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Autore: Pixel    25/01/2018    4 recensioni
Jaden Jordan è un ragazzo solitario e taciturno. Ha un carattere sfuggente e ombroso e un umorismo caustico di chi è solito svegliarsi con l'anima storta. Claire lo conosce da quando entrambi erano solo bambini e lo ama con tutta la forza purezza della sua giovane età.
La tragica morte del padre porterà Jaden ad affacciarsi ad un nuovo mondo. Il mondo che si trova dall'altra parte della città. Quello degli scorpioni tatuati sulla pelle e indossati sulle giacche nere, della droga e dei Jack Daniel's, delle notti che ti inghiottono. Il mondo della violenza incontrollata, dei ragazzi già grandi, di Eva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cap. 1


 
Eva




Te ne stai ad aspettare con la schiena appoggiata al muro, hai finito le sigarette e per ingannare il tempo tiri fuori una mano dalla tasca e inizi a giocare con la cerniera facendole fare un continuo su e giù.
Appena la moto ti si affianca rimetti la mano nella tasca per estrarre il sacchetto e sostituirlo con i soldi che quello ti dà in cambio.
Sei stanca di fare solo consegne, ma sei troppo giovane e troppo donna per altri affari.
Gli Scorpions sono uno dei pochi gruppi in cui la prevalenza maschile non è poi così schiacciante e sai che prima o poi anche tu potrai arrivare ad avere un ruolo più importante di quello di semplice galoppina, ma in certi ambienti la misoginia è dura a morire e la strada per le femmine è molto più lenta. Così porti pazienza e svolgi in silenzio i tuoi compiti da gregaria, aspettando l’occasione giusta.
Controlli l’orario, pensavi di metterci di più ma sono solo le dieci, avevi detto agli altri che li avresti raggiunti per mezzanotte al “Krush Club” per iniziare l’ultima parte del lavoro, ma visto che sei in largo anticipo decidi di andare prima al Black – tanto se le consegne da fare sono queste saranno tutti lì – pensi.


Appena arrivi davanti al locale la tua idea viene confermata. Una buona parte dei membri più giovani degli Scorpions sono radunati in cerchio in uno degli angoli adiacenti all'entrata.
“Eva!” ti chiama qualcuno intercettando il tuo sguardo da lontano, alzi il braccio in cenno di saluto e acceleri il passo per raggiungerli. Quando arrivi il cerchio si apre e tu ti inserisci, il sentore di erba che avevi percepito molto prima si fa decisamente più intenso là in mezzo.
“Prima del lavoro, davvero?” li ammonisci.
“È leggerissima” ti informa Richo “Poi, chiamalo lavoro quello di serate così, quante persone vuoi che ci siano al Krush o negli altri locali stanotte?”
Per quanto il suo pressappochismo ti abbia sempre infastidita non puoi controbattere su quel punto.
“Poi stasera quasi nessuno di noi è in turno”.
“Chi è in squadra con me?”
“Natalia e Shaggy-D”.
“E dove sono?”
“La rumena non l’ho vista, Shaggy è dentro, starà giocando a freccette come al solito”.
“Vado dentro anch’io”. Ti congedi e te ne vai.


Come Richo aveva previsto il tuo compagno è nel solito angolo, concentrato nel prendere la giusta mira. A qualche metro di distanza un altro uomo tiene la mano ben aperta sul bersaglio.
“La metto tra l’indice e il medio!” dichiara Shaggy appena prima di dare sfoggio della sua famosa precisione. Infatti, qualche secondo dopo la punta si conficca esattamente tra le due dita, lui fa il solito inchino da buffone e ritira i soldi appena vinti da qualche novellino intorno a lui.


“Quindi offri da bere?” domandi mentre ti avvicini a lui facendogli un finto applauso.
“Garrison, una birra scura non filtrata e un Jack Daniel’s on the rocks per la signorina!”


Ti siedi su uno degli scomodissimi sgabelli alti in legno. Il bicchiere è già pieno, attendi che Garrison eserciti la sua nobile arte di maestro spillatore di cui va tanto fiero e quando posa sul banco un boccale proponi un brindisi alla salute di chi ti ha offerto da bere.
Appoggi giusto le labbra al vetro ma lo allontani immediatamente “Che ci fa lui qui?”
A differenza tua Shaggy-D non stacca subito la bocca e, tracannando ancora la sua birra, si gira per vedere cosa ha provocato la tua reazione.
“Il figlio di Jordan?”
“Già”.
“Che c’è che non va? Il figlio di uno scorpione è sempre benvenuto nella tana, no?”
“Non penso nutra grande stima nei nostri confronti, infatti non capisco cosa sia tornato a fare...”
“E tu come lo sai?”
Gli racconti in modo più o meno preciso la spiacevole conversazione avuta la sera prima con Jaden Jordan.
La morte di Billy era stato un duro colpo per tutti. Gestiva il ramo più giovane degli Scorpions e per voi era più che un mentore. Molti dei ragazzi avrebbero desiderato averlo come padre, te compresa. Ma lui un figlio, un figlio vero, ce l’aveva già e stava dall’altra parte della città.
Parlava poco di Jaden, ma quando lo faceva gli brillavano talmente tanto gli occhi che era impossibile non credere che quel ragazzo fosse davvero speciale.
“Insomma, capisco che il padre lo teneva a distanza da questo posto – dopotutto era il suo Golden Boy - ma non mi aspettavo che qualcuno con lo stesso sangue di Billy potesse parlare così di noi Scorpions”.
“Ma che cazzo significa dozzinale?”
Scoppi a ridere “Lascia perdere Shaggy, tu prendilo come un insulto”.
“Un insulto?”
“Una presa in giro”. Specifichi.
“Bene...” Dice quasi tra sé e sé. E pensi che sia un modo per chiudere il discorso, ma così non è.
Shaggy si alza e prima che tu possa chiedergli che cosa voglia fare lo vedi raggiungere con poche falcate il ragazzo seduto a un tavolo.


“Ti serve qualcosa?” Gli domanda quello alzandosi in piedi con un' insolenza che non si può permettere, ma che continua a sfoggiare come fosse una delle sue carte migliori.
Shaggy – che non è mai stato un tipo di molte parole – gli mette le mani al petto e lo spinge con forza facendo ribaltare la sedia, sei tentata di intervenire ma non lo fai, non hai alcuna voglia di passare per la paladina del ragazzo.
“Ma che…?” prova a reagire lui.
“Cosa siamo? Dozzinali?”
Rimane confuso qualche istante, poi ti vede in prima fila tra la folla degli spettatori ed evidentemente gli torna alla mente la vostra conversazione.
Gli occhi scuri non indugiano su di te nemmeno un istante in più e si puntano in quelli a palla di Shaggy-D.


“Sai almeno cosa significa?” domanda con strafottenza, “sapresti usare la parola dozzinale all’interno di una frase?”


In tutta risposta il biondo gli sferra una ginocchiata sullo stomaco facendolo piegare su sé stesso. Pensi che se lo sia meritato, anche se un po’ ti dispiace e ti trovi a sperare che il tuo amico non esageri troppo.


Il ragazzo è quasi accasciato a terra, sembra che il colpo gli abbia tolto il respiro.
Shaggy lo afferra per il collo e lo colpisce con un pugno in pieno viso.
Perde nuovamente l’equilibrio ed è di nuovo l’altro a rimetterlo in posizione eretta.
È evidente che non sarà in grado di reagire, probabilmente non ha mai fatto a botte nemmeno con qualche fighetto delle scuole private e sa perfettamente di non avere speranze contro uno Scorpion, ma in quel mondo chi si arrende è morto e nelle migliori delle ipotesi questa notte Jaden Jordan lascerà il Black Kiss in ambulanza per non fare mai più ritorno.


“Non sei degno di indossarla,” afferma strattonando la giacca, “toglila?”
“Cosa?” domanda incredulo e anche tu come lui preferisci pensare di aver capito male quelle parole. Pensi che qualche cazzotto sia più che sufficiente come lezione, Shaggy è impulsivo e irascibile ma non è mai stato crudele, non riesci più a capire il suo comportamento.
“Non hai sentito?” urla sputandogli quasi in faccia “Togli la giacca di Billy e dalla a me!”
Vedi il viso pallido di Jaden rabbuiarsi, temi che possa scoppiare in lacrime da un momento all’altro e senti le tue gambe pronte a muoversi per fermare quell’umiliazione. Così fai un primo passo ma la scena che ti si presenta davanti ti fa arretrare. Senti un tonfo e i visi di entrambi i ragazzi si riempiono di sangue.
Nonostante il tutto sia successo sotto i tuoi occhi ci metti qualche secondo a realizzare che a sferrare la testata è stato il ragazzo magrolino che tutti avevate già dato per spacciato.


“L’unico degno di indossare la giacca di mio padre qua sono io, stronzo” dice prima di restituirgli il pugno a cui prima non aveva saputo reagire.


Vedi il sangue di Shaggy schizzare sulla sua maglietta ma lui non cade, non si aspettava nemmeno questo colpo ma sei sicura che risponderà e, nonostante il trovato coraggio del piccolo Jordan, sai che una lotta tra i due non potrà che concludersi con un epilogo drammatico per il figlio del vostro mentore.
Questo pare chiaro anche a Jaden che, vedendo l’altro avvicinarsi con quella che tu riconosci come “la solita faccia da psicopatico di Shaggy-D”, si mette in posizione di difesa.


“E bravo il nostro Golden Boy...” dice, scoppiando in una risata che lo fa sembrare ancora più inquietante, “hai del fegato!” conclude poi battendo due amichevoli pacche sulla spalla del ragazzo che rimane a fissarlo perplesso. Tu tiri un sospiro di sollievo e ringrazi la proverbiale imprevedibilità della labile psiche del tuo amico.









 
Jaden




“Si vede che hai il sangue di uno scorpione, se cambi idea faccelo sapere”.
Il pazzo che ti ha aggredito adesso ti parla come se fosse un tuo amico, ma tu sei talmente frastornato che non capisci nemmeno più il senso di quello che dice. Ti sforzi di sorridere e annuire nei momenti di silenzio per evitare di dargli qualsiasi altro motivo per attaccar briga, ne hai avuto decisamente abbastanza negli ultimi due giorni.
Ti congeda con l’ennesima pacca sulla spalla e finalmente gira i tacchi e se ne va.
Ti fai spazio tra la calca dei curiosi che hanno assistito a tutto lo spettacolo per scappare da quel posto, ma una mano ti si stringe introno al polso per fermarti – cosa vogliono ancora da me? -


“Ehi Rocky, avevo scommesso su un K.O. tecnico, mi hai fatto perdere un sacco di soldi!”
La ragazza sorride mostrando il suo stupido piercing, prova a fare la disinvolta, ma le si legge in faccia che si sente colpevole per quello che ti è appena successo.
Se fossi in condizioni normali la liquideresti con qualche frase sarcastica, ma l’effetto dell’adrenalina sta scomparendo e il dolore ti preme la testa come una morsa. Vuoi solo uscire da quel posto, così liberi bruscamente il polso dalla sua presa e la superi senza degnarla di una risposta.


Quando ti trovi a parcheggiare la macchina non sai nemmeno come sei arrivato a casa, devi aver guidato a una velocità ben oltre i limiti senza essertene quasi reso conto. Appena stacchi definitivamente le mani dal volante ti accorgi di star tremando e non capisci se è la paura o la frenesia.


La prima cosa che fai quando entri in casa è aprire il freezer per cercare un po’ di ghiaccio, ma l’unica cosa che trovi è una scatola da sei di bastoncini di merluzzo surgelati. Afferri quello che sarebbe dovuto essere il tuo pranzo di domani e te lo appoggi in faccia.
Quando il freddo comincia a darti un po’ di sollievo inizi a realizzare tutto quello che è successo in poche ore. Appoggi il pacco di cartone sul piano cottura e corri a prendere una bacinella e ad aprire i rubinetti. Mentre aspetti che si riempia di acqua calda inizi a spogliare la parte superiore del corpo. Metti la maglia a mollo e quando vedi le macchie rosse iniziare a lasciare il cotone e l’acqua tingersi di color ruggine non puoi negare che ti reca un certo piacere il pensiero che, per una volta, il sangue sui vestiti non sia solo il tuo.


L’ultima cosa di cui ti occupi è la faccia. Il tuo viso da bambino imbronciato ha visto momenti migliori, ma una volta ripulito la situazione è meno drastica del previsto.
Certo, dovrai trovare un modo per spiegare a Claire il perché di ematomi e tagli ma, per quanto sia una ragazza estremamente intelligente, si fida di quello che dici e – nonostante ti faccia sentire uno schifo pensarlo – potrai usare la cosa a tuo vantaggio.













 
Claire




Sei in ritardo, è una cosa che odi, ma ultimamente ti svegli sempre ore prima per andare a trovare Jad prima di andare a scuola e la stanchezza la mattina inizia a farsi sentire.
Tua madre continua a dirti che se andassi a trovarlo a giorni alterni il tuo ragazzo capirebbe, ma l’unica che non capisce è lei.
Mentre suoni il campanello il cellulare vibra nella tasca dei jeans, sospiri esasperata, sicuramente sarà lei.
- Hai dimenticato il borsone per l’ora di ginnastica a casa. Torna a prenderlo prima di andare a scuola. -
Finisci appena di leggere il messaggio e di maledirti mentalmente che la porta si è già aperta.
“Buongiorno”.
Scolli gli occhi dallo schermo del telefono “Buongiorno, am...”
Lasci la frase a mezz'aria e ti concentri per non metterti ad urlare.
“Cos’è successo?” scandisci bene e prendi un grande respiro a fine frase sempre per scongiurare il pericolo di crisi isterica, ma le gambe che tremano e le mani che iniziano a sudare freddo non sembrano voler collaborare.
“Ehi, stai tranquilla, non è successo niente” dice prendendoti il viso tra le mani e sorridendo in un fallimentare tentativo di calmarti. Non è mai stato un tipo che dispensa sorrisi e la cosa non fa altro che allarmarti ancora di più. Scoppi a piangere come una stupida e lui, che con i suoi modi cinici e strafottenti ti ha sempre tacitamente rimproverato la tua estrema emotività, questa volta ti abbraccia e ti trascina in casa.


“Se non riuscivi a dormire perché non mi hai chiamata?”
“Il fatto che io non riesca a dormire non vuol dire che non lo debba fare nemmeno tu. Sono solo uscito a fare due passi”.
“Alle tre di notte”.
“Sì, Claire, alle tre di notte” ti conferma un po’ infastidito dalla tua evidente disapprovazione. “Si può uscire di casa anche dopo mezzanotte, sai?”
“E infatti sei stato aggredito”.
“Poteva succedere in qualsiasi altro momento!” Entrambi sapete che ha torto ma decidi di non rinfacciarglielo.
“Anzi, è stata una fortuna che non mi sia portato dietro il cellulare altrimenti mi avrebbero rubato anche quello”.
“Sai quanto mi importa del cellulare, sono preoccupata che anche questa parte della città stia diventando pericolosa. Questo pomeriggio ti accompagno a sporgere denuncia”.
“No, non sporgerò denuncia”.
“Sei impazzito? È un tuo dovere farlo” solo alla fine della frase ti rendi conto di quanto la tua voce suoni simile a quella di tua madre quando ti alteri.
“Senti, non saprei dare nessuna informazione utile. E poi, sai che mio padre non era una delle persone preferite di questo quartiere, non mi va che si accendano di nuovo i riflettori sulla nostra famiglia e su quanto sia pericoloso stare vicino ad un Jordan, pensa a cosa direbbero i tuoi genitori...”
Trovi così tenero e tragico allo stesso tempo il fatto che Jaden riesca ancora a parlare di famiglia, nonostante l’unico Jordan di quel quartiere sia rimasto lui.
Sorridi, e anche se non sei del tutto d’accordo, decidi di assecondarlo.

 
Jaden




Una volta affrontati i suoi momenti d’ansia e apprensione – L’eredità che Mrs. Martin ha trasmesso a sua figlia – Claire torna ad essere la ragazza serena e comprensiva che conosci.
Non sei sicuro di essere stato convincente con la storia dell’aggressione, ma come sempre lei a deciso di crederti. Quando tiri fuori la scusa di tuo padre vedi il suo viso angelico assumere quell'espressione di tenerezza mista a compassione che odi ma, per quanto ti sforzi per fare in modo che non succeda, sai che tutti provano un po’ di pietà per un povero orfanello come te.
Passa i successivi venti minuti a coccolarti come se fossi suo figlio più che il suo fidanzato e lei è così brava a farlo che non ti dà nemmeno poi così fastidio, anzi, ti dispiace quando si alza dal tuo letto dicendo di dover scappare prima del solito perché deve ripassare da casa a prendere qualcosa.


Ti ributti nel letto dopo una doccia calda, non riposi decentemente da troppe notti e inizi a sentirne il peso. Appena chiudi gli occhi percepisci il sonno schiacciarti le palpebre e pregusti quegli attimi che precedono l'incoscienza in cui stai per cadere.
Quando senti il suono del campanello sei fortemente tentato di non andare ad aprire, ma ti rendi conto che l’unica persona che avrebbe qualche motivo di venire a casa tua è Claire
- Possibile che abbia dimenticato qualcosa anche qui? - non è da lei questa distrazione, pensi. Ma in ogni caso non ti verrebbe mai in mente di lasciarla fuori.


“Ma che diavolo ci fai tu qua?”
“Buongiorno anche a te Golden boy”. La vista della ragazza non ti fa affatto piacere e non intendi nasconderglielo, così fai per chiuderle la porta in faccia ma lei ti blocca mettendo in mezzo uno dei suoi anfibi rovinati. “Non fare il maleducato e lasciami entrare”.
Mentre pensi a come convincerla a togliersi di torno lei si è già intrufolata in casa aggirando il tuo sbarramento.
“Come fai a sapere dove abito?”
“Pensi che gli Scorpions non conoscessero l’indirizzo di Billy?” domanda retorica “Wow, sono piuttosto belle le case da questa parte della città”.
Ti stupisci che qualcuno possa ammirare in quel modo quel posto, cosa direbbe se vedesse la casa di Claire?


“Non puoi piombare qui così, menomale che la mia ragazza è andata via prima altrimenti rischiava di vederti”.
“Perché? Non hai raccontato alla fidanzatina dei tuoi nuovi amici?”
“Ma quali nuovi amici… sei venuta a prendere in giro?” Inizi a perdere la pazienza e ti rendi conto che nell'ultimo periodo ti capita stranamente spesso.
“No” risponde seria, abbandonando il tono mordace tenuto fino a quel momento.
“Volevo dirti che mi dispiace per quello che è successo ieri” allunga la mano provando a sfiorarti lo zigomo tumefatto con le dita in un gesto simile ad una carezza da cui tu ti scansi prontamente.
“Ma il fatto di essere figlio di tuo padre non ti legittima a dire tutto quello che vuoi...”
“Così lo conoscevate bene?” la interrompi per chiederle l’unica cosa che realmente ti interessa.
“Gli Scorpions sono come una famiglia, tutti conoscevano e stimavano Billy” afferma quasi stupita dalla tua domanda.
“Era lui che gestiva noi ragazzi più giovani, era il nostro mentore...quasi un padre”.
“Ah...” dici apparentemente impassibile nonostante l'improvvisa rabbia che senti montarti dentro “sono contento che per qualcuno lo sia stato”.
“Che vuoi dire?”
“Niente, solo che io e lui non abbiamo mai avuto un gran rapporto. Troppo diversi, forse...” provi a tagliare corto, adesso hai solo voglia di trovare un modo per cacciare fuori la ragazza e chiudere per sempre con tutta quella storia.
“Scherzi? Tuo padre ti adorava, non faceva altro che parlare di te, di quanto fossi intelligente, speciale...” fa una pausa e rotea gli occhi come fosse alla ricerca di una parola in particolare “Migliore”.
“Migliore?”
“Sì, per questo ti chiamiamo Golden boy, siamo sempre stati tutti un po’ invidiosi di te, del fantastico figlio di Billy Jordan che vive dall'altra parte della città”.
Quando l’avevi conosciuta ti aveva leggermente infastidito quel modo che aveva Eva di parlarti dando un sacco di cose per scontato, come se ti conoscesse da sempre. Ma ora iniziavi a capirne il motivo. Tuo padre non parlava con te ma parlava di te, e tu non sai se essere felice o ancora più arrabbiato di prima.
“Tutto bene?”
“Sì, solo che sono molto stanco...” farfugli una scusa che non è nemmeno tanto falsa.
“Tranquillo, tolgo il disturbo”. Sorride, scopre il piercing che ti eri dimenticato avesse e non sai perché, ma in un momento come quello anche quel piccolo dettaglio contribuisce a mandarti in confusione.
“Ti accompagno alla porta”.


Pensi che dovresti dirgli qualche frase di circostanza come – Grazie per essere passata –, ma non sei bravo in queste cose. A interrompere il silenzio imbarazzante è lei.
“Mi stavo dimenticando dell’altro motivo per cui sono venuta qui” dice frugando all'interno della tasca per poi estrarne fuori un oggetto che ti porge.
“È un coltello a serramanico” dice interpretando nuovamente le tue perplessità “Era di tuo padre”.
“Grazie”
“Figurati, è tuo. Come è tua la giacca ed è tuo un posto di diritto tra gli Scorpions”.
“Cosa?”
“Pensaci” ti consiglia semplicemente prima di andare via, sa che in realtà hai capito benissimo.


















 
N.d.a.
Ehila,
ecco il primo vero capitolo di questa storia. Volevo ringraziare chi ha iniziato subito a seguire con entusiasmo il mio nuovo lavoro, è una mini long di pochi capitoli (tutti già scritti) con pochissime pretese e proprio per questo la vostra opinione è estremamente importante. Vedo che avete accolto conentusiasmo il personaggio di Jaden e con mio stupore anche Claire è stata molto apprezzata, non può che farmi piace, sicuramente il loro rapporto sarà una parte fondamentale per la storia.
Probabilmente a tratti penserete che i personaggi e le ambientazioni cadono in alcuni clichè, volevo sottolineare che la cosa è voluta. Avevo voglia di scrivere qualcosa che rendesse un tributo ai personaggi e alle ambientazioni che ho sempre adorato trovare nelle opere e per "rendere giustizia" ho voluto calcare un po' la mano. Così è nato Jaden Jordan- misterioso, intelligente, sarvastico, dannato -  
che è un po' un misto tra alcuni dei miei personaggi preferiti e tutto il mondo degli Scorpions (una sorta di Peaky Blinders con la giusta ignoranza dei TBirds di Grease e l'animale totem come i South Side Serpents di Riverdale).In più, la storia partecipa ad un contest che ha come tema la natura umana, e attraverso gli stereotipi ho provato a creare una metafora che parlasse di questo. Spero che il risultato sia qualcosa di comunque abbastanza originale e che possa appassionarvi.
Ditemi cosa ne pensate con una recensione, ricambierò volentieri!
  
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