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Autore: Aladidragocchiodiluce    27/01/2018    2 recensioni
Nuovi nemici sorgono all'orizzonte, minacciando gli Autobot e gli abitanti della terra, ma nuovi alleati sono pronti a combattere.
Sequel della storia "Il Seeker e la Diclonicus"
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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In una cava, Optimus avanzava seguito da Bulckhead, Bumblebee e Arcee.

-Sicuri che il segnale provenga da qui?-Chiese la femme.

-Si, Rachet è stato molto preciso.-

-Secondo voi, perchè a Megatron interesserebbe ancora l'Energon Oscuro?

Ormai dovrebbe averne abbastanza da resuscitare interi pianeti.-Commentò il demolitore verde.

Infatti era quello il motivo per cui si trovavano lì.

Poco prima Rachet aveva localizzato una fonte di energia che avevano immediatamente riconosciuto come Energon Oscuro, una pericolosa sostanza in grado di danneggiare i normali cybertroiani e resuscitare i morti, trasformandoli in Terracons.

-Non lo so ed è quello che ho intenzione di scoprire.-Rispose Optimus.

Arrivarono in un punto della caverne dove lungo le pareti iniziavano a comparire dei cristalli viola fluorescenti che identificarono immediatamente come Energon Oscuro ed ebbero cura di non toccarli nemmeno per errore.

Con la coda nell'occhio, il leader Autobot notò un movimento proveniente dallo sbocco di un tunnel.

-Giù.-Ordinò.

Appena in tempo.

Il gruppo si era appena riparato quando dal tunnel emersero una coppia di bot completamente neri dagli occhi rossi e la pupilla viola.

Erano accompagnati da delle strane creature, grandi quanto orsi; il loro aspetto è simile a delle lucertole con numerosi denti affilati che di cui un paio più lunghi che spuntavano dalla mandibola superiore, posti ai lati del muso.

Il corpo sembrava ricoperto da grosse scaglie simili a quelle di un coccodrillo, la lunga coda terminava con un enorme pungiglione ricurvo e i gli occhi erano bianco latte.

Arcee non aveva mai visto creature simili e quando una di esse si fermò ad annusare l'aria trattenne il fiato, nel timore che li avesse localizzati ma fortunatamente quella dopo la costrinse a proseguire, mordendogli la coda.

Appena furono fuori vista, il gruppo tornò allo scoperto.

-Chi erano quelli? Non sembravano normali Veicons.-Notò Balkhead.

-Infatti non lo sono.-Confermò Arcee.

* E quelle creature?

Non ne ho mai viste di simili. * Fece notare Bumblebee.

-Io ne ho sentito parlare, dovrebbero chiamarsi Kheu ma non dovrebbero trovarsi qui.

In ogni caso state attenti, loro pungiglione è estremamente velenoso anche per noi.-Li avvisò Optimus, facendo cenno di proseguire.

-Perfetto, nient'altro?-Chiese Arcee.

-Agiscono in gruppo, sono in grado di arrampicarsi ovunque, sono in grado di mimetizzarsi alla perfezione con le ombre e sono difficili da uccidere...-Il leader Autobot fece cenno di fare silenzio in modo da ascoltare una conversazione.

-Dove si trovava?-Chiese qualcuno che riconobbero come Dreadwing.

-In una caverna a Nord del mio settore, come previsto.-Rispose un altro.

Avanzando, gli Autobot giunsero in un enorme caverna completamente ricoperta di cristalli di energon Oscuro che dei minatori Decepticon stavano raccogliendo e caricando su dei carrelli.

Molti di essi si muovevano piano o a fatica, sintomi del contatto prolungato con la pericolosa sostanza.

Vicino ad una imponente formazione vi erano Dreadwing e uno dei bot neri visti prima, il seeker blu reggeva in mano uno strano prisma romboidale dalle varie tonalità di viola.

Optimus allargò gli occhi dalla sorpresa, conosceva quell'oggetto.

-Dobbiamo impedire che quell'oggetto arrivi a Megatron.-Disse ma non fece in tempo a fare un passo che un forte ringhio proveniente da sopra di sé lo fermò.

Sollevando lo sguardo videro un paio di occhi bianchi di un Kheu che li fissava minaccioso dall'alto.

Li avevano trovati.


 

Jack si svegliò con un forte mal di testa.

Provò a muoversi ma si scoprì di essere legato e imbavagliato.

Sollevando lo sguardo vide che seduta a gambe incrociate davanti a sé c'era Kara, immobile come una statua, con lo sguardo fisso nel vuoto; teneva in mano una torcia che illuminava l'ambiente.

Il corvino avrebbe voluto urlarle contro per ciò che era accaduto, chiederle perchè l'avesse fatto ma poteva solo dimenarsi nel tentativo di rompere il nastro che lo immobilizzava.

-Inutile, stai solo sprecando le energie.-Disse seccamente una voce maschile alle sue spalle.

Voltandosi alla sua destra, il ragazzo vide un soldato della M.E.C.H. con addosso la solita tuta verde per non farsi riconoscere, teneva in mano un mitra e sembrava stesse controllando qualcosa.

Infatti, ai suoi piedi, c'era una coppia di barelle a cui c'era qualcosa legato che il ragazzo, data la scarsa illuminazione, non riusciva a vedere.

Sentì mugolare dietro di sé e il soldato commentò:

-I tuoi amici si stanno svegliando.-

“MIKO!RAF!” Fu il pensiero del corvino mentre si voltava nuovamente.

Legati nella sua stessa maniera, vi erano i suoi amici.

Raf aveva una lente rotta e stava tremando dalla paura mentre Miko, nonostante si fosse appena ripresa, iniziò a dimenarsi e mugolare qualcosa in direzione del soldato quelli che il corvino sospettò fossero insulti.

Deciso che non serviva a niente dimenarsi, cercò di non farsi prendere dal panico e di trovare un modo per liberarsi.

Guardò ancora Kara, che sembrava ignorare ciò che le accadeva intorno, e si accorse di non aver notato una cosa prima: la fascia e i fiocchi che indossava sempre erano spariti.

Al loro posto, sulla testa vi erano quelle che sembravano due piccole corna giallo osso e sulla fronte era impiantato uno strano dispositivo circolare che a Jack fece venire i brividi in quanto aveva il sospetto che fosse direttamente collegato con il cervello della ragazza.

“Diverremo anche noi così?”Si chiese con una punta di panico.

Non sospettava che da lì a poco le cose sarebbero cambiate.


 

Ormai il sole stava per tramontare e ben presto i ragazzi sarebbero stati alla base M.E.C.H., pronti per essere usati come esche in modo da attirare e catturare gli Autobot.

Il furgone proseguiva con calma lungo la strada al di fuori di Jasper e, a parte un altro paio di macchine dietro di loro, erano completamente soli.

Di certo non si aspettavano che dal finestrino di una di esse, uscisse un uomo armato di pistola che sparò alle gomme del furgone.

A causa di ciò, l'autista perse il controllo che andò fuori strada e si scontrò contro una roccia.

All'interno, i presenti vennero sbattuti lungo le pareti del furgone finché esso non andò a sbattere.

Il militare, che era finito addosso a Kara si alzò assieme a quest'ultima e andò ad urlare qualcosa ai suoi compagni situati ai posti di guida.

Anche Jack, durante la manovra, era stato sbalzato via, per la precisione addosso alle barelle che aveva notato prima in cui scoprì che vi era qualcuno.

Vi erano legate una coppia di ragazze con addosso una tuta aderente bianca e uno strano casco grigio in testa che impediva di vederne il viso.

L'unico motivo per cui era sicuro che fossero ragazze era perchè, quando era stato sbalzato, era finito con la guancia appoggiata al seno di una di loro, causando l'imbarazzo del corvino.

“E non stare lì!Spostati!”Lo rimproverò mentalmente Miko, che aveva visto la scena, tirandogli un calcio

Intanto il militate, cambiò la pistola in favore di un piccolo mitra ed uscì dal camion, seguito a ruota da Kara.

In un attimo al di fuori del camion si udirono rumori di spari e qualcuno urlare qualcosa di incomprensibile.

All'improvviso qualcuno entrò nel furgone e si diresse verso i ragazzi.

-Non abbiamo molto tempo.-Disse con un forte accento giapponese, mentre con un coltello recise le corde che tenevano legati i ragazzi.

-E lei chi è?-Chiese Jack appena si tolse il bavaglio.

-Vi spiego dopo, sappiate che sono un amico.

Mi aiuti?-Chiese, dopo aver liberato le ragazze, ancora addormentate.

Il corvino annuì, sollevando la schiena ad una e avvolgendone braccio sulla propria spalla; Miko lo aiutò, facendo la stessa cosa ma dalla parte opposta e la sollevarono in piedi.

L'uomo, che aveva preso in braccio l'altra, controllò velocemente che la via fosse libera e fece cenno di procedere.

Fuori gli spari erano più forti ma per loro fortuna nessun proiettile li sfiorò e riuscirono ad arrivare ad un auto blu e a salirvici prima che il misterioso salvatore mettesse in moto.

Una volta partiti, l'uomo prese una radio e disse qualcosa in giapponese che solo Miko, date le sue origini, capì:

-Bando! Nana! Qui è fatto, gli ostaggi sono al sicuro.-

Intanto Jack, che stava ancora guardando le due ragazze ancora addormentate, si accorse che dovevano avere più o meno la sua età e che erano molto magre, come se non mangiassero da giorni e tolse il casco sulle loro teste.

Una cascata di lunghi capelli rosa e due visi completamente identici, che le identificava come gemelle, fu la prima cosa che vide, assieme ad una coppia di corna del tutto identiche a quelle di Kara.

-Ancora non ci hai detto chi sei.-Disse Miko, distraendo il corvino.

-Il mio nome è Karuma.-Disse, gettandogli un rapido sguardo.

Il loro salvatore sembrava avere venticinque anni, dai corti capelli castano chiaro e gli occhi nascosti da degli occhiali da vista dalla montatura sottile.

-Era da un po' che io e un mio compagno seguivamo gli spostamenti M.E.C.H. e per puro caso abbiamo scoperto che vi hanno rapito anche se ciò che ci ha preoccupato è chi hanno usato.-

-Kara.-Disse Jack a denti stretti e, dopo aver riportato lo sguardo sulle due ragazze, si rivolse all'uomo. -Ho visto che Kara aveva come delle corna che spuntavano fra i capelli e anche queste due ragazze ce le hanno, cosa significa?-

-E' una mutazione.-Spiegò.

-Dato che siete coinvolti, è inutile che ve lo nasconda.

Ve la farò breve, da qualche anno stanno nascendo queste “ragazze con le corna” che abbiamo battezzato Slipter e la loro particolarità non consiste solo in quella malformazione ossea.

Esse sono in grado di creare arti invisibili chiamati “vettori” e con la quale possono spostare oggetti, attraversare materiali solidi ma sopratutto uccidere e trasmettere il loro virus.-

I tre ragazzi guardarono le due ragazze, spaventati.

Sapevano che quel tipo stesse dicendo la verità, avevano visto Kara in azione ma pensare di avere vicino qualcosa che li può uccidere li terrorizzava.

Intuendo i loro pensieri, Karuma li tranquillizzò.

-Loro sono diverse, ma andiamo con ordine.

Queste Slipter divennero ben presto centro di uno studio per capire i loro poteri e un antidoto al loro virus ma molti decisero che sarebbero usate anche come armi, una volta trovato il modo di controllarle.

“Kara” è la prova di ciò.-

A Jack venne subito in mente quel dispositivo al centro della fronte, quindi la sua intuizione era giusta ma voleva sapere di più.

-Continua a citare questo “virus”, ma di che si tratta?-Chiese Raf.

-Il “Gene Diclonicus” trasmesso tramite i vettori ad individui maschili, fa in modo che i figli di chi ne viene in contatto siano anch'essi Slipter.-

-COSA ALLORA NOI...-Esclamò il corvino venendo interrotto.

-Di recente è stato creato un antidoto efficace, ciò che mi preoccupa è che l'intera scuola in cui “Kara” è andata potrebbe esserne involontariamente infetta.

Ho già fatto un paio di telefonate e farò in modo che tutti coloro che l'abbiano contrato l'abbiano a disposizione.-

Jack si passò la mano fra i capelli, ripensando alle nuove informazioni.

Prima i robot giganti e ora questo, e pensare che Jasper era una cittadina tranquilla...

Anche Miko e Raf sembravano spaesati quanto lui, ed erano altrettanto consapevoli che questa storia sarebbe potuta finire male.

Sentì qualcosa sulle ginocchia e abbassò lo sguardo per scoprire che una delle due slipter si era sdraiata su di lui.

Sembrava così innoqua e indifesa...

-E loro?-Chiese il ragazzo.

-Provengono anche loro da uno dei centri di studio.

Vi sono state portate quando erano ancora piccole e solo grazie alla loro madre adottiva non sono impazzite.

In quegli edifici, si effettuano esperimenti... inumani.-Disse queste ultime parole stringendo con forza il volante.

-La presenza di una figura paterna molto affettuosa che le ha seguita dalla nascita le ha fatto sviluppare un indole “innoqua” per quelle della loro specie.

Purtroppo, la loro tutrice è morta di recente e ancora non lo sanno.-

Il ragazzo si sentì dispiaciuto per loro, sapeva bene cosa si prova a perdere una figura paterna, aveva perso il proprio padre quando era solo un ragazzino.

In quel momento, le due iniziarono a svegliarsi.

Entrambe aprirono gli occhi, rosso sangue, nello stesso identico momento.

Quella appoggiata a Jack sia raddrizzò, ancora un po' addormentata è lo guardò interrogativa assieme alla sorella mentre il ragazzo che non sapeva cosa fare.

Anche Miko e Raf guardarono l'amico non sapendo come avrebbe reagito le slipter e ne erano intimoriti, specialmente dopo tutto ciò che ha detto Karuma.

Le due portarono le mani sul viso del ragazzo, una per guancia e iniziarono a tiragliele.

-Carino!-Esclamarono in coro con un sorriso, continuando mentre Jack si trovò a mugolare, nel tentativo di chiederle di smetterla.

La scena fece ridacchiare Miko e Raf, attirando l'attenzione delle due che li guardarono interrogative per un attimo per poi decidere che Jack era più interessante.

Mollarono le sue guance per poi spostare le mani al suo petto, portando quelle libere sul proprio seno.

-Niente seno, è un ragazzo.-Dissero in coro.

Francamente i presenti, a parte Karuma, trovavano la situazione parecchio divertente e stavano faticando a trattenersi dal ridere.

-N-non avete mai visto un ragazzo?-Chiese Jack.

-No...-

-Mamma era l'unica...-

-...con cui eravamo in contatto.-

-Lei...-

-...dov'è?-Chiesero in alternanza.

Karuma decise che era ora di dergli la brutta notizia.

-Eleven...-Probabilmente era il nome delle due in quanto si voltarono verso di lui.

-...Vostra madre avrebbe tanto voluto essere con voi qui...purtroppo lei è morta.-

Gli occhi delle gemelle si allargarono dallo stupore ed incredulità e in un attimo erano entrambe, piangenti, abbracciate a Jack che tentò di consolarle come poteva assieme a Miko.

Dopo un paio di ore di viaggio, in cui era ormai giunta notte, Karuma parcheggiò l'auto vicino alla scuola dei ragazzi.

-Da qui riuscite ad andare a casa?-Chiese l'uomo.

-Si, ma i miei saranno sicuramente arrabbiati.-Rispose Raf.

-Meglio genitori arrabbiati che prigionieri del nemico.-Commentò Miko.

-E loro?-Chiese Jack, riferito alle gemelle che non l'avevano mollato nemmeno per un secondo.

-Vengono con me.-

-NO!-Urlarono in coro, stritolando il povero corvino.

-Vogliamo...-

-...Stare..-

-...Con..-

-LUI!-

Karuma passò più di mezz'ora per cercare di convincerle a venire con lui ma le due non volevano separarsi dal ragazzo, tant'è vero che alla fine l'uomo cedette.

-...Ma in caso di problemi, contattatemi.-Concluse, consegnando un biglietto con il proprio numero di telefono.-E datelo anche all'agente Fowler-

I tre lo guardarono stupiti, sbaglio o aveva appena citato l'agente che si occupava dei contatti fra gli Autobot e il governo?

-Ma come...-

-Indagini personali.-Rispose semplicemente per poi salutarli e partire.


 

Angolo autrice

Ed eccoci qui con un nuovo cappy con nuovi e vecchi personaggi.

Piccola nota: Karuma è un personaggio di Elfen Lied che nell'anime viene dato per morto ma che nel manga è ancora vivo.

Alla prossima!

Saluti da Ala

   
 
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