Olio per gli ingranaggi
e per le mie ossa
deboli, stanche,
senza un particolare motivo.
Idee di geometrie concrete,
di suoli e di soli,
allegorie di mari e di muri
e di bivi interiori.
che prezzo c'è da pagare
affinché l'anima mia
possa liberarsi di questo tormento
e possano le notti insonni terminare
e questa polvere...
vorrei che questa fuliggine sparisse
come sono sparita io
fra le immagini concrete
di una vita astratta.
E cosa darei
perché tutto questo non fosse vero
e queste lacrime fossero gioia.
E cosa farei
per non sentire il cuore pesante
che batte e che scalpita
e gli occhi che pungono.
La confusione, il travaglio
e un'idea non è altro che
un riflesso del subconscio,
un maledetto segno
di qualcosa in cui nemmeno credo.
Il colore
si espande, si macchia
e fa un po' ciò che gli piace.
Non sono più io a tenere le redini,
a muovere i fili
ed è tutto così vero
e tutta questa verità
non può nascere dalla mia finzione.
La mia arte non è vita
e la vita non è la mia arte
ed io sono tempesta
e non più io.
Nel nascondermi, mi perdo;
questi cumoli di ricordi,
di finte emozioni, di frasi mai dette,
mi opprimono e non respiro.
Il cuore batte tanto forte che vorrei
potesse fermarsi. Vorrei potesse
fermarsi tutto, fermarsi ad aspettarmi,
ma l'unica ferma sono io.
Parla l'autrice:
Confusione e frustrazione dovuta alla costante impressione di vivere nella finzione a volte danno risultati inaspettati. Spero che possiate apprezzare.