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Autore: Myra11    27/01/2018    1 recensioni
Sequel di "Bring Me Back To Life".
Cinque anni dopo aver sconfitto l'oscurità ed essere miracolosamente sopravvissuti, Noctis è il re, e Nyx conduce una vita tranquilla al fianco di Lunafreya. Finchè gli spettri non tornano a tormentarlo, e tra di loro, uno molto particolare...
[Dalla storia]
Il fantasma gli sorrise, ma fu più un ghigno crudele.
"Se non sono reale, come posso fare questo?" Gli domandò con aria divertita,e poi affondò la spada dritto nel cuore della recluta. Fu così improvviso che Nyx quasi non si accorse del sangue che sgorgava dalla ferita.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Nyx Ulric, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 33
 
-Fu come se gli avessero sparato di nuovo, nel cortile di una Insomnia semi distrutta.-
 
«Lascia stare bambina, faccio io.»
S’intromise Nyx, rubando Aulea dalle braccia delle madre.
Lei gliela cedette volentieri, continuando a cullare il fratello.
Quando, due anni prima, Nyx era entrato nella sala d’ospedale, e due piccoli, piangenti bambini l’avevano guardato dalle braccia della figlia, gli si era sciolto il cuore.
«Grazie papà. Regis è molto impegnato in questo periodo…» Le si smorzò la voce, e Nyx la guardò continuando a cullare la nipote. Lei e Cor, suo fratello, avevano una particolare sfumatura dorata di capelli che sembrava la fusione esatta tra il rosso del padre e il platino della madre.
«Crowe…» Non ebbe nemmeno bisogno di chiedere, perché lei si fidava di lui, e sapeva che l’avrebbe sempre aiutata in ogni modo possibile. Così sospirò e spostò Cor tra le braccia.
«Dalla nascita dei gemelli Regis non ha passato molto tempo con loro. So che presto sarà re, e che è impegnato nel suo ruolo ma…sono anche i suoi figli. Sarebbe bello se fosse più presente.»
Nyx abbassò la voce per non disturbare i bambini che si erano, finalmente, addormentati. «Io ero terrorizzato quando ho scoperto che tua madre era incinta.» Sorrise all’espressione scettica della figlia, e riprese a parlare. «Avevo circa vent’anni quando Galahd fu invasa, e da quel giorno ho passato gran parte delle mie giornate su un campo di battaglia, così, quando Luna mi ha detto che sarei diventato padre, temevo che avrei fatto un casino, che un soldato non avrebbe potuto allevare un bambino. Eppure tu sei qui, e io sono fiero della donna che sei diventata. Vedrai che anche Regis capirà che non deve rifugiarsi nel lavoro, e diventerà un buon padre.»
«Lo spero tanto.» Sospirò lei, spostandosi per mettere Cor nella grande culla accanto al letto matrimoniale. Quando Nyx fece lo stesso con Aulea, lui allungò l’esile braccio per stringere la mano della sorella.
Con un cenno, l’uomo esortò la figlia ad uscire dalla stanza, e così si trovarono nella sala da pranzo.
Nyx lasciò che Crowe si abbandonasse su una delle sedie, le braccia incrociate sul tavolo, e si mise a preparare il pranzo. Non era mai stato un grande cuoco finché non aveva incontrato Luna.
I giorni che avevano passato a cucinare insieme mentre il mondo affogava nel buio erano un ricordo dolce.
«Anch’io ero così da piccola?»
A quella domanda, Nyx si lasciò scappare una risata divertita. «Eri anche peggio. Non penso proprio che né Aulea né Cor torneranno mai a casa con un braccio rotto perché volevano giocare con la spada del re.»
Crowe fece una smorfia risentita. «Quella volta fu colpa di Regis. Ero una bambina, e lui non faceva altro che raccontare della meravigliosa spada alata di suo nonno.»
Nyx posò i piatti sul tavolo, e ne approfittò per lasciare un bacio veloce tra i capelli della figlia. «Regis è meglio di quanto fosse Noctis alla sua età, se la cosa ti può consolare.»
La sua frase attirò l’attenzione della donna, che alzò lo sguardo verso di lui. «Davvero? Com’era il re?»
Mentre aspettava che l’acqua sul fuoco bollisse, Nyx si sedette davanti alla figlia con un sorriso divertito. «Egoista, narcisista e troppo concentrato su sé stesso per accorgersi dei gesti di coloro che gli stavano intorno.»
«L’esatto contrario di com’è ora, insomma.»
«Esatto. Sappi che prima di riuscire a farmelo piacere, l’ho dovuto riempire di botte.»
La sua confessione fece scoppiare a ridere Crowe e, mentre la osservava così divertita e serena, in quell’atmosfera familiare, Nyx pensò per l’ennesima volta che avrebbe voluto fermare il tempo.
«Siamo a casa!» La voce di Regis seguì l’aprirsi della porta, e Crowe scattò in piedi quando sentì i suoi passi.
Nyx lasciò che lei salutasse il marito, perché la sua attenzione fu focalizzata da un’altra persona.
Nonostante Luna avesse ormai sessantuno anni, la sua sola presenza lo magnetizzava come il primo momento.
Lei si chinò per baciarlo, e lui sorrise sulle sue labbra. «Ciao. È andato tutto bene?»
«Le solite discussioni politiche che ti avrebbero annoiato a morte. Voi?»
Nyx osservò con la coda dell’occhio Crowe portarsi una mano alla bocca per soffocare un’esclamazione di sorpresa quando Regis le porse un mazzo di fiori.
Lo sentì scusarsi a bassa voce per la sua assenza, e qualcosa dentro di lui si rilassò impercettibilmente.
«Tutto alla grande. Il pranzo è pronto, e le piccole pesti dormono.»
Non aveva nemmeno finito di parlare che il pianto congiunto dei gemelli tagliò l’aria, e Luna lo osservò con aria divertita.
«Le ultime parole famose.»
 

 
«Nonno! Nonno!»
Le voci congiunte dei suoi nipoti lo raggiunsero mentre era sulla grande torre nell’arena rotonda, accanto ad una recluta che sembrava sul punto di vomitare.
Pace o no, non mancavano mai i soldati volontari, e lui non mancava mai di condividere un po’ della sua magia con loro, anche se molti non riuscivano ad abituarsi alle proiezioni.
Abbassando lo sguardo nel gelido pomeriggio invernale, Nyx li individuò immediatamente.
Avevano dodici anni ormai, e più crescevano più si somigliavano.
E più lui si affezionava, e più il dolore si faceva forte a guardarli.
Congedando la recluta, si proiettò davanti a loro senza fatica, e il suo gesto li fece prima restare senza parole, e poi ridere. «Non dovreste essere a scuola, piccole canaglie?» Li rimproverò scherzosamente, osservando i loro vestiti sporchi di fango.
Fu Cor a rispondergli, e lui riconobbe la fiera testardaggine tipica della madre, e di Luna. «No! La mamma ci ha detto che potevamo saltare la scuola visto che oggi diventerà regina! A proposito, ci hanno detto di venire a chiamarti.»
Quella notizia gli mandò un’iniezione di adrenalina nelle vene. «Me n’ero dimenticato!» Imprecò tra sé e sé, e poi si concentrò nuovamente sui nipoti. «Forza voi due, dovreste andare a vestirvi, due principi non possono certo farsi vedere ridotti così.»
Scompigliò loro i capelli ma, quando vide che non si muovevano, gli venne da sorridere.
Anche Crowe aveva la stessa abitudine, di starsene lì con quel viso adorabile finché lui non cedeva, chiedendole cosa desiderasse. Ma ora sapeva cosa volevano i suoi nipoti, e sorride mentre si accucciava davanti a loro.
«Non ditelo a vostra madre, d’accordo?»
«Muti come pesci!» Promise Aulea, e fu la prima a muoversi per abbracciarlo con una risata estasiata. Cor la seguì poco dopo, ed entrambi piegarono i volti per osservare le grandi ali metalliche aprirsi dietro di lui, strappando riflessi metallici al freddo sole invernale.
Fu un tragitto breve, eppure i due ragazzi sembravano soddisfatti, e quando lui li spedì a darsi una sistemata obbedirono senza esitare, rincorrendosi per i corridoi del palazzo.
Così, Nyx fu libero di fare altrettanto, e qualche tempo dopo era davanti allo specchio a figura intera nella loro stanza a palazzo, che era rimasta loro nonostante non la usassero spesso.
Stava finendo di chiudere la giacca dell’uniforme da generale quando una voce familiare lo raggiunse.
«Non credo che ci abbiamo presentati adeguatamente, questa mattina.»
Piegò le labbra in un mezzo sorriso voltandosi ad accoglierla tra le braccia. «Nyx. Nyx Ulric, mia signora.»
Luna sorrise ad un soffio da lui, le mani sul suo petto.
Aveva settantatré anni ormai, e lui la trovava ancora bellissima; ogni ruga, ogni segno sulla sua pelle, non era altro che la loro storia raccontata in carne ed ossa. E il modo in cui lei lo guardava, arrossendo quando lo scopriva ad osservarla, come i suoi occhi s’illuminassero quando entrava nella stanza, tutto ciò che il suo sguardo gli comunicava, aveva ancora il potere di commuoverlo.
«Stai benissimo.» Commentò lei, facendo un passo indietro per osservare l’uniforme, la cui unica significativa modifica era una sottile striscia argentata a destra dei nastri viola che gli pendevano sulla schiena.
«Grazie.» Commentò, divertito, ma qualcosa nello sguardo di sua moglie smorzò il suo sorriso.
Si avvicinò a lei, sistemandole i capelli, di un candore assoluto, dietro l’orecchio. «Che succede?»
Lei scosse la testa, ma cedette quando incrociò il suo sguardo. «Vederti vestito così mi riporta indietro negli anni…»
Fu come se gli avessero sparato di nuovo, nel cortile di una Insomnia semi distrutta.
Sentì di nuovo la voce terrorizzata dell’Oracolo che correva da lui, la sensazione della sua mano intorno alla propria.
«Luna, amore, non pensarci. Sappi che rifarei ogni singola cosa da capo, se potessi.»
Anche se preferirei morire in quel cortile piuttosto che vederti andare dove non posso raggiungerti.
Deglutì a fatica, chiuse quel pensiero in un angolo remoto di sé stesso, e si costrinse a sorridere.
Lei ricambiò la sua espressione, e si strinse piano nelle spalle. «Lo so, eroe.»
«Andiamo allora. Non sarebbe carino tardare all’incoronazione della regina, visto che è nostra figlia.»
Lei rise brevemente, e accettò il braccio che lui le porse.
Due ore dopo, Nyx desiderò non aver ucciso Ardyn. Lui avrebbe saputo cosa dire per distoglierlo da quel quadro troppo perfetto, troppo felice e troppo effimero.
Crowe era meravigliosa, in un abito porpora che faceva risaltare i rubini sulla corona, e finalmente Regis sembrava aver accettato il suo ruolo, e la stringeva con fierezza.
Accanto a loro, a destra, Aulea e Cor, vestiti allo stesso modo in abiti dorati, e a sinistra, Victoria e Noctis.
Nyx avanzò tra l’arcata di persone, notando dolorosamente come i capelli blu notte di Noctis fossero striati di bianco, e di come lui si appoggiasse pesantemente al bastone.
Assomigliava tantissimo al padre, in quel momento, e Nyx poté quasi vederlo accanto al trono, ad osservare il nuovo re assumere il potere.
Mentre s’inginocchiava sul marmo, una mano sul cuore, davanti al terzo re che serviva, la sua mente traditrice glieli fece vedere tutti morti.
Erano polvere e ossa, e lui si stava inginocchiando davanti a dei cadaveri.
Abbassò il viso e chiuse per un istante gli occhi.
Forse, gli venne da pensare, Ardyn aveva avuto ragione.
Cosa sarebbe cambiato se avesse tagliato la gola a tutti coloro che conosceva, anni prima?



 
  
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