< Dove l'hai preso?
>>.
Miho alzò un sopracciglio
al tono. << Buongiorno anche a te >>.
Kaito l'agitò. <<
Ne ho trovato uno anch'io sul luogo del mio ultimo furto
>>.
La ragazza lo riprese. <<
16.22.Null.Null.1. >>.
<< Cosa vuol dire?
>>.
Scosse la testa. <<
Non ne ho idea. Ci ho ragionato tutta la notte, infatti non ho
dormito >>.
Aoko raggiunse il
fidanzato e vide il biglietto di Miho. << Ne hai uno
anche tu?
>>.
Annuì. << Pare che
qualcuno abbia una preferenza per... >>, si guardò
attorno e
abbassò il tono. << I ladri belli e affascinanti
>>.
<< Potrebbe essere
solo un... fan molto sfegatato >>, tentò Aoko.
Miho ripose il cartoncino
dentro la borsa. << Non lo possiamo sapere. Dopo le
lezioni
vediamoci a casa mia >>.
La coppia si recò
nell'appartamento di Miho intorno alle quattro. Quel giorno nevicava
piuttosto pesantemente e non era consigliato uscire. La ragazza aveva
preparato un tè caldo e dei biscotti fatti in casa.
I due biglietti identici
furono messi sul tavolino basso e fissati a lungo. Miho abbracciava
un cuscino marrone, appoggiando il mento sul bordo.
<< Forse ha ragione
Aoko. È
uno scherzo >>,
disse, dopo un po', la ragazza.
<< Null.Null >>,
mormorò Kaito. << Sono due parole identiche
>>.
<< Aspetta >>,
Miho prese il suo. << Null in tedesco vuol dire zero
>>.
<< Zero zero >>,
disse Aoko. << La mezzanotte >>.
<< Peccato che non
esista il sedicesimo mese >>, fece notare, sconfortato,
il
ragazzo.
Aoko prese un foglio di
carta e due penne, una rossa e una blu. Scrisse le due cifre con due
colori diversi e poi disegnò delle frecce.
<< 12.26 >>.
<< Il ventisei
dicembre a mezzanotte. Amore sei un genio! >>, si
complimentò,
dandole un bacio tra i capelli e facendole un bel sorriso.
Miho guardò quella
piccola scena e abbassò lo sguardo. Aoko è fortunata.
<< Ma dove? >>,
si disse la ragazza.
<< E l'uno? >>,
lesse Miho.
<< Forse sono
coordinate: 16.22.00.001 >>.
Miho prese il tablet e
cercò sulla mappa. Alla cifra indicata da Kaito le dava errore, ma
eliminando uno zero risultò un quartiere residenziale.
<< Potrebbe essere
qualunque palazzo >>, disse la ladra, mordicchiandosi il
pollice, frustrata.
<< C'è un punto
grammaticale in più >>, notò Aoko. << Forse
intende un
palazzo di cinque piani >>.
La giovane navigò in
qualche pagina web finché non trovò quello che le serviva.
<<
C'è ne uno che verrà demolito il ventisette >>.
<< Perfetto per
eliminare qualsiasi indizio >>, disse Kaito.
<< Ma chi ve l'ha
mandato? Chi l'ha lasciato? >>. Aoko era preoccupata,
stringeva
la penna rossa.
<< Un ladro >>,
disse Miho. << Solo un collega avrebbe potuto lasciare un
biglietto senza essere visto >>.
<< Dobbiamo andarci
vestiti dai nostri alter ego >>, concluse Kaito.
<< È
troppo pericoloso! >>, esclamò Aoko. << Non
potete
andare alla cieca! >>.
<< Sappiamo
cavarcela >>, replicò Miho. << Io voglio
andarci >>.
Aoko guardò il fidanzato
e nei suoi occhi chiari lesse la stessa risposta. Abbassò il capo,
sapeva che quella decisione non le spettava e che Kaito avrebbe fatto
di testa sua. Le pizzicarono gli occhi e frenò le lacrime, la
sensazione amarognola e pesante alla bocca dello stomaco.
Kaito intrecciava delle
stelle gialle in un filo e Aoko saltellava qua e là per sistemare
gli ultimi dettagli. Un grosso albero stava nell'angolo, tanti pacchi
colorati e avvolti in carta lucente sotto di esso. Le luci blu e
rosse adornavano la balaustra della scala e i cespugli in giardino.
La porta d'ingresso era decorata da un Babbo Natale in stoffa.
<< Amore, io adoro
il tuo spirito festoso, credimi >>, disse, infilando
un'altra
stella di carta nel filo. << Ma mi spieghi perché ogni
anno
devi sottopormi alla tortura di rifare le decorazioni natalizie?
Soffro da quando avevo sette anni >>.
Aoko stava togliendo la
polvere dalla credenza e sbuffò, mani sui fianchi. <<
Quanto
sei antipatico! Io adoro il natale! >>.
La fidanzata andò a
tirare fuori una grande torta bianca con la panna con scritto “Merry
Christmas” in rosso e la pose sul tavolo dove c'erano bibite e vari
stuzzichini. Aoko indossava un vestito bordeaux e teneva i lunghi
capelli scuri sciolti, mise un cerchietto con delle corna di renna in
testa al ragazzo.
<< Buon natale! >>.
Il suono del campanello
annunciò l'arrivo della combricola di amici. Miho mostrò una
bottiglia.
<< Vino italiano!
>>.
<< Come te la sei
procurato? In Giappone non abbiamo ancora l'età per bere
>>,
disse Akako.
<< In Europa sì >>,
ribatté lei.
<< Mio padre non
sarà molto felice >>.
<< La offrirò anche
a lui, che problemi ci sono? >>.
In sottofondo c'erano
musiche natalizie. Il giorno dopo era il venticinque dicembre e il
ventiquattro avevano deciso di passarlo con gli amici, approfittando
della casa dei Nakamori libera. Per le ventuno del giorno dopo era
programmato lo spettacolo di Kaito e avevano dato la vigilia e la
mattinata del giorno dopo libera ai loro collaboratori. Dare uno
spettacolo la notte di natale era una tradizione iniziata da Toichi e
il figlio voleva portarla avanti.
Kaito fece apparire un
piccolo striscione dalle maniche e lo appese tra le risate degli
amici. Aoko assaggiò un sorso del vino portato dall'amica e concluse
che l'alcool non faceva assolutamente per lei.
Akako se ne stava un po'
in disparte, sembrava molto pensierosa. Aveva inviato un altro
messaggio a Saguru, augurandogli buone feste. Lei da piccola non
aveva mai festeggiato il natale ed era una festività abbastanza
indifferente, aveva cominciato a conoscerne tradizioni e ad
apprezzarla grazie ai suoi amici. Aoko le si avvicinò, vedendola
triste.
<< Akako, va tutto
bene? >>.
La strega annuì. <<
È
una bella festa >>, tentò di dissimulare.
<<
Hai scritto a Saguru >>, affermò Aoko e il mutismo della
ragazza glielo confermò. << Hai mai provato a chiamarlo?
>>.
Akako
si morse un labbro. << Non ho il suo numero
>>.
L'amica
sbatté le palpebre, un po' scioccata. << Non senti la
voce di
Saguru da più di due anni?! >>.
<<
Non gli ho mai chiesto il numero e lui non me l'ha mai dato
>>.
<<
Perché, se lo desideravi, non l'hai domandato? >>.
<<
Forse temevo un rifiuto >>, disse la giovane strega,
stupendo
se stessa per una risposta tanto sincera e che aveva avuto il
coraggio di ammettere.
<<
Non credo che Saguru avrebbe rifiutato. Hai chiamato il campus
dell'università che frequenta? >>.
<<
Sinceramente no. Non voglio che si faccia strane idee!
>>,
sbottò Akako, riprendendo il controllo delle sue emozioni.
La
reazione fece ridere Aoko. << Certo certo. Hai ragione
>>.
Miho
si versò un altro bicchiere di vino. Aoko era con la ragazza dai
capelli scuri e sembravano conversare piacevolmente. La ladra non
aveva mai stretto molte amicizie a causa dei continui trasferimenti e
si stava rendendo conto che le mancavano troppe cose nella sua vita.
Kaito
le aveva raccontato che Akako era abituata ad avere tutti gli uomini
hai suoi piedi e si era intestardita ai tempi del liceo con lui,
quando aveva visto il suo totale rifiuto. Questo perché il suo cuore
era già occupato da Aoko.
Quella
ragazza solitaria, schiva e diffidente le ricordava qualcuno.
Forse
io e Akako ci somigliamo molto più di quanto non creda.
Il giorno dello spettacolo
di natale c'era un gran fermento. La coppia si stava cambiando nei
camerini ed era molto in ansia. Essendo una tradizione del padre,
Kaito ci teneva moltissimo a fare bella figura e tenere alto il
cognome Kuroba nel mondo della magia. Il
ragazzo aveva finito di cambiarsi e bussarono alla porta del suo
camerino, era Norie.
<< Scusi, c'è una
signora. Dice che ha ricevuto un invito direttamente da lei
>>.
<< L'ispettrice
Kawano >>, disse Kaito. << La faccia
entrare >>.
Natsumi entrò tenendo per
mano le sue bambine e sembravano molto emozionate, si guardavano
attorno come se fossero entrate nella tana delle meraviglie invece
che in un piccolo camerino.
<< Sono felice che
sia venuta >>, disse il ragazzo.
<< Le mie figlie non
me l'avrebbero mai perdonato >>, rise lei e il mago si
rese
conto che era la prima volta che non vedeva il volto contrito dalla
rabbia o dalla frustrazione. Kaito si abbassò all'altezza delle due
bambine e gli porse un mazzo, chiedendogli di scegliere una carta. Le
bambine guardarono la madre che annuì e presero due carte,
rimettendole nel mazzo dopo averle guardate. Il ragazzo fece roteare
il mazzo e riapparvero le due carte nelle tasche delle giacche che
indossavano le piccole.
Lo stupore aumentò a
dismisura quando le carte divennero nuvole di fumo e apparvero due
rose bianche.
<< Mamma guarda! >>,
esclamò la più piccola.
<< Due rose per due
belle signorine >>, disse Kaito, affettuoso.
<< Aya, Miya come si
dice? >>.
<< Grazie signor
mago! >>, dissero in coro, obbedienti.
Aoko aveva assistito alla
scena appoggiata allo stipite della porta e salutò la donna con le
bambine mentre lasciavano la stanza. L'ispettrice sembrava una madre
affettuosa e voleva bene alle figlie, anche se trascorreva i week end
in ufficio.
<< Sei bravo con i
bambini >>.
Kaito alzò le spalle. <<
Tra bimbi ci intendiamo >>.
La fidanzata rise. <<
Hai ragione. Sei ancora un bambino >>.
Il ragazzo le diede un
bacio e sentirono un raschio di gola provenire dalla soglia della
porta.
<< Scusate se vi ho
disturbato >>, disse Miho, togliendosi la giacca per il
gran
caldo nel teatro.
<< Figurati >>,
disse Aoko, un po' imbarazzata.
<< Sono venuta per
chiedervi se dopo vi va di uscire con gli altri. È
la notte di natale e pensavamo di andare al parco sotto la neve!
>>.
<<
Non pensavi adorassi così tanto la neve >>, disse Kaito,
mettendosi la giacca.
<<
Anche a me piacciono delle cose sai? Non sono solo un concentrato di
sarcasmo! >>.
<<
Va bene >>, intervenne Aoko. << Dateci il
tempo di
cambiarci e sbrigare alcune faccende. Vi raggiungeremo dopo
>>.
<<
Perfetto. Allora vado dagli altri! >>.
<<
Vengo con te. Norie deve farmi vedere un dettaglio della scaletta
>>.
<<
D'accordo >>, disse la fidanzata.
Il
duo lasciò la stanza e Aoko si guardò allo specchio per controllare
che fosse tutto apposto, dal trucco ai capelli. Dal riflesso notò la
giacca di Miho posata sulla sedia, l'aveva dimenticata.
<<
Miho! >>, la chiamò ma era già lontana. Aoko decise che
gliela avrebbe ridata dopo lo spettacolo e la rimise dov'era, solo
che dalla tasca cadde il cellulare della ragazza. Sbuffò e come lo
prese in mano si illuminò lo schermo, un messaggino era arrivato
proprio in quell'attimo.
Non
volendo, Aoko si ritrovò a leggere l'anteprima.
“Ho
paura che tu abbia ragione, dammi altri cinque giorni. Non dire
niente a...”.
Il
messaggio continuava ma se l'avesse aperto, Miho avrebbe scoperto che
aveva letto i suoi SMS. La ragazza corrugò la fronte, fissando
quelle parole.
Anche
la ladra aveva dei segreti? Possibile che sembrava che chiunque
conoscesse ne tenesse? Miho stava attuando un doppio gioco?
Sentì
dei passi e rimise in fretta il cellulare nella tasca.
<<
Ecco dov'era finita! >>, la giovane la riprese.
<<
Ti ho chiamata ma ormai non mi sentivi più >>, si
giustificò
Aoko, cercando di apparire il più naturale possibile.
<<
Grazie lo stesso. Ah, Kaito ti sta aspettando. Dai del tuo meglio!
>>, le fece un occhiolino e la ragazza allargò le labbra
in un
sorriso. Miho sparì oltre la porta.
Aoko
tirò un sospiro di sollievo, quei sessanta secondi l'avevano messa a
dura prova. Non riusciva a tenere bene la tensione quando si trattava
di mentire.
<<
Devo parlarne con Kaito? >>, si chiese. <<
Devo tenerlo
per me? >>. Gli occhi notarono l'orario all'orologio
appeso
alla parete.
<<
Accidenti è tardissimo! >>.
Il palco era stato
decorato con neve finta, luccicante come diamanti. Le luci erano
state scelte fredde e lo scenario era quello di una foresta magica e
cristallina. La neve artificiale produceva lo stesso rumore di una
vera e in sottofondo si udivano tintinnii soavi. Gli spettatori erano
trepidanti.
Quando il sipario si alzò,
i due ragazzi erano al centro del palco.
<< Buon natale mio
adorato pubblico! >>. Furono accolti da un grande
applauso.
L'ispettrice Kawano era
seduta sugli spalti con le figlie e il marito e osservava il ragazzo.
Aveva letto tutti i fascicoli sul caso di Cecelia Hakuba, le
testimonianze e visto un paio di video sul processo. I Kuroba erano
saltati fuori durante la confessione in diretta del boss criminale e
la donna doveva ammettere che quel giovane pieno di talento la
incuriosiva.
Lo spettacolo durò un'ora
e le iridi degli spettatori si riempirono di meraviglia quando Kaito
fece nevicare dalle sue mani e congelò un'intera teca d'acqua con il
solo tocco delle dita. Per quell'anno gli spettacoli erano finiti e
furono salutati da un applauso lungo un minuto.
Dietro gli spalti
ricevettero i complimenti degli amici e dei familiari. Con la
promessa di raggiungerli al parco li salutarono e andarono a
cambiarsi. Aoko lo fece per prima e raggiunse Kaito nel suo camerino.
<< Sei pronto? >>.
<< Prendo il
cappotto e andiamo >>.
Aoko era turbata, non
voleva che pensasse che Miho era una cattiva persona. Quel messaggio
poteva significare qualsiasi cosa.
<< Kaito >>.
Il ragazzo si girò. <<
Uhm? >>.
<< Ecco... >>,
la ragazza guardava altrove, non sapeva come comportarsi.
<< Devi dirmi
qualcosa? >>, le chiese preoccupato.
Aoko l'abbracciò di
scatto. << Solo che ti amo >>.
La fidanzata era una
persona affettuosa ma il ragazzo ebbe l'impressione che c'era
qualcosa che non andasse.
<< Anch'io >>.
Gli appuntò l'ultimo
bottone della giacca. << Andiamo a divertirci!
>>.
Miho aveva ragione.
Stava nevicando e c'era
uno spettacolo surreale. Le luci rendevano la neve cristallo e
sembrava di stare all'interno di una palla di vetro. Sul lago
ghiacciato era pieno di gente che pattinava e c'era qualche
bancarella natalizia.
Le ragazze presero delle
mele caramellate e le mangiarono camminando. Poi Aoko propose quello
che Kaito odiava di più: il pattinaggio.
<< Non sai
pattinare?! >>, esclamò Miho.
<< Non sa stare
nemmeno in piedi! >>, rise la fidanzata.
<< Io so pattinare
benissimo >>, ribatté il mago.
La ladra prese i pattini
che il commesso gentile stava porgendo a lei e li mise in mano al
ragazzo.
<< Allora sarai il
primo a scendere in pista >>.
Kaito deglutì ma li
prese, orgoglioso. << Vedrete! >>.
Il gruppo lo guardò
mettersi i pattini ed entrare nella pista di pattinaggio. Dapprima si
appoggiò ai bordi e poi si lanciò, cadendo rovinosamente con la
faccia sul ghiaccio. Gli amici risero fino alle lacrime e poi Aoko
scese in pista e l'aiutò ad alzarsi.
<< Non imparerai
mai, Kid >>, gli sussurrò con un sorriso.
<< Ma lei non
sapeva fare tutto? >>.
Il ladro si alzò,
tenendola per mano. << Sarò lieto di imparare signorina
>>.
Aoko lo prese per un
braccio e fecero qualche metro insieme. Keiko era ancora più brava
dell'amica poiché era una passione che aveva da piccola e anche il
fidanzato non era male. Miho se la cavava egregiamente essendo
un'acrobata e aiutò anche Akako che imparò in fretta, lasciandosi
un po' andare.
Il mago sciolse la presa
dalla mano di Aoko e riuscì a fare un paio di metri senza cadere,
per la prima volta.
<< Bravis...
Attento! >>, lo intimò la giovane.
Non fece in tempo a
frenare e finì addosso a Miho e poi ad Akako.
<< Che male! >>,
si lamentò Kaito.
<< Impiastro! >>,
si arrabbiò la strega. << Guarda dove vai!
>>.
La ragazza si massaggiò
il fondo schiena dolorante. << Tu sei un pericolo!
>>.
Quel natale trascorse in
gioia ed allegria, fino a notte fonda.
Nel camerino di Kaito le
luci erano spente. La porta era stata chiusa a chiave dallo staff e
ripulito alla fine dello spettacolo.
La porta cigolò e la luce
di una torcia illuminò la stanza. Una figura in ombra camminò fino
allo specchio, la luce riflessa sulle foto attaccate con lo scotch e
messe negli angoli. Una mano inguantata ne prese una, un ghigno
malefico mentre la guardava. C'era anche Aoko in quella foto e lui la
mise in tasca, sembrava soddisfatto.
<< Buon natale...
Kid >>.
Angolo autrice!
Ecco
il capitolo!
Vi
chiedo scusa per tutto questo ritardo! Sono tornata all'estero
dall'Italia due settimane fa e ho avuto qualche problema personale
dopo l'altro e non ho avuto tempo nemmeno di accendere il PC
>.<
Questo è un capitolo di
passaggio per quello che avverrà perché dal prossimo ce ne saranno
delle belle: dall'incontro con gli altri e lo scontro tra un
detective a noi molto famoso :D
Ran e shinici amore:
ti
ringrazio per le tue recensioni, sono sempre molte belle e le adoro!
Alla prossima! ;)
PS= Chiedo scusa per il font diverso tra un paragrafo e l'altro ma il Kompozer mi fa questi errori ogni tanto >.<