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Autore: Padfootblack    26/01/2018    0 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'"autrice": Buonasera! Le note prima del capitolo sono obbligatorie questa volta.
Ho scritto, riscritto, cancellato, ririscritto questi due capitoli, ma non ne sono ancora convinta. Tuttavia, sembra che la storia si stia scrivendo da sola e questo è quello che è uscito dalla mia mente becera. I prossimi due capitoli li posto insieme perché raccontano della stessa esperienza, ho usato la stessa canzone per entrambi (equamente divisa). Ho finito con lo sproloquio, lo giuro, spero che i capitoli vi piacciano! 
Buona lettura!
Padfoot


 

Under Cover of Darkness – Alex

 

Slip back out of whack at your best
It's a nightmare
So I'm joining the army

Non la sentivo da mesi quando sua madre mi chiamò in lacrime, dicendomi che Amy era in ospedale. Non avevo visto la tv, o letto i giornali, o avuto contatti con il mondo esterno quella mattina, quindi ne fui sconvolto. Presi il primo volo da Los Angeles per Londra e fu il peggior viaggio che avessi mai fatto. Non potevo accendere il telefono, quindi non sapevo se c’erano notizie, mi era bastata la voce sconvolta di sua madre e la parola “overdose” per cercare di raggiungerla nel minor tempo possibile.

Le ero stato accanto durante il coma, quando si era svegliata e quando era andata in riabilitazione. Non riuscivo a capacitarmi di come fosse possibile che la mia Amy avesse voluto uccidersi. Solo dopo appresi che la relazione fra lei e Liam era terminata da mesi e che da quel momento aveva iniziato a fare uso di stupefacenti giornalmente. Per questo non si era resa conto di aver ecceduto e aveva rischiato la morte. Se c’era qualcuno che sarebbe potuto morire di overdose ero io, perché erano anni che ero schiavo di sostanze allucinogene, e pensavo di riuscire a moderarmi e di capire i miei limiti. Ma vederla su quel letto di ospedale mi aveva fatto cambiare prospettiva e nei mesi in cui le stavo accanto avevo ridotto le mie dosi, arrivando anche ad azzerarle quando stavo con lei.

Don't go that way
I'll wait for you

Era difficile riconoscerla i primi giorni, i farmaci che le davano la rendevano una bambina curiosa di tutto e logorroica, così lontana dalla mia Amy silenziosa e cinica. Mi dissi che sarei tornato a Los Angeles quando lei sarebbe stata meglio, ma era un processo lungo.

La paura di perderla mi aveva fatto trasferire a Sheffield un’altra volta, a casa dei miei genitori. L’avevo seguita dall’ospedale di Londra alla clinica a Sheffield, fino a quando si era trasferita a Manchester, dai suoi genitori. Avevo comprato una macchina e facevo quel tratto di strada tutti i giorni, per farle visita e per vederla tornare pian piano in sé. Avevo aspettato pazientemente che le nubi svanissero dalla sua mente e che permettessero alla sua vera personalità di uscire fuori.

And I'm tired of all your friends
Listening at your door
I want what's better for you

Molta gente veniva a farle visita, le portava dei regali e si preoccupava della sua salute. Ogni volta che andavo a trovarla non riuscivo a parlarci per più di due minuti, perché una nuova ondata di persone bussava sempre alla sua porta. Ma vedevo che la rallegravano, si stupiva di quanta gente le volesse bene e facesse viaggi intercontinentali per lei. Non avevo permesso a nessun amante del gossip di entrare in quella casa, e la madre di Amy sapeva bene che doveva chiamarmi ogni volta che una nuova persona si presentava alla porta. Molti erano solo sciacalli, si fingevano compagni di avventure pur di entrare e rubare qualche scatto segreto alla cantante suicida, e i genitori di Amy non sapevano distinguerli dagli amici che lei si era fatta in giro per il mondo.

Taylor mi aveva detto che non potevo avere il controllo su tutto e che non spettava a me fare il bodyguard, ma solo io, Chris e Aaron potevamo proteggerla da quella gente. E così lei non mi incolpava di non essere al suo fianco, a Los Angeles, ma aspettava paziente che io tornassi dal mio soggiorno inglese.

So long, my friend and adversary
But I'll wait for you

Amy era passata dall’essere una bambina curiosa e logorroica all’essere una creatura cupa e taciturna. Non appena aveva smesso di prendere i farmaci “correttivi”, aveva anche smesso di parlare. Restava per ore in silenzio, osservando il mondo intorno a sé, senza dire una parola, come se fosse appena atterrata in un mondo nuovo e dovesse ancora imparare il nostro linguaggio. Ma anche in quel caso aspettai che si riprendesse, che trovasse la vera Amy in quel turbinio di depressione in cui era entrata. E ci volle del tempo perché capisse che non poteva farsi travolgere dalla vita, che doveva restare con i piedi ancorati a terra e credere solo in se stessa, senza dare adito a nessuno. Aveva imparato che la vita era dura e che bisognava rialzarsi da soli.

Get dressed, jump out of bed and do it best
Are you okay?

Capii che era guarita quando mi chiese di Taylor e mi supplicò di passare del tempo con lei perché dovevo godere di ogni piccolo momento con la persona che amavo. La versione di Amy che avevo al mio fianco era più matura di quanto io potessi mai aspirare ad essere. Le promisi che avrei fatto tesoro dei minuti passati con Taylor e che non avrei dato per scontato la sua presenza, cosa che purtroppo avevo fatto in questi mesi. E dopo questa promessa, si alzò dal letto e si mise il cappotto, chiedendomi di accompagnarla allo studio. Erano le tre del mattino e avevo passato tutta la serata da lei, così le chiesi se stava bene. Sorrise, dopo mesi in cui aveva tenuto il broncio, e mi disse che non era mai stata meglio. La portai a Sheffield, nello studio, e la vidi armeggiare di nuovo con una chitarra e con un plettro, beandosi di ogni testo geniale che le veniva in mente.

So long, my friend and adversary
I'll wait for you

Il giorno dopo mi accompagnò all’aeroporto e mi strinse in un abbraccio affettuoso, ringraziandomi di aver “sprecato i tuoi mesi con me” e chiedendo scusa per avermi rubato le energie di questi mesi. Le dissi che sarei tornato presto da lei, ma giurò di non volermi più vedere per un bel po’ di tempo, perché doveva imparare a vivere da sola. Rispettai le sue volontà e misi piede sull’aereo che mi avrebbe riportato a casa, da Taylor. Litigammo per vari motivi, ma una volta che fu tra le mie braccia, si calmò e decise di perdonare il mio spirito da crocerossina. Era unica nel suo genere e nel suo abbraccio potevo davvero sentirmi a casa.

   
 
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