Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: JoiningJoice    26/01/2018    0 recensioni
Si sente tanto sbagliato da pensare di non meritare neppure di stringere la sua mano – ma quando lo fa trova una stretta calda, decisa e confortevole. Osserva le loro man confuso e poi torna a guardarlo in volto, piacevolmente disorientato.
Quando Namjoon sorride sul suo viso compaiono due fossette profonde.
Le adora già.

O, la storia di come Namjoon e Seokjin trovarono il sole l'uno nell'altro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2 – Seokjin, Parte II




Taehyung ha diciassette anni, ed è un tesoro. Quando parla il suo accento rende grezze le frasi gentili e forse esageratamente educate con cui esprime i propri pensieri. Ha un sorriso grande quanto è grande il suo cuore, e l'affetto genuino che sembra provare indiscriminatamente si riflette nei suoi occhi ogni volta che il sorriso fa capolino sul suo viso.

Una mattina, prima di scendere dall'auto con cui Seokjin accompagna lui, Jimin e Jungkook a scuola, si sporge oltre il sedile del passeggero per abbracciarlo. - Hyung, sei proprio forte, lo sai? -, esclama; e poi sparisce, trottando dietro a Jimin com'è sua abitudine fare.

Seokjin passa mezz'ora fermo nel parcheggio della scuola, pensando che non si è mai sentito così tanto a casa in vita sua.


Non è solo Taehyung a farlo sentire a casa – lui è solo quello che esprime il proprio affetto senza mezzi termini, con chiunque se lo meriti; ma anche gli altri hanno l'incredibile capacità di farlo sentire uno di loro, nonostante sia arrivato per ultimo.

Yoongi è il più grande, dopo di lui; ha un carattere abrasivo solo in apparenza, parla modulando costantemente il proprio tono, e la maggior parte del tempo lo passa a scrivere musica. Il più grande dono che gli fa è il silenzio: Seokjin ha l'impressione che non gli piaccia avere persone attorno, ma sopporta e accetta con tranquillità la sua presenza quando Seokjin si siede a guardarlo lavorare, affascinato. Sbuffa e ruota gli occhi al cielo, quando Seokjin pesca una battuta pessima dal proprio repertorio – ma insiste sulla sofferenza che la battuta gli causa solo in presenza di altre persone, più per divertire gli altri che per umiliare Seokjin.

Se Yoongi è un maestro di musica e composizione, i consigli di Hoseok sul ballo sono perle preziose di cui gli fa dono con un sorriso di conforto e una pacca sulla spalla. Seokjin è perfettamente consapevole dei propri limiti – certi giorni odia il suo corpo, lo sente come un involucro stretto che gli impedisce di raggiungere i risultati che vorrebbe ottenere – ma quando Hoseok lo incoraggia, spiegandogli come lenire il dolore o eseguire un passo senza sentire i muscoli del suo corpo spezzarsi in mille frammenti, allora sembra che davvero i suoi sforzi siano ripagati. Smette persino di provare invidia per le capacità di Jimin e Jungkook, entrambi notevolmente più piccoli ed entrambi notevolmente più bravi di lui – nel canto quanto nel ballo. Dovrebbe almeno sentire le fitte di gelosia, assieme a quelle alla schiena e ai polpacci, ma ogni goccia di stizza che ha in corpo si scioglie come neve al sole non appena posa lo sguardo su uno dei due: si impegnano fino a rasentare il confine tra sano e malsano, e sono entrambi ancora dei bambini. No, non può odiarli – non c'è spazio per quel sentimento nel suo cuore, non di fronte ai loro sorrisi ancora non del tutto maturati.

Scopre che il manager aveva ragione: la casa è troppo piccola per sette ragazzi – ma è perfetta per una famiglia di sette persone.


Poi c'è Namjoon. Namjoon, che si volta sempre a controllare che sia al pari con gli altri – e lo attende, se necessario; che salta da uno all'altro come un ape in un campo di fiori, rivolgendo ad ognuno equamente la propria attenzione. Che si sforza di essere un buon leader e una figura di riferimento, e non chiede nulla in cambio.

Che sorride veramente solo alla prospettiva di una buona notizia per quanto concerne il gruppo, o quando qualcuno di loro ne ha assolutamente bisogno – mai per se stesso.

Namjoon lo affascina. Seokjin ha già conosciuto persone considerabili geniali, in passato, ma è la prima volta che ha a che fare con qualcuno la cui umiltà rivaleggia con l'intelligenza. Sa far valere le proprie tesi, ma non vanta le proprie vittorie; quando qualcuno gli chiede spiegazioni le fornisce senza alcun problema, fino a fornire una conoscenza anche solo generale dell'argomento di conversazione. Quando parla di qualcosa che ama i suoi occhi si illuminano e parla finché la voce non gli viene meno, gesticolando per enfatizzare ciò che sta dicendo.

È imbranato al punto in cui Seokjin si trova a rimproverarlo, domandandogli come facessero in cucina e con l'organizzazione dei lavori di casa prima del suo arrivo. Quando lo fa, Namjoon si gratta la testa imbarazzato e non alza lo sguardo finché Seokjin non ha finito di parlare, esattamente come col manager; e quando finalmente risponde tenta inutilmente di mascherare un sorriso nervoso – le fossette che minacciano di comparire ad ogni sillaba, prosciugando via qualunque accenno di rabbia o frustrazione Seokjin provasse fino a un momento prima. Sì, Namjoon lo affascina decisamente: è come una torcia il cui calore e la cui approvazione Seokjin cerca costantemente, pur consapevole dei rischi. Basterebbe un passo sbagliato perché si ustioni in maniera irreparabile.

Il problema sorge quando Seokjin si rende conto che per un briciolo di calore in più sarebbe disposto a gettarsi tra le fiamme. In un certo senso, l'ha già fatto.

Non si sente nervoso in presenza degli altri, ma quando rimane da solo con Namjoon improvvisamente ogni azione ha un peso, una sostanza. Fa quanto può per ignorare quella sensazione, ma è difficile – è come se si muovesse sott'acqua, scoordinato e a rilento. Namjoon entra nella stessa stanza in cui si trova lui, e all'improvviso qualunque cosa stia facendo – dalle prove di canto al semplice mangiare delle patatine sul divano – sembra necessitare di una revisione. Forse sta cantando male, e rischia di deludere le sue aspettative; forse si farà un'opinione tremenda – anche se corretta – di lui, se va avanti a sfondarsi di patatine come un animale.

Dormono tutti nella stessa stanza, stipati in tre letti a castello – ed uno singolo, che Jungkook ha avuto la fortuna di ottenere per sé – con il russare degli altri a fare da colonna sonora alla notte altrimenti silenziosa. La maggior parte delle volte Seokjin è troppo stanco per fermarsi anche solo a pensare, e crolla in un sonno esausto; ma se quel giorno Namjoon ha fatto qualcosa di particolare – termine la cui definizione varia da “Ha scritto una canzone che è stata selezionata per l'album di debutto” a “Ha starnutito in maniera particolarmente carina” – allora si ritrova a rivolgergli un pensiero d'affetto, prima di addormentarsi. Entrambi dormono nella parte superiore di letti adiacenti, ed è una benedizione e una maledizione assieme: può guardarlo mentre scivola nel sonno, abbracciando il cuscino e dando le spalle alla finestra perché non noti che ha gli occhi ancora aperti, ma può anche svegliarsi e trovarlo con la maglia arrotolata fino a scoprire il petto e, occasionalmente, un'evidente erezione mattutina intrappolata nei boxer.

Sono quelle le mattine in cui Seokjin soffoca il volto nel cuscino e sfoga la frustrazione urlandovi contro.

Ha passato gli anni delle superiori in un istituto completamente maschile; è dolorosamente consapevole di quanto la visione di corpi maschili non gli sia affatto indifferente, come è anche consapevole di quanto questo sia un problema, per la società in cui vive. È proprio a causa della sua immagine di studente e figlio perfetto che non ha mai neppure osato pensare a questa attrazione, osservando altri più coraggiosi di lui godere del vantaggio della gioventù per sperimentare e sfogarsi prima di passare una vita intera indossando maschere – ma ora che il ricordo del controllo paterno inizia a sfumare Seokjin non ha motivo di fingere, almeno con se stesso. La visione di Namjoon seminudo ed eccitato ha un certo effetto sul suo corpo, uno che ignora solo chiamando a sé tutta la forza di volontà e pazienza che possiede; non è poca, fortunatamente, e dopo ha persino la faccia tosta di guardare Namjoon in volto come non fosse successo nulla e chiedergli cosa voglia per colazione. Quella situazione lo erode dentro, lentamente e dolorosamente, ma non esistono alternative al fingere che sia tutto a posto, tutto nella norma.

Niente di sbagliato nel fissare intensamente le labbra di Namjoon quando registra. Niente di strano nella necessità maniacale di averlo attorno, di essere la causa del suo sorriso.

Non aveva idea che la visione di fossette su un volto dolce potesse causare dipendenza.



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Update il 29/01~

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