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Autore: Wings_of_Mercurio    26/01/2018    3 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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ATTENZIONE! Per chi di voi avesse già letto il capitolo 26, vi informo che ho leggermente cambiato il finale... più che altro, l'ho allungato, perché ero indecisa se terminarlo con la confessione ad effetto di Craig o fargli avere un confronto con Clyde... Alla fine, ho pensato che questi due meritassero un confronto, seppur minimo, quindi ho corretto. Quindi, se vi fa piacere, rileggete il finale del 26 prima di questo!

Poi ecco, giungiamo a questo capitolo. Io non so, come mi è uscito. Però sono piuttosto soddisfatta. Ma questo capitolo è molto importante per me; diciamo che è il motivo per cui ho corso fin qui, perché non vedevo l'ora di scriverlo, ed eccolo. All'inizio lo avevo immaginato un po' diverso (non nella trama, quanto più nell'armosfera), ma i rapporti tra i personaggi si sono evoluti praticamente da soli e quindi non poteva essere differente da così. Rappresenta il primo punto di rottura di questa storia ( il secondo si avrà a breve) e quindi, insieme ad un capitolo abbastanza prossimo, è come se fosse il fulcro centrale della storia. Mi piacerebbe davvero avere delle opinioni su questo capitolo in particolare.
Per il resto, il capitolo doveva essere tutto dal punto di vista di Stan, ma ho disseminato punti di vista differenti lungo la narrazione, giusto perché a questo punto non possiamo lasciarci sfuggire niente!
Detto questo, buona lettura!


27. 23:57


Era un giorno tranquillo. Avevano tenuto solo le prime due ore di lezione, poi era iniziata la conferenza in palestra. 
Stan se ne stava in fondo, appoggiato alla parete, a guardare soddisfatto il risultato che avevano ottenuto: la palestra era piena, e lui e Wendy avevano convinto tutta la classe a parteciparvi. 
Kyle gli aveva tenuto il posto, ma da quella posizione, Stan aveva una vista migliore su Wendy, seduta sul palco che avevano allestito, accanto al signor Mackey, insieme agli altri membri del comitato scolastico, mentre un altro consulente parlava. 
La ragazza sembrava essere nel suo ambiente naturale; in più, alzando gli occhi, l'aveva anche visto, lì in fondo, in piedi, ed ogni tanto, Stan poteva vederla lanciargli un occhio.
Era il primo giorno, dopo tanto tempo, che si sentiva così bene. L'aria era fresca e aveva il sapore di domenica; Kyle aveva finito di scontare la sua punizione e più tardi sarebbero andati tutti a giocare a Pathfinder, cosa che stavano rimandando da due settimane.
Il cellulare gli vibrò nella tasca. Stan lo prese, curioso di sapere chi lo stesse cercando.
Sul display compariva il nome di Craig. 
Stan lo cercò con lo sguardo fra i presenti, nella direzione dov'era seduta la sua classe, ma non lo trovò, quindi si decise a sbloccare lo schermo e ad aprire la chat.
Puoi venire al solito posto?
Il solito posto? Intendeva quello che lui e gli altri usavano per fumare? 
Tamburellò con le dita sullo schermo del cellulare. Non aveva pianificato di abbandonare l'assemblea, perché di sicuro Wendy gli avrebbe dato il tormento, però era passata quasi una settimana, dall'ultima volta che lui e Craig si erano visti, ed era felice che adesso fosse lui, a chiamarlo. 
Uscì dalla palestra cercando di dare meno nell'occhio possibile; infatti decise di attraversare l'interno dell'istituto, perché l'uscita esterna era troppo lontana, da lui.
Percorse i corridoi deserti fino ad oltrepassare la mensa e ad arrivare all'uscita di sicurezza.
Appena uscito fuori, il calore del Sole lo sorprese, facendolo sorridere. Si tolse il cappello e se lo infilò in una delle tasche del giubbino, lasciando fuori solo il pompon rosso. Per una volta, poteva sentire il caldo reale sulla sua testa.
Incontrò Token di ritorno, in prossimità del luogo d'incontro; probabilmente, il ragazzo aveva appena finito di fumare anche lui.
<< Ehi, Token >> lo salutò.
<< Ehi, Stan. Torno dentro, che ho lasciato Nichole da sola >> spiegò, senza neanche fermarsi.
Stan annuì, girando la testa per guardarlo allontanarsi, poi proseguì svoltando l'angolo.
Craig era appoggiato al muretto delimitante, con un braccio intorno al torso, a sostenere l'altro che reggeva la sigaretta, le lunghe gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto, rivolto all'asfalto.
<< Ehi >> lo salutò, sorridendogli, al che Craig alzò lo sguardo su di lui, guardandolo appoggiarsi al muro accanto a sé.
<< Ehi >> lo accolse di rimando, aprendo il pacchetto per offrirgli una sigaretta.
Stan la prese, ringraziandolo con un cenno del capo, poi se la lasciò accendere.
Diede una profonda aspirata, poi rilasciò il fumo rivolgendo gli occhi al cielo.
Aveva l'impressione che il mondo stesse tornando al suo posto; la seduta di sabato, al contrario di ciò che aveva creduto, gli aveva infuso una grande forza, e Stan si sentiva come se potesse spaccare il mondo, in quel momento. Aveva passato il fine settimana a riordinarsi le idee, a ricordarsi di essere più onesto, con se stesso, e nelle relazioni. Stava riconsiderando anche questa cosa con Craig. Gli aveva detto di non potere di più perché la sua vita era incasinata, ma adesso quel casino stava iniziando a dissiparsi, e lui stava iniziando a districare filo per filo. Non sapeva come altro esprimerlo, ma si sentiva più positivo, riguardo quella cosa che c'era fra di loro, perché aveva capito che forse doveva legarsi meno alle etichette, ed aprirsi di più. Era pronto, ad investire, in un certo senso, nella cosa, a considerare che potesse anche trasformarsi in altro. Niente di speciale, solo un cambio di attitudine, ma era già qualcosa. 
D'altronde, non poteva rincorrere Wendy per sempre, nonostante la ragazza avesse ancora un posto fisso nei suoi pensieri.
<< Come va? >> chiese, giusto per riempire il silenzio.
Craig annuì, senza guardarlo << Bene... Sembri felice >> tastò il terreno. L'aveva chiamato fuori per parlargli, ma non si era preparato un discorso.
Stan sorrise, con un sorriso ampio << Diciamo che lo sono. Sai, sono rientrato nella squadra di football >> lo informò. 
Sapeva che parlare non era proprio una cosa loro, ma Stan voleva condividere un po' della sua positività.
<< Ti sei già stancato di stare tra gli sfigati? >> azzardò Craig. Sperava che, scherzando, riuscisse a calmare un po' i suoi nervi.
Stan ridacchiò, cristallino, mentre ciccava sull'asfalto << Sto... sto solo cercando di rimettermi in sesto... sai, è stato davvero un periodo di merda >> gli confessò, prendendo un altro tiro, e arrossendo leggermente, con gli occhi rivolti davanti a sé << Sto cercando di smettere di bere... >>
Craig restò per un attimo in silenzio, fumando e guardando le mura dell'edificio scolastico.
<< Mi sembra una buona cosa >>
Stan annuì, perso nei suoi pensieri << Voglio davvero farlo, mi sono rotto il cazzo di deprimermi. È l'ultimo anno di scuola, vorrei godermelo... Mi sto impegnando sul serio, sto persino partecipando a delle sedute di gruppo del cavolo... >> arrossì ancora una volta. 
<< Accidenti... >> lo sfotté Craig.
Stan ridacchiò << Può non sembrare, ma aiuta... Sono sobrio da quattro giorni >> lo mise al corrente, contento.
Non sapeva cosa si aspettasse, ma di certo Craig non gli avrebbe accarezzato la testa complimentandosi, però lui era comunque contento dei risultati.
<< ...mi vuoi dire che in questo periodo non sei stato mai sobrio per quattro giorni di fila? >> chiese Craig, con un sentimento di pena che gli si espandeva nel petto.
<< Non saprei... se lo sono stato, non lo sono stato volontariamente... >>
Rimasero per un po' in silenzio, a fumare, e a perdersi nei loro pensieri. 
Craig stava cercando di raccogliere il suo coraggio, la risoluzione necessaria per dire a Stan che voleva finirla, ma la felicità di Stan era stata un pugno in faccia; e poi c'era la vergogna, di dover trattare quella cosa come un qualcosa di formale, quando, effettivamente, non c'era niente da dover finire, perché niente era mai iniziato.
<< Sai... >> riprese Stan, distogliendolo dai suoi pensieri e facendogli voltare la testa per osservarlo. Stan stava guardando il cielo, un piccolo sorriso sulle labbra << ...tra sei giorni è il mio compleanno >> poi si voltò a guardarlo negli occhi << Voglio cercare di arrivarci sobrio; sarebbero dieci giorni di astinenza... >> più o meno, ricordò a se stesso << Sarebbe una bella spinta per iniziare un nuovo anno della mia vita >> ritornò a guardare dinanzi a sé, ed aspirò un po' di fumo, poi ridacchiò << Sempre che non capiti qualche altra cosa >>
Craig si fissò le scarpe, mordendosi il labbro. Non posso farlo, pensò. Come poteva rovinare la settimana a Stan? Come faccio, a farlo?
<< Perché... mi stai raccontando queste cose? >> chiese.
Stan scrollò le spalle << Non lo so... >> rispose, arrossendo << Ho... ho solo pensato di doverlo fare... Anzi, penso di doverti ringraziare >>
Craig lo guardò stralunato << Di cosa? >>
Stan sorrise, ma non lo stava guardando, stava fissando le sue scarpe.
<< Per aver alleviato la mia sofferenza... >> sussurrò, poi lanciò quello che restava della sua sigaretta sull'asfalto.
<< Craig... >> lo chiamò, posizionandosi davanti a lui, gli occhi rivolti in alto verso i suoi.
Craig non riuscì a distogliere lo sguardo da quelli azzurri dell'altro. Il suo cuore stava correndo, nonostante il sangue gli si fosse ghiacciato nelle vene. Fece cadere anche lui la sigaretta, ma il gesto sfiorò appena la sua coscienza.
<< Cosa? >> domandò, con la gola secca.
...credo di essermi affezionato a te...
Ma non lo disse, Stan, scosse la testa << Niente >> disse invece, poi in uno slancio gli catturò il viso con una mano e lo baciò.
Fu nell'attimo di sorpresa di Craig, che riuscì ad assaporargli le labbra, poi il ragazzo gli mise una mano sulla spalla, e lo allontanò, voltando la testa dall'altra parte.
Era stato un gesto istintivo, per Craig, ma la sua mente era piena di confusione.
<< ...cosa c'è? >> chiese Stan, e il suo tono allarmato lo fece tremare.
Non riusciva neanche a ritirare la mano dalla sua spalla.
<< Craig? >> la sua voce vacillava, ma lui non riusciva neanche a guardarlo.
<< È solo che... >> distolse lo sguardo dal punto in cui l'aveva fissato prima, e prese a guardarsi intorno.
Stan fece lo stesso, poi ritornò a guardare lui << Non c'è nessuno, qui >> lo rassicurò << Mezzo istituto se ne è andato, e l'assemblea ne ha ancora per molto >>
Craig portò lo sguardo nel suo.
<< Anzi, dovrei ritornare >> lo avvisò Stan << Solo... un bacio? >> chiese, a disagio.
Stan gli stava chiedendo un bacio? Perché?
Avrebbe voluto chiederlo, ma la sua mano lo tradì prima che potesse farlo, spostandosi improvvisamente dalla spalla di Stan al suo collo. Stan dapprima la evitò, occhieggiandola dagli angoli degli occhi, stupito, poi li riportò su Craig, rilassandosi contro di essa e appoggiandogli una mano dietro al collo, per avvicinarsi di nuovo verso di lui, piano, cercando di captare qualsiasi segnale di rifiuto, che però non venne.
Questa volta Craig rispose al bacio; stava tremando, e aveva la gola arida, non sarebbe mai riuscito a dirgli niente, e non voleva, respingerlo e basta, non poteva essere uno stronzo del genere. Era solo un bacio. Solo uno, e per la prima volta Stan non sapeva di alcol. Per la prima volta, poteva davvero sentire il suo sapore. Gli passò una mano fra i capelli e se lo tirò più vicino. 
Gli avrebbe parlato. Non in quel momento, non quel giorno, forse il giorno dopo. Non gli importava, in quel momento, concentrato com'era a dosare la colpa con la ragione.
Era la prima volta, comunque, che si baciavano senza l'aspettativa di qualcosa di imminente, per il semplice gusto di baciarsi, e a Stan piaceva. Allungò anche lui la mano nei capelli dell'altro, sotto al chullo, per approfondire il bacio. Poteva sentire il cuore di Craig battere attraverso i loro petti, e una sensazione di calore gli si annidò sul fondo dello stomaco.
<< Craig! >> una voce esacerbata irruppe nel loro idillio, facendoli sobbalzare entrambi per lo spavento.
Stan si voltò di scatto, col cuore a mille, non riconoscendo la voce fino a quando non vide il ragazzo di fronte a sé.
<< Tweek! >> disse << N-non è come sembra! >> Davvero?
Ma Tweek si era voltato verso di lui giusto un attimo, come se non lo vedesse davvero.
<< Puoi... puoi per favore non dire niente a nessuno? >> chiese Stan, impanicato. Non era grave, in fondo. 
Solo dopo, si accorse che Craig, accanto a lui, era completamente paralizzato, con gli occhi sgranati sul ragazzo biondo.
E neanche Tweek stava più prestando attenzione a lui; i suoi occhi incolleriti erano tutti per Craig.
<< T-tu! Che cazzo stai facendo?! >> quasi urlò Tweek, marciando infuriato verso Craig.
<< Tweek! >> squittì scandalizzato Stan, proprio mentre Tweek afferrava Craig per il colletto e lo inchiodava al muro << Lascialo andare! Per favore! >>
Non capiva perché Craig semplicemente non reagiva; sapeva solo che il sangue gli era diventato freddo dalla paura e le lacrime gli premevano dagli occhi. 
<< R-rispondimi! >> rincarò Tweek, gli occhi che gli tremavano, facendo impattare la schiena di Craig di nuovo sul muro. Un guizzo di dolore passò negli occhi colpevoli di Craig << Perché cavolo stai baciando lui?! >> urlò, isterico.
<< Per favore, Tweek, mettilo giù! >> pregò Stan, quasi in lacrime. Avrebbe voluto fare altro, ma era terrorizzato << Non ha fatto niente di male! >>
Craig non parlava, lo fissava solo con il dolore nello sguardo, e Tweek sentì la collera montare, insieme al pianto. Pensava di meritare una risposta, quantomeno.
<< Come?! Mi fidavo di te, e tu mi hai tradito! >> 
Craig se lo scrollò di dosso << Noi non stiamo insieme, Tweek! >> gridò, in cerca di ragione.
Il silenzio cadde fra di loro.
Gli occhi di Tweek si ingrandirono, feriti, e Stan poté chiaramente vederli diventare lucidi per il pianto. 
Craig restò a guardare Tweek, scioccato, da come gli erano scivolate fuori quelle parole, e dalla reazione dell'altro. Era vero, non avevano mai detto di stare insieme, ma forse Tweek pensava che...
Tweek fece qualche passo indietro, ormai sull'orlo delle lacrime << O-ok... Credo di aver capito... >> disse, tremando, poi strinse gli occhi e si voltò, fuggendo via.
Stan e Craig rimasero paralizzati, lì, dov'erano, incapaci di realizzare cosa fosse successo.
Craig scivolò lungo la parete, sedendosi a terra.
<< Merda >> si commiserò, nascondendosi la faccia fra le mani. Tweek pensava che stessero insieme, mentre lui non lo aveva neanche considerato << Sono così fottutamente stupido... >> 
Stan cercò di inspirare aria, l'adrenalina che man mano lasciava il suo corpo, sostituita da un tremolio di spavento.
<< Che cazzo?! >> chiese, non appena riuscì a calmarsi << Stai uscendo con Tweek? >>
Craig non rispose, incapace di formulare un pensiero, con ancora metà faccia nascosta fra le mani. Non lo stava neanche guardando.
<< Perché non me l'hai detto?! >> domandò, leggermente isterico anche lui, ma erano perlopiù i rimasugli del panico << Cazzo! Non voglio finire sulla lista nera di Tweek per colpa tua! >> sbottò, con un gesto plateale delle braccia.
Craig non si mosse, e Stan fece un passo indietro, metaforicamente parlando.
<< Senti... >> esordì, assumendo un tono più diplomatico << Devi stare attento... a ciò che fai con Tweek. Lui è... >> guardò il cielo intorno, scuotendo la testa, cercando le parole giuste, adatte, ma caute << ...una bomba a orologeria... >>
Restò per un attimo a fissare il ragazzo che sembrava volesse cadere a pezzi davanti ai suoi occhi.
<< Da quanto stavate uscendo insieme? >> domandò, con un senso di vuoto che gli si allargava nel petto.
Craig dapprima non rispose, poi disse: << Quasi due settimane... >>
Stan abbassò gli occhi sulle sue scarpe, dolente. Quindi era per questo che Craig si era comportato freddamente, per tutto quel tempo.
<< Avrei voluto dirtelo >> si scusò Craig, finalmente guardandolo negli occhi, con le sclere lucide << Stavo cercando di farlo, ma... non avevo immaginato che per Tweek fosse già così importante... >> sussurrò,  poi distolse di nuovo lo sguardo, con espressione afflitta << Dio, mi sento così stupido... >>
<< Lui... ti piace? >> chiese Stan, incrociando le braccia, e prendendo a calciare i sassolini sull'asfalto.
Craig annuì, poi lo guardò direttamente in viso << Credo di essermi preso una cotta... >> confessò.
Stan annuì a sua volta, comprensivo, poi distolse lo sguardo. Fece un sorriso che doveva essere ironico, ma che aveva un po' d'amaro << Suppongo che una sigaretta sappia meglio, dopo il caffè, che dopo una bevuta, eh? >> domandò, cercando di alleggerire la situazione.
Craig lo osservò dispiaciuto, poi annuì, semplicemente, e rifuggì di nuovo il suo sguardo.
Stan sentì formarsi un groppo in gola, ma lo inghiottì.
<< ...lui ti rende felice? >>
Craig fece di sì con la testa, ancora una volta, sorridendo fra sé.
Stan era contento di sentirlo. Almeno uno fra di loro era stato felice. Non poteva fare molto, a questo punto, perché era chiaro che Tweek lo rendesse felice, mentre lui non l'aveva mai fatto. Lui doveva averlo reso solo infelice.
<< E Wendy... >> chiese improvvisamente Craig, distogliendolo dai suoi pensieri << ...lei ti rende felice? >> 
Si guardarono con intesa.
Stan scosse la testa, abbassando per un attimo gli occhi << No... >> confessò << ...però mi fa sentire vivo... >>  
Ed era vero, perché si sentiva più morto che vivo, quando lei si allontanava.
<< Puoi lasciarmi una sigaretta, quando te ne vai? >> chiese Stan, e Craig capì che voleva essere lasciato solo.
Annuì, alzandosi da terra, e affiancandolo. Prese tre o quattro sigarette dal pacchetto per sé, dandolo tutto intero, con quelle quattro o cinque che ne restavano, a Stan.
Il ragazzo allungò la mano per prenderlo, e in quel passaggio si guardarono per l'ultima volta, negli occhi. C'era più di quanto si potesse pensare, in quel pacchetto, come se Craig volesse assicurarsi che le avesse, perché da quel momento in poi non ci sarebbero state più sigarette scroccate. Tirò dalla tasca anche un accendino, che era abbastanza sicuro di avere, ma non altrettanto sicuro che funzionasse. Lo fece scattare per provarlo, poi consegnò pure quello a Stan, che annuì, grato.
Craig avrebbe voluto dire qualcosa, incoraggiarlo a non bere, ma non erano più affari suoi, quindi decise di lasciar perdere, e Stan lo guardò allontanarsi, senza dire più una parola.
Tirò fuori una delle sigarette e se l'accese, sedendosi sul gradino di un'aiuola. 
Un altro fottutissimo vizio di merda. Era tutto ciò che ne aveva ricavato.
Portò il filtro alle labbra, e si mise a guardare il cielo, cercando di svuotare la mente.
Tweek e Craig. Chi l'avrebbe mai creduto? Ma adesso aveva tutto più senso.
"Credo di essermi preso una cotta..."
Le parole di Craig gli sovvennero a tradimento. E stridevano, con le altre che lo avevano accompagnato per tutta la settimana: "...mi sono preso una cotta per te, da quel momento..." 
Un singulto di pianto lo sorprese.
<< Merda! >> imprecò.
Non riusciva a fermare le immagini nella sua mente, clip su clip dell'ultima notte che avevano passato insieme, le braccia di Craig, gli ansiti, i baci dietro al collo durante l'amplesso.
Sentì le lacrime scivolargli via dagli occhi, e cercò di asciugarsele con le mani, ma erano inarrestabili.
<< Cazzo... >> disse a se stesso, arrabbiato.
Arrotolò il pacchetto di sigarette nella sua mano e lo lanciò lontano, come sfogo.
<< Fottiti >> lo invitò.
Spense pure la sigaretta, perché aveva l'odore di Craig, e si sentiva preso in giro da lei.
Fanculo anche all'orgoglio, perché non aveva più nessuna ragione, per non lasciarsi andare a un bel pianto liberatorio.
  
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